Suppongo non ci sia esattamente di ché rimanere sorpresi ma, fra le mail che ricevo, una delle domande ricorrenti è appunto Sto per andare a bruxelles, cosa mi consigli? Anzi, ogni volta che ricevo una mail del genere penso ma percheeeeee non le conservo ste mail che poi devo sempre scrivere tutto da capo??!, cosa di cui ovviamente mi dimentico circa nel momento in cui lo penso, sicché ogni volta (o quasi, purtroppo capita anche a me di scordarmi di rispondere :-) mi ritrovo, appunto, a digitare ex nuovo tutta quanta la litania di consigli e must culinari bruxellesi… Ora che però ho un po’ rinfrescato i ricordi (perché chiaramente dopo Oostende mi sono fatto anche una tappa a Bruxelles) ne approfitto per mettere finalmente un po’ di ordine in quelle due tre cose e indirizzi che consiglio pressoché semmmmpre (sissammai, magari qualcuno in questo momento si sta organizzando un weekend a bruxelles… :-).
Premessa: non vivo più nella ‘mia’ città da sei anni per cui sono senz’altro apparsi tanti locali nuovi di cui non so nulla. I miei sono per lo più consigli ‘belgo-belges’ per cui non m’attardo un granché sui locali, per dire, italiani (e ce ne sono tanti, e alcuni sono pure buoni :-) ne sui ristoranti contemporanei, modaioli o di alta cucina (per quelli c’è già il guide michelin :-) Il mio è semplicemente un piccolo elenco perfettamente soggettivo di luoghi a me cari, che ho frequentati e che mi piacciono tutt’ora :-) (e così al prossimo che chiede inoltro il link, furba eh?? :-)
Cuisine Belge
T’kelderke: sulla piazza più turistica del paese, in uno scantinato, eppure, mi è sempre piaciuto l’atmosfera schietta e goliardica che regna in questa specie di taverna vecchio stile. Sebbene vi troverete probabilmente in mezzo a tedeschi, americani e giaponesi, il cibo è bruxellesissimo ed è anche fatto bene: stoemp, zampini di maiale, cozze in tutte le salse, coniglio alla gueuze, anguilla, non c’è un piatto belga che qui non stia in carta, il tutto ovviamente generosamente annaffiato di birra ☺ Poiché stavamo parlando della zona più turistica di Bruxelles (quella intorno alla Grand Place, ndr) e già che ci penso: non andate nella rue des bouchers, cioè andateci pure ma non vi azzardate a mangiarci, sotto nessun pretesto. Al massimo siete autorizzati a entrare allo storicisismo Teatro di Toone, prendere una birra nel piccolo estaminet tutto legno, vedere lo spettacolo delle marionette, leggendario, poi, via! ☺
Stekerlapatte, nel quartiere delle Marolles, il vecchio quartiere popolo-operaio di bruxelles. L’ambiente è popolare come una volta, anzi quando c’andavo io sui tavoli c’erano le tele cerate – e ho detto tutto – anzi probabilmente ci saranno tutt’ora :-) Qua bisogna andarci per la salsiccia al sangue con le mele caramellate, e lo zampio di maiale grigliato, provare anche le croquettes de crevettes grises, l’onglet de boeuf aux échalottes, ecc :-)
Au brabançon: era il ristorantino di vecchia signora (aveva 84 anni quando l’ho conosciuta, e sono passati credo 8 anni) che era stata cuoca di Leopold III (??!). Ora la signora non c’è più (ed è un peccato perché era un fenomeno, come si dice in francese ‘non teneva la sua lingua nella tasca’ :-), la figlia però dovrebbe aver ripreso in mano la cucina (però verificate e chiamate prima di andarci). Questo ristorante non ristorante sito al pianterreno di una normalissima casa privata è una roba assolutamente sui generis, ed è anche l’unico posto dove io abbia riconosciuto gli stessi profumi identici della cucina di mia nonna. Una tremendissima chicca insomma ☺ Cucina stra-bruxellese, dal kipkap ai rognoni alla senape passando per il piccione coi piselli o il navarin d’agneau.
