Indovinello: Che cos’è questo?


Sono proprio curiosa di vedere se qualcuno mi potrà dire cos’è e a cosa serve questa cosa qui… Un indizio? Naaa, vi dico solo che fra un po’ seguirà una ricetta, ovviamente, che contempla l’uso dell’affare che vedete nella foto… Quindi? Che sarà mai quest’ogetto? Sono tutta orecchie!!

60 Commenti

  • Anonymous ha detto:

    assomiglia allo stampo per marcare il pane azimo(pane ebraico non lievitato) durante pessah …la pasqua ebraica.

  • danielad ha detto:

    Svadjebnj karavaj
    (pane per matrimonio)

    4 kg farina 00
    2 bicchieri latte
    100 g lievito
    6 uova
    1 bicchiere olio vegetale
    60 g zucchero
    1 cucchiaino sale

    Sciogliere il lievito nel latte tiepido con lo zucchero e alcuni cucchiai di farina fino a formare una crema densa (densità dello yogurt greco).
    Spolverare di farina, coprire con un canovaccio per 4-5 ore o anche più.
    Aggiungere questo lievito alla restante farina, unire il sale e le uova una alla volta e impastare fino a che l’impasto non inizia a staccarsi dalle mani e dal contenitore.
    Aggiungere l’olio e rimettere a lievitare per 2 ore.
    Impastare di nuovo poi far lievitare per altre 2 ore.
    Formare i pani a forma di treccia, mettere in luogo tiepido per far gonfiare di nuovo.
    Lucidare con albume montato.
    Mettere in forno caldo per 1 ora.
    Se si formano delle screpolature lucidare nuovamente con gli albumi.

    Questo pane viene presentato agli sposi con sopra un contenitore di sale.

  • danielad ha detto:

    Cenzi, qui trovi la ricetta ch e Chantefable ha fatto tradurre dalla cognata russa pe r te:

    http://www.gamberorosso.it/cgi-bin/ib3/ikonboard.cgi?s=c5efdd15f6ed094d347b66e14c9a09c3;act=ST;f=5;t=62038;st=0;r=1;&#entry532485

  • tommaso ha detto:

    ELEONORA: grazie! rileggendo lo stampo mi sono accorto che avevo trascritto… beh, lasciamoperdere!
    e grazie anche a ORIZZONTIDELGUSTO! la precisazione circa gli stampi diversi è stata molto interessante, e pure la funzione di diversificazione del pane (come dappertutto, una volta… il forno non lo si aveva a casa)..
    quanto alla trascrizione in greco, è stata, finalmente, RI-illuminante (dopo pimms)! GRAZIE!!!
    CENZINA: e allora, cosa dicevi sul “c’è stato di peggio?????”

  • Morgan ha detto:

    speravo in una bontà di cioccolata, invece roba per ostie, mamma mia…

    Morgan

  • flavio milton ha detto:

    Molti anni fa, passando per la Plaka (un quartiere di Athene sotto il Partenone) ne ho acquistati una bella serie ad un prezzo irrisorio, in un negozio specializzato in cose ecclesiastiche. Si usano ancora per marcare i pani che si preparavano in casa, (poi passava il fornaio a raccoglierli per cuocerli) non necessariamente e solo per uso religioso. Ogni famiglia ne aveva uno in modo che dopo la cottura, ognuno poteva riconoscere il suo pane. A noi pare una memoria antica nel tempo, ma in Grecia la quotidianita’ e’ intrisa di religione, sono molti gli ortodossi praticanti. Comunque in un negozio di articoli religiosi, ovviamente, gli stampi hanno scritte religiose.

  • orizzontidelgusto ha detto:

    I pani ecclesisitici (ΑΡΤΟΣ) sono di due tipi: la PROSFORA e la PANICHIDA ed hanno un ruolo importantissimo nella religione cristiana ortodossa. Vengono offerti dai fedeli alla chiesa per onorare un santo o la memoria di un parente. Questo tipo di pane viene preparato con una cura, un’attenzione ed un rispetto particolari. Vengono utilizzati i migliori ingredienti e tutta la preparazione è dominata da una meticolosissima pulizia.
    I PROSFORA vengono utilizzati dal prete durante l’eucarestia e vengono preparati con l’utilizzo di soli tre ingredienti: farina, sale e acqua, lievito madre. Due elementi caratterizzano questo tipo di pane. Il primo è il timbro che si pone al centro, con uno dei simboli più importanti della fede ortodossa «ΙΣ ΧΡ ΝΙ ΚΑ», che significa «Ο Ιησούς Χριστός Νικά», cioè “Gesù Cristo Vince”.
    Il secondo è che la superficie di questo pane deve essere morbida e lucida.
    Le PANICHIDES sono dei veri e propri oggetti d’arte, che meritano un’analisi molto approfondita, che un semplice commento non può esaurire.
    Nel 1997, quando a Solonicco è stato conferito il titolo di capitale europea della cultura per quell’anno, per la prima volta oggetti di vari monasteri del Monte Athos furono raccolti ed esposti in una mostra. Tra questi c’era una collezione di timbri per il pane di legno, terracotta ed ottone, di una bellezza e di una simbologia unica!

