In fondo questo post me lo potevo anche conservare per il primo di aprile… :-))
E successo l’altro giorno una cosa davvero stupefacente, straordinaria, sorprendente, da rimanere senza parole: mi hanno chiesto, anzi una ragazza italiana, anzi emiliana, mi ha chiesto la ricetta della famosa sauce bolognaise. Sono rimasta esterrefatta. Davvero. Ma non perché l’ho trovato una richiesta stupida, nonono! Perché in fondo, per me, gli spaghetti sauce bolognaise sono un po’ come l’hamburger mac donald, o come la bottiglietta di cocacola, anzi no, ben peggio ancora, sono come la pizza con la patatine fritte sopra, sono un qualche cosa di imbastardito, un emblema del mangiar ‘male’ in versione globale, della tradizione dimenticata, sviata, sono ciò che da noi e in molti paesi pensano sia italiano e che italiano non è, sono ciò che ho preso in giro quando ho scritto il mio primo libro di cucina in francese, sono ciò di cui pensavo uno si dovesse solo vergognare e non far vedere mai e poi mai agli ospiti italiani che sanno bene, loro, come si fa la pasta e di sicuro, non si fa cosi. Sono ciò che ho messo 10 anni a dimenticare del tutto prima che me lo chiedessero, sono ciò che mille volte ho spiegato che italiano non è, sono ciò che intimamente ho odiato e detestato con forza. In una parola, un obbrobrio. Solo che poi c’ho ripensato…
Perché volendo o no, gli spaghettis sauce bolognaise sono, a tutti gli effetti, una ricetta. Una ricetta che ha poco o nulla a che vedere con l’opulente e lento ragù emiliano di partenza, con una sapore tutto suo (che potrebbe anche non piacervi :-) e una storia e una fortuna propria. Una ricetta che esiste quindi, e che è persino molto popolare, molto diffusa, fuori – penso che tutt’ora non ci sia un cafè del belgio che non li abbia al menu – e dentro le case, è appunto un cibo di casa. Vi sembrerà strano, ha fatto strano anche a me pensarlo, ma è proprio cosi: ogni mamma belga o francese e non so di dov’altro ancora, ha una sua ricetta per gli spaghetti sauce bolognaise. Tant’è che non ve l’ho forse mai detto ma anch’io per anni a casa me li sono beccati circa una volta ogni paio di settimane. E già mio padre la faceva diversa da mia madre, e anche le mamme delle amiche avevano sempre la loro variante. Insomma si, è sconvolgente ma questo piatto che ha fatto una vita propria fuori dall’italia e che non corrisponde affatto agli standard di pasta e ragù di tradizione italiana, esiste. E poiché esiste, in fondo, è anche legittimo chiederne e dirne la ricetta, giusto? (faccio notare che continuo a fare grandissimi sforzi per ignorare la mia perplessità, anzi no, per trasformarla in un qualche cosa di costruttivo :-)))
Insomma, passato il momento delle risatine isteriche, mi son detta che forse, in fondo, un qualche senso tutto ciò ce l’ha. Anzi, in fondo anche le tutine rosa da ginnastica, gli occhiali che ti fanno gli occhi di mosca, le camicie a fiori e le crocs una volta erano (da me) odiati, trovati ‘oggettivamente’ brutti, per poi, passato l’orrore, il dimenticatoio e la storia, tornare vincenti, splendenti di una loro dignita propria e… amati, o quasi :-) Allora forse cosi anche con gli spaghetti che di bologna non sono, o forse no, non lo so. Resta che non posso negare di essere belga, non posso negare che questo blog è fatto di scambi e condivisione, non posso negare di averla vista e mangiata tante volte, la bolognaise, e allora, mettiamo da parte le perplessità e… vai con la ricetta! :-))
Réussir les pates sauce bolo, pas à pas:
1. soffritto classico e carne tritata in proporzioni variabili (maiale, manzo, vitello)
2. bagnare la carne rosolata nel soffritto con crica la stessa quantità di passata e aggiungere due-tre cucchiai di doppio concentrato di pomodoro, niente pelati
3. se volete al posto della passata potete usare qualsiasi salsa pronta publicizzata da fernandel o gerard depardieu… (no, non mi sono mai spinta cosi oltre, mo’ non esageriamo! :-)
4. fate cuocere la salsa per mezz’oretta, non di più (non è un ragù fatto come si deve, come ve lo devo ddi’! :-)
5. condite la salsa con qualsiasi erbetta che avete nel cassetto delle spezie!
6. il tocco nascosto: un paio di gocce di tabasco e uno splash di worcestershire sauce (se non sapete cos’è, fa niente :-)
7. scolate la pasta un filo troppo avanti di cottura o se siete francamente temerari, fatela proprio stracuocere (oh, che volete, io ve la racconto così come la fanno mediamente eh :-D)
8. distribuite la pasta rigorosamente scondita sui piatti
9. ammappazzate un bel mestolo di salsa bolognaise sulla pasta
10. finite il tutto con una montagnetta di emmental grattugiato (il parmigiano è un optionnal) (ps: in foto l’emmental non c’è, ho anch’io i miei limiti :-))
10b. ora, prendete forchetta e cucchiaio (mi raccommando sull’uso del cucchiaio!!) e mangiate :-)))
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