Il mondo sarà pure un paese ma le distanze rimangono ben reali. Così capita di fare 1500 km per incontrare poi in una città straniera una persona con la quale parli tutti i giorni, o quasi, senza averla mai incontrata dal vivo. Così è successo con la Piperita-con-la-maiuscola, e non sono sicura di potervi spiegare cos’è, due matte di cucina in giro per un posto come Parigi. Siamo riuscite a concentrare, in qualcosa come 9 (stancanti) ore, una collazione ebraica al marais, una minuziosissima esplorazione dell’impero Tang Frères (missà che questi forniscono cibo asiatico a qualcosa come tutta l’europa, quindi vari supermercati giganti, Tang gourmet e perfino qualcosa che assomiglia a un fastfood, in chiave asiatica però), passando per delle assurde pasticcerie cinesi, fornitissimi fruttivendoli esotici, negozi di tè e di ciotolame vario.
Meritatissima pausa pranzo in un posto che subito ci ha attirato per via della sua aria di grezza tratoriazza vietnamita, specializzata (anzi fa solo quelle) nella mega ciotole di brodo con spaghetti di riso, fettine di manzo e delle polpette di cui tutt’ora ignoriamo finanché la costituzione (e forse è meglio così). Sul lato, soia fresca, basilico thai, foglioline non identificate e cipolle da buttare a piacere nella zuppa, così come questi bignè fritti, da annegare a pezzetti nel brodetto, prima di ripescarli con i bastoncini. Buonissimi… En passant, abbiamo anche assicurato il divertimento di due signore africane, visto che molto scimmiescamente ci siamo messe a spezzettare il basilico quando l’abbiamo visto fare a loro…
Per finire, un giro da Ladurée, Fauchon (dove ci siamo offerte una merendina semplice quanto griffata), poi infine ho trascinato la povera Pip’ verso Aoki per acquisiti vari e un incontro lampo col diavoletto del cavoletto (Olive), molto contento pure lui di incontrare qualcuno che fosse carico di cose da mangiare …
ciao sigrid !
ma sulla tua guida di parigi non vedo questa “trattoriazza” vietnamita, mi puoi fornire l’indirizzo ?
Merci!
mmmm, the vietnamese pho looks great! I haven’t had the yau char kuay (fried doughnut) with noodles before though. We normally have it with congee.
Sigrid, che fine hanno fatto gli altri tuoi post? La torta e il formaggio-cacchina intendo :)
O sono io ad essere rinco?
Ciao!
stancanti???
Io ero STREMATA!!!
Ma Aoki ne valeva la pena! Quell’eclair allo yuzu era spettacolare!!!
W il piccolo Olive!
Caro Cavoletto,
come fai a sbafare allegramente così tanto e ad avere una silhouette perfetta?
Ho visto qualche tua foto e sei esile come un passerotto ma mangi per 100 passerotti…
A me basta guardarlo il cibo, sul tuo sito, che prendo peso….
Barbara
Grazie mr lung!!!! (almeno così so pure cosa ho mangiato!! ;-) In realtà, i bignè li abbiamo chiesti perché tutti proprio tutti li avevano davanti insieme alla ciotolazza di brodo e il piattino di soia (si, lo so, siamo proprio delle scimmie :-), però davvero, ricordava un po’ il miso giapponese con la tempure dentro, non era affatto male (vabbe dici che non si fa quindi??)
Sul contenuto della ciotola vietnamita : il piatto si chiama un “Phò” (pronunziare “FEU” in francese). È un brodo di manzo con “star” anice, le polpette sono costituite di manzo (e nervi per la consistenza). Le foglie che si può buttare nella zuppa sono generalmente basilico thai, foglie di limone e ngo gai -non mi chiedere il nome in italiano !-.
Ma ho anche una domanda : perché avevi ordinato o bignè fritti ? Al solito, non la gente li mangia solo alla prima colazione o con la zuppa di riso… Era buono così ? Forse proverò la prossima volta !
che splendore! e che invidia mi fai, mi manca un sacco Parigi! Peró ti prego, basta scrivere colazione con DUE elle..
LA PROSSIMA VOLTA CHE VAI IN GIRO PER L’EUROPA VENGO CON TE
(AVRAI PUR BISOGNO DI UN PORTA BORSE)
ROBERTO