Pepatelli

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Une fois n’est pas coutume, vi do una ricetta di cucina regionale. Questi pepatelli molisani li ho fatti ieri e, beh, mi sono piaciuti, 1) perché dentro c’è il pepe, insieme all’arancio, e che i due dentro un biscotto dolce li trovo parecchio intriganti 2) perché assomigliano molto a un biscotto che si fa dalle parti mie, la couque de dinant (farina + miele, senza mandorle né pepe né arancia, che però condivide le stesse proprietà fisiche*, anzì forse è addirittura peggio, cioè se non lo lasci che s’ammorbidisce in dispensa per 15 giorni te la puoi proprio scordare di mangiarlo)

3) perché un solo micro-pezzetto di pepatello è in grado di far star tranquillo il mio cane per ben 15 minuti (ari-cfr le proprietà fisiche*), mica niente, anzi un exploit, dato i tempi in cui di solito il diavoletto del cavoletto riesce a far scomparire gli oggetti alimentari (cookie: 0 secondi – cioè non si vede, non si sa quando l’ha preso o mangiato ma di fatto il cookie è scomparso; strisciolina di prosciutto: 0,1 secondo; cracker ai cereali: 3 secondi; pezzo di crosta di pane duro: 2 minuti; pezzo di carota – record precedente: 5 minuti, mela annurca: 10 minuti, solo che poi non la mangia, ci gioca come se fosse una pallina ma siccome poi non rimbalza dopo un po’ si annoia, insomma non vale… )

* Curiosamente i pepatelli si chiamano pepatelli e non hanno, come spesso accade per le ricette tradizioniali, un nome più allusivo come, chessò, il biscotto del dentista, i salta-otturazioni o ancora gli scassadenti, tutti nomi che calzerebbero benissimo al pepatello. Infatti, in quanto a proprietà fisiche, il pepatello è duro, anzi durissimo, e ci vuole un certo coraggio/senso del sacrificio per divorarne più di due. Detto ciò, il roditore attento osserverà che, addentato il pepatello laddove stanno le mandorle, diventa tutto più facile.

Per mera deontologia fudbloggoroica abbiamo anche chiesto verifica presso un teramano doc – vabbe’, eh, un molisano non ce l’avevamo a disposizione – così almeno poi non mi verrete a dire che ‘si ma che ci capisce la fiamminga dei pepatelli?’. Interrogato (eum, noio vulevan savuar ecc…), conferma i fatti:
hm… c’e’ chi li fa gommosini e la dentiera te la strappa di bocca mentre tiri, e c’e’ chi li fa durini che la dentiera te la spacca direttamente nella mascella
Eccoqua :-) In sostanza: portatori sani di ponti, dentiere e similia astenersi :-)

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Pepatelli molisani (ricetta di Annalisa Barbagli)

farina integrale 150g
farina 150g
miele 300g
mandorle 300g
arancia 1
pepe nero macinato mezzo cucchiaino

Mescolare le due farine, aggiungere le mandorle, la buccia grattugiata dell’arancia e il pepe. Riscaldare gentilmente il miele in modo che diventi molto liquido, versarlo sugli altri ingredienti, mescolare poi impastare su un ripiano infarinato (rassegnatevi a imbrattarvi di miele le mani, il ripiano, e magari anche il pavimento). Formare due filoncini larghi 5cm e spessi 2, deporli su una teglia rivestita di carta da forno, infornare a 180° per mezz’oretta. Quando saranno dorati, sfornare e ritagliare, in oblico, i biscotti spessi 1cm. Disporli di nuovo sulla teglia e rimetterli per 10 minuti nel forno spento ma ancora caldi (non ho prove scientifiche però mi sembra che è qui che si definisce il grado di durezza del biscotto – e il mio forno era ancora mooolto caldo quando li ho ripassati dentro :-)

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36 Commenti

  • Silvana ha detto:

    Qualcuno può indicarmi quanti grammi di ammoniaca posso mettere per renderli leggermente più friabili …. sono deliziosi ma duretti :o)
    grazie.

