Aah, i carciofi… :-) Beh io con i carciofi ho un rapporto non ben chiaro. Ma per forza. Vengo da un luogo dove il carciofo o lo mangi intero, bollito, staccandone le foglie una ad una (si unzuppa la base della foglia in una vinaigrette e la si mangia, solo la base tenera della foglia ovviamente, il resto si butta), o ne farcisci il cuore (tolto tutto il resto, si fa solo con i carciofi grossi e infatti quelli piccoli non li avevo mai visti prima di venire a roma) con del caprino e lo passi al forno. E basta. Quindi nella mia (piccola) mente di (piccola) belga il carciofo era quasi un accessorio, una verdura poco presente, poco ambivalente e, diciamolo pure, assai poco interessante.
Non vi sto quindi a spiegare il rovesciamento copernicano che è stata la permanenza romana, e infatti credo che ormai ho per quella verdura una passione – quasi – italica, se non che nell’atto di pulirli i carciofi continuo a sentirmi una klette totale (scusate, è bruxellese, l’unica parola appropriata al caso, una nullità insomma) e imbranatissima (anche perché ho come il dubbio che per pulirli bene e con scioltezza bisognerebbe farsi la mano su un paio di centinaia di esemplari, e difatti io continuo a sentirmi in ansia quando dispongo i miei due o tre esemplari del giorno sul tagliere). Non vi faccio la rassegna dei mille modi di accomodare tradizionalmente i carciofi, tutti deliziosi, la cosa che invece mi colpisce è quanto i carciofi si abbinano bene anche con delle spezie, come finochietto e anice stellato, col pesce e con… la vaniglia! Provare per credere insomma :-)
Tagliatelle con carciofi e vaniglia
(porzione per 2)
tagliatelle all’uovo 150g
carciofi 2
vaniglia mezzo bacello
olio d’oliva
sale & pepe nero macinato
pecorino romano
Pulire i carciofi, tagliarli a fettine (2-3mm) e disporli in una padella antiaderente, condire con un filo di olio d’oliva e due cucchiai di acqua. Tagliare il bacello di vaniglia nella lunghezza, estrarne i semi con la punta di un coltello e aggiungere semini e bacelo vuoto nela padella con i carciofi. Far cuocere il tutto a fuoco medio-basso per 10-15 minuti finché le fettine di carciofo siano teneri. Salare e pepare. Nel mentre far bollire abbondante acqua salata, cuocerci la pasta. Infine, scolare la pasta, buttarla nella padella con i carciofi e far saltare il tuto a fiamma vivace per 30 secondi. Servire nei piatti, aggiungere una macinata di pepe nero e delle scagliette sottili di pecorino.
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tocc tocc…. io sto’ facendo una scorta di carciofi per l’estate …. hihih ne compre 22 alla volta li precucino e poi surgelo ……. i gambi sono assolutamente da tenere … i risotti fatti con i gambi sono fantastici…. per cui.. la morale e’ ke di ricette con i carciofi ce ne sono a iosa… bastta avere il carciofo ….:-) ciao a tutti
Ciao Sigrid, ovviamente non ti puoi ricordare, ma una volta ti ho chiesto aiuto mentre preparavo il tuo tronchetto di natale (a proposito, fu un successone, mi pare fosse natale 2006…..ccipikkia da quanto ti seguo!!!)
Volevo solo farti sapere che ho inserito un link a questo post nel mio “neonato” blog…..non si sa mai…..avessi violato una regola di “deontologia blogghense” fammelo sapere.
Complimenti a go go…..
Viviana
grazie giulio, del resto hai ragione, la secca recupera l’acqua e quindi non c’è tutta questa differenza. quanto alla vaniglia, prometto che oserò, e riferirò…
@marco: boh guarda dipende molto dal condimento. Se è una salsa (tipo pesto genovese) mi tengo sui 100g-120g a testa. Se ci sono verdure, frutti di mare, etc anche meno, 80g-90g a testa vanno bene. E’ vero che nella fresca c’è più acqua e quindi dovrebbe pesare di più ma tende ad aumentare parecchio di volume in cottura.
