E non v’avevo ancora detto de LA grande innovazione in casa cavoletto dello scorso estate?! Beh, abbiamo scoperto, dieci anni dopo tutti gli altri – ehvabbe – il barbecue! (le barbek’ comme on dit chez moi :-) Davvero non è uno scherzo, a me m’han sempre spaventato il connubio carbonella / accendi-carbonella (ma poi, la carbonella non è leglo bruciato? e allora come si fa ad accenderlo se è ‘già’ bruciato?, e altre domande esistenziali del genere…) e poi oltretutto ero intimamente convinta che l’atto di accendere il fuoco per farci arrostire una preda, pardon, bistecca, fosse un atto imminentemente ed esclusivamente maschile. Non da me, quindi :-)
Detto questo, come ben si sa, dietro ogni grande rosticciere c’è una grande rosticciera e colei quest’anno ci si è messa d’impegno. In pratica ho lavorato sullo sfinimento nervoso per 8 giorni di seguito chiedendo cose umilianti del tipo Ma davvero non sai come si accende un fuoco? o Maddai ma basta che chiedi al marito di tua cugina che LUI si lo sa come si fa… e via di sto passo di ruminazioni imbarazzanti – per l’orgoglio maschile voglio dire – fino a quando, o gioia, non sono riuscita a convincere il mondo che sì, il bbq era un acquisto assolutamente fondamentale e necessario (e qua c’andrebbe quindi una faccina con sopra l’aureola da santino :-). E così un giorno, dopo un puntiglioso shopping barbecuesco, il fuoco fu. E da quel momento li è stato un ininterroto accensione di carbonelle (al punto che al mattino quando mi alzavo mi veniva chiesto se c’era per caso bisogno di fare il fuoco, delle volte che volessi far arrostire il mio plumcakino mulinobianco – mo’ che ci penso forse mi stavano prendendo per i fondelli? :-). Insomma, dolciaria industriale a parte, è stato un sussegguirsi di costolette di agnello, pezzi di pollo marinato, palamitine, sgombretti, salsicce calabresi, bistecche, bruschette, piadine farcite di pecorino e qualunque altra cosa potesse possibilmente cuocere su una griglia. E poi ho scoperto una cosetta: che sul bbq uno ci può anche metere la frutta. Alleluia! :-). Cosi ci sono pure finite le pesche, semplicemente tagliate a metà e messe a cuocere tali quali su un angolo della griglia pulita (che magari la pesca che sa di sgombro, no eh….), dopo tutto il resto, cioè quando le braci si stanno pian pianino spegnendo. Poi, a fine pasto, si tolgono le pesche da li, si condiscono con una generosa spremuta di succo di limone e qualche cucchiaio di miele, volendo anche due foglioline di timo, si lascia riposare il tutto per una decina di minuti, e si servono con del mascarpone mescolato con un filo di zucchero e un po’ di buccia di limone bio grattugiata. Et voilà, il dessert al bbq è pronto :-)
ps: euh, ma ve la posso chiedere una cosettina piccina piccina??? (essu eddai che non vi chiedo mai niente :-))) Trattasi di perdere cinque minuti di tempo, e di votarmi ai macchianera awards :-) Grazieeee!!!!! :-)
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