il post idiota del venerdì


Mi ispiro a Guillemette e approfitto per inaugurare una nuova categoria, quella del post idiota del venerdì. Vi dico anche perché: sono appena capitata davanti a porta a porta dove due illustri cuochi – Heinz Beck e Filippo La Mantia – sono venuti a spiegare che vorebbero che la siae protegga le loro creazioni.
Ovvero: volete scopiazzare/riprodurre/rendere omaggio al fior di zucca Heinz Beck? (ndr: ma cos’è? qualcuno di voi lo sa?) Bene, dovrete chiedere per lo meno autorizzazione all’interessato. Sennò, ciccia. Sinceramente non so se rimanere più scioccata dalla presunzione dei due cuochi di cui sopra o dalla dichiarazione del presidente siae : il copyright sulle ricette non è possibile perché non si tratta di creazioni intellettuali bensì techniche.
E quindi? Beh, tutto ciò non vi sembra un’attimino contrario alla storia della cucina? A come piatti e gusti si sono sviluppati, incrociati, contaminati e diffusi fino a costituire il divertente mosaico culinario di oggi? E se la stessa presunzione la avesse avuto qualche furba massaia di Amatrice come la voremmo mettere?
Intanto, io tifo per Alajmo, convinta con lui che la cucina va vissuta e divulgata… e troverei più divertente, più augurabile e più naturale se fra qualche decina di anni, quando ormai tutti avranno adorato, cantato e adottato il dannato fiore beckiano, si trovassero in friggitoria, fra arancini e olive ascolane, i fiori ansibecchi…(beh, che? evoluzione linguistica, no??)

29 Commenti

  • Angelo ha detto:

    Io credo che sia giusto un riconoscimento di paternita’…ma perche’ tutto questo polverone??? Qualcuno teme qualcosa? Quando avro’ esperienza e un nome anche io spero che le mie ricette mi siano riconosciute!!!

  • Anonymous ha detto:

    Cenzina, non sono squadre di calcio…ma i due chef in questione, come altri pochi in Italia, meritano riconoscimenti per la qualita’, la presentazione e la capacita’ di sapere abbinare i sapori. Lascia stare i dubbi, ho provato personalmente la cucina dei due, come di altri,(mi sono preso un anno sabbatico e giro tanti ristoranti in italia)
    ho letto su di loro e alla luce dei fatti esprimo un parere assolutamente favorevole su un riconoscimento di una loro ricetta.

  • Sigrid ha detto:

    Chissà perché ma i due anonimi qui sopra a me non mi convincono… Ciascuno la pensi come vuole, ma permettetemi di esprimere un mezo sorriso dubbioso su quanto gridato qui sopra (manco fossero squadre di calcio…)

  • Anonymous ha detto:

    Ha proprio ragione anonimo delle 11.51 AM…questi due chef sono dei grandi e come tali sono invidiati da tutti gli altri, come avviene sempre per i migliori!!! La Mantia, Beck andate avanti cosi’ !!! Illuminateci con il vostro estro e il vostro amore, GRAZIE DI CUORE A DUE GRANDI I CUI NOMI RIMARRANNO IMPRESSI NELLA MEMORIA DEI PIU’!!!

  • Anonymous ha detto:

    Sono sconcertata e perplessa, ma e’possibile che nessuno abbia capito cosa dicono i due chef?? non e’la moneta che vogliono, ma solo un riconoscimento come inventori e autori di alcune ricette…certo, capisco che suscitano tante gelosie da parte di altri chef…ma che ci volete fare se loro sono i migliori??

  • Gourmet ha detto:

    Uh uh uh …che mi son persa!!!
    Anche io ho battuto le mani a Alajmo e mi son fatta grasse risate a sentir parlare Mr crucco e il siciliano di nero vestito!!
    Se noi si rifà le loro ricette dovrebbero esserne contenti!!Punto.
    che ci tocca sentire..ma tu guarda!!
    brava cenzi!!
    :-*

  • roman ha detto:

    avete ragione, ormai credo che non ci sia più niente da scoprire nella cucina. sono tedesco anch’io (niente di gran chef) ma sempre felice se mi copiano, perchè vuol dire che sono stato meglio (questa volta) che loro chi hanno copiato.