In quanto a carciofi e vaniglia, osate osate, la vaniglia si sente come lontano richiamo ed esalta il carciofo…non ci sta male alla fine, fuori dal fuoco, poca maggiorana fresca tritata…
volevamo prepararli per due ospiti a cena, ma l’abbinamento carciofi-vaniglia, che ci incuriosiva moltissimo, temevamo potesse non piacere… quindi solo carciofi e tagliatelle, comunque un grande successo. ma rimane la curiosità: prossimamente verrà di sicuro soddisfatta. grazie grande sigrid! – p.s. ma la pasta fresca come va dosata? la secca metto 100 grammi a persona, con la fresca sbaglio sempre. stavolta ne ho messa troppa (150 a persona), ma ne serviva solo la metà. comunque ho condito solo quella e ho conservato il rimanente…
Io sono albanese e questo piatto e piaciuto a tante persone della mia famiglia solo a me no perche non mangio i carciofi ma se gli mangiassi mi sarebbero piaciuti di sicuro
ciao e grazzie di aver scritto questo piatto perche ho fatto una bella figura
Un accostamento suadente ed accattivante… da provare
@Giulio: spero che il dio della gastronomia ricordandosi di me non mi farà nascere obesa… :-)
@Donatella: sei un mito,la ricetta delle sfogliatelle ricce…pensavo non esistesse, che le portasse direttamente la sirena Partenope uscendo dalle acque del golfo…o quella era la pastiera?
Il dio della gastronomia si ricorderà di te alla tua prossima reincarnazione per questo bel gesto.
Grazie…
cento!
Wow, stavolta ha funzionato. Se non avessi pensato a salvarlo credo che mi sarei suicidata…
(segue e spero finisce):
Tirate fuori il rotolo di pasta dal frigorifero, mettetelo sul marmoe, con un coltello affilato – meglio se elettrico- tagliatelo a fette di almeno un cm di spessore. Le fette risulteranno composte da una lunghissima fettuccia di pasta arrotolata su se stessa, come se fosse una pezzetta di nastro.
Prendetene allora una fra le mani, un getela sul taglio superiore con una nocciolina di strutto e, rigirandola fra le dita, fate contemporaneamente scivolare con lievissima pressione, i pollici dal centro verso l’esterno (le altre dita poste inferiormente faranno il movomento inverso e cioè dall’esterno verso l’interno) si’ da coricare leggermente le striscette, dirigendone il taglio superiore vcerso i bordi e facendole appena accavallare l’una sull’altra. Con questo movimento la fetta risulterà quasi schiacciata e moderatamente concava. Ripetere l’operazione per tutte le altre.
Riprenderle poi una ad una e, premendo dolcemente col pollice sul centro, accentuare la convessità dando ad ognuna forma di imbuto e quindi, tenendole nal cavo della mano atteggiata a coppa, riempitele con un cucchiaio circa di ripieno, senza chiuderle ma appena avvicinandone i bordi, e poggiatele su una placca da forno in ferro. Cuocetene un certo numero per volta (quante en entrano in forno) a 250 gradi, sempre sorvegliando che non brucino inferiormente. Dopo 5 min di cottura tiratele fuori dal forno per un paio di min e quindi rimettetevele. Quando saranno diventate bionde, sfornatele, lasciatele raffreddare e poi cospargetele di zucchero a velo. Occorreranno in tutto da 10 a 15 min di cottura.
Potrebbe darsi – e pare che dipenda da insufficiente calore del forno – chenella prima fase della cottura le sfogliatelle restituiscano lo strutto il quale cadrebbe sulla placca. In questo caso, quando dopo i primi 5 min di cottura li tirerete fuori dal forno, tenendo la placca inclinata, portate via col cucchiaio quanto più strutto possibile.