  • Sigrid ha detto:

    @lucia: (ma perché me lo chiedo sul post dei pepatelli di 3 anni fa??) in ogni caso, intanto mi scuso, ci siamo accorti dell’omissione a libro già uscito, nella ristampa è stato corretto. In ogni caso, sono 50cl di acqua. Buon arancello! :-)

  • lucia ha detto:

    PEr cortesia, Sigrid, potresti dirmi qual è il quantitativo di acqua da utilizzare per fare lo sciroppo di zucchero da aggiungere al liquore “arancello speziato” del tuo ultimo libro? Sulla ricetta non è indicata……poichè vorrei si mantenesse a lungo non voglio alterare la conservazione utilizzando troppa acqua. Spero tu mi risponda!!! Grazie.

  • giovanna ha detto:

    ciao, sono molisana doc e nella tua ricetta dei pepatelli manca un ingrediente fondamentale il bicarbonato di ammonio o ammoniaca alimentare il cui quantitativo stabilisce il grado di durezza dei pepatelli.

  • Molisana ha detto:

    come qualcuno ha consigliato ti confermo che alla tua ricetta va aggiunta un pò di ammoniaca per dolci.
    poca perchè un pò duretti devono rimanere. ciao.

  • etabetapi ha detto:

    Ciao a tutti, ho appena finito di mangiare un mostacciolo, e forse da romagnola quale sono non ho io le caratteristiche fisiche per affrontare sti biscotti: era grande e ho deciso di spezzarlo, ma mi sono quasi rotta un polso; ho avuto la malaugurata idea di addentarlo e i denti di sotto ancora tremano. Stremata dalla fatica ho fatto del latte caldo e ho provato a inzupparlo, ma sembra essere idrorepellente, non assorbe una goccia! Come si fa a mangiarli!! ne ho un sacchetto pieno e non sembrano male, ma sto davvero pensando di grattugiarli per riuscire a sentirne il sapore! Non è che ci sia un segreto, come per le friselle, che vanno bagnate?

  • Antonello ha detto:

    i pepatelli sono i biscotti piu’ buoni esistenti al mondo, assomigliano vagamente ai cantucci fiorentini ma quelli sono piu’ friabili…questi sono belli duri ma con un sapore unico…si vede che li adoro? tra le mie mani un pacchetto da 500g dura davvero poco…alla faccia della durezza…SLURP!

  • Joseph J. Ardellini ha detto:

    please transalate to english the pepatelli resipe

  • giuseppe ha detto:

    io aggiungerei qualche gr. di bicarbonato di ammonio

  • antonietta ha detto:

    ciao…molisana doc…per renderli morbidi si puo mettere un mezzo cucchiaino scarso di bicarbonato… risulteranno piu mangiabili ed altrettanto buoni
    ciao a tutte voi…

  • claudi ha detto:

    Ciao Sigrid, ti scrivo per segnalarti il blog di una ragazza cinese che mi ha colpito molto:
    http://cookingismypassion.blogspot.com/

    In realtà ho letto soltanto una minima parte delle numerose ricette perchè l’ho scoperto stamattina…però ho subito pensato che potesse incuriosire ed ispirare anche te…

  • Deaviola ha detto:

    io…io ti leggo ogni santo giorno, da mesi. ho 16 anni e una passione innata x il cibo e la fotografia. mi piacerebbe molto parlarne con te, adoro le tue foto! intanto passa dal mio blog se vuoi! kkisss

  • robigna ha detto:

    ho fatto questi biscottini ieri sera, con il malto di riso al posto del miele. ci ho aggiunto un pizzico di zenzero e sono ottimi, ma durissimi.
    particolarmanete apprezzati anche dal cagnetto di casa :-)

    grazie Sigrid, li regalerò a Natale, magari un po’ più morbidi. buon week end.

    p.s. a quando la prossima “gara”, come quelle che ci furono per il risotto o il panino?

  • Tokyonome85 ha detto:

    Io sono molisana e vi posso assicurare che i pepatelli sono buonissimi.Mia nonna li fa ogni natale e si usa incartarli in cestini e regalarli

  • elisa ha detto:

    Ho fatto i tuoi biscotti cioccolato e fior di sale tratti da PH: sono eccezionali, finiti in un giorno e rifatti dopo un breve intervallo complimenti ancora, sei grande, ciao elisa

  • Mos ha detto:

    eh eh eh…! Adoro i tuoi posts, ricette a parte (sempre eccezionali, come si evince da numerosi riscontri e commenti..), leggendoli non riesco a far a meno di sorridere, o persino “sghignazzare”…(infatti per me è sconsigliabile leggerti a lavoro!)

