Sforno – raduno in tre atti e altrettante pizze

Preludio.
Stavolta il posticcino l’abbiamo scelto per bene. La pizza di sforno è spettacolare, almeno quanto questo baratolazzo di lievito madre vecchio 200 anni che viene amorosamente custodito accanto al forno… Impasto a lievitazione mista, riposo di 24 o 30 ore e un pizzaiolo felice di parlarvi delle sue farine, di farvi vedere i pannetti che lievitano. Di tutto ciò non poteva, ovvio, che nascere una gran bella pizza. Da far perdonare la posizione non proprio centrale del luogo (vi risparmio il capitolo come cavoletto che è riuscito a perdersi, in motorino e all’una di note, fra prenestina, casilina e quant’altro che faccia rima)

Atto I. In cui si consumava l’antipasto san lorenzo.
Che fossimo noi foodblogger goliardici dentro? Fatto sta che, appena preso possesso dei luoghi e stappata una mega boccia di birra artigianale del sud tirol, abbiamo improvvista un picnic, con tanto di sottoli che giravano di mano in mano e il favoloso pane a lievito naturale di mara, affettato generosamente sulla tovaglia. Manco fosse pasquetta. Comunque, assaggio interessante: sono piaciuti i peperoni ripieni, le volvarielle, la bruschetta taggiasca e il paté di tonno e acciuga. Un pochino tanto salati invece le sardine al verde e le olive ripiene.

Atto II. Della perfezione della pizza. Allegro etilico.
A questo punto però, la povera mente della vostra cronista, data l’ora tardiva, la conversazione e l’assorbimento notevole di liquidi alcolizzati, si è un pochino distratta… Fra foccacce, pizza fritta (mozzarella e ventricina, davvero buonissima) e assaggi di pizze (margherita, acciughe pomodoro e olive, patate pancetta e scamorza, l’ultima, ormai del tutto strarimpinziti, non me la ricordo ma sembrava interessante…), dappertutto bei equilibri, impasto fragrante, ben lievitato, sapori sinceri dei condimenti. A dire il vero non sarei capace di individuare ciò che di più mi è piaciuto, semplicemente direi tutto :-))

Atto III. Esterno notte.
Come le cene fra perone normali, anche quelle fra foodblogger finiscono su un marciapiede buio, in chiacchere spensierate su scarpe e sigari, rete e sallotti di bellezza… Con in più la felicità di aver scoperto volti e voci ignoti ma già familiari, e la promessa di ritrovarsi, presto.
Sipario.

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