Tutto cominciò il giorni in cui Mara, in seguito a un attaccamento di bottone con un cuoco sconosciuto nel reparto ‘cucina’ della sua feltrinelli preferita, acquistò questo libro. Il gelato estemporaneo e altre invenzioni gastronomiche. Sottotitolo: mangiare sano e gustoso con la cucina molecolare. Eh vabbè, direte voi, e allora? E allora è successo che Maruzza quasi da subito ha cominciato a dire cose strane tipo ‘Oggi ho fatto un puré di piselli strepitoso frullando semplicemente dei piselli congelati’ e altre cose piuttosto inquietanti dello stesso tenore.
Ovviamente la storia non finisce qui, anzì, poco dopo, mentre progettavamo una cenetta a quattro mani, la frattaglia annuncia che cucinerà la pasta con la lecitina di soia… (cosa che cosa??)
Ora, sarà che sono poca colta io, ma da quasi subito ho cominciato a immaginare dei gnocchi marziani in salsa gelatinosa, magari pure verde fluorescenti, anzi, che la sua pasta avesse un aspetto del genere mi sembrava proprio il minimo…
E così, dopo una settimana di dubbi, interrogativi e altri sospetti gastro-ontologici, finalmente è sbarcata Mara, con la confezione di lecitina sotto il braccio…
Primissima operazione: lo scioglimento della polvere di lecitina con dell’acqua… Inquietantissima, anche perché, riposando, la lecitina si trasforma pian piano in una mapazza degna degli effetti speciali di Alien. Però, purtroppo, so che ne rimarrete delusi (ci son rimasta male anch’io), la sequenza ‘effetti speciali’ si ferma un po’ qui, dato che, da questo punto in poi la pasta si prepara come una normalissima pasta all’uovo, dove la lecitina appunto, prende il posto delle uova. Interessante quindi per chi ha problemi di cholesterolo, etici & co, ma anche per tutti gli altri, dato che la lecitina, oltre a un sapore delicato e ‘diverso’ ha anche un potere sgrassante notevole.
Quindi si impasta come una volgarissima, uhps, scusate, normalissima pasta all’uovo…
… e sempre in quanto tale si tira e si fanno asciugare le sfoglie su – dettaglio molto importante – le sedie del soggiorno di cavoletto (anzì, se non disponete di sedie da regista per effettuare questa operazione, vi consiglierei calorosamente di lasciar perdere e di andarvene a leggere qualche altra ricetta :-). Piccolo dettaglio: nel caso, non fate come noi che, spensierate, abbiamo messo la sfoglia ad asciugare a 1 metro dal termosifone… acceso :-(
Il risultato è questo. Diciamo che crudi sono pure belli da vedere questi tagliolini, purtroppo, dalla versione cotta abbiamo dedotto che forse la ricetta è perfettibile che l’effetto mapazza era un’attimo troppo pronunciato. Cmq, interessante il condimento (made in frattaglia): una crema di carciofi cotti con finocchio e anice stellato poi frullato e una dadolata di filetti di triglia appena saltati in padella.
Ho inviato prima di finire.
Dicevo che il grano duro tiene meglio in cottura.
Con le uova si può non usare perchè le uova stesse fanno l’effetto tenuta, ma visto che qui non ci sono immagino che la consistenza fosse un po’ sul viscido.
Mi avete incuriosito e ci proverò.
Non ho capito che farina avete usato.
Io rifarei l’esperimento con una parte di semola rimacinata di grano duro, forse regge meglio la cottura. Mi date le vostre dosi?
meravoglioso?? ecco perchè non mi dava il link…
Le foto e l’esperimento mi sono sembrate una meraviglia!!
Brave alle due “alien’s chef”!!!
Io l’avrei assaggiata volentieri, quella meraviglia…;-)
Baci
S