  • I have to learn fluent Italian so I can read your recipes haha

  • Non li ho mai assaggiati, ma dopo tutti questi commenti positivi dovrò prepararli!! :P

    Ciaooo

  • lenny ha detto:

    Ho gustato anch’io questi biscotti a Messina: sono buonissimi

  • Dolcezza ha detto:

    attenzione Sigrid, io sono mezza molisana e sono campionessa mondiale di pepatelli..:))

  • orty ha detto:

    domanda: posso usare l’impastatrice?

  • robigna ha detto:

    mmmhh. e se sostituissi il miele con il malto di riso o la melassa di barbabietola da zucchero?

    ciao! :-)

  • claudi ha detto:

    esteticamente sono un incanto! la seconda foto mi piace da matti, me la appenderei in camera!
    complimenti! mi cimenterò quanto prima, anche perchè stranamente sono provvista di tutti gli ingredienti :)

  • Sergio ha detto:

    Ciao Sigrid,
    prova a darmi una ricetta di confettura particolare e molto buona. Sai… le confetture mi interessano tantissimo!
    Sergio

  • CoCò ha detto:

    Proprio come i mostaccioli calabresi? Che per mangiarne uno ci vogliono tre giorni, però mi sembrano buoni e mi ispirano proprio!

  • stefy ha detto:

    Dove si trovano?
    Sto cercando le zuppiere quelle piccine per la zuppa di cipolle che possano andare anche in forno per gratinare il formaggio.Ma non voglio spendere una fortuna poichè me ne occorrono una decina.
    Grazie
    Stefy

  • stefy ha detto:

    Ciao Sigrid
    questo dolce si chiama anche Pan Pepato ed è tipico del Natale.
    E’ un classico…ma poveri denti.
    Stefy

  • giuseppe ha detto:

    *** ULTIME NOTIZIE! ***

    INTERNO
    Pubblicata su “Il Cavoletto di Bruxelles”, la ricetta delle “Polpette di quinoa al limone, farcite di mozzarella e alici”. Dopo lunghi mesi di ricerca, la foodblogger Sigrid Werbert, mito e santino vivente di ogni massaia internettizzata degna di questo nome, ha finalmente condiviso con il suo pubblico il primo di una serie di piatti legati dal denominatore comune di un ingrediente speciale: il “quinoa” (pron. keen-wa). Si tratta di una pianta che produce una spiga ricca di semi rotondi, simili a quelli del miglio; in natura esistono oltre 200 varieta di quinoa. Le migliori crescono in Perú nei territori salmastri del Salar, nelle zone di Oruro e Potosí (Quinoa real). La quinoa, inoltre, e particolarmente adatta per i celiaci, in quanto e totalmente priva di glutine, adatta sia agli adulti che ai bambini. (Fonti: Chobrupedia, Il calvoletto di Bruxelles, https://www.cavolettodibruxelles.it/2007/11/cosa-fare-con-il-quinoa-1-le-polpette)

    ESTERI
    Si protrae ormai da diversi giorni la festa in strada dei contadini peruviani, che grazie al successo strepitoso della ricetta di Sigrid, anno visto aumentare del 400% settimanale le esportazioni verso l’Europa del loro prodotto piu’ pregiato: il quinoa. Canti e balli vengono coronati ogni notte da fuochi d’artificio e preghiere in peruviano antico dedicate alla “Benefattrice del Benelux”. In parlamento maggioranza ed opposizione hanno votato all’unanimita’ una proposta di legge per cambiare l’inno nazionale andino in “Somos libres,seámoslo siempre en el Cavoletto” Riportiamo per completezza la prima strofa del commovente brano, cosi’ come lo hanno cantato i deputati parlamentari tutti inpiedi:

    “Somos libres, seámoslo siempre,
    y antes niegue sus luces el sol
    que faltemos al voto solemne
    que el Cavoletto al Eterno elevó.”

