E, anche se ancora non ho ancora seguito nessuna ricetta del libro, ne ho però tirato la grande verità illuminante del giorno: il gazpacho in realtà lo si può fare un po’ con quel che si vuole!! :-) L’unica cosa è che va seguito il procedimento base, quello del mettere a marinare pane, aceto, olio e verdure (o frutta), di frullare il tutto, passarelo al colino e berlo freddo. Giuro, non pensavo. In questi giorni quindi mi sono un pochino divertita coi gazpacho, vabbene che siamo lontani dalla stagione afosa in cui la zuppetta fredda diventa l’unico nutrimento concepibile, detto ciò, a me il tipico sapore, acido e fresco, del gazpacho piace, e ce lo vedo pure bene, in bicchierini all’aperitivo o, a pranzo, insieme a un’insalata.
ps: l’avocado era israeliano, speriamo non ci sia un motivo per il quale non avrei dovuto comprarlo ecc ecc ;-) (comunque se c’è, fatemi sapere :-)
Gazpacho di avocado e pinoli
avocado maturo 1
pane integrale 3 fette
limone 1
pinoli 50g
aceto di Jerez 4 cucchiai (questo in principio, io ho usato dell’aceto di sidro :-)
olio d’oliva 4 cucchiai
aglio mezzo spicchetto
sale & pepe
Sbucciare l’avocado, tagliarlo a pezzettini e sistemarlo in una ciotola capiente. Aggiungere la mollica di pane fatta a pezzettini (senza la crosta), i pinoli, il succo del limone, l’aceto, due cucchiai di olio d’oliva e l’aglio tritato. Salare e pepare, e coprire il tutto con dell’acqua. Chudere il recipiente con della pelicola e metterlo al fresco per 12 ore. Passato quel tempo, frullare il tutto, aggiungendo, mentre frullate, altri due cucchiai di olio d’oliva, e passare al colino. Regolare la densità (aggiungendo semmai un pochino di acqua), e il condimento. Servire fresco.
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Scusa Sigrid, ho visto il link di Enrico Bartolini al GR, bel reportage fotografico pero’…ehm, Le Robinie si trova nel pavese, non nel padovano e spero che nessuno si risenta, vista la spatafiata nata per le fragole :)
Pensa che a Identita’ Golose Enrico Bartolini me lo sono perso perche’ mi stavo piacevolmente intrattenendo con un altro grande (ma meglio non fare nomi :))
@Sigrid
grazie grazie
:)
zion
….in messico le albondigas sono mangiate in brodo… e sono fatte, tradizionalmente con la masa (nixtamal), cioe’ con la farina di granturco specialmente preparata, (recetario de la huasteca hidalguense), per citare una fonte etnogastronomica degna di rispetto, e fondamentalmente contengono carne di manzo o di maiale, verdure e chiles, i peperoncini messicani che mi fanno impazzire, per il calore generato, il sapore e soprattutto per la diversita’.. decine e decine, e tutti con un sapore diverso… ….quel che non dice nessuno e’ se le albondigas appartengano alla tradizione o siano state importate con l’invasione della spagna… ma mi sa che siano di quest’ultima, perche’ poi sono sparse, mimetizzate in vario modo, in tutta l’america latina…
…di palo in frasca… quel gaspaccio e’ lussurioso….
..baci chilosi…
sigrid, ti ho invitata a un meme (guarda il mio blog) stavolta, se hai tempo, lo farai?
… notte a tutti,
roby
PS: ehi, romani appassionati di musica classica??? Io domani andrò all’auditorium e le mie due amiche che mi avrebbero dovuto accompagnare mi hanno dato buca!
Io ho due biglietti gratis per domani alle 12 e penso di recarmici in bici. chi mi accompagna?
:)
sigrid?
il tuo gazpacho si presenta molto bene…io non l’ho mai mangiato:-) grazie di essere passato
Annamaria
purtroppo io di quelle messicane non ne so molto :( io posso illuminare su quelle spagnole che come dici bene si chiamano albóndigas e alla fine dei conti non sono altro che polpette.
Quelle che si mangiano in Spagna sono fatte come dici tu con carne, aglio, prezzemolo, uovo che poi vengono passate nella farina, fritte e infine messe nel sughetto (gnam!)
Quelle di pesce seguono lo stesso procedimento però con il pesce, che di solito è baccalà.
Alla fine uno può più o meno fare come gli piace; Io questo w-e mi avventuro con il salmone perchè è quello che ho in frizzer ;)
@erborina & tutti quanti: ho fatto due giri di ricerca sulla questione delle polpettine spagnole, per cui, mi sembra a questo punto sicurosicuro che il nome vero è ‘albondigas’, l’ho ritrovato tale quale in tre libri, Ma petite robe noire di Trish Deseine (ehvabbe’), poi basic tapas di Valérie Berry e, infine, Carmencita o la buena cocinera (e a sto punto ci siamo levati il dubbio). Ci sarò poi pure un motivo per quella curiosa dislessia che ha colpito me cosi come un altro paio di stranieri spersi nella rete, non lo so perchè, sospetto perché in fondo s’intravvede una parola nota che in questo momento non riesco a identificare ma cercando bene c’è, sicuro :-)) Insomma, tanta confusione. La versione che avocava invece Filippo sembra sia quella messicana, servita in brodo. Ora, mi sembra di aver capito che in realtà ‘albondigas’ non vuol dire altro che ‘polpette’, e in effetti, io trovo versioni semplicissime (carne tritata, aglio, prezzemolo, uova e farina), e un pochino più elaborate (con paprika affumicato e manorle), o francamente complesse (con peperoni marinati, chorizo e quant’altro). Quindi, com’è? anche qui, come nella ‘polpetta’, o nel ‘gazpacho’, in fin dei conti fai un po’ quello ce vuoi?? o no??? chi è che m’illumina??? :-)
e la ricetta?
quella delle ALBIGONDAS dico… io non la trovo ancora!!!
