L’altro giorno, dopo una serie di libere associazioni piuttosto banali, mi è venuto da pensare che mi sarebbe piaciuto provare a fare un remake di una qualche ricetta molto italiana con degli ingredienti nipponici, in modo da ottenere un qualche cosa dalla forma mediterranea però con una sostanza dal sapore giapponese. Un piccolo esercizio di yoshoku estemporaneo e personale, in qualche modo (per i pigri che non avessero voglia di seguire il link, yoshoku – forma abbreviata di seiyōshoku, letteralmente ‘cucina occidentale’ – sono quei piatti che sono diventati giapponesi diciamo negli ultimi 100 anni, che hanno origine in piatti stranieri, solo che sono stati ‘riadattati’ agli ingredienti e ai gusti giapponesi, e che spesso sono diventati veri e propri classici molto amati, come i korokkè, il katsuretu o il curry rice giapponese).
La prima cosa alla quale ho pensato è stata la soba (dopotutto, sono degli spaghetti, di grano saraceno però) e, da lì, agli spaghetti fritti del sud Italia. Ne sono venute fuori queste fritelle qui, che a me sono piaciute molto (croccantine fuori, morbide dentro, e molto umami – ovviamente non c’è formaggio e sinceramente non se ne sente manco la mancanza :-), insomma, per una tavola italiana potrebbero essere una piacevolissima variante su un tema noto, mentre per dei convivi giapponesi… beh, non lo so, devo ancora farli assaggiare ai miei cavia prediletti del momento, vi farò sapere :-)
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