Che cosa sarà mai questa mappazza orrenda?! Eh no eh, questa cosa qui si chiama teurgoule, ed è un tradizionalissimo dolce della normandia. Un peu de respect s’il vous plait :-) A dire il vero, io non ne avevo proprio mai sentito parlare, ho scoperto l’esistenza della teurgoule la settimana scorsa, sfogliando una rivista di cucina francese (Regal) dove veniva proposta in versione speziata. Mi ha incuriosito e come tutte le cose che m’incuriosiscono, ho finito per cucinarmelo. Allora, perché una teurgoule piuttosto che il suo cuginetto, il banalissimo riso al latte? Beh perché questa versione qui (oltre ovviamente a fornire un pretesto per far bella mostra della vostra estesissima cultura gastronomica e per evocare lontani ricordi di vacanza – Aah, Honfleur, Etretat…), viene moooooooooooolto più cremosa del solito risolat’, perché è cotta al forno a lungo e a temperatura bassa. Per di più è di una semplicità perfettamente infantile: vi basta buttare tutti gli ingredienti nei recipientini e… scordarveli! Che non vi sia venuta un pochino voglia di mettervi alla cuisine normande? no?? :-)
Teurgoule (per 4 recipientini)
riso tondo (da minestra) 50g
latte intero fresco 25cl
panna fresca 30cl
zucchero di canna 4 cucchiai
cannella 4 cucchiaini scarsi
Sciacquare il riso e distribuirlo in 4 recipientini (meglio se più alti che larghi, ma semplici ciotoline vanno anche bene lo stesso). Aggiunggere in ogni recipiente 1 cucchiaio di zucchero e 1 cucchiaino di cannella. Mescolare il latte con la panna e riempirne i recipienti ai tre quarti dell’altezza. (Se usate dei barattolini tipo quelli della foto pensate a togliere le guarnigioni di plastica :-) Infornare a 150° per circa due ore, il tutto deve caramellare leggermente ma non si deve asciugare troppo. Lasciar intiepidire e servire.
N O T A per fare delle teurgoule speziate, diminuire un po’ la cannella e aggiungere una punta di cardamomo, dei semini di vaniglia, del pepe lungo macinato, dell’anice stellato pestato o ciò che più vi piace…
DAVVERO DELIZIOSA PROVERO A METTERLA IN PRATICA
Grazie Sigrid . Anche questa è da copiare . Una domanda , la panna liquida o montata ?
Altro piccolo quesito , ma ….fuori seminato …: tra i tanti golosoni che mi fanno compagnia, ce n’è qualcuno che abbia origini fiumane ?
e poi lo zucchero dà energia e rende allegri, meglio di così!u.ù
[e sono più divertenti da fare, aggiungerei!]
eheh
hihhi, idem per me (cerco di correggermi fingendo di interessarmi di risotti & co ma finisce semmmmpre che torno a fare dolci :-))
sempre gentilissima, tu :D
ma ora mi incuriosiscono proprio i tuoi mini plum cake :P
si nota questa mia passione per i dolci per caso?xD
:*
ciao giùgiù :-)
dunque gli ingredienti indicati sono per 4 (contando 4 recipientini piuttosto piccoli (poi appunto ognuno va riempito a metà/tre quarti), se vuoi fare delle porzioni un pochino più abbondanti scegli delle ciotole un po’ più grandi e radoppia le quantità degli ingredienti :-)
bellissimo il blog, vengo quotidianamente a trarre spunto :)
domenica proverò questa deliziosa ricetta, però ho un paio di domande.
le dosi del latte e della panna sono “totali” o si riferiscono a ogni singolo vasettino?
e il latte parzialmente scremato va bene lo stesso?
grazie!
Sono appena stata in alta normandia (anche a Etretat e ad Honfleur)e purtroppo non l’ho assaggiato..anzi, mi ha propinato un’ile flotante orrenda..album montato che fluttua su zabaione..bleah..
hai accannato tutte le dosi. non ce n’è una azzeccata. non che ti si chieda di essere una cuoca provetta, ma se non altro, cerca di essere una vicina di banco affidabile.
in che senso vasetti in gres…scusate ma io vedo dei vasetti di vetro, trasparenti, classici.