(segue)
Potrete allora stenderla in striscia strettissima [più è larga e più le sfogliatelle verranno grandi, ndr] e lunga parecchi metri, arrotolandola intorno al mattarello senza mai usare la farina (la durezza della pasta lo consentirà) e cercando di evitare che la striscia si allarghi. Quando la sfoglia avrà l’altezza di un paio di mm ammucchiatela ad una estremità del marmo tenendola leggermente ripiegata a fisarmonica e cominciate a stenderne una estremità ancora più sottilmente (fino a raggiungere meno di un mm di spessore) per un tratto di una cinquantina di cm senza tagliarla.
Arrotolare l’estremità della sfoglia, finché avrete un rotolino spesso quanto una matita, e ungete poi uniformemente di strutto col pennello il pezzo più sottilmente spianato, continuando ad arrotolare strettamente su se stesso, tirando a voi, per assottigliare il più possibile la sfoglia, e sempre badando che la striscia non si allarghi. Fermatevi qualche cm prima di arrivare al pezzo non unto e, senza farla spezzare, assottigliate un altro po’ di striscia e continuate cosi’ finché non avrete più pasta. Alla fine vi risulterà un bastone di circa 30 cm di lunghezza e di 7-8 cm di diametro, che spennellerete esternamente di strutto, deporrete in un piatto, coprirete con un foglio di alluminio e metterete in frigorifero per 24 ore o, se vi fa comodo, anche di più: nell’attesa, la pasta non farà che migliorare. Trascorse le 24 ore, preparate prima di tutto il ripieno: fate bollire l’acqua col sale, lasciatevi cadere il semolino a pioggia e fatelo cuocere a fuoco abbastanza vivo per 5 min, rigirandolo continuamente. Versatelo poi su un marmo lasciatelo raffreddare e, dopo averlo messo in un’insalatiera, mescolatelo con cura alla ricotta già schiacciata e lavorata con lo zucchero, alla cannella e alla vaniglia, aggiungendo le uova una alla volta e continuando a rigirare finché il composto non sarà liscio. alla fine aggiungete i candiditi tagliati a piccolissimi pezzi.
Accendete il forno in tempo perché le sfogliatelle vanno infornate a 250 gradi circa di calore.
Va be’, mi sa che devo fare pezzetto per pezzetto, o forse sono le virgolette che devo levare. Provo di nuovo…
Un’ora prima dei cominciare tirar fuori dal frigo lo strutto perché si ammorbidisca e rileggersi le 7 norme essenziali più sopra citate (1. Qualità di farina e strutto: farina finissima da pasticcere – americana- e strutto vismara o citterio lavorato a crudo; 2. durezza della pasta, cioè la massima possibile; mettere quindi pochissima acqua per non rischiare di eccedere; 3. la lavorazione della pasta: essa non deve essere mai stracciata o tirata, ma soltanto pigiata con le mani o battuta col mattarello per almeno mezz’ora; 4. il riposo di un’ora, dopo aver unto esternamente la pasta con lo strutto perché non faccia la crosta; 5. la spianatura, che va fatta senza aiutarsi con la farina e che deve essere tale che la sfoglia diventi quasi trasparente; 6. la lavorazione e la spianatura vi saranno enormenmente facilitate dall’impiego della macchina per fare i tagliolini [si’ insomma anche la lavorazione la puoi fare passandola a pezzi nella macchinetta al primo buco, poi li rimetti tutti insieme e li batti col matterello]; 7. la uniforme ma lieve spennellatura di strutto della sfoglia).
Mettere sul marmo la farina a fontana, con il sale al centro, e cominciate a versare poca acqua fredda per volta, sciogliendo il sale e assorbendo poi a mano a mano la farina, sfiocchettandola e rialzandola fra le dita, e infine riunendo tutti i fiocchetti che si saranno formati, pigiando e premendo perché si attacchino l’uno all’altro. Lavorate quindi la pasta per mezz’ora, soltando pigiando col palmo delle mani e con le nocche della dita e battendola col mattarello. Se la lavorate con la macchina, dopo che sarà amalgamata battetela ugualmente col matterello.Quando la pasta sarà elastica e liscia, raccoglietela, fatene un pane, ungetela tutta di strutto con un pennello e lasciatela riposare per circa un’ora.