  • fiordizucca ha detto:

    beh mi sembra strano che questo signore non mi abbia chiamato per chiedermi i diritti d’autore sul nome! ahahahah

    diceva il grande troisi, le poesie sono di chi le recita, non di chi le scrive. io penso la stessa cosa delle ricette, che secondo me sono di chi le fa, non di chi se le inventa. che poi é tutto da dimostrare no? :) anche dalí diceva qualcosa di simile in merito. che non esiste un grande artista che non scopiazza.

    le nostre nonne allora chissá quanti diritti dovrebbero chiedere.

    baci :)

  • happycook ha detto:

    itadakimasu, la vedo in modo un poò diverso, mi è successo di parlare con illustri colleghi che a vedere che venivano copiati erano altrocheè contenti.

  • happycook ha detto:

    itadakimasu, la vedo in modo un poò diverso, mi è successo di parlare con illustri colleghi che a vedere che venivano copiati erano altrocheè contenti.

  • happycook ha detto:

    ci voleva un tedesco con tre stelle per dire affermare una simil stronzata. rispetto lo chef (grande chef) ma a piscire fuori dal vaso abbiamo visto ce vole n’attimo

  • Itadakimasu ha detto:

    Io sono favorevole con una cosa: quando uno chef ha un’idea che altri usano, è giusto che gli si riconosca qualcosa. Non credo che Alajmo sia stato contento di vedere cappucci di mare dappertutto.Il problema è come stabilire il valore di un’idea (probelma economico molto ampio da dopo Marx a oggi) e identificarla nel momento in cui ognuno la declina a suo modo, che è certo impossibile, e la soluzione proposta dai due è ridicola.Cosa c’entra la SIAE? Gli chef a fine serata vogliono compilare il borderaux? Ci manca che Mogol prenda soldi pure dalle cucine.Certo è che Beck e La Mantia non sono proprio i più adatti a perorare questa causa. Beck è bravissimo ma non ha mai inventato una mazza (semmai pesca dalla tradizione italiana) e l’altro cosa vuole registrare? Arancini e couscous? Li ha inventati lui? Credo che Adrià, anche se ormai non lo sopporto più, abbia avuto un’idea fulminante anche da questo punto di vista: tramite la sua organizzazione scolastica, ormai di proporzioni universitarie, prende soldi e le sue idee vengono riconosciute dagli attestati di frequenza appesi con orgoglio dai suoi alunni-adepti. Beck sarà pure crucco, ma le lamentele e il provincialismo italiano l’ha imparato bene, quasi quanto la cucina.

  • arma ha detto:

    Stradaccordo con la piccola cuoca sul copy. Direi che il buon Heinz ha perso il senso del ridicolo. I grandi danno IL NOME al piatto, poi diventa patrimonio dell’umanità. Se tutti fanno una cosa tua, come fai a non esserne contento?

  • Gloricetta ha detto:

    Ciao sono approdata casualmente su questo blog che trovo molto carino e interessante.

    In merito alla discussa diatriba del copyright sulle ricette, penso che certi chef hanno perso il senso delle proporzioni, delle porzioni e… delle pozioni.

    Chi si barrica dietro ricette segrete o non meglio identificati ingredienti X, non considera il fatto che l’alchimia della cucina, sviluppa risultati differenti in virtù di chi opera.

    Io che amo la cucina e cucinare, non solo passo le mie ricette, ma alle amiche più fedeli ho regalato una vera e propria raccolta di quelle più collaudate.
    Questo evita le frequenti spiegazioni telefoniche che intercorrevano tra me e loro.

  • il maiale ubriaco ha detto:

    Sono daccordo con Cenzina. Credo che la mia interpretazione sia stata interpretata male. Insomma, io credo che i diritti su un “piatto” siano da non prendere proprio in considerazione. Quanto alla assegnazione di un, chiamiamolo cosi’, certificato di provenienza a una ricetta credo sia un qualcosa di automaticamente riconosciuto, quindi senza necessita’ di una tale formalizzazione. Le grandi ricette, sono ben riconosciute e cosi’ i loro creatori, ma e’ giusto che sia cosi, ecco tutto. Insomma e’ bello ricordare il nome di chi per la prima volta invento’ la pizza margherita, di chi ha accostato il pomodoro alla pasta, tutte storie e racconti che entrano a far parte della nostra tradizione, piu’ che del nostro statuto sui diritti d’autore culinari. Poi ben vengano le interpretazioni e gli scopiazzamenti. Credo siamo tutti daccordo sul sostenere che sono quellia rendere una ricetta cosi “unica”.

