Dalla signora Ada

E un luogo un po’ nascosto, non ha insegna, non fa pubblicità, magari non lo trovi neanche sulle guide. Curiosamente però sta quasi di fronte a uno dei ristoranti più gettonati della capitale, ma mentre l’altro non si svuota mai questo qui è quasi deserto, perché sa, dopo natale non si lavora. E un luogo di un altro tempo, gestito da una signora di un altro tempo. Ada ha 84 anni, di cui 60 passati proprio qui dentro, fra le mura rivestite di legno di ciò che è una delle ultime romanissime trattorie di Roma. Insomma entri da Ada ed è come si la conoscevi da sempre, come se ti aveva visto crescere. Che abbia 30 anni o che ne abbia 60, è la stessa cosa, ti da una pacca sulla spalla ancora prima di varcare la soglia, e ti dice cosa ha preparato. Ti siedi, uno dei suoi figli ti versa del vino (rosso o bianco?), e neanche un minuto dopo ti arriva la pasta, pomodori, olio aglio e peperoncino. Questo o niente che di primi lei ne fa solo un tipo, col cucinotto piccolo che ha. E mentre ancora stai alle prese con i tuoi rigatoni eccola già che torna che vuole sapere cosa vuoi di secondo. Trippa (quella vera, alla romana), involtini, spezzatino o il pesce che sarebbero calamari con i piselli (perché è venerdì). Poi ti guarda e ti dice, quasi golosa, che il pesce è proprio buono, che ci stanno anche i gamberetti, e tu poi come fai a rifiutarti? E infatti poi i calamari sono tenerissimi. Se invece vede che ti tenta la trippa ma che alla fine scegli dell’altro, dopo torna e ti propone, sottovoce, da intenditrice, un assaggino, in più…
Una normalissima cucina di casa, semplice, saporita, con in bonus l’inconfondibile saporino della tovaglia di carta, del piatto alla buona, delle incredibile chiacchiere della lucidissima signora che dal suo cucinotto ha visto passare tre generazioni di romani, che ti parla delle prositute di una volta e di quelli del bagaglino che passavano a mangiare qui, del dopo guerra e del censis, nella stessa frase, stesso fiato, candidamente. Poi ti arrivano le ciambelline, tirate fuori dall’antichissima scatola di latta, con bis o tris a piacere. Al momento del conto, Ada ti dice che sono 18 euro a testa, con un’inflessione che quasi le dispiace, o come se temesse che tu questo lo possa trovare caro. Beh, 18 euro per un tale, vertiginoso, viaggio nel tempo, nella memoria o, nel mio caso, nel tepore di una Roma imaginaria che non esiste più, sono regalati. E mentre stai per andartene, Ada ti stringe la mano, ti regala un sorriso e un ciao stellina, e li proprio non vedi l’ora di tornare a trovarla.

Da Alfredo e Ada, via dei banchi nuovi 14, 00186 roma, 06/6878842

17 Commenti

  • fra ha detto:

    bellisimo post!!
    ma in che zona abiti?

  • andrea ha detto:

    Ada… un posto meraviglioso. Che ti fa sognare com’era Roma, quando era Roma. C’andavo quando ero uno studente. Allora c’era anche suo marito. Stava seduto lì, a bere il vino. Poi veniva, ti dava un pizzicotto sulla guancia e ti diceva: “a Ni’, de dove sei?” E se non eri del centro, per lui non eri un vero romano. Che bello quel legno alle pareti. Ogni volta che ci vado glielo dico: qualsiasi offerta vi facciano, non cambiate mai. Questo posto deve rimanere sempre così.

  • Roberta ha detto:

    Sono stata venerdi’ (30/05/08) da Ada…e’ stata una meravigliosa esperienza…cibo casalingo, preparato amorevolemente da Lucia…eravamo in 4 e il locale era praticamente pieno, ma la MERAVIGLIOSA Ada mi ha presa per mano e ci ha trovato una sistemazione. La carne era ben cucinata e tenerissima (sia gli involtini che la vitella) e anche le seppie. ci ha dato degli assaggi di formaggio…le magnifiche ciambelline…e poi lei e’ davvero meravigliosa (anche Lucia, la cuoca, e il figlio Sergio).
    Alla fine ci siamo salutati e baciati come se fossimo in famiglia.
    ci ha anche fatto uno splendido disegno sulla tovaglia e ce lo ha regalato!
    il tutto, molto ben innaffiato, per 20 euro a testa…citornero’ di sicuro!!!