Azz! non è apparso! Meno male che ho preso la premura di ricopiarmelo in word mano mano temendo un bug… Asp, ci riprovo:
Giulio, in realtà ho controllato, non è all’uovo la pasta, ma all’acqua. E si’, sottilissima. Poi sia Serra e Ferretti del Grande Libro della Pasticceria Napoletana, da dove presi la ricetta in origine, sia Jeanne Carola Francesconi in La cucina Napoletana (la vera bibbia della cucina napoletana), spiegano come vada tirata e stratirata, ma a sentir la loro descrizione è più complicato di quanto non sia in realtà (anche se poi magari vengono un po’ storti i “sacchettini” a noi semplici mortali). La vera difficoltà sta nel formare le ricce, non nel tirare la pasta secondo me.
Anyway:
Per la pasta: 1kg di farina americana, 300 gr di acqua, 20 gr di sale, 300 gr di strutto lavorato a crudo;
Ti ricopio il testo della Francesconi (ma chi me lo fa fare? :-D):
>
@Giulio, in realtà ho controllato, non è all’uovo la pasta, ma all’acqua. E si’, sottilissima. Poi sia Serra e Ferretti del Grande Libro della Pasticceria Napoletana, da dove presi la ricetta in origine, sia Jeanne Carola Francesconi in La cucina Napoletana (la vera bibbia della cucina napoletana), spiegano come vada tirata e stratirata, ma a sentir la loro descrizione è più complicato di quanto non sia in realtà (anche se poi magari vengono un po’ storti i “sacchettini” a noi semplici mortali). La vera difficoltà sta nel formare le ricce, non nel tirare la pasta secondo me.
Anyway:
Per la pasta: 1kg di farina americana, 300 gr di acqua, 20 gr di sale, 300 gr di strutto lavorato a crudo;
Per il ripieno: 250 gr di semolino; 5 gr sale fino; 750 gr di acqua; 250 gr di ricotta; 275 gr di zucchero; 2 uova 25 gr scorzette d’arancia candite; 50 gr cocozzata; 2 gocce di olio di cannella; 1/2 bustina di vaniglia;
zucchero a velo
Ti ricopio il testo della Francesconi (ma chi me lo fa fare? :-D):
>
Uff, ce l’ho fatta. Adesso se invece di farle con lo strutto le fai col burro me ne sono meritata una! Acc… sono quais le 6 e ho un lavoro da consegnare domani! Va, erano più divertenti le sfogliatelle…
Odio la panna nella pasta
D’accordissimo con Sigrid per l’utilizzo dello strutto in alcune ricette per la consistenza e per la frittura. La consistenza che dà lo strutto ad alcune pastelle da friggere è unica. Nella mia zona (appennino emiliano) si usa ancora molto
spettacolo…
Ma la pasta all’uovo dovrà essere sottilissima…quanti tuorli per kg di farina? 30? 40? si si ricetta delle sfogliatelle…siamo solo al 92 esimo commento…
:)
@Robiciattola: grazie, saremo al Sistina il mese prossimo… :-)
che carini i dialoghi di Donatella e Giulio!!!
@Giulio: no no, niente attrezzature speciali. In realtà se ben ricordo (ma poi andro’ a prendere la ricetta nel libro di pasticceria napoletana) basta fare una pasta all’uovo normale e poi stenderla come per le tagliatelle, spalmare la striscia di grasso e arrotolarla abbastanza stretta (sul lato corto ovviamente). Una volta ottenuto questo salsicciotto a spirale lo si taglia a fette, e poi con i pollici si spige il centro in fuori in modo da formare un sacchettino praticamente conico fatto di striscioline spiralate. Poi lo farcisci, chiudi il lato aperto in alto schiacciando e metti in forno (ora non ricordo se va spalmato prima col rosso d’uovo o meno). Cmq se davvero ti interessa poi la ricetta te la trovo.
