Vi riporto la ricetta dal bellissimo libro La cuoca di Buenaventura Durruti (la cucina spagnola ai tempi della guerra civile. Ricette e ricordi), scoperto in questi giorni (nella libreria di Mara!), un libro davvero bello e utile (e senza foto).
Lavate a lungo in acqua corrente un polpo di circa un paio di chili, eliminate occhi, becco e vescichetta. Battetelo poi con un mazzuolo di legno per ramolirne le fibre. A casa mia la domestica lo andava a battere, per devozione, sui gradini di marmo della chiesa, per dodici volte (sic). Tagliatelo a pezzi regolari e tuffatelo in una pentola d’acqua vollente per almeno tre volte, cambiando ogni volta l’acqua. Poi, sempre in acqua bollente, cuocetelo con una cipolla intera teccata con tre o quattro chiodi di garofano e una foglia di alloro per non meno di due ore. Fuori dal fuoco tagliatelo, usando delle forbici, a pezzettini dopo averlo sgocciolato. A casa mia si usava un asse di legno, lo si sistemava sull’asse e lo si condiva con sale grosso, peperoncino dolce,un abbondante bicchiere di olio di prima qualità e due spicchi d’aglio schiacciati. In Galizia lo si mangia bagnandolo con il vino rosso, il ribeiro, noi prendemmo della birra.
La cuoca di Buenaventura Durruti, prefazione di Luigi Veronelli, DeriveApprodi, € 16
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