  • Anonymous ha detto:

    Mi presento, mi chiamo Pietro e sono nuovo di questo forum; approposito della puntata di ieri sera mi permetto di ricordare che quasi tutti gli chef-à-penser “ri-visitano”, “re-interpretano”, mettevi voi il prefisso re- a quello che vi pare, ricette del territorio. Mi domando quindi come possono pretendere che qualcuno non possa farcire un fiore di zucca con un ripieno di formaggio morbido, erbette e alici senza ledere le loro maestà, mentre loro possono “re-inventare” un cacio e pepe di secolare tradizione e vantarsi della loro ultima creazione.
    Pi

  • Sigrid ha detto:

    Saranno giochi di potere ma qualcosina rivelano…
    Inanzitutto non vedo cosa beck abbia da temere di qualche cuochino di ultimo ordine il quale, per mancanza di ispirazione, non troverebbe a fare altro che contraffare vilemente i piatti della pergola (tanto in questo caso uno mica ci diventa famoso e poi è evidentissimo che uno non ci riuscirebbe alla perfezione).
    Per quanto riguarda genovese (o forse volevamo parlare di baldassare?) e qualunque altro giovane cuoco che abbia sufficientemente personnalità e technica per emergere, non credo proprio che abbia bisogno di scopiazzare il lavoro di beck. Proprio perché la propria inimitabile personnalità è parte di ciò che si mette in gioco quando si cucina. E semmai lo dovesse fare, il prestito, sarebbe credo sarebbe in nome del postmodernismo, della rivisitazione e del gioco dichiarato, per cui in tale caso non ci sarebbe che onore e ricinoscimento per lo stesso beck.
    Insomma, non vedo qual’è il problema, se non nella stessa isteria di un cuoco che (lasciamo perdere la mantia va…), con fortissimo accento tedesco, dichiara allegremente che di straninieri nella sua cucina non ci entrano e che ‘i miei piatti sono concepiti in italia e in italia devono rimanere’… (ah? e perché, beck dov’è stato concepito scusate??)

  • Anonymous ha detto:

    Be ..spesso sulle dop il discorso è differente proprio questo spesso le salvaguarda e le protegge ..
    sulle ricette è differente..è proprio la ripuroduzione e la diffusione che permette la diffusione del gusto ..siamo ormai in una situazione di globalizzazione anche culinaria proprio per gli interscambi e per le facilità di contatti e di interscambi …
    e c’è chi in questo ha gelosie e paure di essere surclassato o sorpassato.
    Vedi Beck è un grande con venti cuochi ed una strittura miliardaria alle spalle …
    ed ha paura che uno come Genovese antony (Il Pagliaccio ristorante)
    gli insidi la creatività….
    sono giochi di Potere..
    Tapas

  • Sigrid ha detto:

    Concordo pure con il parere di piccolacuoca (bello! brava!):-))
    Intanto sulla questione delle dop & co, alla fine mi chiedo se son davvero utile, e sopratutto dove andranna a finire (la furbizia umana essendo senza limiti). Del resto, se mi va bene che ci si metta un bollino sul parmigiano per proteggerlo da imitazioni malfatte (ma già qui sorgono dei dubbi perché in fondo perché una cosa fatta con latte di buffala e rispettando rigorosamente tutte le minime tappe della lavorazione della mozzarella di bufala, solo perché non si fa in campania ma diciamo a dallas, non sarebbe una mozzarella di bufala?).
    Del resto, per quanto riguarda il bollino sul piatto: notate che alla fine i piatti che hanno fatto scuola, tutti sanno di chi sono, anche senza bollino, e – stranamente – non sono i cuochi più copiati, ovvero quelli che hanno lasciato un’impronta vera, fatto scuola, che stanno a rivendicare bollini, siae e soldini…

  • Elisa ha detto:

    Ma se questi geni dell’arte culinaria non vogliono che le loro ricette vengano scopiazzate perche’ non si limitano ad essere vaghi su ingredienti e preparazione? Che poi e` la cosa che normalmente accade. Dobbiamo far arricchire ulteriormante la SIAE? Perche’ certo loro, con i diritti d’autore, rispetto alla SIAE ci guadagnano ben poco.