Le sfogliatelle in casa??????????
Io sono di solito audace ma le sfogliatelle neanche me le sarei sognate…
ma non ci vuole sfogliatrice, attrezzature supersofisticate, essere figli di pasticcere napoletano da 12 generazioni?
Vogliamo la ricetta.
@Sigrid: ricordo che la famiglia belga (come te ostendoise francophone) dalla quale facevo babysitting e poi anche per un periodo ragazza alla pari in Svizzera friggeva tutto col blanc de boeuf. Per fortuna lei era una gran cuoca e capi’ perfettamente quando le spiegai che non puoi fare le zucchine alla scapece se friggi nel grasso di bue. Va be’, sono passati uhm… 20 anni, ma mio cognato (belga) nella friggitrice continua a mettere cose solide… Poi non vorrei dire, ma non puoi paragonare il grasso di bue allo strutto, perché si sa che del maiale non si butta niente, ma del bue…
Lo strutto (che a Napoli si chiama sugna) nel sud viene ancora utilizzato tantissimo e ammetto, pur non mangiandolo più per scelta vegetariana, che ha un suo perché a livello di gusto. Mio zio, col suo forno per le pizze sul terrazzo, fa le pizze più buone di Napoli e sopra alla pasta stende un velo di sugna prima di mettere il pomodoro. E le famose sfogliatelle ricce si fanno spalmando la sugna tra uno strato e l’altro di pasta. io le ho fatte invece con il burro. (divertente fare le sfogliatelle, hai mai provato?). E tantissime altre ricette partenopee tradizionali vogliono la sugna, vuoi per il sapore, vuoi perché, almeno all’origine, è un grasso poco costoso.
@donatella: certo che per i vegetariani, no, ma in effetto, lo strutto, dentro certi impasti gli da proprio una consistenza interessante, solo che è uno degli ingredienti che è stato diabolizzato (cioè la nutella va bene ma lo strutto no, hum,… :-). Ps: il blanc de boeuf (che è sempre strutto, ma di manzo) andrebbe in teoria (e per tradizione ecc) usato per la frittura delle papatine fritte solo che non lo usa più nessuno, persino mio padre che è – lo dice lui! – il massimo esperto ès patatine fritte dell’universo (eh vabbe c’abbiamo il dono della modestia noi in famiglia :-), ormai le patatine le frigge con… l’olio d’oliva!! (ma per piaceeeeeeeereeeeeee! :-)
@Giulo (detto anche il Sussidiaro di 4a elementare: “Dove, come quando :-D): va bene rivalutare lo strutto (anche se io da vegetariana non lo uso), che va per esempio nella piadina romagnola (che io faccio con l’olio d’oliva). Ma il “blanc de boeuf” col quale in Belgio si frigge di tutto no! (Scusa Sigrid)
io odio il burro…
Ciao, è la prima volta che ti scrivo, anche se ti seguo già da qualche mese, ma al carciofo non si resiste (e poi le tagliatelle ai carciofi le ho mangiate proprio ieri sera, senza vaniglia, ma con la panna…’sti milanesi)
Dalle mie parti, ai castelli romani si preparano i “carciofi alla matticella” -conditi con sale, aglio, olio e mentuccia messi interi a testa in giù su una brace fatta di rami di vite…gnam!
e ricordate, la mentuccia sta al carciofo come il cacio sta ai maccheroni… =]
Sigrid il tuo blog è uno spasso, complimenti!
@Sigrid: ma se devo dire la verità io credo che anche lo strutto sia da rivalutare senza ideologie e preconcetti e il burro abbia sicuramente un ruolo anche nella cucina italiana. Il problema è sempre una questione di dove, come e perchè.
DOVE: Il risotto va mantecato con il burro, è proprio un’altra cosa. In pasticceria serve il burro e in qualche caso lo strutto non sarebbe male.
