… è un’espressione fiamminga, letteralmente fichi dopo pasqua, per dire che una cosa è arrivata irremediabilmente troppo tardi. Del perché di questi fichi non vi so dire (anzi, i fichi né crescono né si usano nelle fiandre), rimmarrà quindi un enigma questa espressione la quale però sta benissimo a queste pizze pasquali al formaggio. In pratica, per i soliti motivi lavorativi, mi serviva una pizza pasquale umbra, al formaggio ( se venite colti di noia in questo periodo, vi consiglio un divertente passatempo: provate un po’ a andare in giro per forni a chiedere della pizza pasquale, uno spasso…) ed è finita che me la sono fatta da me. Con l’occasione però ho notevolemente migliorato la ricetta di prima, insomma se qualcuno se la volesse segnare per l’anno prossimo… (personalmente passerò il turno, ché dopo due sfornate di pizza umbra in meno di 24 ore mi sono fatta passare la voglia almeno fino al 2012…). Anacronismi a parte, non è detto che non ci farebbero la loro porca figura, queste minipizze, ai primi brunch e picnic estivi…
Colgo anche l’occasione per dirvi dell’origine della ricetta: è di Anna Gosetti della Salda, Le ricette regionali italiane, l’unica bibbia in materia che tengo sul comodino (non è una metafora!), quasi un documento archeologico, spesso molto affidabile (altre volte un po’ meno, come nella pizza di pasqua dove indica 150g di farina – io, per ottenere un impasto che fosse un impasto ne ho aggiunto altri 200…??!), insomma un libro favoloso da trattare con riguardo e ogni tanto anche con le pinze, ma poi francamente a questa signora che si è girato l’Italia due volte raccogliendo, in era pre-telefonino e pre-internet, il meglio della cucina regionale in 2200 ricette, glielo perdono più che volentieri :-). Per cui, alla fin fine, la mia versione (con mollica morbida e fragorosa, uno schianto, anche se non vale se lo dico io :-P), è nata così:
pasta da pane 250g*
farina manitoba 150g
farina 00 circa 200g
uova 3
tuorli 2
olio d’oliva 100g
parmigiano grattugiato 100g
pecorino fresco 100g
sale & pepe
Mescolare le uova, i tuorli e il parmigiano con l’olio, mezzo cucchiaino di sale e abbondante pepe. Aggiungere la farina manitoba e la pasta di pane, e impastare aggiungendo man mano la farina 00, fino a ottenere un’impasto elastico e liscio (consiglio caldamente la planetaria per questa operazione :-). Chiudere bene con della pelicola e lasciar lievitare per circa 2 ore, finché sia più che radoppiato il volume della pasta. Tagliare il pecorino a dadini piccolissimi, e impastarli con il panetto lievitato (su spianatoia leggermente infarnata). Formare una palla – o quanto ne vorrete di piccoline (contare che la quantità di pasta deve riempire lo stampo solo per poco meno della metà) e sistemarla nello stampo. Coprire di nuovo e lasciar lievitare per un’ora. Spenellare con un tuoro mescolato cone due cucchiai di latte e infornare a 180°, per circa 45 minuti (dipende dalle dimensioni), finché la pizza sia bella dorata e che la cucina si sia riempita di un caratteristico odorino di formaggio.
* trovo l’utilizzo della pasta da pane acquistata in cucina un po’ un controsenso (se dovete andare al forno a comprarla tanto valeva comprarci diretamente la pizza no?), quindi quando serve preparo un impasto con lievito (madre o 15g di lievito di birra), 400g di farina (in questo caso metà manitoba e metà 00) , sale e acqua q.b., impastato poi lasciato lievitare per una notte, coperto, al frigorifero. Dopodiché basta riportare questo impasto a temperatura ambiente e pesarne ciò che serve.
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