Chissa per quale strano motivo i macarons commuovono così tanto? Esteticamente dico. Per quanto mi riguarda, non c’è macaron di mercotte che non rimango a ammirare più del mezzo secondo abitualmente dedicato alle foto in rete, e anche quei pochi che ho fatti io, sono rimasta a guardarli più del dovuto. Insomma, sembra davvero che il macaron, più sensualmente rigonfio delle madeleine di Proust, più perfettamente colorati delle caramelle per bambine precocemente romantiche, commuova in qualche modo il senso del bello nell’uomo moderno. Aggiungerci poi un po’ di carta velina, una scatola preziosa che fa tanto Vieux Paris e qualche bel nastro di seta, e il gioco è fatto, avete un perfetto prodotto lussuo-trasgressivo capace di provocare follie. E i macarons di Ladurée
– finalmente assaggiati! – sono tutto questo, e in più stuzzicano anche abilmente il gastrosofo che dorme in noi: una versione nera come la pece alla liquirizia, una al pepe verde, al caramello salato, alla rosa… Buonissimi pure le versioni al frutto della passione, al limone e al pistacchio. Perversione pura, dicevo …
les macarons laduree
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