Una delle conseguenze del raduno peperosso è stato che mi sono trovato con un – a lungo desiderato – panetto di tempeh, prima nella valigia, poi nel frigo. Ovviamente un regalino della mia petulante preferita (di chi sennò??), restava quindi decidere cosa farci… Forse va detto, a mo’ di preambolo, che il tempeh è un affare solido, a base di soia fermentata, decisamente più saporito del tofu (quest’ultimo invece non riesco proprio a rendermelo simpatico). L’altra cosa è che – a quant pare, mica parlo d’esperienza – il tempeh va marinato o bollito prima della cottura. Del resto, due giorni prima avevo pure letto, sulla Repubblica delle donne, un po’ di ricette col tempeh di Cristina Bay, ma niente che mi sia parso sconvolgente quindi alla fine… ho deciso di ficcarlo in una delle mie insalate preferite.
tempeh 250g
brodo vegetale
insalata romana (o iceberg) 1
aglio 1 spicchietto
capperi 1 cucchiaio
senape all’antica (con i semi) 1 cucchiaino
limone mezzo
olio d’oliva
acciughe 3
tabasco 2 gocce
parmigiano stravecchio
pane un paio di fette
farina
Far bollire un po’ di brodo, aggiungere il tempeh (io l’ho lasciato intero) e farlo cuocere a fuoco basso per una decina di minuti. Nel frattempo, togliere la crosta del pane, tagliare la mollica a dadi e farli dorare in padella con un po’ di olio d’oliva. Nel mortaio, pestare l’aglio con i capperi e le acciughe. Aggiungere il succo di mezzo limone, circa 5 cucchiai di olio d’oliva, un gocceto di tabasco (se non l’avete mettete un pezzetto di peperoncino nel pesto iniziale), e la senape. Mescolare bene il tutto. (C’è chi aggiunge anche, nel condimento, un uovo in camicia, a me non piace). Lavare l’insalata e tagliarla a striscioline. Riprendere il tempeh, tagliarlo a cubetto, cospargere con poca farina e far saltare in padella con due cucchiai di olio finché siano dorati. Condire l’insalata con la salsa, metterla nei piatti, aggiungere i crostini di pane, i cubetti di tempeh e delle scaglie di parmigiano.
Cenzi, stavo troppo male, mal di gola e brividi… niente tofu… :((
Nooooo, ancora no, e non so nemmeno se avrò tempo in questi giorni…. vabbe va se vuoi provo a fare un salt domattina, cosi ti faccio magna’ pure il tofu domani sera :-))
Scusa Cavoletto ma poi hai provato a vedere s eall’indirizzo che ti ho dato c’è ancora il laboratorio di tofu? Io ho provato a chiamare ma non rispondono.
:(
Anonimo (ma ché, chi è??):
E invece no!! Infatti anche a me per tanto tempo mi è parso un piatto da turisti americani, ma di recente ho scoperto che in realtà la Ceasar non è assolutamente un piatto che si vuole italiano ma un piatto americano (okay, come ci è arrivato il parmigiano sopro non me lo spiego, cmq), anzi messicano, inventato da César Cardini (forse il parmigiano si spiega considerando il cognome di questo tizi), proprietario di un ristorante a Tijuana, alla frontiera con gli USA, nel periodo della proibizione. Insomma, da Ceasar ci venivano sopratutto tanti americani per consumare alcol, e l’insalata nasce accessoriamente così.
La cesar sald è la cosa più falsa che esiste con gli spaghetti meat-ball sull’italia in america. comunque che te devo dire. un beso
ciao, ti ho mandato una mail, avrei bisogno di un’informazione…