Chissà perché il pallino del buon cibo è una costante nei gialli? Non solo Simenon, Vasquez Montalban o Camilleri… perfino Qiu Xiaolong, autore di gialli cinesi, ama infarcire i suoi racconti di stuzzicanti profumini di cibo. Ma, altro che quiche e arancini, qui, a costellare il libro, profumi e sapori sono cinesi.
Quando il rosso è nero (Marsilio editore) però non è solo un giallo con note gourmet, è soprattutto un libro capace di iniziare a contrasti e contraddizioni della società cinese, quasi che l’intrigo fosse solo pretesto per spiegare a noi, lontani anni luce e immersi nei nostri cliché cinesi un po’ riduttivi (lampioni, tè nero e col mao?), cos’è la Cina oggi. Un paese alle prese con se stessa, perennemente in tensione, fra rosso e quel capitalismo nero a lungo diabolizzato, poli contradittori che però in fondo non sono altro che due facce complementari della stessa medaglia, proprio come yin e yang. Tutto ciò su sfondo di una Shanghai dal doppio viso pure lei, seducente sopratutto nella sua veste vecchia, quando è tutta shikumen e vicoli degradati che profumano di anguilla di risaia fritta e di bignè di cipolla verde, spacciate su un angoletto di strada, o quando l’autore vi porta dentro quelle vecchie trattorie dove i buongustai frugali si ritrovano di mattina per mangiare gli spaghetti in brodo con fettine di maiale… Il tutto inframmezzato da quei proverbi cinesi che in qualche modo riescono a essere infinitamente più fulminanti e ricchi dei nostri ( perché nasca il fiore bisogna aver interrato il seme… merita mezza giornata di meditazione) e versi poetici insieme suggestivi e lievi, deliziosi anch’essi.
Davvero un libro interessante per le sue multiple facette, gastronomiche, culturali, politiche e poetiche. Da infilare di corsa nel cesto delle letture estive.
Se poi dopo questo viaggio immaginario in Cina siete bramosi di una risonanza in immagine ma anche in ricette, fate come me e riscoprite il bellissimo I sapori della Cina, di Ken Hom (con un po’ di fortuna si trova ancora su qualche bancarella), per ritrovare appunto le foccacine ripiene di zuppa, gli spaghetti, le cucine communi e la campagna dello Yunnan, che vengono tutti evocati nel giallo di Xiaolong.
Quando il rosso è nero, Qiu Xiaolong, marsilio editore, 285 p., 16 euro
Interessante recensione! Io amo molto le letture di autori giallisti con il pallino della cucina.L’abbimamento giallo/gourmet, trovo sia molto intrigante …se in più si tratta di cucina cinese non troppo scontata, ancora meglio. Glò