Sono tornata anch’io! Appena appena il tempo di smetterla di sentirmi una che ha passato sei mesi su marte prima di essere catapultata in città, per qualche strano movimento di risacca che non domino eccomiqui che riempo tutti i bicchieri di casa con mascarpone e savoiardi (eh che devo ffa, mi chiedono una foto di tiramisu, io la fo’…)
Va detto anche che tutto ciò si svolge in un decoro da finimondo: la libreria è scomparsa e si erge, tutta inscatolata, in torricelle che occupano metà del soggiorno, e per arrivare alla scrivania mi tocca slalomare fra scatoloni da riempire, aste sparse, cataloghi di mobili e cucine, scarpe da tennis che non ho avuto il tempo di mettere apposto – tanto ormai, che serve?- e bustone di vestiti dismessi (io sono di quelle che s’intestardiscono, tipo che se la maglia che tanto mi piace si buca continuo anche a metterla fino a quando diventa veramente indecorosa, dopodiché va in un cassetto, un angoletto, mica me ne separo… insomma buttare i vecchi capi del cuore mi fa veramente venire una strana nostalgia :-)
Ah, giusto per placare insostenibili curiosità del tipo ‘Ma dove andrà a vivere ora il cavoletto globetrotter?’ (haha) o ‘E quindi la belga finalmente torna nel paese suo?’, preciso che me ne vo a si e no 500m in linea d’aria da dove vivo ora, almeno mi risparmio il trauma del ‘nuovo quartiere’ (del resto mi sono già fatto san pietro – esquilino – marconi – trieste – garbatella, direi che ho dato, grazie), insomma vado all’ostiense, anzi al gazometro, e devo dire che con andreotti (fornitore ufficiale delle torte nuziali – 1! – di casa cavoletto) e doppio zero letteralmente sotto casa (e ferzan ozpetek alla finestra di fronte, non è uno scherzo :-), mi sento di vivere lì già da una vita… :-)
Intanto, per fare un po’ di transizione mentre faccio shopping compulsivo all’ikea (veramente farò compagnia al caro vecchio forno a gas fino a fine ottobre, il tempo di avvitare le 478 viti svedesi in dotazione con armadi, cassettiere e lampade a sospensione) e aspettando che tutti rientrano dalle vacanze, ho accumulato, in calabria, un po’ di cucina di casa. Perché quest’anno (dopo che per anni ogni agosto sbarcavo con un cassone pieno di annelli di pasticceria, speziette svariate e assortite, della serie sissammai’ che mi servisse il cardamomo, o il 5spezie, e dove vado se non ho la paprika affumicata??!) mi è venuta finalmente una stupenda illuminazione: ma visto che sono in calabria tanto vale che cucino con quel che c’è, giusto?! E quindi quest’anno niente trasporti di materiale cucinesco, tutt’al più un po’ di libri, e cose semplici con i sapori e gli ustensili di lì. Mavvipareva?! :-)
Fra le letture portate in ferie cascava a pennello La cucina del Cilento (vedo fra parentesi che la casa editrice, ed. dell’ippogrifo, si trova a Sarno, ridente località campana che ricordo per i suoi camion carichi di san marzani, il suo autogrill da evitare e un suo taciturnissimo meccanico al quale una volta ho lasciato 800 euro dopo ché la cinghia della macchina mi era saltata sull’autostrada, son sicura che ancora se la ride nei baffi, ma mi distraggo, scusate… ), una raccolta di ricette appunto cilentane, a cura di Luciano Pignataro, giornalista enogastronimico campano. La cosa buffa è che la cucina cilentana in fin dei conti è molto simile a quella che si pratica in calabria, per lo meno in quella calabria dell’alto ionio che conosco io, e sono parecchi i piatti e gli abbinamenti presenti nel libro che non mi sono affatto nuovi. Fra altre cose mi intrigava la versione bianca della classica parmigiana, provata e quasi subito rifatta, in pratica, un plebiscito generale :-))
La parmigiana in bianco, la ricetta: prendere 3 melanzane medie, lavarle e affettarle a fettine di 2-3mm di spessore. Infarinarle e friggerle, poche per volta, in olio d’oliva. Lasciar asciugare su della carta da cucina. Afettare 200g di mozzarella di bufala e 150g di caciocavallo silano a fettine sottili e preparare la parmigiana in una teglia, alternando strati di melanzane, di mozzarella e caciocavallo, finendo ogni strato con due cucchiai di parmiggiano grattuggiato e un po’ di basilito tritato, senza dimenticare di condire con sale e pepe. Finire spolverando il tutto con del parmigiano e qualche fiocchetto di burro. Infornare a 180°C finché la superficie non sia dorata, un 30 minuti circa. Servire a temperatura ambiente.
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