Ed eccoqua, ad un tratto uno si sveglia e fuori fa grigio e freschino, si accorge che le vie semivuote e silenziose di agosto sono quasi un lontano ricordo, e incrociando infine, lungo la non più solita passeggiata mattutina del cane, un topo morto essicato sul marciapiede, è proprio costretto ad affrontare la dura realtà: siamo di nuovo a roma e l’estate è finita. Di per sé, topi a parte ovviamente, non è poi tanto grave: la mia stagione preferità è l’autunno e al caldo tropicale afoso preferisco di gran gran lungo il profumo dell’erba bagnata, i cieli incerti e le variazioni sul grigio (eh vabbe, siam figli del mare del nord qua :-), quindi, ‘absolutely no regrets’, anche se, certo, è con una certa melancolia che lascio il ritiro calabrese e la spensieratezza che solo agosto sa darci, e non è senza prefigurare nuove ansie che guardo a questo nuovo anno academico, che – visto l’estate figuriamoci il rientro – immagino già da ora ricco di incertezze e nervosismi politici, inutili riscuotimenti crediti svariati e altre simpatiche incertezze lavorative e non, robe disperate ma comunque non serie, in una parola: bentornati a casa pure a voi! :-)
Il crumble questo invece è l’ultimo morso dolciario di un’estate particolarmente coccolosa (non solo in campagna si sta divinamente bene ma devo proprio dire che mi sembra che in Calabria quacosa si muove, nel senso che trovo e incontro sempre più prodotti e produttori per bene, e la cosa, sinceramente, mi fa infinitamente felice :-), anche se la ricetta è un po’ di quelle ‘svuotafrigo’, improvvisa e azzardata. In sostanza: come a ogni fine agosto c’era da fare i bagagli e svuotare la cucina, e siccome le mie frequenti visite al mercato di castrovillari avevano lasciato diversi segni in frigorifero, c’era da smaltire, nel disordine: tre susine deliziosamente acidine, una manciata di prugne fresche, due percoche bianche con un inizio di raggrizimento, un paio di quei micrograppoletti di uva bianca di frascineto (hanno un nome – che non ricordo – queste grappole mignon di 5-6 chicchi che spuntano in vigna fra i grappoli ‘seri’, al mercato di castrovillari li vendono pure, spiegando che i grappoli belli partono per la Germania, i piccoli avanzi rimangono sul mecato locale, se non che queste grappolette qui sono molto più dolci di quelle grandi… :-)), e un avanzo di fichi del giardino scappati al pentolone della marmellata della mattina. Insomma, in sostanza: prendete una teglia, e riempitela con la frutta di fine estate che avete sotto mano. E poi, per la parte briciolosa, usate la ricetta del crumble di fragole e rabarbaro della scorsa primavera. Et voilà, ricetta svuotafrigo succosa e aromatica per affrontare serenamente – o quasi – il rientro in città :-)
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