L’ostrica conduce un’esistenza terribile e al contempo eccitante. Così comincia questo curioso libricino, scritto nel 1947 da Mary Frances Kennedy Fisher, foodwriter avant la lettre e, nonostante mancasse da oltre 10 anni, terribilmente attuale per la sua garbata ironia e un’intelligenza da far invidia. Biografia quindi di questa vischiosa e inquietante creatura, strana, fredda succulenza, che è nel contempo un piccolo viaggio, nel fondo degli oceani, ma anche nei ricordi personali della scrittrice e, en passant, nelle cucine di alcuni ristoranti famosi (dell’epoca). In fin dei conti, le preferenze dell’autrice sono chiare: Sono giunta alla conclusione che qualsiasi oyster-bar o ristorante degno di questo nome che osi servire le ostriche crude dovrebbe servire anche un piattino di buon pane nero tagliato a fette sottili, preferibilmente di quel tipo ben sodo ma dalla grana fine, spalmato con burro non salato, e qualche spicchio di limone. Detto ciò, potete comunque sbizzarirvi con le ricette del tacchino ripieno di ostriche, del pane alle ostriche, della zuppe di ostriche e perfino con quella delle perle ‘fate in casa’ (a patto di aver a disposizione 10 anni di tempo, una tuffatrice e una larva di ostrica…)
Biografia sentimentale dell’ostrica. M.F.K. Fisher, Neri Pozza Editore, 12 euro.
concordo totalemnte, un gran bel libro, con anche dele gustose ricette.
l’ho finito di leggere che e’ poco, e ho gia’ voglia di rileggerlo.
ps.
complimenti per il blog!!!
max
http://lapiccolacasa.blogspot.com
Ciao Sigrid , concordo pienamente sulla recernsione del libro , davvero un libro stupendo e appassionante , come puoi vedere dal mio blog l’ ho recensito anche io e ci ho messo anche una ricetta che ho fatto , veramente buona !!!
guarda le foto del mio blog e dimmi se stò migliorando !! grazie
ciao
concordo
cosa e’ successo al tuo sidebar? se l’e’ mangiato l’ostrica? :)