Sottotitolo: Remembering Fulvio :)
Come al solito, questa cosa nasce da una serie di incrocie più o meno mentali, casuali e, beh, anche, merceologici. Sta di fatto che è periodo di regali natalizi (devo dire che in qualche modo i corrieri hanno fatto dei progressi che l’anno scorso ho ricevuto gran parte dei colli destinatomi dopo la befana, stavolta invece i tempi sono perfetti… a meno che ovviamente questa cosa non dipendesse dei corrieri ma dei mandanti, euhm…), vabbe, dunque, fra le varie cose arriva è arrivata una scatola con da Gragnano, con una selezione di cose Garofalo fra cui, oltre alla pasta, c’erano una serie di prodotto presidiati da slow food, tutti rigorosamente campani, ça va sans dire. Mi casca quindi l’occhio sul barattolo di ceci di Cicerale (di cui guarda caso mi avevano parlato e anche bene qualche tempo fa, durante il mio soggiornino nel Cilento), leggo l’etichettina che dice che la morte sue è con le pappardelle, un idea di pomodoro e un po’ di pancetta. Mm, penso. Ma subito dopo la mente parte in quarta, anzi in piloto automatico… ceci buoni > passatina buona > fulvio pierangelini > passatina di ceci + gamberi. E da lì non c’è più stato verso di schiodarsi. Siccome però non volevo farla proprio identica (a parte che non saprei ché sono in pochi a sapere come si fa la passatina pierangeliniana), ci ho messo di mezzo la pasta, tenendo però una specie di passatina sotto, e un giro al mattino dal pescivendolo mi ha fatto decidere per un condimento di cannocchie e gamberi. Questa cosa delle canocchie è un’altra delle cosette spaziali che ho visto fare un giorno a Fulvio in cucina: invece di cuocere le canocchie se ne ricava la polpa cruda, la trita (è già abbastanza una poltiglia di suo ma insomma), si condisce e si mangia. Io ho quindi recuperato la polpa cruda, emulsionata con poco olio d’oliva e limone, ci ho spremuto anche le teste dei gamberi e ho usato il tutto per condire la pasta, fuori fuoco.
Ricetta approssimativa
Mettere i ceci a bagno per una notte. Scolarle, sciacquare e far cuocere in acqua bollente, con uno spicchio d’aglio e una rametto di rosmarino, per un paio di ore o finché siano teneri. Scartare aglio e rosmarino e scolare i ceci. Tenere da parte l’acqua di cottura. Trasferire i ceci nel food processor, frullarli e aggiungere man mano l’acqua di cottura e un po’ di olio d’oliva fino a ottenere una consistenza cremosa (non deve essere denso come un hummus ma neanche liquido comeun brodetto, diciamo che deve venire come un purè un po’ lento :). Aggiustare di sale e pepe. Mettere a cuocere la pasta (questa qui sono pappardelle integrali), e nel mentre ricavare la polpa dei canocchi (direi 3 a persona), sistemarla in una ciotola, spreerci anche le teste dei gamberi (anche qua, 3 apersona vanno benisimo), emuòsionare il tutto con un filo d’olio d’oliva e qualche goccia di limone. Pulire le code dei gamberi e farli cuocere brevemente (1 minuto) al vapore (io lo faccio sopra la pentola della pasta, col cestino asiatico, si fa subito). Scolare la pasta, trasferirla nella ciotola con l’emulsione, mescolare bene. Sui piatti, versare 2 cucchiai di passatina, aggiungere la pasta, finire con i gamberi cotti, e un giro di pepe nero macinato.
Pappardelle, ceci, gamberi, cannocchie
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