?
risposta ultra tempestiva..la stavo proprio aspettando per andare a fare la spesa e comprare la panna!!! ciao gabriela
gabriela: son giuste, son giuste :-)) In effetti sembra molto poco riso, però sono barattolini piccoli (per una persona è giusto), non vanno riempiti del tutto che comunque il tutto in cottura ha bisogno di spazio, e il riso si gonfia (dopo cottura non è che il barattolo sia riempito cmq) ed è importante che il latte e la panna siano abbondanti per ottenere un riso bello cremoso :-)
ciao sigrid….bellissimo il tuo blog!!! complimenti!! Volevo farti una domanda su questi invitanti risolat..le quantità sono giuste? perchè mi sembrano cosi pochi 25 e 35 cl di latte e panna? I vasetti rimangono quasi vuoti?
ciao ciao gabriela
hum, sarà l’ora tardiva, sarà la stanchezza ma a gran parte dei comment qui sopra io non ho capito na beata ******…??!! dunque, rispondo a ciò che mi è parso comprensibile:
– ol vasetto l’ho reciclato da una marmellata francese, il coperchietto era chiuso ma non ermeticamente e nemmeno col gancetto, credo comunque lo si possa tranquillamente lasciare scoperto… Grazie a Valeria per l’arroz dolce – mi tenta! – e per gli altri, bah, se volete riformulare con più precisione il pensiere (per alcuni sarà lampante ma per me non proprio), con piacere :-))
Certo sigrid riesce sempre a stimolare degli scambi vivacini! Comunque anche se non è un blog per floriterapeuti ai più consiglio BEECH. Provare per credere…
Anche in Brasile e in Portogalllo c’è una specie di riso&latte!! Si chiama ARROZ DÔCE (riso dolce) e la mia coinquilina Brasiliana me l’ha insegnato in codesto modo (dosi per 8):
2 tazze di riso bianco
6 cucchiai di zucchero
1 scatoletta di latte condensato
500 ml di latte circa
½ confezione di cocco grattugiato
200 ml di panna
cannella
Mettere in una pentola il riso insieme a 4 tazze di acqua e lasciare cuocere. Mettere in un’altra pentola 6 cucchiai di zucchero insieme a 1 cucchiaio d’acqua e far caramellare a fiamma bassa. Aggiungere il latte condensato e omogeneizzare il tutto; unire il latte e il cocco grattugiato al caramello e mescolare su fiamma media fino a quando non si addensa.
Togliere dal fuoco e unire la crema al riso. Versare la panna e mescolare accuratamente. Disporre in una ciotola da portata e spolverare di cannella.
Forse un po’ tanto dolce,ma BUONISSIMO!
a’ prezzemolo, ;-))) e se hai una storia, sputa e racconta, nooo? daaai?! che bisogna pregarti? ehehehe…
anche qui (e siamo mooolto più a nord della sicilia) sono passati i francesi e parole di derivazione si trovano ancora nel dialetto locale (pensa un po’…)
cmq, monsù monsieur, c’ero arrivato (beh, avrei potuto pensare anche ai… monsoni???? ahaha!)
io sapevo ch’era più un titolo (come oggi chef…) di grande valore, non legato alla nazionalità del cuoco, ma che, anzi, si tramandava di padre in figlio…
e poi, rileggendomi (;-) ho notato pure i miei di refusi…
ciaaaao!
a’marilli: ‘ammazzaò: risolatover è proprio carino…. sarà che lo finisco sempre raschiando fino all’ultima traccia?? (favoleggiare di una risola-tower, invece, mi pare un po’ troppo onirico!!!)
risolatlover:
vedi che te l’ho fatto un bel sorriso hehehehehehe…e sono daccordo con te! e poi professorino :-) la stessa parola monsù deriva dal francese…quindi mi sa tanto che erano francesi proprio tutti …i monsù… se no li chiamavano in un altro modo no?
….cmq sempre disponibile per raccontarti tutto…:-P
@risolatover…sono completamente d’accordo (o daccordo?…)con te!
questo è un ricettacolo di idee buonissime e ci si trovano sempre delle cosine deliziose….proverò a farla per i miei due affamatissimi piccoli uomini
grazie
°_a
che bello quando si fa un po’ di ironia…
e chi (neppure) viene preso in giro, anzichè rispondere restando sullo stesso registro, si butta nell’ostilità piccata.
Me fa’ sentì vivo.. e me fa’ sentì vero er mondo..
a’prezzemolo: mah, sai che le storie, se uno ne ha da raccontare, a me interessa sempre?? …ma da qui a dire che i monsù fossero tutti di origine francese, ce ne passa (credo),noo?
eppoi, il mio commento era, in fondo, un tanto di cappello alla nonna tua (ed alla sua, di storia) che non c’è niente di più bello delle ricette tramandate, davvero :-) (ed avere in famiglia una ricetta che, magari, deriva dai normanni, vuoi mettere che lustro???) dai, un bel sorriso!
a’napule soroptimist! me fai sbudellà!!! “l’importante è partecipare” è norma che ben si applica nello sport…
ma nella comunicazione (e, a questo proposito, la mia forzata scrittura romanesca era autoironica) è necessario usare gli stessi strumenti degli altri…
Chi cerca di esprimere un concetto e non ce la fa, beh, non dovrebbe arrendersi, ma semplicemente riprovare (sempre ritenendo che ne valga la pena)
il rispondere soltanto dandomi del professorino mi fa soltanto sorridere, sai?
potrei anche esserlo (in un’altra vita, va’) ma io prima di scrivere ti ho riletta 3 volte ed ora.. altre 2.
