Per iniziare, quest’anno lato pastiera siamo stati colpiti dal famoso voglia-di-fare (-la-pastiera)-saltami-adosso sicché mi sono data invece ai pani briochiati a treccia tipici della Grecia. L’originale si chiama Tsoureki e per la colazione di Pasqua (e quella del giorno prima e anche quella di Pasquetta…) è stato una compagnia pressoché perfetta. Di ricette la rete è piena, quella che ho usata io è un impasto di 450g di farina 00 con 10g di lievito di birra fresco sciolti in 170g di latte, 40g di zucchero, più 1 uovo e 50g di burro fuso. Poi ho aggiunto la buccia grattugiata di 1 limone e di 1 arancia bio, 1 cucchiaino di estratto di vaniglia naturale, mezzo cucchiaino di cardamomo in polvere e mezzo cucchiaino di all spice (entrambi a sostituire il mahleb e probabilmente nemmeno ci assomigliano – non saprei, non ho idea di cosa sappia il mahleb, perà da qualche parte avevo letto questo siuggerimento sostitutivo – in ogni caso il risultato è piacevole…). Si impasta fino a ottenere un impasto liscio ed elastico, prima lievitazione per 1h30 poi si confeziona una treccia, si aggiungono 3 uova sode (tradizionalmente sarebbero rosse ma non avevo pensato a prendere anche le barbabietole quindi ho preferito lasciarle couleur nature), spennellamento con tuorlo e latte , nuova lievitazione per 45 minuti, poi 30 minuti di cottura a 180°C. Ottimo anche, magari dpo un paio di giorni, a fette tostate, con la marmellata… :-)
Lato picnic invece ho confezionato un Rye soda bread (insomma un pane a lievitazione istantanea con la farina di segale, una versione salata di questo pane qui…), impastando 170g di farina di segale integrale con 170g di farina 00, 290ml fra yoghurt naturale e latte intero, un cucchiaino di sale, un cucchiaino di lievito per dolci non zuccherato. Ho anche aggiunto una manciata di semi di zucca. Il tutto va al forno a 200°C per 40 minuti e si conserva benisismo anche fino al giorno dopo. Con questo pane ho fatto dei panini con la frittata, anzi con la tortilla di asparagi e piselli, seguendo su per giù questa ricetta qui, sostituendo perà le asparagine selvatiche con asparagi verdi tagliati a pezzetti e sbollentati e piselli freschi.
Per dolcetto, delle tortine di farro con olio di nocciole e lamponi super easy, basta lavorare 2 uova e 50g di zucchero di canna con la frusta, aggiungere 100g di yoghurt naturale, 20g di olio di nocciole (ho usato l’ottimo e profumatissimo olio di semi di nocciole Piemonte IGP dei Fratelli Caffa, trovato grazie a Tastexp), 80g di farina di farro integrale, 20g di farina di nocciole tostate, mezzo cucchiaino di lievito in polvere e 100g di lamponi freschi. Infornare a 180°C per 25 minuti, ricetta per 9 tortine.
Incartate tutto, trasferitevi nella campagna umbra, apritevi l’appetito mediante una sana passeggiata (magari spingendo su e giù per un paio di borghi medievali un passeggino il cui peso, contenuto compreso, va sui 20kg) e voilà, il pranzo di Pasquetta è servito! :-)
Infine, due micro segnalazioni di scoperte di questi giorni: la prima, qui sopra, è la colomba dei dolci di Giotto, la pasticcieria artigianale del carcere di Padova. Avevo già assaggiato il loro panettone – ed era bastato quello per convincermi che i pasticcieri del carcere padovano lavorano veramente bene – stavolta sono andata di Colomba classica con i canditi di arancia e ho assaggiato anche quella al cioccolato, ed erano veramente veramente ottimi. Insomma, vi lascio la segnalazione in previsione delle prossime feste (?!), è anche un ottimo modo per farsi piacere sostenendo un progetto importante e solidale… I dolci di Giotto li avevo scoperti, anche loro, via Tastexp, mentre a Roma le loro colombe e panettoni si trovano anche al sempre ottimissimo Emporio delle spezie :-) Se poi invece della colomba non sapete più cosa farvene provate questa ricetta di colomba-riciclo…
La seconda segnalazione è a uso dei frequentatori di Testaccio nonché amanti di chiquerie in tavola e in cucina. Ho scovato giusto sabato, al mercato di Testaccio, un nuovo banco chiamato ‘lo spaccio di Testaccio’. Il banco è di Emanuela – la quale lavora da tanto tempo con gli accessori di cucina, e infatti ci conosciamo/incrociamo da un po’ – e la sua idea è di quelle semplici ma geniali: ha aperto la sua ‘bottega’, a misura d’uomo in tempi di crisi, affitandosi un banco al mercato rionale (voglio di’, io non c’avrei mai pensato, ed è un’idea semplicemente fan-tas-ti-ca…). Quindi in mezzo alle fave e carciofi dei banchi circostanti Emanuela propone in qualcosa come 8 metri quadri una selezione di oggettini must have di design, spesso danese (molte cose sono di Madam Stolz che è un marchio che io qui non vedo proprio mai in giro), cosine di quelle che non si vedono d’altre parti, che non sono nemmeno molto dispendiosi e che sono un mix fra zen e shabby chic. Io intanto sono tornata a casa con un porta saponette in ferro, una bellissima bottiglia di vetro e un irrinunciabilissimo appendi-spago-da-cucina (e al prossimo giro mi prendo la lavagna di ferro e i mestoli smaltati stile vintage, tié :-)
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