Comment cuire un oeuf poché?

Francamente non sono una fanatica di uova. E vero che se ne usano parecchie, in pasticceria, e che da quel punto di vista sono assolutamente magiche. Ma farmi una frittata, un oeuf mollet con le mouillettes o, peggio ancora, delle uova al tegamino, beh, sono eventi frequenti più o meno quanto il passaggio nei nostri cieli della cometa haley. Eppero, già da un po’, mi stuzziccava l’idea dell’uovo poché, quello che ritrovi sulle insalate da bistrot ma anche, ogni tanto, nei piatti firmati, ed è vero che, riluttanze albuminiche a parte, ha il suo fascino, quell’affare lì… Così ci ho provato un paio di volte, con risultati di quelli terrificcanti, da disperazione (tipo questo)…
Quindi stavolta mi sono applicata, libro di Michel Roux in mano, ed è venuto, non perfetto (temo che per quello ci voglia l’apposito attrezzino), ma comunque molto meglio.

L’oeuf poché selon michel roux (con due note mie in margine)

Versare, in pentolino, 5cm di acqua. Aggiungere 3 cucchiai di aceto di vino bianco e portare a ebollizione (una volta che l’acqua bolle, tenere il fuoco medio-alto, non al massimo, ma neanche troppo basso). Rompere un uovo in una ciotolina, poi deporlo delicatamente in acqua nel punto dove bolle. (non toccare l’uovo per niente mentre cuoce) lasciar cuocere per circa un minuto e mezzo (anche qualcosina in più), poi tirare l’uovo fuori con un mestolo forato e verificare, premendolo con un dito, che l’albume sia ben ripreso. Scolare, trasferire su un tagliere e, con un coltello, ritagliare la circonferenza dell’albume in modo che sia bello tondo. Se non li servite subito, potete trasferirli in una ciotola di acqua freddissima, e conservarli così.

N O T A Sotto queste uova ho messo un po’ di agretti (forse non si nota da questo blog ma io impazzisco per tutti i tipi di erbette e pianticcelle clorofilliche strappate dai campi che si mangiano in questo paese, tutte robe perfettamente sconosciute dalle mie parti – che fossi stata una mucca io in un’altra vita?), sbollentati poi saltati con olio d’oliva e aglio, sopra delle fettine di pancetta croccante (che è, insieme al riscaldare il latte del caffèlatte, una delle pochissima cose che faccio col forno a microonde :-)

30 Commenti

  • Imre ha detto:

    ci vuole il poachpod per fare un uovo in camicia ??? http://www.thefoodloop.com/products/

  • Diamondio ha detto:

    thanks much, man

  • agnez ha detto:

    http://www.flickr.com/photos/ellenbouckaert/442310139/

    Cavoletto cara, flickereggiando ho trovato questa cosa e non ho potuto non pensare ai tuoi commenti…

    ;-))

    Buona Pasqua e grazie per l’ispirazione!

  • Esmeralda ha detto:

    Avvistati agretti in Lombardia, dove – ovviamente – vengono passati per prodotti tipici locali.
    L’uovo in camicia lo mangio con l’harissa (fatta in casa, vale la pena).

  • Anonymous ha detto:

    a roma vi consiglio un posto che mi piace molto. è una fabbrica di cioccolato ristrutturata, cioccolata da assaggiare e posto da visitare (molto trendy anche per un aperitivo…si potrebbe dire quasi troppo!!), in via tiburtina 135 a san lorenzo si chiama said.
    ciao…giulia

  • Tulip ha detto:

    Bene…allora vado a fustigare la mia mamma(emiliana/ferrarese) che mi dice che da piccola lì di agretti non ce n’era nemmeno l’ombra.

    Ma non è che li trovate grazie alla globalizzazione?? :)

    vabbeh..basta basta… non dico più niente!

  • Anonymous ha detto:

    ma questo moelleux au chocolat e possibile che si possa mangiare anche caldo?

  • golosastro ha detto:

    ahaha! mucca??!! (naaa, troppo tranquilla) cavallina come ti pensa elisa (mmmm… forse, ma troppi muscoli)
    magari… una cerbiatta?

    agretti: beh, si trovano pure in lombardia! e all’esselunga, in questo periodo, si sono seeeempre!

  • Anonymous ha detto:

    mi incuriosisce molto questo “fior di sale” che utilizzi spesso, perchè è così particolare e dove trovarlo?
    Ciao Antonella

  • Marika ha detto:

    Sigrid, si in pratica è venuto fuori un mezzo ibrido tra un chutney e una composta …
    Ma la di là della sua classificazione culinaria insolita, è veramente buona! Soprattutto perché l’ho abbinato ad un tipo di pecorino, il Rigatino Sardo (una sorta di pecorino).
    Non so se questa sia stagione di pomodori verdi, ma quando li ho vista dalla mia “verduraia” di fiducia, così sodi e verdi, me ne sono innamorata e non ho saputo resistere. Fritti li avevo già mangiati e la composta mi tentava …
    Solo che non mi sono segnata le dosi, non so neanche quanto pesavano, di solito vado a numero non a peso.
    Però oltre alla composta, per pasqua non farti sfuggire la ricetta dei fiadoncini …
    Marika

  • Anonymous ha detto:

    E’ tanto che non mangio dolci di Via Villa in Lucina, ma concordo sulla bontà. Mi sono da poco imbattuta in questo delizioso blog, COMPLIMENTI!!!!
    ti seguo con molto interesse e mi piacciono le tue ricette sfiziose.
    A presto Antonella

  • Elisa ha detto:

    Sigrid, agretti, barba del frate o roscano sono tutti nomi di questa pianticella che ti piace tanto. A Roma si chiamano agretti ;)