@Giù: carne in scatola? Io sono vegetariana, tutt’al più soia in scatola…
la mia pasta dsa pizza sta lievitando ( solo biga, rigorosamente ) col suo bel taglio a croce sopra!
@ giu, begli amici hai… se ognuno ha la propria croce, la tua è fatta di biscotti!
@ sigrid, lontano dalle polemiche dei giorni scorsi… ammiro molto chi, come te, ha saputo fare di una passione la propria professione! considero un grosso merito, non una colpa, avere successo. ti sei impegnata, sei stata brava e magari anche ( ma che male c’è? ) un pochino fortunata… ritengo che una persona come te possa essere giustamente orgogliosa della propria riuscita e avere la voglia ed il piacere di condividerlo con chi magari ha seguito nel tempo i suoi progressi! trovo che sia una bellissima cosa avere la chance di lavorare divertendosi o di divertirsi lavorando!!! continua così…
E’ da un po’ che leggo in velocità e non ho tempo di soffermarmi quindi ho accumulato un po’ di cose da dire:
1) le fragole, per me, soprattutto le prime, sono cibo per l’anima e anche se di solito sto attenta alla provenienza di quello che compro…per le fragole me ne frego! Come se la natura concreta della fragola scomparisse, non so se mi spiego!Insomma sono fatte della materia di cui sono fatti i sogni, se mi passate la citazione shakespeariana e…basta!
2) spero che le polemiche non tolgano a Sigrid la voglia di farci partecipi di quello che le passa per la testa quando le passa per la testa e qualunque sia il motivo per cui le passa per la testa. Da questo blog ho imparato un sacco di cose, ho conosciuto libri, riviste, siti, attrezzi da cucina, nuovi ingredienti, ecc. Alcuni mi interessano molto, altri no, ma meno conosco meno sono libere le mie scelte (anche la pubblicità è conoscenza…in fondo pubblicità significa ‘rendere pubblico’…)
3) ho dei fiori di lavanda in casa e, come sempre, nel blog (grazie all’utilissimo choougle di Giu) ho trovato molte ricette veramente interessanti. Grazie Sigrid
@ Giu tradotto dall’ungherese, immagino… :-P
ma lo sai che sono andata a cercare su google e ci sono tante pagine che parlano proprio delle albigondas?? per quello che pensavo che ero io che non conoscevo la parola… O__O boh, vabbè ;) Il sughetto… beh, è FONDAMENTALE!!! :)
Oh, uno non puo’ distrarsi un momento con voi, eh?
Ma tu guarda che teppaglia :))))
@Vakond Beh se guardi bene, mi sono astenuto dal rivelare informazioni su quel tuo ahem… “problemino” (certo, perche’ poi potresti rifarti col “mio”, lo so bene questo). Insomma, a parte la dimostrazione di affetto mi pare di non aver rivelato nulla di scandaloso. ;)
Senti, ma il cinema chi lo pago’ all’epoca? Sei sicuro che non ti portai io vedere il film? No eh? Comunque e’ vero che se non era per Vakond oggi ascolterebbi solo musica classica. In pratica e’ proprio colpa tua se ascolto robaccia! :DDD
@Daniela Dice il saggio: “campa cavallo che l’erba del vicino e’ piu’ verde”.
@Orty eeeeeeehhhhhhhh??? Dove? COME? Aho!!! Calmi eh! Non facciamo il passo piu’ lungo senza la gamba.
@Donatella
Macche’ squalificato, mi ripresento con un alias, mi tolgo gli occhiali, mi metto una calzamaglia blu e non mi riconosce nessuno.
E se lo facciamo al contrario? Chi cucina peggio vince? Io faccio una cena di biscotti, tanto per stare tranquilli. Tu che fai? Carne in scatolaaaa??? :DDDDD
@Orty: no, Giù è squalificato a prescindere, non ha superato l’esame di ammissione sui cookies… :-)
ma dov’è la ricetta di ‘ste polpette… ?
non la trovo!!!
r
:) approvo: tutti a casa di GIU!
@Orty, ok, va be’, come non detto… (E’ che io sky non ce l’ho, in compenso becco via satellite i canali francesi).
Cio’ non toglie che potemmo farlo tra di noi…
@Donatella: c’e’ anche da noi: “Cortesie x gli ospiti”, su sky. Sigrid ha pure partecipato…
Io neanche butto gli avanzi, quello che butto sono le cose nuove: faccio la spesa tutta insieme, e poi non riesco a cucinare tutto prima che vada a male…
Considerazione che non c’entra niente con il resto: sul canale francese M6 fanno una trasmissione carina, una specie di mini reality sulla cucina. Un gruppo di cinque persone che non si conoscono e che abitano nella stessa città conocorrono tra di loro per la cena migliore, inivitando ognuna gli altri 4 a casa propria per una cena. Al termine, gli ospiti danno un voto al padrone di casa sulla decorazione della tavola, sull’atmosfera che è riuscito a creare e ovviamente sul cibo. Alla fine della settimana si tirano le somme e si sa chi ha vinto (1000 euro, che non è male ma non è neanche troppo, si fa più per la gloiria che per i soldi). Da quanto ho capito (l’ho vista solo due volte, ma se me ne ricordo la riguardo stasera) il concorso si esaurisce in una settimana, dal lunedi’ al venerdi’, e poi si passa ad un nuovo gruppo. Sarebbe interessante farlo anche da noi, anche senza la televisione e senza vincita economica. Io però sono vegetariana e quindi avrei qualche difficoltà nell’andare a mangiare a casa degli altri chef in erba. Che dici Sigrid, lo organizziamo? Oppure rivenditi l’idea al Gambero Rosso…
@ Sigrid ma queste albóndigas non le avevo mai sentite..guardando gli ingredienti sembrano le polpette che faccio saltuariamente per riciclare del riso in biaco fatto in abbondanza.
