Il est arrivé, le beaujolais..

L’aspettavo e infatti, puntuale come una dichiarazione di reddito, è arrivato, il beaujolais nouveau. Stavolta però niente striscioni rosso e bianco lungo i bistrot, niente grida di gioia rablaisiane sulle copertine esposte in edicola. Bensì sobrissime e, se si vuole, eleganti cartoline che annuncianoche it’s beaujolais nouveau time. Uh?
E che, fosse ben chiaro, a me piaceva il beaujolais nouveau est arrivé, come una grande risata liberatrice, un pretesto di fare ripaglia, come un flusso di vecchi pichet marroncini scolati da altrettanti avventori dal naso rosso a patata (non è un cliché, era proprio così!), da bere fregandosene sull’andouillette o l’insalata con la pancetta e il caprino stagionato. Una roba da luoghi popolari, da tovaglie a quadretti, una roba che tutti dovevano festeggiare degnamente a colpo di sbornie (e pasticche reni), anche se non sapevano manco loro bene perché. Perché in fondo c’è poco da festeggiare per un vinello boostato a colpi di macerazione carbonica, un mero succo di uva fermentato e acidino al quale è stato negato il tempo di mutarsi degnamente in vino. Quindi fosse per me toglierei tranquillamente l’appellazione vino (così come per il novello italiano, eh, non è che siete risparmiati voi là, dall’altra parte del mont blanc), e visto che ci siamo toglierei anche quel time, che proprio mi da sui nervi. Insomma, arredateci i vecchietti, gli striscioni e l’orrenda piquette divertente di una volta! Intanto, e se stasera ci facessimo ‘na bella biretta belga?

13 Commenti

  • artemisia ha detto:

    era l’exchange programme di un master universitario post laurea…. complicato dal fatto che sono stata per un bel po’ di tempo innamorata di un fiammingo doc :D

  • francesco ha detto:

    Mamma mia Cenzina, che salto d’incredibile ampiezza. Dal Novello alle Birre Belga. Dalla polvere delle stalle, alla polvere di stelle. E da un pò di anni che benedico quei bravi mattacchioni di fraticelli che nelle loro abbazie si sono dedicati alla fermentazione del luppolo. Arte.
    Nulla a che spartire con quella sciagurata invenzione definita come Novello, per fortuna.
    Ah, quella Leffe bionda che mai deve mancare nel mio frigo, per far compagnia anche quella sera che si fa un pò di pane con la pancetta e si mangia solo quello sublimato con una bionda perfetta, la birra intendo. Poi se c’è anche la giusta compagnia…

  • Sigrid ha detto:

    artemisia: ma davvero??? sei stata a Leuven??? (erasmus???) macché bello!!! (io sono piu ‘blanche’ però.. ;-)

    mila: ma sai che la Leffe la fanne esattamente a 2 km di ‘casa mia’?? :-))

  • artemisia ha detto:

    in effetti io ho iniziato a bere birra da quando ho passato un periodo a Leuven… vuoi mettere il gusto di una Stella Artois leggera e semplicissima spillata direttamente dalla fonte?

  • Anonymous ha detto:

    Ciao, sono un’enologa e ho molto apprezzato la proposta di eliminare la denominazione “vino” anche per il Beaujolais. Anzi, sarei veramente lieta che fosse cancellata anche la dicitura Novello, perchè tendenziosa e ingannevole per il consumatore. Se infatti consideriamo che la composizione di un vino novello è costituita da una percentuale pari al 30-32%di vino ottenuto con macerazione carbonica, e per il restante 70% -PIU’ DELLA META’- da vino di annate precedenti a quella di vendemmia, suona come una presa in giro definire questo prodotto NUOVO…!
    Complimenti per il blog che frequento spesso e volentieri!

  • Anonymous ha detto:

    ups, scusa mila, ho fuso tutto… i buoni giretti erano per la parisienne!
    c.

  • cesare ha detto:

    …mmm lo sai che proprio non lo so??? poi mi metto a cercare… sono dubbioso: beh, risale a centinaia d’anni fa in ogni caso, la diffusione, tempo fa avevo cercato per distinguere i diversi tipi inglesi…
    cmq, ieri sera, la mia pinta è scesa liscia liscia (senza effetti secondari, che oggi è giorno di trabaho!)
    buona mattinata di giretti e buon weekend!!!!
    cesare

  • Mila ha detto:

    Cesare,che ricordi le birre ceche! Leggera sbornia in compagnia a base di Gambrinus.
    Sbaglio o sono stati proprio i Cechi a produrre per primi birra bionda?

  • Mila ha detto:

    W le belghe! Per me il top è la Leffe blonde, poi c´è la Val dieu che è proprio bbona, e poi le birre bianche, le ambrate
    le brune…..grande,grande Paese di birre!!!!!!

  • Elisa ha detto:

    Ehehe, no no che non ne siamo esenti da questa parte delle Alpi! E lo “sbloccaggio” lo facciamo pure con una decina di giorni in anticipo…manco fosse un vanto: ne ho parlato pure io, molti pensano al novello come un vino maturato poco!
    Decisamente meglio la belga ;)

  • Fabienne ha detto:

    Moi qui ne bois pas de vin, j’ai bu du Beaujolais nouveau ce midi !!!!

  • cesare ha detto:

    io per stare in tema, brinderò a birra ceca…
    (nun fa esotico come belgica, ma è bbona!)
    w i reportage verità e cronaca
    e grazie (as usual) per la freschezza (mi domando come tu possa essere così.. frizzante senza essere proprio stagionata ahem.. fermentata)
    cesare

  • Tulip ha detto:

    vedi orizzonti del gusto!!!

    :)

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