  • Marika ha detto:

    A proposito di dritte pasqualine, la vuoi la ricetta dei fiadoncini abbruzzesi?
    Marika

  • Anonymous ha detto:

    Bene, corro in aiuto di chi vuole sapere dove assaggiare una buona cioccolata artigianale a Roma e segnalo la Cioccolateria Bottone in via San Francesco a Ripa a Trastevere, il numero non lo so ma è facile da trovare. Questa cioccolateria è una filiale di quella originale di Napoli che è abbastanza famosa soprattutto per chi abita al Vomero. Per chi vuole assaggiare una buona pastiera qui a Roma consiglio, invece, la Pasticceria Napoletana a Via della Villa di Lucina, zona San Paolo. I proprietari, ovviamente napoletani, hanno una produzione quasi esclusivamente campana, ma la pastiera secondo me è il pezzo forte! Buona Pasqua a tutti

  • Anonymous ha detto:

    In una ricetta “filmata” letta non mi ricordo piu’ dove veniva utilizzato un cucchiaio per ricoprire il tuorlo con l’albume mentre cuoceva ed il risultato é molto carino:una palla d’albume cotto con all’interno l’uovo che appare solo dopo essere tagliato. Io ci provo regolarmente ma non mi sono mai avvicinata neanche lontanamente al risultato.Per Sigrid: com’è quella storia della pancetta nel micro onde? Io lo uso solo per scongelare i lamponi (mi scordo sempre di tirarli fuori per tempo)prima di sommergerli di gelato alla vaniglia e lo guardo sempre con un certo sospetto ma ho amiche che lo usano per cucinare dall’antipasto al dolce (una vera eresia,secondo me).Ma non ti piacciono neanche le uova en cocotte?Cristina

  • Sigrid ha detto:

    fabiola & karabattole: mai sentito di questa cosa, mi devo informa’!! (del resto ero già rimasta pietrificata, qualche tempo fa, scoprendo che c’è chi cuoce in acqua dei rotolini di carne avvolti di pelicola alimentare – mica pensavo si potesse fare :-)

    ps: io la primna volta che li ho mangiati era in toscana, e mi sembrava che anche li li chiamassero agretti… sbaglio?!

    ps2: ma se facessimo un post dedicato alle dritte pasqualine? (perché io mica lo so eh, dove comprare la colomba… :-)))

  • Anonymous ha detto:

    E anche io ribadisco: le barbe di frate ci sono anche in Veneto, le ho mangiate 2 settimane fa in un posto carino in provincia di Vicenza!
    Ciao
    Ale

  • Anonymous ha detto:

    MARIKAAAAAAAAA !!!!!!!!!!

    GRAZIE PER LA RICETTA DETTAGLIATA DEI POMODORI VERDI….
    BACIO
    FRANCESCO

  • Elisa ha detto:

    Come mucca non ti ci vedo proprio, magari una cavallina :)

    Io amo abbastanza le uova, prediligo il tuorlo all’albume pero’ le mangio in vari modi e devo dire che l’ovetto in camicia mi viene bene anche senza particolari accorgimenti…forse fortuna perche’ qualche blogger ha detto che non so nemmeno cucinare un uovo al tegamino (sebbene non ricordi che abbia mai mangiato a casa mia :))

    Cmq, tutti i gli chef fanno il vortice prima di gettare l’uovo.

    P.S. la prossima volta che mi capita di raccoglierla ti regalo una busta di cicoria, cosi’ so che ti faccio felice.

    Baci!

  • lacuocadipanna ha detto:

    Confermo! le barbe di frate si trovano anche in Romagna!

  • karabattole ha detto:

    @fabiola
    quei sacchettini che nomini esistono veramente: non sono quelli per congelare, ma sacchetti per cottura in acqua bollente e anche in forno.
    io li trovo normalmente anche al supermercato

  • Saffron ha detto:

    oh Dio, che fame che mi sta venendo con tutti questi commenti!
    QUesta ricetta mi piace da marri: agretti, uova, pancetta! Meglio di così!

  • alemu ha detto:

    nooo!! gli agretti si trovano anche a torino!! li ho mangiato l’altro giorno. uno spettacolo sbollentati e poi saltati con aglio, acciuga e olio. oppure anche solo olio e limone. qui li fanno passare per erbetta tipica piemontese… o__0

  • Tulip ha detto:

    Sigrid!
    Invece io vado matta per il semplice ovetto all’occhio di bue!!

    Comunque lo sai che gli agretti si chiamano anche “barbe dei frati”? Boni eh? e sono tipici di Roma, perchè già se vai al nord, non si trovano più!!
    baci!

  • Anonymous ha detto:

    sono maria e qui in montagna abbiniamo le uova con borragine, asparagi selvatici e ortica che viene usata anche per la pasta fatta in casa.
    A pasqua vado a milano qualcuno ha qualche indirizzo enogastronomico da indicarmi in special modo prodotti francesi.
    rix per favore e buona pasqua a tutti.
    maria

  • Anonymous ha detto:

    è possibile che io abbia visto una foto da qualche parte dove per raggiungere lo stesso risultato l’uovo veniva versato in un sacchetto di plastica (tipo di quelli per congelare) poi chiuso (come un pesce rosso appena te lo vendono nella sua bustina, per intenderci) e così immerso nell’acqua?

    fabiola

  • Paola ha detto:

    ciao Sigrid!
    abito a Roma e mi piacerebbe acqistare dei buoni prodotti pasquali quelli tradizionali diciamo (uova di cioccolato artigianali, pastiera, colombe…)hai qualche indirizzo da consigliarmi?
    grazie in anciticpo per una tua eventuale risposta e sempre complimenti per il tuo fantastico blog e non solo!
    Paola

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