Il tutto cotto in padella con poco olio e burro e raramente cotte in un sugo di verdure.
All’inizio pensavo fossero tipo dei canederli tirolesi…
Mhmmmmmm, sembra delizioso!
@erborina: ehhggia!! non solo mi ritrovo con la memoria come un colabrodo ma mo’ mi scopro pure dislessica!! lol :-D Beh ecco, pero, missa che le faccio allora, ste polpette! (ma… la salsa è d’obbligo? cioè non ho capito se si possono fare anche senza?)
sai che non avevo mai visto il nome scritto così? sono le albóndigas, vero? a me piacciono da morire di carne con la salsa di pomodoro oppure sono ottime anche quelle di pesce con una salsina di piselli e gamberi.
consiglio, consiglia, anzi, approffito e le faccio anch’io, mi hai fatto venir voglia ;)
Odio buttare il cibo, il pane soprattutto. anche a me e’ stato insegnato che quando il pane cade per terra bisogna baciarlo (e non sono mai stata dalle suore!!!) e che insomma il cibo non si spreca e gli avanzi si riciclano (nel modo piu’ appetitoso possibile e se non e’ appetitoso si riciclano lo stesso!). Devo dire che e’ un’esercizio stimolante, non bisogna fermarsi alle apparenze ma usare la fantasia, e cosi’ pezzi di formaggio e salumi sparsi finiscono in pasta al forno o torte salate, il pane secco diventa torta o pizza, a seconda dell’estro, le verdure sformatini… e cosi’ via. Cucina creativa! :)))
@ Vakond …no, di persona no… ma spero presto! (vero Giu???)
sulla storia dell’ascetismo, quindi m confermi che Giu fa tante chiacchiere ma poi…? (Giu, in amicizia :-)))
@ Giu Uffaaa non si fa così almeno metti uno spoiler così mi hai praticamente messo in mutande… vabbè te la perdono dai… rivendico solo il merito di averti iniziato alla musica con la M maiuscola in un pomeriggio di Maggio al cinema Comunale il film era HIGHLANDER la colonna sonora era dei QUEEN e sono passati oltre 20 anni…
Basta sennò mi scappa la lacrimuccia
@ Sigrid come dovresti sapere i seguaci di Giu praticano l’ascetismo estremo per cui sono poco inclini alle cose terrene tipo il fascino femminile, tranne che la cucina e un buon bicchiere di Chianti
@Daniela non so da cosa derivi il tuo fervore, devo supporre che anche tu conosci di persona il nostro comune amico ?
Le ricette caraibiche arrivano, vi dico solo che mamma gestiva con i suoi un ristorante ritrovo per autisti per cui magari non saranno proprio perfette stilisticamente…
@daniela: beh in pratica puoi usare veramente ogni tipo di verdure, quelle che andrebbero cotte basta sbollentarle e poi aggiungerle al pane & co prima di mettere il tuto a macerare. Con il pesce tipo azzurro ci stanno bene i carciofi, per gamberi & co andrei sugli asparagi o le zucchine…
@alice: se passo di li, faccio un cenno!! :-)
btw:
http://blog.gamberorosso.it/PhotoGallery/enrico-bartolini-al-teatro-della-cucina/gallery/foto_1_13.php
:-)
@chocolat: ma pensa te! gli ho cucinati pure io, oggi, i cavoletti! :-))
@roberta: ma grazie, quasi quasi che mi commuovo! ;-))
@mialettrice: non era un tanto per, era giusto che siccome usciamo da un lungo e appassionato dibattitto sulla fragole spagnole, mi sono giusto chiesto se per caso c’erano altre cosette (pensavo più a ragioni ambientali che politiche veramente) che ignoravo, tutto qui… (ah beh ecco, l’ha scritto pure Donatella)
@Marie-Hélène: esattamente, proprio come il pesto :-) (e il risottamento, già… :-)
@laura: ebbene si, che il pane poi si ‘scioglie’ anche se cmq passando il tutto al colino un po’ di fibre si eliminano…
@campodifragole: beh non è che io sia particolarmente aggiornata in materia di cucina andalusa, pero nel libro il metodo era invariabilmente questo :-))
@giu: nada psichosi, io butto di tutto – si lo so, è vergognoso, ma tanto ormai lo so che con gli avanzi finisce sempre che mi faccio la coltivazione di fiorellini blu velluttati in frigo, tanto vale evitare no? A casa mia però erano più organizzati: gli avanzi della cena se li beccava qualcuno a pranzo, le patate bollite avanzate si saltano in padella il giorno dopo, il pane si congela a fette (già…), e se c’era pane vecchio se ne faceva la torta di pane. Ah per il resto, le croste di parmigiano mi fanno un pochino schifo – ma chi sa cosa hanno toccato prima di arrivare da noi?? – il pane o conservo per il cane (che comunque se non è minimo un panino all’olio o un pezzo di pizza bianca non se lo fila neanche più) dopodiché quello grattuggiato lo compro, ovvio… E in materia religiosa, dice mio padre che a casa sua si faceva una croce sul pane prima di tagliarlo ma io sta cosa non l’ho proprio mai vista…
@luisella: ma magari!! (solo che temo che staremmo un pochino stretti nel soggiorno mio :-)
@laura: io la pasta risottata la faccio come te, tipo che le faccio fare mezza cottura in acqua prima, poi faccio una mantecatura stralunga nel sugo, aggiungendo acqua di cottura. Il mio preferito? le mafaldine con pomodorini (cotti pianisismo prima di aggiungere la pasta, con olio aglio erba cipollina sale e pepe), polpa di sgombri (tipo quelli grigliati avantzati del giorno prima) e mafaldine, slurp :-P
@vakond: ma io adoooooro l’avocado, vogliamo le ricette caraibicheeeee!!!! :-) ps: e grazie, euhm, per i complimenti (si, ma, quel ‘in quanto amico di giu’ nonho capito se mi deve rassicurare o cosa??! :-)
@erborina: (approfitto eh… :-) Senti ma cosa ci dici delle albigondas?? (ogni tanto ne vedo la ricetta in giro, mai provate pero, che fo’, ci provo? consigli??)