Belga queen: E il mio neo-ristorante preferito, insomma non è un’ istituzione come i precedenti, ciò non toglie che mi piace molto, si tratta di una vecchia banca, con tanto di soffitti altissimissimi e colonne di marmo, convertita in ristorante, dove in un ambiente curato e bello si servono piatti tipici belgi (che sto diventando monotematica? :-), alleggeriti e resi un po’ più eleganti nella presentazione, ma senza tradirne lo spirito (in altre parole: non è mica nouvelle cuisine :-) Quindi polpette al sugo, coucou de malinnes arrosto, patatine fritte, pomodori ripieni di gamberetti ecc, in mezzo a uomini d’affari venuti a pranzo o cena con clienti, e altra bella gente dello stesso tipo :-)
Place Sainte-Catherine, sulle due piazze intorno alla chiesa ci sono circa tre milliardi di ristorantini, quasi tutti dedicati al pesce. Cercate quelli con il decoro meno moderno (qualche anno fa sono capitata in una specie di trattoira dalle panchine di mileskine, fantastica, il nome però vattelapescà :-) e che sul menu abbiano l’anguille au vert (anguilla in salsa verde) che personnalmente trovo abbastanza strepitosa, e che in genere sul menu vanno da paro passo con cozze, sogliola alla mugniaia, waterzooi di pesce e cose di questo tipo…
Fast food, più o meno
Le pain quotidien
Da sempre il mio preferito per un panino o un’insalata veloce in una cornice deliziosamente campagnola chic, con tanto di tavoli colletivi di legno, ceramiche semplici, zuppe confortanti d’inverno, pani tradizionali e dolci semplici ma gustosi, una formula che ormai ha fatto il giro del mondo, per cui non si vede proprio cos’altro aggiungere ☺ Ah, il mio preferito è quello della place du Sablon, specie la parte a veranda sul retro, perfetto per un succo di frutta bio e una crostatina al caramello ☺ (non vi sto invece a dire di Exki – ora anche italiano – take away bio e sano e buono e colorato, perfetto per un smoothie o un panino che vi faccia anche bene :-)
Birra belga & caffés
A la mort subite, il mio caffè, anzi, estaminet, preferito in assoluto, con i suoi interni di altri tempi, i tavolini di legno stretti, quell’odore acidino di gueuze pungente al naso, gli avventori seduti sulle panchine di cuoio lungo i mori a fissare il nulla da sopra la schiuma dei bicchieri. In bonus: le vere tartine bruxelloises con formaggio bianco e ravanelli ☺
Goupil le fol: non è una vera brasserie dedicata alla birra ma un localino per la sera, dall’atmosfera quasi surreale: si tratta in sostanza di un intera casa con tanto di scale, stanzette, cunicoli, tanti vecchi divani di velluto consunto, luci soffuse, e su tutto, vecchie musiche francesi che spaziano da brel ad aznavour passando per piaf. Da bere, i famosi viri aromatizzati della casa che non sono veramente nulla di ché, resta che non si va lì per il vino, ma per l’ambiance, e appunto è bello sostarci per lunghe chiacchierate ☺ Sempre per quanto riguarda gli sbevazzamenti serali, l’ile saint géry – di fronte alla Bourse – è una meta in stile ‘piccola movida’ piuttosto simpatica, piena di locali, bar à tapas e sushi bar; onfine, badate bene che non sconsiglio la sosta sulla Grand Place per una Trappiste in terrazza, anzi, sinceramente a me capita di farlo, altro che turisti con la macchinetta foto al collo :-)
La rue Haute, aux Marolles, è un posto dove mi piace sempre andare a bere una pression fresca, ci sono un paio di posti alternativi, giovani, ed altri che sembrano sopravissuti agli anni 70, con tanto di habitués chini a meditare sopra la loro pils (tipo che potete fermarmi rientrano dal mercato delle pulci :-).