COME: Beh il burro non chiarificato è piuttosto delicato e rischia di essere pericoloso se portato ad alta temperatura. Molto pericoloso. Quindi cotture dolcissime.Niente soffritti violenti.
PERCHE’
Ci sono molti piatti dove è meglio usare come grasso l’olio di oliva. Ma non per un fatto di tradizioni ma per l’effetto organolettico finale che è migliore e perchè spesso il tutto è anche più digeribile. Io cucino con l’obiettivo di ottenere cose buone e facilmente digeribili e SCELGO quali tradizioni, ricette tradizionali, usi e costumi adottare o modificare. Credo che 100 anni fa nessuno avesse la verità in tasca e comunque l’età media era di 35 anni per altre ragioni, quindi forse si faceva anche meno attenzione a cosa si mangiava…c’era il problema di mangiare innanzitutto.
La macchina sottovuoto è utilissima anche per cotture a bassa temperatura delle carni, consiglio di provarla…senza esagerare.
@valentina: ok non avevamo capito che c’è stata una sequenza di incidenti e tentativi di recupero…va bene, sarà per la prossima volta.
Un consiglio: io metto un pò d’acqua di cottura nella padella della mantecatura prima di scolare, così controllo anche quanta acqua ci va…più è calda l’acqua e più freddo è il grasso (olio) meglio viene la mantecatura.
@Valentina: Certo che sbagliamo anche noi, guarda i famosi biscotti di Giù… ;-D
@valentinaaaaaaaaaaa: ma cos’è sta robaaaaaaaaaaa???? :-))))) (ma il cuoco parla come vissaniiiiiii!! :-)))
@giulio: concordo perfettamente, anzi ciò che hai detto mi pare proprio la linea generale della cucina ‘moderna’ (post-moderna?), insomma i giovani e meno giovani cuovhi (a iniziare da pierangelini? :-) ragionano tutti così, per fortuna :-) E infatti anche a casa, non sarebbe male… Non sapevo invece di quella macinetta sottovuoto, mi sa che prima o poi me la andrò a cercare… (io per l’olio aromatizzato semplicemente lo scaldo molto leggermente – a bagnomaria – con gli aromi dentro, lo lascio stare per un po’ e poi lo filtro, ma chiaramente, ad averla la macchina del sottovuoto…!!!)
Sulla questione del burro invece, a prescindere che in pasticceria ci deve stare e basta :-P – non sono cosi estremista, cioè in cucina lo uso molto poco, però mi danno fastidio certi discordi tipo che nella cucina italiana non ce sta, intanto perché al nord ci sta e come no (mantecare un risotto senza burro?? naaaa…. una cotoletta cotta nell’olio?? ma insomma… :-) e poi perché se è vero che il burro al sud non si usava, c’erainvece lo strutto (e non l’olio d’oliva a gogo dovunque), cosa di cui però molti sembrano essersi scordati. Comunque, secondo me nel nord europa il burro è diverso (barra migliore) perché appunto abbiamo prati più verdi e sopratutto una cultura del burro (nel senso che era l’unico grasso disponibile, vabbe si anche li c’erano altri grassi animali tipo strutto). Detto ciò, credo sia anche un problema di legislazione, se ben ricordo, per cui in pratica in italia burro diventa un po’ qualunque scarto grasso della lavorazione del latte (non ricordo nel dettaglio ma era una questione del genere)…
http://it.youtube.com/watch?v=MG-KRT26OeU&feature=related
da non perdere per nesssssunissssssimo motivo!
http://it.youtube.com/watch?v=Rp9wFX9yvcY
@Donatella e Giulio
1) il problema è stato appunto che, poichè le tagliatelle non le amo e non le cucino praticamente mai, le ho scolate nello scolapasta! Quando il mio compagno se n’è accorto è balzato dalla sedia al lavello tentando di recuperarle ma era troppo tardi! In effetti potevo mettere del burro, anzi la margarina perchè il burro non ce l’avevo (si, la margarina, perchè non lo sapevate che negli anni 80 dicevano che c’ha meno colesterolo del burro?) :o) però mi è venuta in mente la panna…ecco! e che voi non sbagliate mai?
