Crema alla vaniglia con lamponi e gelatina miele e timo

Stavolta, per l’appuntamento settimanale di disfide culinarie su Peperosso, ci hanno chiesto un dolce al cucchiaio. E, visto che ogni tanto mi viene discretamente rinfacciato di non preoccuparmi del vostro colesterolo, ho messo da parte le ricette cioccolato e ho pensato a qualcosa di un po’ più leggero del solito :-) La ricetta è di Michel Trama.

per la salsa di lamponi:
lamponi 200g
limone 1

per la crema pasticcera:
tuorli 3
zucchero a velo 50g
farina 20g
latte 25cl
burro 10g
vaniglia 1 stecca
panna fresca 30g
lamponi 28

per la gelatina:
miele 80g
gelatina 1 foglia
timo 2 rametti
acqua 15cl

Sciaccare i lamponi per il coulis in un collino, aggiungere qualche goccia di succo di limone, versare questa salsa nel fondo di 4 bicchieri e porre al congelatore.
Lavorare i tuorli con lo zucchero finché il composto diventi chiaro, aggiungere poi la farina. Far bollire il latte con la stecca di vaniglia aperta, e versarlo a filo sui tuorli. Mescolare poi riversare nel pentolino e far addensare le crema a fuoco basso. Spegnere, aggiungere il burro, mescolare e far raffreddare. Montare la panna fresca e incorporarla delicatamente alla crema pasticcera fredda.
Mettere la gelatina in amollo in acqua fredda. Far bolire l’acqua. Fuori fuoco, aggiungere il miele e le foglioline di timo. Strizzare la gelatine e aggiungerla al composto, mescolare bene e conservare al freddo finché la gelatina si addensi leggermente.
Riprendere i bicchieri, distibuirci la crema, poi i lamponi freschi e la gelatina. Riporre al frigorifero per un’oretta prima di servire.

34 Commenti

  • Vale ha detto:

    Ciao… Ho preso la tua foto per il mio blogghino… (ho anche messo il link) ma se non sei d’accordo, la toglierò.
    Grazie, in ogni caso!

  • danielad ha detto:

    L’idea della pectina è stata presa in considerazione da qualcuno? O ci devo provare io?
    :))))
    Dai Sigrid, fai una prova :)

  • Quackelina ha detto:

    Non si potrebbe usare la pectina?
    Qualcuno ha provato?

  • danielad ha detto:

    La colla di pesce è prodotta con parti cartilaginee di maiale quindi il pesce non rientra più nella preparazione ma è rimasto il nome.

    L’agar agar ha la caratteristica di non sciogliersi di nuovo con il calore. Questo aspetto ha un vantaggio perchè i dolci tengono meglio anche non a bassissima temperatura; ma crea qualche problema nella preparazione non consentendo errori e nello sformare il dolce.

  • Paperetta YèYè ha detto:

    Quella che viene comunemente chiamata colla di pesce in realtà è gelatina di origine animale (generalmente suino). E’ rimasto il nome “di pesce” ma il pesce non c’è.
    Ho usato una sola volta l’agar agar ma non mi sono trovata benissimo forse perchè per adattare le ricette con la gelatina ci vogliono un po’ di prove.

  • aude ha detto:

    je n’ai rien compris à tous ces commentaires, mais j’y ai lu que tu parlais de pain à la grecque…. j’adore ça !

  • Eleonora ha detto:

    Elisa, effettivamente non mi piace la chantilly e in generale evito la crème fraiche ogni volta che è possibile. Nei gelati la sostituisco con chiare d’uovo battute a neve fermissima (giuro che l’effetto finale è finanche migliore) e nella crema pasticcera (la i di troppo è dovuta al fatto che non parlo italiano da diversi anni) non riesco neanche a pensarla, ammazza inutilmente l’aroma delle uova e della vaniglia oltre a aumentare drammaticamente la portata calorica!. come dici tu, de gustibus.

  • Elisa ha detto:

    Toh, guarda ho sempre fatto la crema con il latte freddo…

    Eleonora, se per te la crema pasticcera (magari senza “i” :-)) e` talmente buona senza panna, significa che non ti piace la crema chantilly?

    Penso che nel dolce di Sigrid la panna aggiunga “delicatezza”, al contrario di te, la sola crema qui non la vedo adatta, ma “de gustibus non disputandum est” :-)

    E.