Street food
le patatine fritte: in ciò che era – non so se lo è ancora ma in ogni caso era e suppongo sia tutt’ora un’instituzione, alla friterie (un aracchino quindi) di place flagey (se volete altri indirizzi, vedete qui); di fronte c’è il cafè Belga, molto carino, sito nel vecchio edificio della radio nazionale). Qui, c’è poco da discutere: Une grande frite-maionnaise s’il-vous-plait (et une jupiler bien froide aussi, merci!)
le gaufres: si trovano più o meno a ogni angolo di strada (vabbe, okay, esagero ☺), in genere si incontra la versione ‘gaufre de liège’ pastosa, densa, e dalla superficie caramellata (grazie al famoso zucchero perlato che scioglie a contatto del ghiso della piastra ma non dentro all’impasto), scegliete sempre chi li fa lì per l’, al momento, quindi le baracchino con le piastre di ghisa a vista. Poi ci sono le gaufres de Bruxelles, più leggere, squadrate e che si possono servire con tante cose sopra (un po’ una deriva da turisti, i puri e duri la mangiano con zucchero a velo e basta, proprio a esagerare con la panna montata, e basta ☺) che però forse più che per strada si mangiono nei tea room.
Se capitate a Bruxelles a luglio fatevi anche un giro alla Foire du midi che si sviluppa tutta intorno alla stazione ferroviera Midi, una vera e proprio fiera di paese ma allargata con le solite attrazioni per bambini più o meno grandi e un’infinità di bancarelle che propongono, oltre all’ormai classico kebab ☺, le chiocciole bollite, gli smoutebollen, patatine fritte, cozze, pommes d’amour, zucchero filato, gaufres ecc…
Pasticceria
Ogni forno che si rispetta propone, oltre a pani di tutte le tipologie, una nutrita selezione fra pains au chocolat, millefeuilles, éclairs, tartelettes e quant’altro, per cui non serve tanto che io vi dica dove andare, troverete da soli ☺ Però, una visitina da Wittamer sulla Place du Sablon, per uno dei loro preziosi dolci al piatto con un caffè in terrazza, è semplicemente imperdibile (Già che siete lì fate anche un piccolo giro di shopping dal chocolatier Marcolini, praticamente di fronte).
Biscotti & cioccolato
Sosta obligatoria da Dandoy in rue au beurre, dietro alla Bourse, per biscottini tipici da portare a casa (ce ne sono diversi, questa qua è la sede storica), fra speculoos, pains à la grecque, pains aux amandes, pain d’épices etc.
Pralines: il mio preferito personale è sempre stato Leonidas, mi va bene anche Neuhaus (hanno un bel negozio nella gallerie del la Reine, à due passi dalla stazione centrale, già che siete lì fate anche un salto alla mitica libreria tropismes), entrambi dall’ottimo rapporto qualità/prezzo. Godiva è chic e fa belle confezioni ma secondo me arranca ul rapporto qualità/prezzo ☺ Già che ci sono segnalo che tutti questi sono marchi su per giù industriali orami (anche se qua e la alcuni passaggi si fanno ancora a mano), poi ci sarebbero i chocolatiers artigianali, l’unico che io conosca in vicinanza del centro è Laurent Gerbeaud (che però non fa elaborate pralines ma frutta secca abbinata a cioccolato fondente, molto interessante in ogni caso – anzi, andateci così vi fate pure un giro dalle parti della rue Daensaert, caldamente raccommandato verso aperitivo/cena :-), gli altri stanno in luoghi più decentrati.