@zion: je suis désolée, c’est que deux blogs à mettre à jour ça fait un brin trop pour une moi :-)) (bon d’accord qand j’aurai un moment, j’y penserai…!!)
@maude: mai sentita sta storia del boia, ma sul serio?! Devo dire che col pane ho lo stesso riflesso ma, nonostante che dalle suore ci sia stata pure io – ma a parte il ricordo dell’ uniforme e messe periodiche non è che ne tengo delle ‘sequelles’ particolari – non so da dove mi arriva, ho come il sospetto che sia una cosa puramente estetica, nel mio caso voglio dire :-)
@giu (bis): bellissimo il racconto di te e vakond! :-)
@Luvaz Abile arruolato!! Baaammm (timbro del colonnello)
Di solito compro gli avocado prodotti nei caraibi.Una sola volta ho comprato quello israeliano e aveva un sapore diverso.Era più acquoso direi e insapore.Insomma na ciofeca….Il gaspaccio non penso di averlo mai bevuto. So solo che una volta qualcosa di simile ma con il succo di pomodoro freddo non incontrò i miei gusti….
@giu ho la tua appovazione per questo commento???:P
@ Vakond sìììììììììììììììììììììììììì dai dai :-D
@Elvira Grazie, mi sento molto meno solo adesso :DDD
@Roberta Ah!!! Slurp si! Diciamo che se non voglio avere incontri ravvicinati del quarto tipo; qui in .HU il pesce e’ meglio evitarlo (e’ un difetto mio sai, sono stato cresciuto con poco pesce ma solo freschissimo e quindi ho difficiolta’ a mangiare qualcosa che potrebbe essere usato solo per far morire le mosche dalla puzza).
Cercando di essere seri, ti dico che qui arriva solo in determinati giorni e in determinati posti, e costa come il tartufo. C’e’ il pesce d’acqua dolce certo, ma detto tra noi… che me ne fo’? E che acqua poi… brrrrrrrrrr
Comunque buono a sapersi, ci provo questa sera stessa, magari arrangio con una scatoletta di tonno, che ne so…
@Daniela Noooo la storia e’ diversa, Giuda prima mangia e poi tradisce. Vattelo a rileggere il capitolo :))))) Comunque, ci terrei a dire, che non solo non rinnego le origini, ma ne sono anche orgoglioso, e se qualche volta mi capita d’incrociare degli italiani nella mia vita, cerco sempre di parlare in modo naturale con la mia inflessione aprutina, proprio perche’ fa parte del mio essere che mostro con piacere. Quindi, cara, altro che rinnegare: scrippelle ‘mbusse forever.
@Donatella Ah le suore… beh io ne avevo solo una all’asilo che era la direttrice. Una specie di mostro bicefalo che solo a nominarla tutti tremavano. I piu’ birboni li mandavano da lei per un’oretta, inutile dirti che io avevo la fidelity card con lei. Ma comunque fu un deterrente solo all’inizio. Poi un giorno, mandato da lei per l’ennesima volta, ebbi il lampo di genio di deviare verso gli armadietti. Mi nascosi nel mio vano, e pensai di aspettare un po’ e poi tornare in classe come se niente fosse. Il caso volle pero’… che mi addormentassi, e cosi’ dopo un’oretta buona che Maria non mi vedeva ritornare, venne a cercarmi. In pratica non chiamarono la polizia solo perche’ qualcuno si accorse dell’armadietto leggermente aperto e vennero a guardare. Il resto te lo lascio immaginare :DDD
Per le cotiche di parmigiano, mi pare che ne parlammo gia’ alcuni mesi fa, e da quanto ho capito quasi tutti hanno una scatoletta in frigo dove lo raccolgono e sopra c’e’ scritto Biohazard.
@Luisella Macche’ festa: PREMIOOOOOOO!!! VOGLIAMO IL PREMIOOOOO!! Certo se capita alle 3 del mattino, sara’ un problema.
@Stefy Oddio non lo so, il libro non ce l’ho sotto mano, da quando abbiamo scasato i libri sono ancora inscatolati (sniffff snifff), e sono riuscito a recuperare solo alcune letture fondamentali di cucina… Pero’ ricordo che Isa ne ha parlato parecchio, e credo anche perche’ aveva un’amica spagnola credo.
@Maude Ah si’ si’ i bambini africani e la fame nel mondo. Questo a casa me lo risparmiavano (asilo e scuola no pero’), ma se rimanevano 2 pennette nel piatto mio padre diceva: Mbeh mo’ che fai Gianluca? Che non si e’ mai saputo chi fosse sto’ Gianluca, mai. Pero’ era un modo per dire che se non finivi tutto, eri uno scarso come il suddetto. Credo. La storia del pane, devo essere sincero non la conoscevo, magari perche’ da noi il boia non c’era piu’ da tanto. Boh… pero’ ci sono molti gesti quotidiani ancora legati a vecchie usanze, come fare la croce sul pane prima d’infornarlo, o mettere una crocetta d’olio sulla ribollita (tutte cose lette in vari libri di cucina, e che mi hanno sempre fatto sorridere :) ).
@Laura Ecco, lo sapevo io… ora se lo faccio col tonno come dicevo, come esce esce, sempre squallido mi sembrera’… uffa…
@Vakond Raccontare? Tu vuoi morire vero?