Beh, ci credi? forse sono io che duro di comprendonio (può ben darsi, eh!), ma il tuo concetto a me…ancora non è arrivato.
misteri della scrittura. Amen
RISOLATLOVER:
in effetti non ho specificato “passati dalle nostre cucine”…
non sò se hai mai sentito parlare di “monsù” in Sicilia.
No perchè visto che sei interessato/a a conoscere l’argomento potrei raccontarti un pò…:-)))
Sigrid, proverò sicuramente a farlo…ho tutti gli ingredienti e non posso esimermi, se non altro per scattare una foto bella come la tua! Complimenti per questo delizioso blog, ancora non mi ero fatta viva ma ti seguo sempre! Silvia PS= sono nuova nella blogsfera…. vieni a trovarmi!
ciao, anche qui in Italia ci sono gli yogurt nei vasetti in gres, molto carino il contenitore, molto buono il contenuto che, ahime, è ipercalorico. Io (che sono della provincia di Varese) li ho trovati all’Esselunga.
ciao!!!
frenci
Ehi Professorino con o senza la “elle” maiuscola l’importante è aver espresso il concetto!!! N.O.
VIENI QUI MA CHERIE, CHE TI METTO SUL SOUFFLè, E TI SPALMERò COME UN GATEAU, E TI SPREMERò CON LA MIA VISCISSUAAAAAAAAAAAASE….
a’ prezzemoloooo! in sicilia ce so’ stati propprio li normanni, altro che franzosi!!
a’ ..nonima napoletana ottimista: me permetto de risponne pur’allei, che sigrid nun c’ha ttempo da perde…
ma Lei dovrebbe scrivere in italiano e rileggere (pure), perchè nun se capisce ggnente (e l’ottimismo nun basta)
mmmhhh mi paiono squisiti! e oggi qui pive che Dio la manda … ci vorrebbe proprio un dolcino caldo!
Sigrid lei risponde soltanto quando le appare scritto!!!!
Forse si sente offesa ma si limita soltanto a dire che non è vero e passa oltre. Napoletana ottimista
Sono gli yogurt francesi La fermière. Non so se anche in Italia ci sono degli yogurt in vasetti di grès.
touché!
ma io ci metterò la vaniglia.. ;-))
Da provare subitissimo!
Comunque il mio riso al latte è cremosissimo, miam ;D
quali sono gli yogurt che hai riciclato? rix
Per Marzia:
penso scoperta … o tempo che esploda il recipiente se utilizzi i barattoli della foto. Altrimenti fuoriesce il tutto.
Spero di non averla sparata grossa …
bellsimo.. e deve anche essere buonissimo… una curiosità… ma deve essere coperta la cocottina oppure lasciata scoperta?
Grazie. Ho proprio quei recipienti là che ho riciclato dopo aver mangiato lo yogurt.
Veramente facilissimo,
e dev’essere di un buono…
adoro il riso al latte con l’aggiunta di un pò di caramello è delizioso, quando vado in francia trovo spesso il gateaux di riso buonissimo, una volta ho provato anche a farlo con le buste già pronte che si vendono nei ipermarchè della costa azzurra e devo dire che non mi dispiacciono.
adoro la pasticceria francese e a san raphael avevo trovato un negozietto favoloso ma anche a nizza al mercato dei fiori ci sono delle boulangerie deliziose
maria
anonimo1: non è che non rispondo, è che non ho tempo, è diverso! ;-)
anonimo2: infatti, diciamo che, altro che per la fretta con cui scrivo, lo faccio apposto (ecco, così almeno salvo una bricciola di onore… hum? :-)
Guarnigioni :-)
i tuoi refusi sono perfetti come le tue foto. verrebbe da pensare che sono studiati a tavolino ;-)
f
Ma perchè nn rispondi mai ai tuoi fansssssss ?
E’ lo stesso riso che mi cucinava la nonna da piccola….ma in sicilia…sarà una di quelle cose ereditata da chi è passato da qui!…in effetti anche i francesi. :-P
ciao a presto.
sil