Chi conosce un po’ questo blog sa che nulla mi diverte quanto le questioni di filologia culinaria e quindi, ovviamente, stando a New York, non potevo non inciampare, prima o poi, nella spinosa questione degli ‘Spaghetti and Meatballs’. Che poi è un piatto che mi fa molto sorridere. Innanzitutto perché è un piatto molto amato dagli americani (in una classifica dell’anno scorso il Huff Post mettegli spaghetti and meatballs al 14esimo posto dei cibi iconici americani) e se non altro è sinonimo di comfort food, e d’altronde come potrebbe non essere avvolgente e rassicurante un piatto che si presenta come un nido di pasta nel quale sono voluttuosamente adagiate delle grassocce e morbidissime polpette di carne? E poi c’è in quegli spaghetti con le polpette qualcosa di infantile e di naif, fosse anche solo la convinzione da parte degli americani che questo piatto è italiano, quando in Italia non lo si è mai visto – e non mancano mai di scatenarsi gli italiani in merito ogni volta che qualcuno nomina la suddetta preparazione. Nonostante quindi le mie iniziali intenzioni di tenermi alla larga dalla cucina italo-americana (perché beh anche no), dopo un bel po’ di avvistamenti come qui sotto (non so se esiste una rivista di cucina americana che non abbia mai avuto un piatto di spaghetti and meatballs sulla copertina, ne un food writer famoso che non ne abbia una versione ‘tutta sua’ – le tre foto in basso sono, da sx a dx, riconducibili a Jamie Oliver, Donna Hay e il New York Times), è finita che ho ceduto. La curiosità mi ucciderà :)
Anzi veramente il momento preciso in cui ci ho ripensato – perché l’agguato sta sempre la dove uno non se l’aspetta – è stato quando la mia quasi quattro-enne l’altro giorno se n’è uscita candidamente con un ‘I want spaghetti and meatballs!‘. Preso nota della richiesta (ehm, why, yeah, sure…?!!), e dell’origine della richiesta (notare che nello stesso libro ci sono anche i cavoletti di bruxelles ma stranamente nessuno mi ha mai chiesto quelli…), non mi restava che trovare una ricetta (anzi veramente quello era pure un sollievo che devo ammettere che le polpette improvvisate non mi vengono sempre bene). Siccome però in God and The New York Times we trust, l’ho presa lì, è di Mark Bittman, una firma che reputo affidabile. Qui lo dico e qui lo nego: rifarei la ricetta domattina, le polpette sopratutto erano ottime :)
A mo’ di premessa devo dire che in realtà per me questa ricetta, che in Italia nemmeno io ho mai vista è perfettamente in linea con la cucina italiana. Un esempio a caso: mia suocera fa la pasta al forno con le polpettine d carne, e condisce la pasta corta con il sugo di polpette – che poi però serve da sole, per secondo – quindi fosse anche solo per quello direi che la parentela con la cucina italiana c’è ed è ben chiara. Come lo spiega poi questo post, le sembianze del piatto finale hanno origine in motivi ben precisi (la densità delle polpette e l’uso degli spaghetti si possono spiegare per via delle disponibilità economiche ed alimentari degli immigrati italiani negli US), mentre appunto le polpette e la salsa al pomodoro arrivano chiaramente dal sud Italia. L’unica cosa della cucina italo-americana che non mi spiego più di tanto e che nemmeno mi piace molto, è che tende sempre ad esagerare con l’aglio e la cipolla. Anche nella ricetta del sobrissimo NYT ce n’è un bel po’ (ma non preoccupatevi che ho visto molto di peggio altrove). Forse questo amore per i sapori forti, molto – troppo! – pronunciati, quasi fino alla caricatura (noto lo stesso anche nei piatti messicani o thai che mangio qui) è tipica del gusto americano (o di ciò che è diventato il gusto americano dopo la miriade di sapori arrivati da tutto il mondo e che hanno casa qui). In ogni caso questi spaghetti con le polpette mi sono sembrati esattamente l’equivalente transatlantico degli spaghetti sauce bolo del nord europeo, e sicuramente degne di attenzione, se non altro perché sono una eredità degli italiani che cent’anni fa hanno affrontato un’oceano pur di trovare la promessa di un mondo migliore. Se invece non ce la fate proprio a reggere tutti questi avatar trapiantati all’estero, potete sempre consolarvi con la ricetta classica del ragù alla bolognese :)
Spaghetti con le polpette in salsa americana (adattata dal New York Times)
polpa di pomodoro san marzano 500g
spaghetti 400g
manzo macinato (15% grasso) 350g
parmigiano grattugiato 120g + 50g
cipolla 1
uovo 1
pangratatto 30g
prezzemolo tritato 3 cucchiai
aglio 3 spicchi
olio evo 2 cucchiai
alloro secco 3 foglioline
sale & pepe
1. Impastare la carne con l’uovo, 120g di parmigiano, il pangrattato, 2 cucchiai di prezzemolo, sale e pepe. Formare delle polpette grandi quanto una noce o, meglio, un’albicocca.
2. Scaldare l’olio in una padella capiente. Far dorare le polpette per qualche minuto, poi aggiungere la cipolla e l’aglio tritato e lasciar cuocere fino a quando saranno appassiti.
3. Versare il pomodoro, aggiungere l’alloro, sale e pepe, e lasciar cuocere a fuoco medio per 10 minuti con coperchio, poi altri 10 minuti scoperchiato.
4. Cuocere gli spaghetti, scolarli al dente. Togliere le polpette dal sugo, versare la pasta nel sugo, mescolare bene, aggiungere le polpette sulla pasta e servire subito, con il rimanente prezzemolo e parmigiano.
ps. e poi, oltre a tutto ciò che ha di interessante questo piatto, come non menzionare il fatto che gli spaghetti and meatballs siano anche probabilmente il cibo più romantico della storia del cinema mondiale? ;)