  • Eleonora ha detto:

    Sigrid,
    usalo l’agar agar, io non ne faccio più a meno da quando l’ho scoperto. Non è semplicissimo da dosare (spesso si finisce per metterne troppo poco) ma una volta fatto l’occhio la resa finale è perfetta! Quanto alla ricetta, mi sembra ottima solo due cose: 1. nonostante quasi tutte le ricette dicano di fare la crema pasticciera versando afilo il latte caldo sul composto di uova, una vecchia signora e grandissima cuoca mi ha spiegato che così le uova cuociono e il sapore finale è più forte. mescolando il latte a freddo e poi mettendo tutto sul fuoco il sapore è più delicato. 2. Panna nella crema no ti prego! E’ talmente buona senza….
    baci

  • Elisa ha detto:

    Grazie Sigrid, magari si brinda insieme quando scendo a Roma…o quando sali a Milano per il tuoi successi :***

    E.

  • Sigrid ha detto:

    Elisa: guarda che da anosmica hai risolto meglio e prima di me! Non ci avevo pensato alla lavanda (nononstante io sia decisamente lavanda-fila:-), buona idea, sottoscrivo!!
    Ti auguro di cuore che l’intervento vada bene e che potrai tornare ad annusare ciò che bolle in pentola,
    un bacio,
    S

  • Elisa ha detto:

    Si, Sigrid, l’anosmia e` una cosa terribile…ormai sono due anni e mezzo con fasi alterne di ritorno dell’olfatto che ho festeggiato stappandomi buoni vini :)

    Non ho molto tempo da passare in cucina, ma probabilmente mi e` anche passata la voglia di cucinare, almeno per me: non sento gli odori, dei sapori percepisco solo quelli fondamentali e mi e` capitato spesso di bruciare le cose. Non solo terribile quindi, ma anche pericolosa: ho il terrore del gas, dei cibi andati a male, per non parlare dei ricordi legati agli odori, importantissimi in tutti i settori della vita, non solo in cucina (del resto anche noi siamo animali…con un olfatto atrofizzato, ma pur sempre presente). Spero di risolvere completamente con il laser e di tornare a gustarmi, amante quale sono, cibi e vini.

    Per le gelatine, evidentemente ne esistono di vario tipo: io non conoscevo quella di suino per esempio, ma la colla di pesce e` davvero disgustosa; io uso quelle a base di carragenina, completamente insapori.

    Il tuo dolce e` cmq fantastico, io adoro la vaniglia…con le more che ne dici della lavanda? Non so perche’, ma i miei ricordi molto vivi di profumi e aromi me le fanno associare.

    Un bacio, E.

  • Sigrid ha detto:

    Ciao SuperF!
    Macché vi siete messi daccordo con FiordiZucca?? Lei lo vuole rifare con le more. Però infatti credo che qualunque piccla frutta rossa ci posa stare, bisogna giusto vedere cosa mettere poi nella gelatina ;-)

  • superfuji ha detto:

    Spettacolare come sempre!! Che dici se provo a rifarla ma invece dei lamponi interi sopra ci metto mirtilli e ribes?
    ciao ciao

  • Sigrid ha detto:

    Anosmia veramente?? Deve essere terribile, specie se ti piace passare il tempo in cucina…
    Per quanto riguarda la cola di pesce, io il pesce non ce l’ho ma sentito (sarà anche perché sulla bustina c’è scritto che è di origine suina – non so se meglio ma tant’è). Più che altro la cosa noiosa è di dosare (giusto abbastanz ma non tropp senno mangi na roba gelatinosa in pieno che trovo orrendo – cosi come probabimente per l’agaragar, che ancora non ho avuto il coraggio di sperimentare… si, lo so, dovrei!;-)

  • Elisa ha detto:

    ip uso la gelatina in bustine, quella da preparare con l’acqua; con la colla di pesce non vado d’accordo nemmeno io e ci sento sempre una puzzettina di pesce…anzi, ci sentivo visto che ora soffro di anosmia :(

  • Elvira ha detto:

    Que c’est beau et gourmand!

  • Sigrid ha detto:

    Anonima: è che poi oltre al cioccolato ci metto lo zucchero, burro e panna…..:-)))
    comunque, sono ancora tante le ricette cioccolatose che vorrei provare, non preoccuparti ;-))

  • Anonymous ha detto:

    sempre bellissime le tue foto e invitanti le tue ricette…
    però….. il cioccolato fondente non contine alcuna traccia di colesterolo… quindi vai tranquilla! Io aspetto fiduciosa altre ricette a base di cioccolato!