Vabbeh, allora facciamo cosi’, sto’ vasetto di pandora, anzi sto’ pandorino, lo apro io e ci togliamo il pensiero. Giu e Vacond sono amici di vecchissima data. La legenda vuole che Vakond fosse venuto a vivere a Teramo per motivi occupazionali di sua madre. Non veniva da lontano, giusto 20km, ma nella mentalita’ campanilista di Giulianova e Teramo, questa era una distanza tipo Palermo-Milano. A Teramo i giuliesi sono chiamati semplicemente: pesciaroli, a Giulianova invece i teramani, se riconosciuti per qualche sfumatura dialettale, venivano presi a calci dove non batte il sole. Insomma un nuovo studente si uni’ alla sgarrupata compagine della classe terza A della scuola media Zippilli: Vakond. Sempre secondo la big legend, dopo qualche mese passato a sfottersi e darsi fastidio a vicenda, Giu e Vakond finirono in una stradina di fronte alla scuola a menar le mani. Il motivo del contendere si e’ ormai perso nelle nebbie del tempo, restarono pero’ i danni alle automobili parcheggiate li accanto: una portiera della uno rossa con un bel bozzo causato dalla testa di Giu, e qualche specchietto tipo quello del cassone/fiat124 azzurro CAF del vecchio sordo del primo piano. Il suddetto anziano si vendico’ giorni dopo rovesciando il pitale da notte sulle borse dei ragazzi che stazionavano, i nostri due eroi compresi, come al solito vicino alla sua automobile sgangherata. Dopo essersele date di santa ragione, i due si guardarono stupefatti e pensarono: dis is the begining of a biutifull frendscipp! Altro che Casablanca insomma. E cosi’ cominciarono a frequentarsi anche fuori dalla scuola, passando dei pomeriggi molto costruttivi a fare tutte quelle follie che degli adolescenti devono pur provare per capire cosa NON fare poi nella vita. Piu’ che altro Giu aveva trovato in Vakond un partner disponibile ogni volta che c’era da inventarsi qualcosa di assurdo. Insieme andavano in pizzeria con cappelli da cowboy portandosi la cocacola da casa (!), copiavano dischi in vinile sulle cassette con il microfono tenuto a mano davanti ad una delle casse (con sottofondo di motorini e ambulanze che passano), andavano da Capacchietti a comprare le fialette puzzolenti, e passavano ore a giocare con il commodore 64 a galaga e pojan. Vakond aveva una memoria fotografica allucinante, cosi’ mentre lui la sfangava ascoltando le lezioni a scuola e leggendo una sola volta i testi, Giu si faceva un tarallo cosi’ senza riuscire ad imparere niente, e veniva sempre pizzicato impreparatissimo. Unica sua dote era la sfacciatagine con la quale riusciva a copiare i compiti di matematica dagli altri. Il loro rapporto conobbe alterne vicende, legate soprattutto ai fatti della vita piu’ classici: traslochi, scuole, servizio civile ed espatrio. Ma sorprendentemente la loro amicizia non ne risenti’ mai in termini qualitativi, anche quando non si sentirono per mesi. Oggi grazie alla rete riescono a comunicare spesso, e casualmente si sono ritrovati anche qui sul cavoletto, con un motivo in piu’ per tenersi in contatto e soprattutto con il piacere di stare insieme come amici in mezzo a tanta altra gente con la quale condividere alcune passioni come la cucina e scrivere fesserie.
Vakond, insomma e’ un amico, uno di quei pochissimi che meritano di essere titolati come tali. L’amicizia e’ una cosa seria, mica bruscolini.
Il soprannome Vakond lo ha ricevuto da me, correva l’anno 1986.
baci sfusi
Giu
je suis sûr qu’un jour j’arriverai à vous lire en italien…il semblerait que le site en français se meurt…snif, snif, enfin comme j’aime beaucoup vos recettes et comme j’aime beaucoup l’Italie ça me fait de l’exercice.
continuez comme ça c’est très bien.
zion
Ecco un’altra cosa che mi piace tantissimo:il Gazpacho. Il libro che hai consultato mi incuriosisce e, visto che abitiamo nella stessa città, puoi darmi un’idea di dove lo posso trovare? Mi piacerebbe sperimentare con altri ingredienti; l’idea di un gazpacho con la frutta mi fa pensare all’estate, mica manca tanto no?!
L’abbinamento di ingredienti e anche dei colori mi sembra perfetto. Come spagnola io preferisco il classico perchè i sapori mi ricordano “mi tierra” però non dubito che anche questo sarà molto gustoso ;)
@ Roberta: non, non gioco a shangai… ih ih… anche perché ODIO la pasta lunga (sob)
Gazpacho, la mia mamma ha trascorsi latino americani, nel senso che ha vissuto in Venezuela molti anni e ogni tanto mi tira fuori questi stuccanti sapori caraibici, l’avocado lo usa in estate per certi antipastini da leccarsi le punte delle dita, le suggerirò questa piacevole variazione
@ Giu come ben sai a casa mia è sempre avanzato molto poco per cui sinceramente il problema non me lo sono mai posto… in effetti però ad esempio mia moglie a tavola non ama vedere il pane rovesciato, sul dorso per capirci credo di ricordare comuqnue che anche lei un paio d’anni di suore se li è fatti…
@ Sigrid la mia curiosità da scimmia mi ha fatto fare qualche ricerchina utilizzando il tuo nome devo farti doppi complimenti perchè oltre ad un curriculum strarodinario sei anche molto carina ( non preoccuparti sono innocuo in quanto amico da tempo di Giu )
@ Daniela prima o poi farò un outing e vi racconto qualche storiella su Giu che vi farà davvero morire dal ridere ma devo rima chiedere la liberatoria senno mi banna
@Laura…ahmmma tu non giochi a shangai…
:-))
Un gaspacho vert, il fallait y penser …et j’adore les avocats!
