Un buon cinese a Rome credo sia una notizia sufficientemente rara che per segnalarvela. E non solo buono: Green tea è un ambientino curato, asiatico ma sopratutto moderno e essenziale, un negozietto pieno di borsette e vestiti sfiziosi (per una volta che il made in cina non ci fa inoriddire), e poi, ovviamente un ristorante: piatti intriganti e curati dai nomi perfino poetici (lontani i souvenir e vade retro rabbiosi di fronte a roba palesement surgelata e microndata). Abbiamo fatto soltanto qualche assaggino (fra cui i dim sum che vedete qui sopra, ma anche la medusa marinata – sisisii!! – era sorprendentemente deliziosa, così come, fra i dolci, una crema di riso agli agrumi dal potere assuefacente :-) Insomma, bella sorpresa ancora tutta da scoprire.
Green T.
Via di Pié di Marmo, 28
00186 Roma (Pantheon)
tel. +39 06 67 98 628, info@green-tea.it
9 ottobre 2006, piccola nota aggiuntiva:
Nonostante sia stata molto bene, più di un anno fa ormai, da Green T., mi dispiace dover dirvi di svariate esperienze negativa che mi sono state riferite, via mail ma anche da persone amiche di sicuro giudizio gastronomico. Lascio quindi il post però vi invito gentilmente a consultare qualche recensione più recente prima di decidervi se andare o meno da Green T.
Ho cenato per la prima volta al Green T. la settimana scorsa, preceduto di qualche giorno da amici che mi hanno fatto un resoconto sconfortante, definendolo “fighetto newyorkese” e qualitativamente mediocre.
Niente di più sbagliato!!!
E’ un ristorante di grande cucina, non la definirei neppure etnica, ma semplicemente “alta”…
Nessun cinese in Italia dove ho mangiato mi aveva lasciato a fine pasto soddisfatto al punto di non veder el’ora di tornare e senza quel gusto “unto” attaccato al palato.
Non entro nel dettaglio dei piatti, spero di tornare presto con altri amici per assaggiarli tutti. Segnalo però il “maiale del grande timoniere”, il piatto preferito di Mao, una vera leccornia.
Buona la carta dei vini, non pretensiosi e senza ricarichi da paura.
Voto: 9.
un esperienza TERRIBILE per ragioni contrastanti.
Sno andato con la mia famiglia.
Le pietanze erano sicuramente sopra la media del ristorante ciense medio, l’ anitra alla pechinese era buona (anche se nulla a che vedere con l’0riginale mangiata in cina, NULLA) la cosa che ha sconvolto un po tutti è stata la maleducazione del personale italiano..Ad esempio quando gentilmente chiediamo che fine avessero fatto i miei ravioli ,ordinati per antipasto e mai arrivati, mi viene risposto SGARBATAMENTE che ci vuole il tempo che ci vuole perchè non sono precotti, sottolineando come li avessi tra l ‘altro ordinati al sommelier (si puo chiamare sommelier uno che ti posrta la lista dei vini e se ne va?)
Sono arrivati poco dopo crudi.
Io e la mia famiglia siamo rimasti di stucco.
il prezzo, 70 euro a persona vini inclusi, ha del ridicolo paragonato ad altri ristoranti cinesi romani superiore all’ inutilmente pretenzioso green t. Il locale è piccolo e angusto con tavoli vicini e molto poco cinese
Scusate ma vorrei conferire con voi al riguardo:
vado a cena da Green Tea da mesi e lo ritengo il miglior ristorante cinese d’Italia, superato solo dal mio preferito, di Milano; il livello è assolutamente paragonabile ai migliori europei.