2) comunque la pasta con la panna fa parte delle innumerevoli schifezze mangiate e stra mangiate in gioventù…pasta panna e salmone è stata la prima ricetta della mia vita! e mia nonna mi faceva i ravioli di ricotta fatti da lei con la panna!
3) grazie per i preziosi consigli!!! (migliorerò, lo prometto!)
@Donatella: quando stavo in campagna e facevo il pane nel forno a legna, il lievito madre lo congelavo se prevedevo di non usarlo per un pò. Poi lo scongelavo e lo rinfrescavo una volta e il “bambino” non deludeva mai. Erano tutti lì a mangiare pane fresco con olio, sale, pomodoro e origano. Anche i vicini che terroncielli non erano…
@Donatella: Concordo sulla qualità del burro, un demi-sel francese su un crostino caldo è uno dei (molti) piaceri della vita.
Chissà perchè il burro francese sembrerebbe più buono. Potrebbe avere a che fare con il lifestyle delle mucche? Avranno gli allevatori francesi una qualche tecnica che noi ci guardiamo bene dall’andare ad imparare? (noi imparare da un francese? non sia mai!) Forse l’erba più verde? Chissà.
@Giulio, avrei ancora una volta tendenza a darti ragione, salvo appunto determinate eccezioni. Il buon Alfredo in fondo mettendo la panna insieme al burro non commette eresia, burro e panna essendo parenti stretti. Ovviamente, se il burro non è italiano. Non ho mai capito perché noi italiani non siamo capaci di fare del burro buono, anzi, direi che il nostro fa proprio schifo. Nulla a che vedere con un burro per esempio francese di fattoria, ma neanche con quelli del supermercato francesi, o belgi, o tedeschi. Il burro buono, fresco, è giallognolo e non bianco, leggero, tanto che ha anche la lacrima… e non sa solo di grasso ma… di burro! Insomma ti assicuro che delle tagliatelle burro (buono) e panna (buona e non tanta) precedentemente amalgamati, non sono niente male. Quanto al sugo alla vodka, ce ne va un po’ per renderlo più… elegante direi, provare per credere, e non si sente per niente.
Nelle penne coi piselli ci va la besciamella, non la panna, che a mio parere non si puo’ sposare con nessuna verdura o legume (cosa ci facesse con i carciofi di Valentina non lo so), e non ti saprei parlare degli scampi cotti nella panna, perché sono vegetariana, ma comunque mi sembrano una schifezza a prescindere.
Per il resto… mi hai dato voglia di venire a mangiare a casa tua :-)
@Andrea: assolutamente d’accordo. La macchina sottovuoto casalinga (mi pare 95€ da Mediaworld) sta dando anche a me delle soddisfazioni notevoli. Io per fare l’olio aromatizzato passo la stecca di vaniglia 2-3 minuti al vapore a 100C. Poi metto la stecca ancora calda, aperta, nel sacchetto, aggiungo poco olio (se no l’olio viene aspirato nelle microcanalette dei sacchetti – sic). Quindi metto il sacchetto in forno a 45C in una pentola d’acqua calda per 30 minuti. Raffreddo e lascio riposare una notte prima di usarla. Ci si mette di più a dirlo che a farlo. Sta benissimo su crostacei. Dura 2-3 mesi. Beh ma non è neanche che si fanno crostacei all’olio aromatizzato tutti i giorni quindi occhio alle quantità.
Generalmente mezzo baccello di vaniglia basta e avanza per 100g di olio. Ca va sans dire che lo stesso gioco si può fare con qualsiasi spezia pepe, chiodi garofano, radice di liquirizia, ginepro. Tutte queste vanno reidratate un paio d’ore in acqua poi come sopra. Olio alla liquirizia su un risotto allo zafferano? Strepitoso.
