Dunque, stamattina sono andata a fare un giro al mercato di Boroughs, credo – spero di non spararla grossa, sono stanca :-) – il più vecchio – vabbe: uno dei più vecchi – mercati della città. Ci ho passato un paio di ore e mi è piaciuto molto. Solo che, chiaramente non saprei dire se Borough Market è l’equivalente londinese di Campo de’ Fiori, cioè bello ma studiato, quasi un set per turisti in vena di dolce vita & co, o se è (nel senso ontologico) un filo più autentico. In realtà, penso la seconda: stamattina ho visto ragazzi trascinare carichi di capesante e granchi dopo aver passato una settimana a pescarli (strepitosissime le capesante vive butttate per pochi minuti sulla griglia…), ho assagiato carni vendute da gente che la settimana la passa in mezzo ai suoi animali (fondamentalmente, è anche la ragione per la quale il mercato qui non c’è tutti i giorni…), ascoltato chi il formaggio lo importa personalmente (fisicamente :-) dalla francia, piccoli panettieri col pallino dei semini, e via dicendo. Poi ancora marmellate londinesi, e appassionatissimi importatori di burro, panna e yoghurt francesi… E anche però pecorini sardi (!?), cioccolati dai monasteri italiani (???!!), e altre cose un po’ (troppo?!) fighette come l’alimentare spagnolo (eh, vabbeh…), il venditore di solo oli italiani (una cinquantina? – aceto balsamico bianco in bonus… mumble… ) e quello di conserve di oca francesi. Insomma Borough Market è tutto questo e parecchio di più, autentico o non autentico non saprei, ma a me è piaciuto sul serio, ed è stato senz’altro uno dei più bei mercati mai visti, in assoluto.
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