  • Mo ha detto:

    Sono stato dalla Signora Ada nelle vacanze di Natale, ed è veramente come la descrivi. Grazie per il consiglio: è un posto da non perdere.

    P.S. Purtroppo quel giorno le ciambelline non gliele avevano portate, ma ci si poteva consolare con il panettone o il pandoro.

  • Dr. Henning Schultz ha detto:

    It is very nice to know, that this Roman trattoria still exists.
    I will come back.

  • Morso ha detto:

    Anonimo..ma come?
    E’ chia-ra-men-te CALABRESE stretto!
    aahh..Italiani: popolo di santi, navigatori e “maestrini”..
    evviva
    L

  • Anonymous ha detto:

    Che abbi 30 anni o che ne abbi 60…

    Abbi?! Ma che idioma parli?

  • Morso ha detto:

    Gran bel posticino,già..
    Ci torno spesso,quando sento più intensa la nostalgia di quel sapore di casa, di nonna.. nell’accezione più familiare e “calda” del termine..e la Signora Ada me la porterei via con me tutte le volte!
    bel racconto, grazie.
    L

  • elianto ha detto:

    Grande Ada. L’ultima volta (un po’ di tempo fa, parecchio..)si è seduta con noi al tavolo per prendere l’ordine (era stanca, dopo tutta la giornata che stava in piedi!) e al momento di andarcene, oltre a un bacio schioccato sulla guancia (anche se era solo la seconda volta che andavo) mi diede anche un po’ di cimabelline da portare a casa!!!!l’anno scorso l’avevo visto sempre chiuso, ma ho letto sul blog del direttore che ha avuto problemi di salute. Sono contenta che abbia riaperto!

  • Sigrid ha detto:

    elisa: non è ‘focaccia’ che si è modificato nel tempo ma ‘focus’ :-)) Sissi, vabbe poi te lo spiego. Anzi mi sa che faremo un po’ di scambi che io di filologia germanica non ne ho mai studiato :-)

    bonilli: ma era proprio l’idea del delurking, no?, di far commentare chi normalmente non lo fa. E comunque, con quasi 150 comment siamo solo a qualcosa come il 7% delle persone che passano qui tutti i giorni…
    Del resto, è anche vero che i blog sono belli perché interattivi, ma questo blog in genere è molto poco polemico e forse, semplicemente, su ciò che scrivo qui c’è molto poco da dire. In fondo è una situazione analoga a quella della carta stampata (mettendo da parte editoriali e grandi polemiche): scrivi una cosa che se ne va per conto suo, qualcheduno reagisce ma la gran parte no. Che fossi rassegnata io?

  • bonilli ha detto:

    E’ significativo che a una recensione un po’ diversa corrispondano pochi interventi e al gioco del delurk partecipino tutti: uno costringe a pensare ed eventualmente a scrivere per segnalare un’esperienza e un luogo simili, l’altra è puro cazzeggio – al quale partecipo – ma anche il nulla, se la vogliamo dire tutta.

  • franci ha detto:

    spero di capitare a Roma presto per andare a trovare la tenerissima signora Ada.
    ciao
    Franci

  • Elisa ha detto:

    Sigrid, altro che jap! Voglio anch’io provare questo posto qui, cosi’ poi sulla tovaglia di carta mi illustri, fonetica compresa, come il lemma “focaccia” si sia modificato nel tempo e nelle varie aree geografiche.
    Brava, bel racconto!

  • Anonymous ha detto:

    tenera ADA…. proprio un bel posto e belle persone.
    Cristiana

  • bonilli ha detto:

    … e infatti ci torneremo :-)

  • xsara ha detto:

    ciao sigrid!
    deve essre davvero carina questa autentica trattoria romana,se nn ricordo male è menzinata nella guida del gambero rozzo ;)
    magari uno di questi giorni lo provo.grazie

  • Anonymous ha detto:

    brava sigrid!!
    questo e’ un buon inizio di giornata
    costaovest

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