@Daniela: grazie per i complimenti, visto che ti occupi di commmmmunicazzzzione, mi fanno un gran piacere.
Agli altri che chiedevano della pasta risottata, come diceva Roberta, è un altro pianeta.
Io inizialmente la butto nell’acqua bollente, poi trascorsi 5 minuti la butto nel wok (che è la morte sua) o comunque in un grosso padellone antiaderente dove avevo già preparato il condimento, la salto e poi comincio ad aggiungere con il mestolo quanta acqua quanta man mano ne chiede la pasta, ma sempre poca alla volta. Alla fine si fa “tirare” il sughetto e se si ha un pò di pratica viene una cosa meravigliosa (faccio il mio esempio di ieri, è venuta super una squallidissima pasta con scatoletta (orrrrore!) di Tonno (pure al naturale, bleeeeaaar), carota a julienne, qualche capperetto e un poco di prezzemolo… figurarsi sughi più “onesti” che vien fuori!
@giu, anch’io sono stata educata spartanamente col cibo: i miei sostenevano severamente che anche il minimo avanzo nel piatto(che so, quattro chicchi di riso quattro) avrebbe sfamato almeno due bambini cinesi(chissà poi perchè, proprio cinesi?!)e che quindi doveva assolutamente essere terminato TUTTO ciò che stava nel piatto, briciole comprese! Mi è quindi semplicemente impossibile gettare alcunchè abbia forma o aspetto alimentare, e anch’io ho baciato il pane… e non mi sognerei mai di metterlo in tavola a “testa in giù” : vecchia storia, questa,risale a quando i fornai mettevano da parte il pane per il boia e per distinguerlo lo riponevano, appunto, sottosopra! lo sapevate, no?!?
ricordo di quel libro
Stefy
@Giu
Non vorrei sbagliare ma in Afrodita Isabel Allende mette anche a macerare delle olive nere in olio d`oliva per poi spacciarle per tartufi.
E` l`unica cosa spimpatica che
@Roberta, Elvira, anche mio padre mi riprendeva quando il pane lo mettevo a pancia in giù, adesso non lo potrei mai fare, mi da proprio fastidio “visivo” vederlo in quel modo.E conosco anche chi bacia il pane prima di buttarlo,comunque credo che a suo tempo significava avere rispetto per il cibo che scarseggiava ed anche retaggi cattolici in quanto il pane simboleggia il corpo di Cristo nell’eucarestia.
Mio nonno prima ed il mio papà adesso riciclano il pane duro grattugiandolo e lo usiamo in cucina come pangrattato!
Cara Sigrid, perché per il 2milionesimo lettore – ormai prossimo – non organizzi una allegra festa per i tuoi compagni di blog, di lettura e di ricette?
@Giu io cerco di non buttare nulla: il pane secco si grattuggia, ciò che avanza si riscalda, e si tiene sotto controllo il frigo e la dispensa…
ma so che siamo in pochi…
qualche anno fa una conoscente si era meravigliata vedendomi tagliare la parte esposta all’aria da qualche giorno di una mezza mela…
lei l’avrebbe buttata…
tristezza
@Elvira anche mio papà guai se mettevo a tavola il pane a pancia in giù…
@Donatella, la pasta inizi a cuocerla da cruda!!
proprio come il riso…
beh, si all’inizio ti sembra di giocare a shangai..ma poi …
:-))
@Roberta: mai sentita la pasta risottata, mi interessa, come si fa? Ma non viene scotta?
@Giù: sei stato dalle suore??? Adesso si spiega tutto! :-DDD E invece di ciucciare i biscotti, fai come Bart Simpson… :-) Quanto a buttare… io purtroppo butto molto, perché tengo in frigorifero per anni dicendomi poi lo uso, poi lo uso… Ma quello che non riesco proprio a buttare sono le croste del parmigiano, dicendomi che poi le mettero’ in un minestrone. Solo che il minestrone non lo faccio mai perché mi piace troppo il brodo vegetale, quindi tengo il brodo e elimino le verdure, e le croste di parmigiano si accatastano nel frigorifero e finiscono col vivere di vita propria…
@ Giu Giu come Giuda… solo che tu prima rinneghi gli amici e poi ti autoinviti a cena!!! :-P
il menu che hai proposto mi pare ambiguo… effetto “Allende”? :-P :-P :-P
sugli scarti: io riesco a non buttare nulla o quasi ma più per convinzione che per educazione di famiglia. mia madre infatti ha una fobia del botulino esagerata e butta via le cose anche prima della scadenza, se solo stanno nel nostro frigo da troppo tempo!
@giu Giu sono scoppiata a ridere davanti al computer cosi’ fragorosamente che mia figlia mi ha chiesto ‘Cosa e’ successo ?’ Mi hanno fatto ridere 1) che i virus e batteri col cacchio che vanno da uno che ciuccia aglio 2) anche a me non piace buttare il cibo , ma baciare il pane prima di buttarlo mi fa ridere ma anche tenerezza ! 3) la scena di te con crampi inclusi che ridi per i biscotti ! 4) il tuo umorismo mi piace molto e’ solleticante.
@Giu gli spaghetti cotti piano piano col brodo di pesce (qualche scorfanetto e qualche triglia slurp)…da leccarsi i baffi…
l’amido della pasta non si lava via…e come dice Laura il tutto rimane molto cremoso.
Giu, mio marito fa il segno della croce quando bisogna buttare via del pane vecchio/ammuffito!!
E mi rimprovera anche se metto a tavola un panino a “pancia in giu’ (nessun riferimento a cose o persone esistenti :)) ”
Cmq si, mi chiamo Elvira e buttare il cibo mi dispiace tanto! Ecco.
