Pero chiaramente se uno chiede questo tipo di cose a me, la probabilità che mi metti a fare la piccola detective gastronomica è assai elevata. E meno trovo, e più cerco. E infatti, del malakoff, in rete, non si trova quasi traccia. O piuttosto, di tracce ce ne sono, ma non sono quelle che cercavamo. Perché Malakoff sarebbe, nel disordine, una battaglia franco-russa [1], una città [2] della periferia di parigi, una fritella di formaggio svizzera [3], e infine, ma lì diventa davvero tutto molto meno chiaro, una specie di charlotte [4] a base di biscotti madeira, o savoiardi, o meringa, framezzati con una roba che nel miglior dei casi sembra una crème au beurre [5], ma che può essere anche preparato per budino in busta, mousse al cioccolato e quant’altro. Non molto a che vedere quindi con quel souvenir di larga coppa di cristallo che andava letteralmente scavata al cucchiaio e nella quale poi si mescolava tutto. Però, la charlotte era in effetti la lettura più plausibile, la strada verso un dolce al cucchiaio che poteva anche essere un trifle o una specie di tiramisù. Fra una cosa e un’altra, è venuto fuori anche qualche impreciso accenno a un ‘malakoff’ con strati di savoiardi o pan di spagna, frutta e crema pasticcera mescolati con pana montata. E questa ultima versione, per nulla documentata (non una pagina web che mi abbia fatto capiure di cosa si tratta di preciso da dove arriva e perché si chiama così), sembrava però decisamenta la traccia buona, quella che cercavo io.
E quindi, senza ricetta vera e propria ma usando quel poco di buon senso di cui dispongo (poi magari adesso salterà fuori qualcuno che mi dirà che sua zia sta cosa la fa da mezzo secolo e io farò la figura della fessa :-), alla fin fine ho fatto mon malakoff à moi, ovvero una zuppiera (in foto la porzioncina individuala, più civile – anche perché la coppa grande non mi entrava nell’inquadratura – ma ne ho fatto anche una versione grande, messa in tavolo e che è finite, come da copione, in un amalgamo di robe che veniva scavato a turni dai commensali), con strati di pan di spagna fatto in casa (con la ricetta di Gennarino [6]! :-) e bagnato con uno sciroppo leggero al limone, una crema a base di pasticcera alla vaniglia mescolata con panna montata, e fettine di pesche fresche (mi è venuto il dubbio che l’originale non fosse stato fatto con delle pesche sciroppate ma in questo periodo mi pareva proprio un peccato). Il risultato non ho idea se ha qualcosa a che vedere con quel lontano e intrigante dolce capalbiese di Raffaella, però di sicuro è piaciuto per il suo lato ‘torta di frutta incidentata’ da scavare a piacere, al cucchiaio, poi appunto è morbido, abbastanza fresco e non troppo pesantuccio, insomma, malakoff o no malakoff, questa cosa qui me la appunto per future evenienze :-))
Malakoff di pesche (si fa per dire)
per il pan di spagna
uova 6
zucchero 150g
farina 75g
fecola 75g
sale una presaper la crema
latte fresco 5dl
tuorli 6
zucchero 150g
fecola di mais 1 cucchiaio
estratto naturale di vaniglia 1 cucchiaio
panna fresca 3dl
pesche noci 6-8per lo sciroppo
limone 1
acqua 2dl
zucchero 100g
limoncello o altro liquore a piacere 2 cucchiai (facoltativo)
Preparare il pan di spagna: mettere le uova intere insieme allo zucchero nella planetaria/mixer con la frusta. Montare il tutto a velocità elevata per 15 minuti (il composto si trasformerà del tutto, triplocando di volume, diventando molto chiaro e spumoso). Aggiungere la fecola e la farina setacciate e incorporare delicatamente. Versare ilcomposto in una teglia rettangolare foderata con carta da forno (la forma della teglia non ha molto importanza che tanto il pan di spagna andrà tagliato a pezettini) e infornare a 150° per una mezz’ora abbondante o finché il dolce sia dorato. Lasciar raffreddare.
Preparare la crema: portare il latte a ebollizione. Sbattere i tuorli con lo zucchero e l’estratto di vaniglia, aggiungere la fecola e infine versare il latte caldo, mescolando sempre. Riversare il tutto nella pentola, rimettere sul fuoco basso e mescolare finché la crema sia bella densa. Spegnere, coprire con della pelicola (fatela aderire direttamente alla crema) e lasciar raffreddare completamente. Al momento di montare il dolce riprendere la crema, montare la panna fresca freddissima e incorporarla delicatamente alla pasticcera.
Preparare lo sciroppo: spremere il limone, aggiungere l’acqua, il limoncello e lo zucchero e versare il tutto in un pentolino. Portare a ebollizione, lasciar bollire per 5-10 minuti fino a ottenere unaa consistenza scirupposa. Lasciar raffreddare.
Infine, lavare le pesche e tagliarle a fettine, tagliare e fettine di 1cm anche il pan di spagna e, in dei recipientini individuali o in ciotolone/coppe larghe alternare strati di pan di spagna (da bagnare ogni volta con qualche cucchiaio di sciroppo), crema e pesche, fino a riempire i recipienti. Coprire con della pelicola e tenere al fresco per un paio di ore prima di servire (meglio prepararli per l’endomani) e al momento di servire, se vi garba, completare con delle scagliette di mandorle tostate.