L’ultima volta che ho visto i krishna, loro giravano per le strade di ostenda, vestiti di arancio e suonando tamburini, io non avevo neanche dieci anni. Tutt’attorno galeggiava un’aura fatta di mistero, di emarginazione e d’incomprensione. Poi non gli ho visti più e me ne sono un po’ scordata. Finché un giorno qualcuno mi disse che i krishna sono ancora tra noi, e che da quelli del ghetto si può pure mangiare …Mangiare? Mavva??
E così, varcata la soglia del centro Govinda (e lo choc della statua del maestro Bhaktivedanta Swami Prabhupada grandeur nature) ci siamo fatti il menu del giorno. Krishna avrebbe detto di portargli in offerta un foglio, un fiore e un frutto. Applicando queste parole in cucina si arriva a una gastronomia lacto-vegetariana di ispirazione vedica e indiana. E devo dire che ho assaggiato un fagottino di patate molto buono così come un budino alla carruba (mai cucinato in vita mia!) dal sapore davvero interessante. Il tutto fatto a base di verdure coltivate in proprio a Mazzano Romano, pane fatto in casa in bonus. E seguito un tè alle spezie (tipo masala) e una piccola conversazione con Ragubir, uno degli abitanto dell’ashram romano (non che fosse obligatori, ce la siamo cercata :-)) Comunque sia, questa filosofia tutta loro, fatta di purificazione, di meditazione, di energia vitale e di una morale basata sul fatto che tutto ciò che fai ritornerà a te (sembra spicciolo ma forse andrebbe tenuta presente anche senza vestirsi d’arancio) non mi è affatto dispiaciuta. E quindi: spizzicamenti per il corpo e l’anima e, sul sito dell’associazione, una bella selezione di ricette vegetariane
Govinda, Associazione ritorno a Krishna, via Santa Maria del Pianto 15/17, 00186 Roma
Adrenalina:
mi dispiace ma anche se l’acquisto dell’apposito stampo è cosa prevista (prima dovrei trovarlo però), le madeleines non le ho mai fatte. Però ne avrei una ricetta, quella di Wittamer (gloriosa pasticceria bruxellese :-), mai provata anche se di lui mi fido ciecamente …
zucchero 100g
uova 2
latte 25g
farina 125g
lievito per dolci 4g
burro fuso 65g
la buccia grattugiata di mezzo limone
Mescolare tutti gli ingredient e aggiungere per ultimo il burro. Lasciar riposare l’impast per un’ora. Versare l’impasto negli stampini e cuocere al forno a 160°-170°C per 15-20 minuti.
Se ci provi fammi sapere!!
Lucia:
Così ora so che sei di Bologna! (me lo stavo chiedendo per via del raduno romano.. ;-) Devo dire che il pasto da Govinda non mi è parso affatto triste… :-)))
Adele:
ma questo blog non è una extension di me stesso.. favevi prima a trovarmi sul cell ;-))
Ciao Sigrid,
qui a Bologna questi ristoranti languono…il centro natura dove vado a fare yoga ha un ristorantino vegetariano/vegano…c’ho mangiato un paio di volte e non capisco perchè l’essere vegetariano implichi essere tristi…una polenta ai funghi non ha mai fatto male a nessuno anzi…perchè me la devi fare con un sugo di pomodoro triste e supe speziatissimo da bruciore di stomaco?bho vabbè sarò incappata male io…besos
Ciao cavoletta prima di tutto complimenti per il blog. secondo volevo chiedere a te mia guru della cucina la ricetta delle madeleine. Ne sto provando varie ma il risultato non è mai quello sperato. Non riesco mai ad ottenere il sapore che mi riporta all’infanzia. Ricette sbagliate o eccessiva aspettativa dettata dal ricordo? Grazie in anticipo
sigriddddddddddd!!!
sono casa, chiamamiiii……..
Ecco, proprio il ristorantino e la filosofia di vita che mi serviva! Andrò, ottima descrizione!
Baci
Monica
il monso? il mondo, è ovvio. scusate, l’ora non è propizia.
d’accordo sulla morale. il monso ti restituisce esattamente quello che ci metti.
ad maiora