    Direi che questa e` un’altra grande genialiata tipo alcuni maestri di yoga in America che brevettano alcune asana come loro invenzione…qualcosa che esiste da millenni!

    Fortunatamente la battaglia contro i brevetti software e` stata vinta perche’ la conoscenza in genere va divulgata non solo quella culinaria…ma tanto l’Italia sta facendo di tutto per retrocedere culturalmente grazie a “sapete bene tutti chi”.

    P.S. Per radclanne: piatto autoctono in relazione alla creazione di un cuoco non mi sembra proprio il termine corretto indicando il luogo in cui, in questo caso, il piatto e` nato.
    Se proprio vogliono far propria una ricetta che ci mettessero il bollino blu sopra, lasciamo stare DOC e DOP, pls!!

  • Anonymous ha detto:

    Scusatemi se mi permetto
    sono nuovo sui blog ne ho appena aperto uno http://www.tapas.splinder.com
    Sono del settore e vi dico che la querelle è vecchia ed inizia dalla passatina di ceci di pierangelini…e riguarda il mondo dei professionisti , cioè di tutti quei “””grandi chef””” …
    I più che vanno nei ristoranti di tendenza (tre stelle stranieri,avanguardia Italiana)copiano le idee e
    le ricette e poi dicono di esser cose di loro inventiva …
    diciamo mancanza di rispetto verso chi studia .(Alajmo per esempio)
    e poi si permettono pure di criticare , come succede in Italia verso Andrià …
    io ci ho fatto lo stage ma non ho mai copiato le sue ricette
    invece alcuni che erano con me ( I senigagliesi) ci hanno copiato e tanto …. e ora sembrano grandi chef….
    Insomma manca l’onestà intellettuale ..e professionale
    Tapas

  • lapiccolacuoca ha detto:

    ho già scritto di questo e non voglio dire altro
    tra fumi delle padelle van un fumo le cervelle..
    lapiccolacuoca

  • il maiale ubriaco ha detto:

    Bhe’. credo sia necessario preservare il lavoro e lo sforzo di chi queste ricette le ha create. Insomma, non direi una formalizzazione eccessiva, con tanto di diritti d’autore ed un allargamento della ragnatela legislativa che gia’ ci attanaglia, ma un riconoscimento formale, una saggia attenzione al creatore di tali opere d’arte, perche’ in cucina e’ di questo che si parla. La soddisfazione insomma di dire “questo piatto l’ho creato io!” Una forma D.O.C, D.O.P, un piatto autoctono!?

  • Sigrid ha detto:

    Bah, non è che ‘guardo’ prta a porta (abbastanza irreguardabile, non si discute), ma al volo ho visto che c’erano dei cuochi allora mi sono incuriosita… :-))
    Cmq, il famoso fiore di beck, se è quello che ha cucinato in trasmissione (ma ormai il pc era spento) sarebbe un fior cotto non so come con purea di zucca, caviale e uova di quaglie. Geniale no? ;-DD

  • Anonymous ha detto:

    I famosi fiori di zucca di Beck? Quello che so è che sono ripieni di ricotta ed erbette (la ricetta è segreta). La particolarità è data dal fatto che lo chef ci ha messo dei mesi (così si dice) a trovare la giusta proporzione degli ingredienti e il metotodo giusto di cottura per evitare che il ripieno esca. Un genio!? Ai posteri (o alla SIAE) l’ardua sentenza.
    Ciao.
    Frank

  • Tulip ha detto:

    oh cavoletto!!! ma è prorpio un’assudità…..
    io allora?? non sono molto inventiva sulle ricette? non devo più cucinare?
    oppure basta cambiare un ingrediente o una dose e si esce dal copyright??
    mahhhhhhhhhhh………..

    ;)

  • Juliette Godart ha detto:

    assurdità tali non sono neanche da commentare (il rischio è che il dibattito prenda piede e arrivi a troppe orecchie e a troppe altre bocche fino ad essere preso in considerazione seriamente)
    anch’io sono per la divulgazione! e tu sei un’adorabile divulgatrice: ne ho le prove ;-)

    un bacio
    j

  • Anonymous ha detto:

    Come si fa a guardare porta a porta?
    salvo

  • Piperita ha detto:

    Agghiacciante! La voce mi era già giunta ma ero incredula…
    Mi trovi pienamente d’accordo con te!

    S

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