  • Sigrid ha detto:

    FiordiZucca: infatti è quello che stavo per risponderti :-))) sennò ti rimane l’acquetta al miele. Però potresti usare il proverbiale agaragar in polvere (io mio sta lì, sullo scaffale, ancora non aperto…)

  • Lucia ha detto:

    grazie mille!!!
    baci lucia

  • fiordizucca ha detto:

    mi rispondo da sola.. se la elimino, che razza di gelatina di miele viene fuori? LOL

  • fiordizucca ha detto:

    p.s. siccome non vado molto d’accordo con la gelatina, (non so perche’ ma i dolci con la gelatina mi vengono sempre un disastro) dici che si puo’ eliminare?

  • fiordizucca ha detto:

    concordo sui bicchierini. sono bellissimi! sul resto hanno gia’ detto tutto :) a me piacciono molto i colori di questo dolce, un bel rosso, bello bellissimo!
    baci

  • Sigrid ha detto:

    Per il miele: direi che va bene anche il fior d’arancio, quelo di timo invece non so, la cosa carina qui è che la gelatina è giustamente carica di timo, se metti solo miele di timo (che poi alla fine è poc rispetto alla crema), rischi di sentire meno il contrasto, direi… :-)

  • Sigrid ha detto:

    Lucia:
    Il pain à la grecque lo conosco, infatti quand’è fatto bene è molto buono. E un biscotto tipico, di tradizione vechissima. In realtà- scusate se faccio un appunto storico ma è una storia interessante – ‘à la grecque’ non ha niente à che vedere con la Grecia ma sarebbe una evoluzione francofona dal fiammingo ‘gracht’. Questo perché, nel centro di Bruxelles (vicino alla place de Brouckère) c’è una stradina che si chiama Wolvengracht (in francese: ‘rue fossé aux loups’ – ‘fossato dei lupi’)e proprio lì si trovava un monastero dove venivano preparati e poi distribuiti ai poveri proprio questi biscotti. Questi piccoli pani venirono quindi chiamati ‘van de gracht’ (‘del fossato’), ‘gricht’ in bruxellese, cosa che poi in francese avrebbe dato ‘à la grecque’. Eccoqua :-)
    Se siete di passaggio à bruxelles, c’è una piccola pasticceria vecchiotta che ne fa dei buonissimi, si chiama Dandoy e sta fra la borsa e la Grand place (poi hann anche succursali più moderne, sempre in quei dintorni).
    Per quanto riguarda la ricetta, non l’ho mai fatta (però, ora che mi ci hai fatto pensare…), cmq ne ho trovata una in rete che è molto simile a quella che ho, a casa, in un libro abbastanza affidabile, la trovi qui:
    Pains à la grecque
    (Fammi sapere se ci provi!!)

  • Lucia ha detto:

    bella ricetta…io che sono sempre un po’ in imbarazzo sui dolci a fine pasto perchè non vado pazza per i dolci al cucchiaio.Avreiun favore da chiederti conosci la ricetta del pain à la grecque. Non ho idea di cosa sia ,ma una mia amica che vive a Bruxelles dice che è buonissimo
    baci

  • Elisa ha detto:

    E un miele di timo togliendo il timo? :)

  • danielad ha detto:

    Un miele d’acacia sarebbe troppo delicato?

  • Sigrid ha detto:

    Gourmet: da trama non sono stata ma in effetti il luog sembra piuttosto seducente :-)

    Marcela:
    E vero, ho dimenticat di scriverl! H usato un miele di fiori d’arancio, leggero e cn profumi che non sno imponenti (ché missà che di sapori ce ne stanno già abbastanza :-))

  • Marcela ha detto:

    Mi attira questa ricetta!
    Quale miele useresti, visto che va con il timo?

  • Paperetta YèYè ha detto:

    E a me i bicchierini :)

  • danielad ha detto:

    Bella ricetta, davvero. A me piacciono molto i lamponi

  • Gourmet ha detto:

    Sigrid, che meraviglia… e che bello il Relais Chateau di Trama!! Ci sei stata??
    per una gita è un pò lontano… Magari x San Valentino… ;-)
    Baci
    S

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