Beh, pollo al forno col le patate. Già. E allooooooooora? Probabilmente il piatto più semplice e godurioso della storia della cucina, una di quelle cose che le ficchi al forno e hai fatto. Seh. Beh, quando il pollo in questione lo dovete cucinare per poi fotogafarlo e farlo finire in copertina della vostra rivista gastronomica preferita, potete immaginare che non va esattamente così.. :-)) Insomma la bestiolina in questione mi ha dato parecchio da pensare, sembra scemo da dirsi, ma ci ho passato qualcosa come 5 ore fra pollo, patate (fatte, e rifatte e arifatte), e foto, senza contare un paio di ore di serissimo studio sui libri (donna hay e trish deseine, tipo ‘mmm, ma chissà come l’ha fatta venire la pelle che sembra cosi scrocchiarella?’).
Anzi, se volete anche voi approfondire come e cosa fanno a polli e tacchini prima di renderli immortali, un po’ di bibliographia ès foodstyling per pennuti:
Da matt che racconta dello styling dei suoi tacchini per il thanksgiving degli otto ultimi anni e come si fa sembrare bella e croccante e appetitosa una pelle di pollo arrosto alla selezione degna da miss universo che fanno da Gourmet ogni volta che devono far finire una bestiolina a piume in copertina (il dettaglio che più m’è piaciuto è quando Ruth Reichl dice che il pollo più bello, e ce n’è sempre uno, lo chiamano la cindy crawford :-) a considerazioni più generiche sull’arte di rendere ciò che si mangia ma è brutto in cose che non si consumano ma che sembrano belle. Con tanto di passaggi che invitano a profonde meditazioni (specie se di polli ne volete fare uno e non cinquanta):
Another problem food is turkey. “If you cook it fully, it gets burnt spots,” she says. “Then, after it sits out for half an hour, it wrinkles.” Food photographers hate wrinkly turkeys. The solution: cook the turkey for 40 minutes, pin back the skin if needed, then paint it an attractive roast-turkey color, using cocktail bitters and gravy coloring. Modern stylists frown on old-school tricks like basting a bird with soap, shellac, or motor oil. Still, undercooked turkeys are as much a health hazard as soaped-up ones, so they’re tossed out after a shoot. (Most other foods used in photo shoots remain perfectly edible. In New York City, the food-styling capital of the world, a charity called City Harvest collects the leftovers and distributes them to the homeless.)
Letture non proprio rassicuranti diciamo, tranne poi scoprire che a NY il cibo delle riprese lo raccolgono e lo distribuisono, cosa che, per i periodi di intensa produzione, non mi dispiacerebbe poter fare (anche perché, e c’è spesso chi s’interroga nei comment, mentre ciò che vedete sul blog è la cucina di casa – quindi si magna, sempre, in qualche modo – c’è anche molta roba, di quella seriale fatta per lavoro, che finisce nella spazzatura o, se va bene, nella ciotola del cane – ma non troppo spesso senno che glieli compro affa tutte ste cose superequilibrate dalle signorine sotto casa?).
“Let’s say you wanted to photograph a roast chicken,” says Maureen Murray, a food stylist with more than 10 years’ experience. “You can’t use a normal roast chicken because from the second that it’s out of the oven it starts to go wrinkly, so what you do instead is plump up an uncooked chicken by injecting it with boiling water. Then you either use wood varnish or a mixture of honey, Fairy Liquid and gravy browning and you paint the bird to achieve the roasted colour you want.”
Insomma non avevo particolarmente voglia di creare un mostro o di improvvisarmi apprendista truccatrice (c’avevo già le mani piene con i bigoudis), quindi ho fatto una cosa molto soft, spennellando la mia bestiolina ruspante (anche qua, il macellaio mi avrà presa per una scema totale il giorno in cui ho preteso che m’incartasse quel pollo lì che mi sembra più bellino mentre attorno a me le casalinghe stavano ordinando le fettine per la domenica) con tanto burro fuso, durante tutto il tempo di cottura, e aggiungendoci in finis anche un pochino di miele, per accentuare l’effet bonne mine tipo banc solaire (cosa che, a posteriori, era probabilmente inutile :-)… Comunque, il risultato è questo (ed è anche la mia prima copertina :-P), mentre il pollo in questione, beh, lo sapete già che fine ha fatto… :-)
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