A gennaio per la prima volta in vita mia mi lancio nella galette des rois con risultati, confesso, parecchio al di là delle timide aspettative. Dall’anno prossimo sarà un classico di casa mia, sissisi :-) Poi in un momento di filantropia megalomaniaca provo a contribuire a diffondere la buona parola del ragu-alla-bolognese-comesideve, e infine cerco di spiegare a mio cane, con parole sue, che ce ne andiamo per un po’. 24 ore di viaggio più tardi mi ritrovo dalle parti del sol levante e per primissima cosa vado a esplorare i (super)mercati locali.
Febbraio passa tutto fra esplorazioni nipponiche (in cui si scoprivano le feste locali), il resto del tempo sperimento ricette giapponesi molto basic, coltivo la mia starbucks addiction, faccio esercizi di improvisazione culinaria con un numero di mezzi e attrezzi vicino allo zero, quando non mi do addirittura allo studio etno-consumeristico dei popoli stranieri. Scopro anche che in alcune parti del mondo guardare i fiori è in sostanza uno sport nazionale e osservo perplessa che nell’insieme ho molto più tempo per scrivere…
A marzo, sempre in Giappone, assisto alla festa delle bambole e lato ricette un po’ mi rimbambisco pure io. Poi ci si va a fare un po’ di sightseing in giro per il Kansai. Lato basics, marzo è mese di tempura, udon e di tutto-ciò-che-avevo-sempre-voluto-sapere-sul-tofu
Aprile, proverbiale mese del pesce, in cui raffiniamo ulteriormente lo studio della contemplazione dei fiori, e scopriamo che, primavera o no, alle 6 del mattino nei paesini della montagna vicino a Kyoto fa tutto sommato un freddo bestiaaaleeee. Lato cibo sperimento in extremis l’agar agar, e poi, come tutte le belle storie, anche la parentesi nipponica finisce. Appena rientrata in terra italica, e tanto per non farmi prendere dalla nostalgia, non c’è nemmeno il tempo di digerire il jetlag: si va a cucinare con una buona manciata di lettori milanesi, poi mi rimetto alla pasta e visto che Pasqua è ormai bella e passata vedo di reciclare la colomba…
A maggio è finalmente arrivato il tempo delle primizie cosi la dieta prende una decisa tintarella verdolina, anche se poi comunque dopo aver visto il famoso Julie & Julia in una sera di noia, non resisto a provare la mia prima ricetta di Julia Child, che non poteva che essere, ovviamente, il boeuf bourguignon. Basta un aggettivo: Glorious! Per finire il mese e tanto per ripigliarci di tutto ‘sto sfrenato esotismo, un giro a Bruxelles e poi a casa, a cucinare en passant un po’ di cose bien de chez nous…
A giugno mi piglia una lieve e passeggera nostalgia belgica, poi spazzata via dalla bella stagione: ormai è tempo di fragole e insalate variate… E per salutare l’arrivo delle vacanze, facciamo anche una piccola festicciola di piazza… :-)
A luglio consumo, ignara, i miei ultimi affetttati crudi prima del grande letargo e ad agosto il blog è praticamente in ferie. Quando non dormo gironzolo per i mercati dei contadini calabresi e osservo mia suocera che cucina piatti della tradizione ionica… :-)
A settembre rincorro un sapore d’infanzia e infine, dopo averla anticipata nella cucina di casa, si torna finalmente, dopo troppissimo tempo, in Sicilia, con soste a Palermo, Agrigento, Erice e Trapani.
Ottobre è stato senz’altro il mese più dolce dell’anno: scopro intanto che le polpette di carne possono essere dolci anche loro, poi vado di infantilissime cremine al caramello, mi rincredo sull’uso del succo di torba in pasticcieria, vedo finalmente uscire in libreria ciò su cui sono stata a lavorare per un buon pezzo dell’anno, e per coronare il tutto, l’ammazzata finale, il bavaresino da compleanno, tutto rosa, che poi colmo dei colmi è risultato anche un colore particolarmente azzeccato… :-) Per coronare le mois du sucre, beh, mancava solo un giro a Perugia/Eurochocolate…
Novembre mese della zucca, ma anche dei cavoletti, poi è autunno quindi un mezzo giochino sul castagnaccio e due torte coccolose ci stavano tutti. Lato piccole-bizzarrerie-senza-conseguenze, sforno 7,5 kg di spritz per la presentazione romana di Regali golosi, poi mi sfogo con i sushi per donne incinte, il cibo in bianco e nero e il finto caviale a base di alghe… :-)
A dicembre infine, mese del focolare e dei petits plats réconfortants (dalle lenticchie alla tajine passando per le verdure bio arrostite), faccio il pieno di ferro e vitamine prima delle ferie. E il 2010 se ne va cosi, con un po’ di consigli per le letture, per gli acquisti, con un cavolendario style nouveau e un candido kouglof per la colazione delle feste…
E le mie dieci ricette preferite del 2010??
1. il guinness chocolate cake perché questa torta ‘cioccolatosa’ piace anche a chi non ama tanto i dolci al cioccolato (un esempio a caso: me), e perché evidentemente la guinness in cucina è da decisamente rivalutare, con tutte le sfumature profonde e interessanti che offre…
2. i gyoza perché non pensavo si potessero fare in casa (è più semplice in Giappone dove vendono i dischetti di pasta che fa da involucro, è vero), perché sono facilissimi e sopratutto buonissssssimi :-)
3. l’insalata tiepida di lenticchie e salmone perché non per forza le lenticchie devono trasformarsi in una soupe paysanne o in contorno per il cotechino. In insalata sono divertenti, persino eleganti e sopratutto molto buone…
4. i potatoe latkes perché siamo tutti un po’ patativori dentro e che queste fritelline croccanti fuori e morbide dentro sono di quelle cose che rallegrano e ammorbidiscono immediatamente qualsiasi serata di autunno/inverno.
5. la zuppa di romanesco gorgonzola e mandorle perché mi fa molto sorridere il fatto che in una ciotola sola ci siano ingredienti del nord, del centro e del sud Italia e perché almeno in cucina l’armonia di queste tre cose risulta decisamente convincente…
6. il crumble rabarbaro e fragola perché il rabarbaro mi sarà sempre caro, perché poche cose sono goduriose e deliziosamente acidule quanto i dolci che abbinano il rabarbaro alle fragole (e poi perché nel crumble ci potete mettere tutta la frutta sughosa che volete, viene sempre bene :-)
7. la melanzana extrema perché non è semplicissima, di più, e perché nel contempo è geniale e autenticamente buona. Ottimissima idea per gli antipasti di ogni genere, per i pranzetti del weekend e le cene estive, da fare e rifare all’infinito…
8. le patate con vino e coriandolo perché come contorno vanno bene un po’ con tutto e perché sono belle e profumate (e perché sono un ottimo modo per sfogare i nervi in cucina :-)
9. le polpette di carne con mandorle tostate e cannella perché sono delle polpette con una storia e perché la storia fa almeno la metà della bontà di queste polpette, e poi perché cambiano dalle solite polpette, e poi perché sono semplicemente tanto buone…
10. il cappuccino d’asparagi bianchi al caprino perché è elegante e che ha, nel contempo, un preciso contrappunto rustico, ma non grezzo, del caprino. Una ricetta molto semplice da fare, di effetto e poi, beh, mi sa tanto di casa, anche… :-)