1. Il Salone: bolgia maxima, non c’è che dire, afflusso mostruoso coadiuvato dalla mancanza di aria condizionata, insomma, per sopravivere al salone, meglio starsene fuori… Tuttavvia un paio di piacerissimi: l’igloo di lavazza (una specie di frappé a base di un mucchio di ghiaccio, latte e caffe, frullato, una libidine fresca e leggera nonostante l’aspetto starbucksiano… :-), gli ‘apprendisti mugnai’ del mulino marino, Corrado Assenza, e la sua megadegustazione di marmellate (ho amato follemente quella di albicocche, di pompelmo rosa, i suoi torroni e la crema di mandorla tostata), Davide Dutto e il suo splendido Ibleide fresco di stampa, i cremini fior di sale di Guido Gobino ecc
2. Eataly: la porta accanto, un po’ di spesa autunnale quindi, e il ricordo di quel delizioso profumino di caldarroste cotte che invadeva i dintorni. Spesa davvero minimal, trasloco e mancata cucina oblige (già che la roba non so dove metterlameglio se evito di portarmene dietro altra, snifff…), un po’ di olio di argan, dei biscotti alla meliga e il rammmarico di aver trovato e non acquistato (ho pensato che sarebbe finita male, situazioni da baratolo di nutella per dire, col cucchiaino…) la crema di pinoli Babbi – e mi dicono che è strepitosa. Eh ce credo :-))
3. la farinata anche questa si trovava sullo spiazzale davanti a eataly, e… assai diversa da come viene in genere a me, morbidisisma dentro e con la crosticcina quasi brucciacchiata sopra, spacciata a delle temperature che garantiscono l’ustione dei ditini golosi – un trucchetto: la spolverata di pepe nero, d’obbligo.
4. il vitello tonnato. Quello di Guido a Pollenzo però. Perché due giorni prima l’abbiamo assaggiato anche a Torino, da magorabin (serata deludente assai, a iniziare con l’attesa fuori al freddo, l’égly ouriet servito tiepido, il pane che sembrava lievitazione 100% livito di birra, la sfoglia degli agnolotti troppo spessa, e via di questo passo) e anche se li ci dicevano che il segreto del vitello sta scientificamente nella cottura a 59 gradi, dentro e fuori (?), quello di guido era decisamente un’altra roba. Anche qua, il trucchetto c’è, e se non me l’avessero fatto notare non c’avrei mai pensato: il bordo della carne, cotta, nel piatto nun c’è. Ahhpero! :-)
5. il tartufo bianco. Spopola. Entri nei ritoranti e la zaffata tartufosa subito ti avvolge i sensi – tartufo dappertutto quindi, sui tajarin, sull’uovo al tegamino e sulle alici, persino dentro ai bagagli in aereo (contrabanda insomma, e non era manco per uso personale… :-)
6. sbevazzamenti vari (link)
7. Mauro Uliassi a eataly. Molto interessanti le tagliatelle di seppia, buone le capesante, invariabilmente sorridente ed esuberante lo chef. E bellissimo lo spazio in cui impiattava per 100 sulle tovaglie a quadrettini, sotto lo sguardo di due tre golosoni che cenavano nel retro :-)
8. Eleonora. Conoscevo alcune delle sue primitivizie, quei deliziosi barattoli di erbe spontanee raccolte da lei ad alta quota, in trentino. Amavo già il suo aglio regina, e grazie a un laboratorio saltexpo ho scoperto altre sue erbe e sopratutto ho incontrato lei. Che è bella e particolare ed emozionante all’immagine dei suoi prodotti (assaggiaaaaareeeee l’agreste, un vero e proprio ragu di erbe, e i radicchietti dell’orso, e anche il crescione che tanto ricorda la senape e veramente anche tutto il resto :-).
9. Davide Scabin. C’ero stata l’anno scorso, ed era già stata un esperienza bellisisma e bbuonissima. Stavolta addirittura rimarrà come una delle cene dell’anno. Istallati alla buona fra il bersaglio delle freccette e televisore sono arrivati, fra altre bontà assolute, uno scampo carmagnola libidinoso sul serio e una rivisitazione della passatina di ceci così come dovrebbe essere: buona, divertente e piena d’intelligenza. Una cucina davvero stimolante, e poi precisa, equilibrata, goduriosisisma. Il racconto sta qui, ci aggiungo la gratitudine per il ricordo e per l’esperienza estasiante :-)
10. il cavoletto-aperitivo: beh, la prossima volta la facciamo al bar che è più tranquillo :-))) Ringrazio ovviamente Fabio Fassone e la squadra di Saltexpo per la premurosa ospitalità, e mi scuso con chi c’era per i ritmi, l’andarivieno e i contratempi, detto questo mi ha fatto molto piacere incontrare alcune ‘firme’, spero ripeteremo, un giorno, con moooolto più calma e tempo a disposizione! (e no, io non ho fatto fotooooo :-)))
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