Lo lascio li sperando di usarlo, e non poche volte ho dovuto aprire vasetti di yogurt col timore che saltassero fuori dei draghi! (li apro anche se devo buttarli, per la differenziata :-).
@Filippo Vecchio porco! :DDDD Quando ci vediamo all’osteria, poi ti racconto i dettagli da VM18.
Senti ma Felipe De La Bloghera immagino sia un grande estimatore del gazpacho, no?
@Daniela Beh il pesce e’ un po’ delicato infondo, no? Questo con l’avocado non mi pare sia un sapore esageratemente determinato, al limite ridurrei l’aglio. Magari quando vengo a cena da te li vedrei volentieri insieme lo spagnolo e la marinaretta :)
@chocolat Scusa ma ho riso un po’, perche’ dico la stessa cosa pure io. L’aglio mi piace, ma con estrema moderazione (non mi deve rimanere in bocca per una settimana, ecco). C’e’ gente capace invece di succhiare l’aglio al posto delle caramelle, adducendo misteriose doti curative e soprattutto preventive di potenziali raffreddori. BEEEEEEEEEEEEEEEERRRRRKK
Certo… se fossi un batterio o un virus, col corno che ci andrei da uno che ciuccia l’aglio :))))
@Anto Oddio scusa, dovevo scriverci *spoilers* sul commento… :S
No guarda io sono piuttosto lunatico per queste cose, leggo anche 3-4 libri contemporaneamente (non sempre ma capita), e di solito se non mi piace un libro, nel senso che proprio noooooooo, taglio, via, stop. Questo l’ho letto tutto, non era proprio un orrore, e’ solo che mi aspettavo qualcosa di piu’ coinvolgente, non so. E mo’ non parlo solo del lato porcello, ma proprio dell’aspetto cibo/piacere. Questo non vuol assolutamente dire che tu non riesca a coglierne il vero senso in esso contenuto e che a me invece continuera’ a sfuggire sempre. I gusti sono sempre gusti, no?
@Roberta Appero’! In effetti l’ho letto da qualche parte sto’ sistema, ma non ho mai avuto il coraggio di provarci. Tu cosa ci fai?
E a proposito del coraggio: non so come la vedete voi, ma io ho una specie d’idiosincrasia per il cibo sprecato. C’e’ questo spettro che aleggia sempre in cucina, che il cibo non si butta, che il pane non si spreca ecc ecc. So che dipende dal fatto che da giovane era la cantilena che sentivi ovunque (genitori e nonni erano ancora in trauma post-guerramondiale. Ricordo che addirittura le suore t’insegnavano a baciare il pane prima di buttarlo, perche’ era “peccato” (non scherzo, e baciarlo pure dopo che e’ caduto su qualche zozzeria beh… no comment). E poi la cucina degli avanzi. Non ho nulla contro eh, ci mancherebbe, pero’ qualche volta devo farmi forza, chiudere gli occhi e accettare che il famoso “avanzo di lenticchie” ormai e’ inservibile o si e’ talmente evoluto nei millenni passati in frigo, che comincia ad avere coscienza di se stesso. E cosi’ ogni tanto devo quasi farmi violenza prima di fare un esperimento “pericoloso”. Per capirci, coi biscotti ho riso fino ad avere i crampi, pero’ buttare e’ stato faticoso. Ho pure provato ad assaggiarne uno, nella speranza di potermi autoinfliggere un po’ di dolore, ma essendo diventati anche impermeabili, dopo averne ciucciato un pezzo 10 minuti senza che ci fossero concrete variazioni nella sua struttura molecolare, ho sputacchiato in giro e desistito.
Ma sono solo io ad esser venuto su cosi’, o c’e’ anche qualcun altro che soffre di questa psicosi e vuol fare una seduta dell’anonima spentolatori con me?
Grazie
Giu
@Giu e Anto l’Allende in quel libro a me fa impazzire per la sua ironia… ma per il resto, che v’aspettavate??? ma davvero un libro può insegnare quelle cose?? suuu…
Giu comincia a farli morbidi, i biscotti, che vedrai già produrranno qualche effetto… dopo, ci vorrà un rimedio anticellulite, no? ;-)
@Laura anch’io mi sono armata di un wok gigante e ci faccio la pasta risottata: è buonissima! (ho visto il tuo blog: carino!!!)
@Roberta: giusto, la pasta risottata, ma quanto è buona? In pratica viene con un gusto strepitoso, cremosa anche se fai una cavolatissima di condimento! Io ormai la faccio sempre così, certo ci si deve star dietro, ma io in cucina ci VIVO, sicché…!
@Giu Nooooo ho comprato il libro della Allende proprio con la tua stessa curiosità morbosa (…;-)) Ma sta ancora lÌ, in attesa di essere letto, e tu mi dici che è una delusione… che peccato! Se proprio non sai dove sbattere il capo tra un biscotto e l’altro… potresti leggere “Come cucinarsi il marito all’africana” di Calixthe Beyala che è piuttosto gustoso..
Io ho iniziato il mio blog proprio con un gazpacho di fragola! http://campodifragole.blogspot.com/2006/05/gazpacho-di-fragole.html
Questa cosa di mettere a marinare il pane prima con l’aceto non la sapevo…non l’ho visto fare mai qui in terra spagnola. comunque molto interessante sta cosa della tecnica di base
@Giu..ragione!
questa cosa della tecnica applicata ad un ingrediente diverso da quello per cui è nata,l’ho scoperta con la pasta cotta a mo’ di risotto…
@ bravo Giù non si finisce mai di imparare..
comè la storia dei libri che leggi?? ;-P
Anche senza ingegnarsi si trovano ricette di gaspaccio con qualsiasi tipo di verdura frutta non saprei.
