Ecco, l’epifania è troppo preziosa per non segnarla da qualche parte, ve la scrivo qui : Consumatori di pasta condita surgelata e vaschette microondabili, vi capisco :-) Già, perché dopo mesi di giostra impazzita, ora finalmente posso dire di aver toccato il fondo (vabbe magari toccato no però l’ho visto, chiamiamola l’illuminazione sulla strada del GS va…), in altre parole ho finalmente capito che quando uno smette di lavorare 30 minuti prima di cena, può anche essere che abbia dell’altro per la testa, e che quel altro sia fondamentalmente poco compatibile con l’idea del cucinare/mangiare di per sé.
Quando poi caso vuole che questo uno sia accessoriamente anche ‘la donna di casa’ cioè colei che porta, dai tempi più remoti della preistoria, la responsabilità di far si che la famiglia Scimmia abbia qualcosa di cui cibarsi negli orari dei pasti canonici – salto il passaggio di lamentele sul fatto che non ci siano più gli uomini di una volta che per lo meno portavano a casa una qualche carcassa di animale morto che poi bastava far arrostire sul braciere – beh, ecco, la situazione si complica ulteriormente. Cosi, quando, in preda al panico (cena?? quale cena???), scendi di corsa pensando a come liberarti nel modo più efficace del calvario del pasto familiale (e certamente non a ‘come comporre in tempo record qualche cosa di sano, nutriente e magari anche buono per la tribu che fra un po’si radunerà davanti a Otto e mezzo’ – a propos ma Lilli Gruber non era andata via a fare politica?). Tutto ciò chiaramente quando la giornata non è addirittura di quelle nere e che la scimmia maschia rientrando dalla giungla tropicale, uhm, dall’ufficio, non viene accolto al rientro con un simpaticissimo saluto detto anche ‘se-ci tieni-proprio-a-cenare-sarà-meglio-che-vai-a-prendere-la-pizza-al-taglio’. Aahh, ‘sti primati… Insomma, l’altro giorno quindi, mentre alle 19h30 m’affrettavo verso il supermercato più vicino (a quell’ora il salumiere sotto casa inizia già a fare scendere la saracinesca e a quel punto t’affacci al tuo rischio e pericolo) rielaborando mentalmente la lista delle cose ancora da fare prima dell’endomani, a un certo punto iniziavano a spuntare, dalla mia mente non più tanto limpida, le possibili soluzioni per quel che sarebbe stata la cena e in sostanza, seppur confusamente, sfilavano delle opzioni di varie gradazioni di trash, spazzando dalla bustona di insalata con scatolette di tonno (tanto la mozzarella meglio se non ne parliamo proprio) ai ravioli di quel gentile signore anziano che al momento non ricordo com’è già che si chiama, passando per le fettine di pollo sfibrato poi ricompattato in modo da sembrare ‘fettine di carne vera’ (ma, non era più semplice farlo direttamente a fette, il petto di pollo?). Perché tanto, fra le poche illusioni che ci sono rimaste non c’è di certa quella di trovare qualcosa di decente da mangiare in un supermercato all’ora della chiusura. Anzi non so voi ma una delle cose più deprimenti che riesca a immaginarmi, è proprio la visione delle tre bustine di insalata pronta che trovi, miracolose superstite, alle 19h45 in mezzo al frigorifero del supermercato… :-/). Caso vuole che quel giorno oltre a tre bustine di foglioline tenere ormai semi avizzite ce n’era anche una di spinacini ancora passabilmente freschi. Ho sgraffignato quella, poi ho preso due etti di ricotta di pecora e un pezzetto di parmigiano al banco (dal salumiere che stava ripulendo la sua postazione e che chiaramente non era tanto felice di vedermi), e delle mezze maniche rigate garofalo. Sempre in puro stile zombie, sono rientrata a casa, ho messo su l’acqua per la pasta, nel mentre ho frullato nel blender un paio di manciate abbondanti di spinacini con una manciatina di anacardi (salati o non, fate voi e aggiustate il condimento di conseguenza), una grattuggiata di buccia di limone, un micropezzetto di parmigiano, un nanopezzettino d’aglio, un’abbondante sorsata di olio d’oliva e, ottenuto in 10 secondi un mio bel pesto ancora un po’ grumoso, una parte l’ho mantecata in una ciotolona con la ricotta. Li sopra ci ho buttato la mia pasta (e anche un bicchierino della sua acqua di cottura). E voilà. La cena era pronta. Cotta e mangiata :-P
piesse: l’avanzo di questo pesto si conserva al fresco per un paio di giorni, perfetto per condire il panino sprint alla bresaula di pranzo, o gli spaghetti con le vongole del giorno dopo (delle volte che uscite un po’ prima e riuscite anche ad impossessarvi di mezzo chilo di bestioline bivalve :-) E con questa abbiamo fatto le 8h37, ora di scappare agli studio di Canale Italia (a 200m da casa, lol :-) dove stamattine, fra le 9 e le 10 e qualcosa, facciamo un po’ di chiacchiere live su tema cibo (toh?! :-) con Filippo La Mantia, Marco Bolasco, Anna Dente, Martina Camporeale e non ricordo ora chi altro ancora… Una buona giornata anche a voi! ;-)
0 piesse: l’avanzo di questo pesto si conserva al fresco per un paio di giorni, perfetto per condire il panino sprint alla bresaula di pranzo, o gli spaghetti con le vongole del giorno dopo (delle volte che uscite un po’ prima e riuscite anche ad impossessarvi di mezzo chilo di bestioline bivalve :-) E con questa abbiamo fatto le 8h37, ora di scappare agli studio di Canale Italia (a 200m da casa, lol :-) dove stamattine, fra le 9 e le 10 e qualcosa, facciamo un po’ di chiacchiere live su tema cibo (toh?! :-) con Filippo La Mantia, Marco Bolasco, Anna Dente, Martina Camporeale e non ricordo ora chi altro ancora… Una buona giornata anche a voi! ;-)