Non so come sia successo ma il dato è piuttosto scientifico: l’ultima volta in cui ho scritto su questo blog era più di una settimana fa. Evidentemente mi stanno sfuggendo certe regole universali – tipo quelle che spiegherebbero l’enigma del ‘ma com’è possibile che meno lavoro e meno tempo ho a disposizione??’ A meno che ovviamente non si volesse considerare quali attività serie le seguenti occupazioni: andare in gita a Torrevecchia (non sapete dov’è, neanch’io probabilmente non saprei collocarla su una mappa, fa niente) a visitare la sede inps; decifrare il grimoire fornito in ospedale (in cui si scoprono vocaboli e concetti nuovi quali ‘camiciole’, ‘ghettine’ e ‘ciniglia’…??!! :-); riunirsi settimanalmente fra balenottere per fare esercizi di respirazione di cui tanto, nel momento M, nessuno si ricorderà; l’affannata ricerca della cintura reggipanza che vi salverà la schiena e quindi la vita (alla Chicco, i 20 euro meglio investiti di questi ultimi anni) e via dicendo fra tutine, analisi a gogo, cataloghi di oggetti che fino a ieri non vi sarebbe passato per l’anticamera del cervello di considerare…
Insomma, se anche voi avrete voglia di farvi ‘na gravidanza, sappiate che si imparano strada faccendo mille cose insospettate, fra cui l’utilità delle pasticche di maalox e l’indice di inciviltà dei vostri concittadini (in 7 mese l’unica volta in cui qualcuno ha pensato di lasciarmi il posto era a Parigi, e ho detto tutto, non che voglia stare qui a fare la pensionata inacidità però in effetti, uno non pensa ma a fare da kanguru si diventa seriamente meno autonome e agile rispetto a prima, sicché, lasciando anche da parte me stessa, mi rendo finalmente conto quanto sia giusto che venga data la precedenza alle donne incinte), in compenso, è anche un’ottima occasione per rivedere al rialzo la vostra stima personale per il lavoro di medici e infermiere in generale (poi certo, ci sono delle eccezioni, però in qualunque ambiente sia, è sempre bello trovarsi di fronte a persone che fanno il proprio mestiere con passione :-). Vabbe, questo per il veloce stato delle cose a oggi – poi tanto, domani, chissà… :-))
la ricetta easy: prendere un cavolfiore intero (se è un po’ grande lo taglio a metà), togliere le foglie tutte, ritagliare la base, e lavarlo in modo che sia ben pulito. Sistemare la testa di cavolfiore su una teglia da forno rivestita di carta forno (se l’avete tagliato a metà, con la parte tagliata in giù), e condire cospargendo con mezzo cucchiaino scarso di sale fino e un cucchiaio di olio d’oliva. Infornare a 220°C per 1h/1h15 finché l’intero cavolfiore non sia arrostito. Nel mentre, nel mortaio, pestare un cucchiaio di capperi dissalati, un pugnetto di prezzemolo, la buccia grattuggiata di un limone, il succo di mezzo limone, poco sale grosso e mezzo spicchio d’aglio con 4-5 cucchiai di olio d’oliva (aggiunti alla fine). Infine, dividere le cimettine del cavolfiore, e servirle con il pesto sul lato. Ottimo com insalata tiepida per i pranzi del weekend, come piatto pret-à-manger da portarsi in giro, ma anche come semplice contorno…
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