  • Anonymous ha detto:

    stampo per corzetti (tipo di pasta fresca ligure)! Lo so perchè ne possiedo uno…

  • Roberto ha detto:

    Potrebbe essere qualcosa per un dolce “religioso”: un pane tipo ostia. Se non erro si legge NIKA,e poi IS che potrebbe essere Gesù… ma non so.. i raggi ci sono… Mah! :)

  • mamina ha detto:

    Lontano fa, dovrebbe essere un stampo per il burro.

  • Dario ha detto:

    un saluto a tutti, è la prima volta che scrivo ma seguo il blog da molto tempo ormai e per questo voglio fare i complimenti a Cenzina!!!

    Per quanto riguarda “l’indovinello” è uno stampo per ostia, io c’è l’ho uguale visto che mio padre me l’ha portato dalla sua vacanza in Grecia. Questo stampo è usato appunto per decorare le ostie usate dal parroco durante la cerimonia.

  • Eleonora ha detto:

    Non sapevo cosa fosse la prosfora né avrei mai indovinato guardando la foto…però il greco me lo ricordo bene tommaso ed effettivamente la ∑ sta per una S mentre il X, chi, sta per la C. Quindi guardando lo stampo di Sigrid, I∑ X∑ sta per Jesus Christus mentre NIKA è l’aggettivo “vincitore”. buon we a tutti! (sperando che da voi faccia meno caldo che in Belgio)

  • tommaso ha detto:

    ahò, qua pare che stiamo ad un thè pomeridiano chez cenzina… lei deve uscire a fare le spese… e noi si rimane per cena… ;-)
    elisa: viva le ferie!!! spero che la deliberazione sia stata…. generosa e magnanima… che deliberarle ahora…. cavolo.. io avrei problemi di prenotazione!!!
    Scientifico??? hihihi… rido rido perchè feci il classico e ilsecondo giorno di scuola, ci si presenta la prof di mate, dicendo: “Se voi credete di essere venuti al classico per non fare matematica, vi sbagliate di grosso”… spiegò poi che lei aveva sempre insegnato allo scientifico ed era venuta… al classico con una missione… beh… l’abbiamo avuta tutti e 5 gli anni!!!
    che mate è piena di greco… quindi, me lo ricordo! ;-) mais… mi chiedevo perchè mai lo stampo di sigrid riportasse “Σ” (sigma maiuscola) in luogo di…. boh… dovrebbe stare per Cristo (quindi C in alfabeto romano… ma in greco??? K?? ed allora perchè sigma) arriboh….

    viruta: io pacifico fino ad un certo punto… ma pizze a due mani… devo dire che le riservo solo alle zanzare!!!
    sugli stampi dichiaro forfait… anche se dal motivo floreale chi ne sa… qualcosa può trarre sicuro…

  • viruta ha detto:

    anche io sono una pacifica!
    comunque i dischi sono alquanto piccoli (da 10 a 12 cm, sono andata a misurare!)e quindi la polenta sarebbe monoporzione. io credo che siano davvero semplici stampi per biscotti. mi piacerebbe però sapere tipici di quale epoca e di quale posto.
    … a parte che ne ho anche altri due, sempre di legno, ma che sono sicuramente (?) per la stampa delle stoffe …

  • Elisa ha detto:

    Sigrid…niente saccio…era solo un’intuizione :)
    Cmq, Sigrid, finalmente hanno deliberato per le ferie…era ora :)

    Tommaso, ho fatto lo scientifico, quindi niente greco, ma la sigma esiste anche in matematica e dovrebbe essere una S, no?

    Peccato non riesca a vedere la foto di viruta :(

  • tommaso ha detto:

    viruta… anch’io sono unità d’italia… anzi meglio… unità pure italia germania!!!
    Bella queste delle pizze matrimoniali… ;-)) io spero di non arrivare mai a meritarmele, così potenti… ;-)))
    quando ai tuoi dischi… la forma mi richiama semplicemente i teglieri per servire la polenta in tavola… ma non ne ho mai visti con bei disegni floreali….