Ormia qui tutti abbiamo il terrore dei tuoi biscotti.
dovresti rimediare sai!!!
ciaooo
Felipe de la Bloghera
Anche io ero convinta che fosse solo quello rosso, e anche che la sorta di “crostini” si aggiungessero dopo… pensa te! Sicché ci si beve pure il pane?!? Curiosi sti spagnoli. Besos, Wawa
Ciao, il tuo blog mi viene indicato da un amico di un amico di un amico… visto la mia passione per la cucina (è vero, ci sono anche degli inglesi che sanno cucinare! Giuro…)
Comunque sembra dai tuoi commenti che il gazpacho è come il pesto – descrive un metodo è non una ricetta. Quando il tempo permette (in entrambi sensi) proverò il gazpacho di avocado e pinoli, mi intriga.
Vabbeh… m’e’ scappato. Scusate. Cio’ che penso lo ha scritto Daniela, quindi non mi ripeto.
Gaspaccio verde. Questo e’ uno di quei piatti curiosi che per ignoranza mi ha sempre creato qualche remora. L’ho trovato la prima volta nel libro di cucina della Allende (Afrodita, mi pare fosse il titolo), che in controcopertina prometteva mirabolanti piatti afrodisiaci. (Giu porcello, ovviamente). L’ho letto 6-7 anni fa, e devo dire che mi ha deluso, visto che di storie peccaminose quasi zero, i piatti afrodisiaci sappiamo che in pratica non esistono, e soprattutto un impianto letterario inesistente, cosa che invece in altri suoi libri ho apprezzato. Insomma un libro che non ho trovato utile, salvo per due cose: infondo dice che il vero erotismo di un piatto e’ il parlarne, e’ il vedere qualcuno preparalo per noi, con quelle mani che ci fanno sognare altre performance post-magnatorie, e’ il mangiarlo insieme, e’ il godere di quella sensazione fisica del nutrirsi di una delizia (in due diciamo, dai). L’altra invece e’ sto’ gazpacho che dalla descrizione mi ricordava molto il tema di fondo che c’e’ in una zuppa di frutta ungherese che si consuma fredda (non mi fa impazzire, ma non e’ manco da buttare), e cioe’ che si possono consumare zuppine e zupparelle anche fredde, se l’armonia del piatto lo consente. Guardai qualche libro, ma ovviamente il gazpacho era sempre e solo quello: al pomodoro. E li ho chiuso con la curiosita’, perche’ ho avuto il timore di ritrovarmi con qualche litro di succo di pomodoro taroccato, che francamente non e’ nella top ten delle mie bevande preferite. Sta’ cosa verdolina invece m’attizza soprattutto per l’idea che infondo, come spesso accade per molti piatti, c’e’ un metodo di fondo, una tecnica specifica, che pero’ puo’ essere applicata anche ad altri ingredienti. E quindi ci si puo’ mettere a sperimentare, che e’ la cosa piu’ bella di questa passione. Magari si puo’ provare anche con altre verdure o altra frutta, basta ingegnarsi, no?
Oggi niente biscotti.
Giu
Vi prego non iniziamo un’altra polemica come ieri eh!!!!
Ola Giù!!!!todo bien?
Aaaaaaah ciao Andreaaaa!!! Anche tu qui oggi?
Mi fa piacere ritrovarti. :))))
un abbraccio
Giu
@Tua lettrice: il commento di Sigrid non era politico ma culinario, in seguito a post precedenti, della serie ma sono buoni gli avocado israeliani o sono fatti coi pesticidi, oppure sono fuori stagione, oppure fatti con semi transgenici… insomma senza voler punire nessuno.
Ma perchè scrivere quello che hai scritto nel p.s.? Ci chiediamo mai se si debbano comprare le prugne dalla california, il cioccolato dagli svizzeri o i sigari cubani? Perchè mai per Israele farsi di queste domande? Diamo forse per scontato che dobbiamo punirlo per qualcosa? Eh già, i cattivi del medioriente sono loro…
Parliamo di ricette, almeno qui, (e tu sai farlo benissimo, sei la mia lettura quotidiana e sperimento tante tuoe ricette), ma non banalizziamo questioni più serie “tanto per”.
a proposito…adoro il gazpacho…
Sigrid…grazie di cuore per queste cosette buonine che ci posti…
complimenti per come riesci a gestire il tuo tempo
( i complimenti per tutto il resto te li ho già fatti tante volte…)
davvero, a te la mia stima per non dimenticarti del tuo blog…e di noi…
bacio
oh….ma quanto sono orgogliosa di te!!!
(come dire…mi sento un po’ talent scout…:-))) dopo tutto è partito tutto da qua..anche da noi tutti..
brava
Ciao Sigrid!!!
un gazpacho buonissimo l’ho mangiato come entratina da Enrico Bartolini…e in riferimento al post di settimana scorsa..vale il viaggio, vale davvero. Anzi, se quando vieni in zona me lo dici ti farei pure compagnia… ;)
buona giornata,
alice
Interessante il libretto sui gazpacho, peccato che io non ne abbia mai mangiato uno – gazpacho, non libretto..hehe :-) (Aiuto!!Nel fare lo smile stavo creando Polifemo .-) Argh!!)
Buono ! Adoro avocado e gazpacho , poi secondo me togliendo l’aglio e’ buono lo stesso e non ‘ammazzi’ nessuno. Oggi c’e’ una sorpresa per te http://cookinginrome.blogspot.com/2008/02/penne-with-brussel-sprouts-penne-con.html
wow! io ero convinta che il gazpacho fosse solo “quello” lì… che non mi piace ma mi fa tanto pensare ad Almodovar!!! sperimenterò anche io questa variante!
ne avresti una versione da abbinare a un’insalata fredda di pesce?