Eccoqua, alla faccia di me stessa che quando ormai mi arriva, al ristorante, una qualche schiumetta, arietta o bavetta, prima guardo al soffitto, poi sbuffo, e infine assaggio ma con lo spirito critico a mille, tipo vabbe okay, te piace ferran adria ma vediamo se è tutto fumo, pardon aria, o se c’è sotto anche l’arrosto… eheheh :-), vi presento, dietro domanda del diabolico Bressanini: l’aria!
In sostanza, si tratta semplicemente di farvi vedere e capire che una cosa come questa si realizza con praticamente niente (acqua e lecitina di soia, un prodotto naturale :-P) ed è divertente e piuttosto scenografico :-) Per il procedimento, vi rimando al relativo post di Dario, nella fattispecie mi sono ricordata delle favolose acciughe al bagnetto verde della Trattoria Roma, ho usato i superlativi filetti di acciughe in olio d’oliiva extravergine di Giovanni di Liberto di Bra (Grazie Francesca!! :-)) e ho frullato semplicemente un bicchiere d’acqua con un pugno di prezzemolo e un pezzetto d’aglio…
Piccolo aggiornamento
ore 15, l’assaggio…
(si, pranzo tardi, che volete, e no, non avevo assaggiato stamattina ché acciughe + aglio alle 9, grazie ma no grazie :-) Dunque, a parte che le acciughe vanno dissalate un pochetto, ha perfettamente ragione Dario: la nuvoletta fa si che si avverte un accenno, deliziosamente etereo, di prezzemolo e aglio, accenno leggero ma presente (okay, ho avuto fortuna, ho azzeccato l’aglio – circa un terzo di spicchio in 3dl di acqua con 1 bel pugno di prezzemolo), presente come sottofondo costante, polcoscenico colorato alla piemontese, all’acciuga superstar. Francamente, e non lo dico manco per rispondere ai vari ‘bleeeaaah’, l’ho trovato molto interessante, a patto appunto di trovare un abbinamento giusto e sopratutto di non-schiaffare-l’arietta-laddove-capita-come-invece-ho-visto-fare-troppe-volte. Nella fattispecie, l’aria cambia molto l’abbinamento di partenza, e seppure con il bagnetto verde le acciughe siano fantastiche, questa versione qui è decisamente più delicata ed elegante (poiché tutto l’olio e il lato grezzo, pronunciato, degli aromi qui non c’è). Ah, consiglio anche di lasciar perdere il crostino, come consistenza c’entra niente, la prossima volta faccio solo acciuga infilzata su uno stuzzichino (dissalata magari anche con un accenno di aceto come m’aveva fatto fare Carmelo Chiaramonte tempo fa) e aria, fine. Morale della favola: essi eddai sormontatela sta cosa infantile della bava e della lumaca, vedrete, scoprire nuovi orizzonti del gusto è sempre bello (Che dici Dario, vado bene così?? Mi prendi come assistente nella tua crociata pro cucina molecolare?? :-D)
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