  • fabio ha detto:

    disco in legno per i corsetti tipica specialità ligure ,pasta fresca?

  • viruta ha detto:

    tommaso, io sono abbastanza …”unità d’italia” e le pizze le avevo intese bene…
    e le avevo intese non durante la cerimonia ma nel corso poi degli anni…
    pensa, le ho da parecchio appese sul camino, ma non avevo mai pensato ad un diverso… uso decorativo!

  • tommaso ha detto:

    viruta, scusa, ma le pizze al matrimonio chi le dovrebbe prendere??? sono del nooord, ma per “pizze” intendevo ceffoni…..
    ora mi fai venire in mente i balli tipici tirolesi dove si prendono, a ritmo ed in cerchio, a calci in …. (forse anche i bavaresi ballano qualcosa di simile…)
    al solo pensiero, mi sbellico dalle risate….

  • viruta ha detto:

    incrociando matrimonio e pizze…
    potrebbe essere un’idea!

  • tommaso ha detto:

    UAO!!!… Elisa!! un matrimonio… ma con gli stampi di viruta o con quello di sigrid???

    hihihi… io pensando ad un matrimonio balcanico… penso sempre a diego abatantuono in mediterraneo… all’istante in cui il bicchiere cade per terra… non si rompe… suspense… e lui lo pesta di forza con il tacco (sì sì proprio mediterraneo, avanti al grasso grosso matrimonio greco… avanti al matrimonio.. di emir kustorica!!!)
    ma ora la curiosità…. vabbè va, se si tratta di gatti.. meglio andare a cuccia (sui tetti) che finire killed! ;-)

  • tommaso ha detto:

    impugnati uno in una mano, uno in un’altra… possono servire a dare delle pizze…. indimentimenticabili!!!

    GRANDE PIMMS!!!! un giorno svelerai ai comuni mortali la tua arte di ricerca…
    io “ΙΣ” l’avevo trovato in calce ad un’icona… (google immagini) ma era tutto in greco moderno….
    comunque (ebbene sì, sono un capricorno..)
    la Σ in greco sta per la C latina??? boh…

  • Sigrid ha detto:

    Elisa! ziiiitttttttaaaaah! A cuccia!! :-))))

  • Elisa ha detto:

    Uhm…chissa’ se c’e` di mezzo un matrimonio… :)

  • Sigrid ha detto:

    arrivato!
    Potremmo lanciare un secondo indovinello: chissà a cosa di preciso servono questi stampi di viruta??
    (a me ricordano un po’ i disegni del ferro che uso per fare le ferratelle…)

    la foto di viruta

  • viruta ha detto:

    cenzi, ti ho spedito…

  • viruta ha detto:

    naturalmente la macchina fotografica è morta…
    …l’ho messa in carica…
    appena risorge, provvedo!
    viruta

  • Sigrid ha detto:

    ps: viruta: siiiii, facceli vede’ :-))) (cmq, per quelli da prosfora credo che i disegni variano, anche se appunto una qualche scritta dovrebbe rimanere)
    sere: grazie per la spiega, di questi non avevo proprio mai sentito!!
    polly: idem… ma quanti piatti regionali in italia, ao! ;-)

  • Sigrid ha detto:

    pimms: Grazie per la traduzione !!
    Carola: infatti il tuo senso per la deduzione è stato notevole ;-)
    Purtroppo… questo sigillo non l’ho acquistato io, me l’hanno mandato (e il perché di quello, ve lo spiego tra un po’ :-)))

  • viruta ha detto:

    io ho degli stampi simili in legno più piccoli però (12/15 cm) che ho comprato in un mercatino dell’antiquariato. sono antichi (non so quanto)e mi avevano detto essere stampi per biscotti. il decoro è geometrico ma direi abbastanza profano.
    …io li ho appesi sul camino!!!
    se sarò capace ti manderò una foto.
    baci
    viruta

  • pimms ha detto:

    comunque no, i brigidini sono più cialde che ferratelle!

  • Carola ha detto:

    Cara Cenzina, io non ho usato internet, solo l’intuito e l’osservazione…
    A questo punto però oltre alla oramai attesissima ricetta devi anche svelarci dove l’hai scovato questo stampo.
    Sono curiosa come una scimmia tibetana.