    Intervistata sull’accaduto, Sigrid Verbert sorridendo ha detto: “E’ un grande onore, missá…”

    COMMENTI
    E veniamo ora ai commenti eccitati che questa nuova ricetta ha suscitato nella blogosfera mondiale, raccolte dal nostro inviato Felice Vacca:

    [FV] “Bruno Ratto alias Altissimo Criceto, uno dei personaggi di punta del food blogging italiano”
    [BR] “Brava Sigrid, bravo Olive, un piatto davvero interessante, che ci ha davvero conquistati. Una ricetta vera fatta di grande tecnica e materie prime valorizzate e mai mortificate. Mise en place: Di tono, ben configurata. Note Negative: Nulla da segnalare.”

    [FV]”Entriamo ora nella trattoria “Er Zozzone” (Roma) di Pericle Frattaglia!”
    “Sig. Zozz… ahem FRATTAGLIA, ci scusi! Siamo di CNN e vorremmo chiederle un parere sulla ricetta appena pubblicata da Sigrid Werbert”
    [PF]”Ao’, ma cchi sei! Ma chi te conosce! A Cesareeeee! Vie ‘mpo’ qua’ che ce sta’ uno strano…”

    [FV] “Carlo Anonimo del Bar Omonimo (Venezia).”
    [CO] “Xe’ sempre una questione di sghei!”

    [FV] “Contattiamo telefonicamente il Bisconte Lorenzo Pianobrillo, per chiedere un suo autorevole parere”
    [LP] “Ah questi fiamminghi…”

    E veniamo ora alle previsioni del tempo:

    Umidita’: Bassa
    Cappa: Forza 3 in aumento
    Ultravioletti: fattore di protezione alto in caso di esposizione ai faretti alogeni

    Temperature
    Padella: olio 160 gradi, in diminuzione
    Forno: Non pervenuta

    CNN – Cavoletto Nonsense News – Ver. Beta 0.8
    Tutti i diritti conservati – Ogni riferimento a persone esistenti ed a fatti realmente accaduti e’ puramente voluto

  • linda ha detto:

    This looks yummy! Nice to see a recipe without sugar…

  • heidi ha detto:

    Cara/o momo, permettimi di correggerti, i biscotti toscani con le mandorle si chiamano “Cantuccini” e sì, si inzuppano nel Vin Santo. Sarei curiosa di sapere in quale parte della toscana vengono chiamati vinsantini. Grazie
    Scusa Cavoletto, lo so’ che esiste il forum, ma la tentazione e’ stata grande. Anch’io penso che li provero’ i tuoi pepatelli.
    Ciao e grazie.

  • Cristina ha detto:

    Sigrid ti ho vista ieri su Sky (“Cortesie per gli ospiti”) possibile? Eri tu? Penso di sì visto che di Sigrid di origine belga che vivono a Roma con la passione x la cucina non ce ne devono essere tante :-D
    Ma quanto “fuori” era il tuo sfidante?? :-)
    Ho potuto constatare che oltre che brava in cucina e in foodphoto sei pure moooolto carina!
    Complimenti da una tua “fan” silenziosa!!
    Cristina

  • Filippo ha detto:

    @ Sigrid..
    per fortuna non ho problemi di denti altrimenti qui…
    Io un tuffo nel vinsanto proverei comunque a farlo oppure in uno zabaione ben caldo..
    ci proverò..
    intriganti veramente..
    ciaoo

  • momo ha detto:

    desiderio di realizzarli immediato!!
    sembrano perfetti per le confezioni regalo natalizie, aromatici e..pare si conservino!!!
    assomigliano molto ai vinsantini toscani!! (solo fuori…quelli sono più sofficiosi)
    slurp!!!

  • orty ha detto:

    le proprieta’ fisiche (e gli ingredienti: farina miele, mandorle, aroma di arancia) ricordano molto dei biscotti calabresi che probabilmente conosci ;o): i mostaccioli (o mostazzoli), in genere li vendono nelle fiere di paese e hanno forme coreografiche tipo cavalli, pesci, personaggi folkloristici… poi sono decorati con la carta stagnola (che non viene via!!!).
    Vale la pena segnalare che sia i pepatelli sia i mostaccioli non contengono ne’ uova ne’ lievio quindi sono adatti a chi soffre di intolleranze a questi alimenti.

  • fanny ha detto:

    Hmmmm ils ot l’air trop bon ces biscuits. Can’t wait to make them.
    xxx

  • Maria ha detto:

    In Sicilia, io sono di Messina , si chiamano Piparelli!!!!

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