Mary
definire “etnica” la cucina cinese mi sembra quantomeno riduttivo e fuorviante visto che stiamo parlando della più antica, raffinata e importante cucina del nostro pianeta. tanto più se etnico, come da dizionario, si riferisce a qualche minoranza magari folkloristica. certo la cucina in cina (e la cina è grande assai) è altra cosa rispetto a quella fatta all’estero dai suoi emigranti (come lo è quella italiana)che sono tutti cuochi improvvisati, ex operai e contadini che vanno all’estero per migliorare la loro condizione di vita, con tutto quel che ne consegue in fatto di adattamento al paese in cui si trovano a vivere. in più, in nessun altro posto come in cina, l’offerta gastronomica è così variegata, dallo street food all’alta cucina dei banchetti ufficiali e dei ristoranti elegantissimi e raffinati di shanghai. in cina si mangia continuamente. in italia non si mangia cinese. forse anche per colpa degli italiani che finora hanno chiesto agli emigranti cinesi di mangiare tanto, riempiendosi la pancia e spendendo pochissimo… ci sono piatti in cina che arrivano a costare anche l’equivalente di un paio di centinaia di euro, e non per la stravaganza degli ingredienti, ma per il loro profumo, la loro bellezza, la loro consistenza e il loro gusto. dobbiamo affrontare questo tipo di cucina con un animo diverso dal solito. in questo senso l’unico ristorante in italia che coraggiosamente propone l’alta cucina cinese è il green t. di roma.l’alta cucina cinese non può essere nè concepita nè realizzata da semplici emigranti di prima generazione, primo perchè non la conoscono nemmeno, secondo perché gli costerebbe troppo farla (in tutti i sensi). essi potrebbero tuttavia proporci i loro eccellenti piatti contadineschi, ma non lo fanno perchè pensano che non ci piacerebbero e non possono rischiare. a quanto ne so il green t. non è fatto da emigranti, ma da buongustai appassionati, che desiderano dare della cina in generale e della cucina in particolare una idea meno bassa e stereotipata di quella che si è potuta avere finora in italia. ci sono riusciti? beh l’impresa è improba, ma mi sembrano sulla buona strada visto che ho letto bene di loro in molte autorevoli guide internazionali. la notizia di un ristorante cinese di qualità, proprio per la sua rarità rimbalza subito in tutto il mondo. pensate all’anatra laccata pechinese, quella vera. beh, al di fuori dell’estremo oriente viene fatta correttamente al massimo in una ventina di locali al mondo e quella che ho assaggiato al green t. era al top. chiudo con un proverbio cinese dedicato a noi italiani: “bisogna mangiare prima di avere fame”
la cucina di hang zhou(MAESTRO LIU)
non è male ma è troppo grassa, la cucina cinese non è grassa, chiudete il ragionamento voi…
ciao a tutti da roma,
personalmente ritengo che uno dei
migliori ristoranti cinesi a roma sia
a via giolitti, zonaccia lo so, ma vale la pena di provare, anche perchè se uno vuole può anche ordinare aragoste o granchi, il problema è la comunicazione ma sembra di essere in cina, quella vera…con la vetrina
delle cibarie dove scegliere cosa mangiare e come farselo cucinare…
dopo Hang zhou del maestro liu, finalmente un ristorante veramente cinese a roma, come da tanto tempo si era auspicato
molto bravi, piatti eccellenti, cotture deliziose, ingredienti freschi e soprattutto tecnica culinaria cinese
green-tea, via del piè di marmo, è un’invenzione di pregio, frequentata da stranieri, buongustai, qua e là qualche radical-chic neo-teo-ex-new-cons che rovina l’atmosfera, ma insomma, si sopporta
cucina del sud, del centro e del nord, ricette della tradizione imperiale, l’essenza cinese è notevole, forse meno interessanti fusion e giappone
al servizio gente preparata e cortese, come difficilmente succede a roma
prezzi consoni, ma non conviene spaventarsi: piuttosto evitare l’abbuffata e centrare sull’equilibrio di pochi e notevoli piatti
bell’idea, ben realizzata
provato il 9 marzo 2006
Ci vado molto spesso all’ora di pranzo. Si mangia molto bene, il ristorante émolto accogliente e i proprietari sono molto siampatici. Lo consiglio a tutti.
Ho spiegato il tutto qui:
http://grissino.blogspot.com/2005/10/roma-citt-da-mangiare.html
Avevo preso il piatto del mezzogiorno a base di pesce.
Non ti è piaciuto? Perché? Cos’avete preso??
L’ho provato. Non mi ha convinto molto.
:-(
Forse ho sbaglito ad andare a mezzogiorno…
Bella la foto, e grazie per la segnalazione;-)
finalmente un indirizzo giusto!
è da tanto che voglio poter mangiare cinese “BENE”
Simpatico il logo vero? C’ha un qualche cosa di déjà vu… :-)))
lo vidi quando ancora dovevano avviare la cucina. l’estetica c’era, ma.
mi fa piacere sentire che si può provare.
non vedo l’ora di andarci!
figo il logo live from belgium!!
;)
Domani mattina parto per Roma e ho l’albergo da quelle parti. Che dire? Ci vado subito a pranzo, spero sia aperto ancora alle 14. Grazie per la segnalazione!
:-)