    Ciao e grazie degli input culturali

    Carola

  • Juliette Godart ha detto:

    evviva pimms

  • pimms ha detto:

    ho la risposta…
    The center of the seal, in both the Greek and Slav traditions, reads IC-XC NIKA, which means “Jesus Christ Conquers /The Victor.”
    evviva google.

  • tommaso ha detto:

    errata corrige (ma perchè scrivo sempre di getto???)
    “che NON è un’ostia l’avevo capito pur’io….”

  • sere ha detto:

    non so come siano le ferratelle… cmq i brigidini hanno la consisenza croccante e sono molto sottili… riporto la loro storia che ho trovato on line…

    Questo piccolo dolce croccante, questo “trastullo speciale”, come l’ebbe a definire l’autore Artusi nel suo celebre volume “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” (1891), dalla forma, dal colore e dal gusto estremamente tipici ed originali, è davvero l’elemento che contraddistingue Lamporecchio. E’ un’emblema insomma, tanto che, se si sente parlare di Lamporecchio, subito immediatamente, si pensa a quei particolari dolci: piccole e fragranti cialde dorate fatte essenzialmente di uova, zucchero, anice e farina “quanto basta” (per usare la terminologia tanto cara ai libri di ricette). Sul loro nome “brigidini”, sono state fatte varie ipotesi, ma sembra, in maniera abbastanza fondata, che esso derivi dalle “brigidine”, ossia dalle monache di un convento locale, devote di Santa Brigida, grande Santa svedese del XIV secolo, instancabile viaggiatrice, religiosissima pellegrina che venne diverse volte anche in Toscana.Queste monache, tradizionalmente preposte alla preparazione delle ostie per le Comunioni; inventarono verso la metà del XVI secolo la ricetta di questi dolci che, non a caso, avevano la forma delle ostie e che venivano fatte schiacciando la pasta fra apposite lastre di ferro arroventate, di forma circolare. Il successo di questi dolci di origine monastica fu ben presto davvero grande. Piacquero molto e si diffusero un pò in tutta l’area pistoiese, trovando però in Lamporecchio il loro luogo d’elezione: “tutti i brigidini son di Lamporecchio”, sentenzia appunto, un pò perentorio, un vecchio proverbio toscano. E come dargli torto? Quando tutto era più semplice, meno complicato ed elaborato, meno artificiale ed artificioso, i brigidini erano i dolci poveri, i “chicchi” umili ma “di sostanza” che andavano a deliziare, insieme ai torroni, alle collane di nocciole, ai croccanti, agli ancor più mitici, leggendari “mangiaebevi”, tutte le fiere, le sagre paesane e le feste patronali.Venivano trasportati nei caratteristici corbelli che in un primo momento erano di vimini, ricoperti al loro interno di carta cerata; poi i corbelli divennero zinco, per permettere di mantenere i brigidini croccanti e profumati per un buon periodo di tempo.

  • tommaso ha detto:

    scusa scusa, mi riferivo a tutti i tentativi dalla tua pubblicazione…. a quando avevo letto io… (13.52??)
    che è un ostia l’avevo capito pur’io… (e come fasceva ad avere mari e mmonti come quelli nello stampo??? l’ostia mica è alta centimetri….

    quanto al legno… non era per essere pedante, ma solo perchè io ho avuto una brutta esperienza con un tagliere di legno che per tagliare caldo è meglio non usare perchè conferisce… strano sapore…
    ma se lo stampo… è doc…. non mi preoccupo affatto!!! ;-))

  • Polly ha detto:

    I corzetti sono una pasta fresca tipica della riviera ligure di levante. Sono piccoli dischi di pasta decorati con un apposito stampino in legno composto da due parti, una liscia e una decorata.
    L’impasto è fatto con farina, uova e olio evo. Una volta cotti si condiscono con sugo di carne, pesto o burro fuso con pinoli e maggiorana.

  • Sigrid ha detto:

    be non è un’ostia, è proprio un pane, alto! e non lo sooooo che legno èèèèè!!! :-))

  • tommaso ha detto:

    beh… alla faccia!!!!
    un’ostia da 20 centimetri… forse se la magna er papa… o i vecovi ar concilio… cheddici?

    ma che legno èèèèèèè? (sì sì, ora faccio le domande come i bimbi piccoli, che tanto dove l’hai trovato non ce lo dici certo prima della ricettina!) ;-))

  • Sigrid ha detto:

    hihhi, brava tulip!