Potreste incontrare anche, lungo le vostre peregrinazioni intorno alla Grand Place, qualche negozietto di Moeder Babelutte: le babelutte sono delle caramelle al burro tipicamente fiamminge (io al momento ne tengo un barattolo sulla scrivania per i momenti di disperazione ☺, negli stessi negozi trovate anche i fruits de mer di cioccolato e le truffes, tutti di fattura decente (in compenso meglio non comprarli già confezionati in versione industriale, a parte forse quelli del marchio guylian che proprio malvagi non sono però sempre roba industriale è)
Fatevi anche un giro sentro un semplicissimo supermercato Delhaize, per biscotti e alimentari svariati, dai biscotti Destrooper (tutti buoni ☺ ai prodotti lotus (specie gli speculoos) passando per quaslsiavoglia altra cosa industriale che volete portarvi a casa (Suggerimenti? Cioccolato cote d’or, zucchero perlato, sirop de liège, senza dimenticare una sbirciatina allo scaffale delle birre ☺
Etnico, alla rinfusa
A Ixelles, vicino alla Porte de Namur, si trova ‘Matongé’, un quartiere con parecchi parucchieri, trattorie e alimentari africani (la cucina africana di bruxelles è in genere quella del congo per cui è tutto piuttosto grasso con tanto di pollo in salsa di arachidi e plantani fritti)
Dalla gare du midi, risalendo l’avenue Stalingrad, c’è una marea di salon de thé marocchini, sempre pieni di signori del magreb che prendono il tè alla menta (assaggiare anche le crespelle marocchine sfogliate servite con il miele – attenzione, sono riunioni quasi esclusivamente maschili per cui personalmente da sola non c’andrei – non che sia pericoloso, è giusto per una questione di, euh, bon ton?? :-)) Sempre in materia di tè marocchino, le palais des désirs, place st jos, per un tè pomeridiano arabizzante in un decoro curato e perfettamente orientale, con tanto di dolcetti tipici, o a cena. Di pasticcerie orientali ce ne sono altre, tante, in quella zona lì di saint-jos, ma anche intorno alla gare du midi. Sempre alla Gare du Midi la domenica mattina c’è un mercato che frequentavo spesso dove c’è di tutto, dai mercanti arabi che vendono solo olive marinati ad altri che vendono solo pane arabo, a spacci di formaggi italiani ecc :-)
Greco: Notos, in rue de livourne, è il miglior risto greco contemporaneo che io conosca, L’ouzerie invece propone delle specie di tapas greche con le quali cenare, molto carino anche il posto.
Portoghese: dalla pasticceria portoghese al baretto portoghese dove signori anziani mangiano sardine grigliate al ristorante portoghese gourmet (gourmet vecchio stile però, comuqnue gradevole :-), passando per il locale che ha almeno 10 ricette diverse di baccalà al menu (c’entra poco o niente il pollo, fidatevi) c’è di tutto…
E così via per le cucine di mezzo mondo, libanesi, thai, mongoli, sardi, ecc, a livello etnico c’è davvero da scoprire questo mondo e l’altro :-) Per trovare indirizzi e faresi un’idea dei ristoranti mediante i comment degli utenti o semplicemente capire quali sono gli indirizzi in del momento, www.resto.be rimane un sito piuttosto prezioso :-)
Shopping
Dille & Camille, il mitico, fra il campagnolo e il chic, mille cosette per la cucina e la tavola, dall’assolutamente indispensabile all’aleatorio ma tanto bellino, con una bella sezione i libri di cucina (anche se in materia credo che nessuno possa rivalizzare con la fnac di city2, rue neuve:-) prevedete un aumento del peso dei vostri bagagli…
La vaisselle au kilo: più orientato sulle ceramiche da tavola (prevalentemente bianche :-), con un enoooorme selezione di contenitorini per tapas, anche questo è un posto in cui perdersi…
Il mercatino della place du jeu de balles: qui vendono tutto ciò che è usato, dai giradischi rotti al letto della nonna o ai vecchi banchi di legno che si usavano a scuola (peccato che non m’entrava nel bagaglio a mano :-), posateria d’argento, vecchie scatole di latta, insomma, un po’ qualsiasi cosa. Se come a me vi piaceil vecchio e il vissuto, non vi schioderete da qui per almeno due ore :-)
Per i fissati di oggettistica casa/cucina (o per quelli che stano sempre a comprare accessori per il cibo che devono fotografare, hum) consiglio anche una visita da Hema, Casa e persino Blokker, tre catene di casalinghi decisamente forniti in modo interessante ☺
Infine, sul boulevard lemonnier fate una capatina in una delle librerie di usato; passate a vedere il supermercato asiatico fra la borse e place sainte-catherine (dove ho preso il cestino per la cottura al vapore – 5 euro ?? -che uso tutt’oggi, 6 anni dopo ☺), sempre pieno di ingredienti strambi e intriganti; andate dalle parti di rue Daensaert a vedere le botteghe di giovani designer, insomma, gironzolate, perché è molto di più ciò che non vi ho detto di quanto non sia scritto qui, ma, dopotutto, le città si rivelano a chi le esplora, giusto?! :-)
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