Certo che da quando sto frequentando assiduamente certi luoghi dedicati al gusto la mia già non stabilissima psiche non è migliorata… Così ormai mi capita di svegliarmi il sabato mattino e di pensare cose strambe quanto mah, missà che stamattinami disosso un coniglietto… Ed è quindi ciò che ho fatto (mai fatto prima!).. A dire il vero, non è tanto difficile disossare un coniglio, basta un po’ di pazienza, un paio coltelli affilatissimi, e di precisione (poi, nel concreto, basta seguire le ossa con la lama del coltello, in modo da separare lo scheletro dalla ciccia – mi sa che gli amici animalisti non lo troveranno affatto divertente questo post… ). Per il resto, il procedimento di questo coniglio in porchetta è pressoché uguale a quello postato tempo fa, con poche variazioni: non ho usato la pancetta e ho stufato il coniglio, oltre che di erbette fresche, con il suo fegatino, rosolato con aglio e rosmarino poi eliminati. Detto ciò, mi sa che mi servirebbe una lezioncina sul tema ‘come legare un arrosto con dello spago da cucina’… (che ancora non ci siamo con la techica eh… :-)
La foto è bellissima, e se all’assaggio è ancora succulento vuol dire che è cotto il giusto, ma permettimi di dirti che invece di usare lo spago grosso, puoi riempire il coniglio disossato con il ripieno (in Tuscia si fa rosolare il fegatino con il finocchietto verde selvatico, le olive nere secche e una patata a tocchetti)anche solo avvicinando i lembi e poi cuciti con un ago e filo (un pò spesso) che poi dopo l acottura si sfila senza rovinare il risultato.
Grazie della passione che trasmetti a me e a tutti quelli he ti leggono.
Eleonora
Ma io sono l’unica che fischietta mentre si disossa il coniglio?
Infatti adesos ne ho uno in giardino che volevo far ingrassare, ma é diventato l’amore di mia madre, mia sorella e mia nipote, quindi mi sa che il coniglio resta dov’é…
Sigrid io non lo so disossare il coniglietto, però l’operazione con lo spago, l’ulòtima volta mi è andata abbastanza bene…
vengo a darti una mano?!?
ciao!
Sono nuovo, prima di tutto grazie di cuore per il bene che stai facendo a tutti gli appassionati (più o meno)impegnati nella cucina.
Un piccolo appunto sulla ottima ricetta in oggetto: quando parli di stufato intendi “stuffed”, ripieno?
Ciao
Fabrizio
maddai, ma siete troppo severi con sto povero coniglietto! :-)) Cmq, tengo a precisare, che anche se chiaramente non c’entrava nulla con il divino coniglio di nico (me lo ricordo ancora – così come quello confit/sotto vuoto di santin del resto…), non era stopposo, giuringiurello!! :-))
ps a Nico: ma quindi tu lo cuoce avvolto nella carta da forno, a bassa temperatura, e basta? senza farlo rosolare prima? (che infatti non mi pare il tuo avesse la crosticina, ricordo male?) E solo che pensavo di aver afferrato dal libro di cucina a bassa temperatura una cosa fondamentale (l’unica che mi ricorda), che la carne andava ‘chiusa’ a fuoco alto prima di passarla al forno… no??
Secondo me, è un pochino troppo cotto, però io non sono una MAESTRA, apsetta che altri più esperti di me giudichino.
un abbraccio
annina
bellissimo l’articolo sui 16…sogno da anni di fare un corso così, ma 600 km e due pargoletti mi impediscono l’avventura!!!!
baci
Ivana
mi sembra un pochino troppo cotto Sig…. ciao Nicola. Prova a metterlo al forno a 80 gradi per tre ore e invece di legarlo cosi passalo nella carta da forno e poi legalo. La carta da forno assorbe e fa passare tutto. ciao Nico
Mmmhh… buono il coniglietto disossato!
L’antianimalista,
Lorenzo
Oddio, Sigrid…ti prego non scendere nel dettaglio del disossamento di Tippete :P
Povero coniglietto :(
(lo so, è assurdo, ma io mangio solo animali che non mi fanno tenerezza…conigli, quaglie, vitellini, agnelli…sono una vegetariana mancata per troppa gola eheh)
Sempre meravigliose le foto… purtroppo stavolta disapprovo la ricetta perchè mi ricorda troppo il mio coniglietto!!
A presto, Anna