    Tommaso: questo sigillo in realtà non è grandissimo, farà un 20cm di diametro, poi è in legno, non in reftrattario (infatti non va al forno, serve solamente a imprimere il disegno sul pane)
    In rete comunque si trovano davvero un sacco di informazioni sulla prosfora, esistono siti interi dedicati a ricette, collezioni di stampi ecc

    Per quanto riguarda il testo, non saprei, ma una che conosce il greco moderno può anche darsi che capiti da queste parti (orrizzontiiii, dove seiiii?? ;-))

  • Tulip ha detto:

    ehehehe …
    io mi diverto a scovare notizie su internet…..
    basta darmi pochi spunti…
    e cerco come un piccolo cane segugio…. eheheh
    :)))

    ma è molto più curioso quello che ci racconterai tu..di come sei arrivata ad avere..e quindi cucinare questo pane!!

    ciao!

  • Sigrid ha detto:

    hihi, me lo spiegate pure, al volo, come si fanno i corzetti???

    ma i brigidini sarebbero un po’ come le ferratelle?? o c’entra niente?

  • tommaso ha detto:

    ciao! tulip ha detto prosfora…

    per scoprire cos’era ho messo in google…
    e… mamma mia che ignoranza!!!

    però però… devo dire che stavo per dire… uno stampo per cuocere una simil piadina o pane azzimo… perchè pare grande come un piatto…
    il colore richiama il cotto, il refrattario….
    ma sul significato iconografico… boh… io ho dubbi… ma dove l’hai trovato, cenzina??!!!
    ΙΣ XE NI KA… mi ci hai fatto arrovellare… nike vittoria… nika… ma chi sa il greco moderno…???
    bella l’idea dell’indovinello… se organizzi una caccia al tesoro… vengo a piedi! ;-))

  • Sigrid ha detto:

    Ecco!! Carola aveva intuito molto molto bene e Tulip ci ha azzeccatto in pieno… Si tratta di uno stampo per prosfora (ma come hai fattu Tulip??!)

    La prosfora per l’appunto funge da ostia (Jul!)) ma è pane vero e proprio, usato nella liturgia ortodossa (poi fatto a pezzetti e distribuito ai fedeli)
    Vi confesserò che pure io ho scoperto l’esistenza di tutto ciò molto di recente, mentre le ragioni per le quali mi ritrovo con uno stampo da prosfora (e sopratutto, cosa ci farò)… ve le spiegherò al prossimo episodo.. :-))

  • Polly ha detto:

    E’ già stato detto, ma anche secondo me è lo stampo per i Corzetti!

  • Tulip ha detto:

    ho trovato!!

    è lo stampo per fare la prosfora!!!!

    vero?

    ;)

  • sere ha detto:

    i brigidini sono una sorta di biscotti tipici del paese di Lamporecchio (Toscana) fatti con un impasto a base di uovo…e profumati (molto!)all’anice… si possono fare sono con l’ultilizzo di una particolare pressa e per questo li si trova in occasione di fiere, nelle quali irrorano l’aria di un inconfondibile e dolce profumo!

  • Anonymous ha detto:

    ah dimenticavo: andrea da milano!

  • Anonymous ha detto:

    secondo me è uno stampo per pasta fresca…tipo quello dei corzetti (spero si scriva così)liguri! ciao

  • Carola ha detto:

    Non mi pare di leggere – anche se al contrario – frasi legate a Cristo, nè simboli del Cristianesimo, a parte la croce… se si tratta di una cosa legata al Cristianesimo forse è di tradizione ortodossa, come del resto rivelano le lettere che sono in alfabeto greco.

    Uno stampo per una pasta il cui scopo e significato è legato a tradizioni orientali-ortodosse?

  • Anonymous ha detto:

    mmmh. uno stampino per fare la pasta…quei dischetti di pasta ligure?
    che viene schiacciata tra uno stampino con disegno, e un altro piatto, sotto.

    Claudia

  • Sigrid ha detto:

    euhm, no, no e no, anche se juliette rimane… vicino allo spirito della cosa…
    ma cosa sono i brigidini???

  • Juliette Godart ha detto:

    Ostie da comunione eucaristica, intendo.

  • sere ha detto:

    stampo per brigidini fatti in casa?

  • Anonymous ha detto:

    ostie? allora…cialde..waffels…ferratelle?

  • Sigrid ha detto:

    juliette ci è andata vicino, in un certo senso…. :-))

  • Juliette Godart ha detto:

    uno stampo per ostie?

  • sere ha detto:

    …uno stampo per burro o per decorare biscotti?

  • Anonymous ha detto:

    uno stampo per burro?

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