@donatella: hai ragione, credo esista un intero campionario di ricette con panna. Per esempio come dimenticare le mitiche penne, panna, piselli e prosciutto, oppure le penne panna e salmone o le penne e scampi con gli scampi cotti per venti minuti nella panna (sic)?
Ma appunto tutta roba che pensavo la storia volesse archiviare insieme alle spalline imbottite e quanto di peggio abbiano prodotto gli anni 80…
Ecco sarà questione di gusti ma io preferisco una cucina leggera, sapori distinguibili (la panna standardizza e appesantisce tutto), cotture veloci, poca roba industriale. Per legare non uso la panna ma cerco di fare rapidamente fondi e brodi con ingredienti naturali, possibilmente freschi e di qualità.
Cerco di usare erbe aromatiche o spezie per dare personalità al piatto. Il gusto dell’ingrediente principale deve essere esaltato, gli aromi (in questo caso la vaniglia) devono essere percepibili ed in armonia o in gradevole contrasto. Ecco io trovo che in questo delicato equilibrio la panna ammazzi, standardizzi e omogeneizzi ogni aroma.
Ed appesantisce. Per me la digeribilità e la leggerezza di un piatto sono fattori essenziali di una buona cucina. Oltre alla piacevolezza dei sapori non devono esserci, nemmeno il giorno dopo, sensazioni di pesantezza.
Per cui uso quasi sempre olio di oliva di qualità e mi diverto a cercarli in giro per l’Italia, il burro solo nella pasticceria e nella mantecatura del risotto, la panna molto di rado e dove è assolutamente indispensabile.
Per me cucinare significa partire da un’alta qualità degli ingredienti possibilmente freschi e di stagione, rispettare le cotture, distinguibilità ed intensità dei sapori, leggerezza del risultato. Mi rendo conto che sia un modo di vedere la cucina abbastanza in contrasto con gran parte della cucina classica. Ma così è come la vedo. Mi spiace per Alfredo ma per me niente panna nella pasta.
Ciao a tutti. Un consiglio per gli oli aromatizzati (esempio alla vaniglia).
Mettete sottovuoto dell’olio con la stecca di vaniglia aperta e i suoi semi cercando di estrarre più aria possibile (attenzione con le macchine sottovuoto da casa perchè aspirano i liquidi in un attimo, quindi meglio mettere poco olio per volta in un sacchetto grande)se nel caso avete quelle a campana no problem.
Poi mettete il sacchetto in infusione per 2-3 ore in acqua sui 60-70 gradi. Finito immergetelo nell’acqua fredda per evitare un eventuale proliferazione batterica anche se nell’olio è difficile!
Aprite e avete un olio pazzesco, un estrazione dei sapori impareggiabile.
Allora queste operazioni se fatte in ristorante con tutte le apposite atrezzature sono semplici e si ottiene un risultato migliore, ma io ho provato a farle a casa e in qualche maniera si otengono buoni risultati cmq
ciao
@Giulio: hai ragione, tranne rare eccezioni. Le tagliatelle all’Alfredo ad esempio, che sono condite con burro, panna e salvia. In questo caso i vari ingredienti vanno fatti sciogliere mettendo il piatto di portata sulla pentola della pasta in ebollizione, e poi allungati con acqua di cottura. Va bene anche per i tortellini. Altro esempio, le penne alla vodka: in questo caso la panna va messa direttamente nel sugo, che diventa arancione. Suppongo ce ne siano altri…
@spero che intendessi proprio la crema pasticcera e non la pasta con i carciofi (noooooo, la vannillina noooooooo :-), a parte che non lo so che non l’ho mai usato, perché è abbastanza una porcata, esattamente come le fialette che profuman di… Insomma insisterei nel consigliare di comprare un paio di stecche di riserva, o un estratto naturale buono, o di soprassedere nel caso uno non avesse a disposizione gli ingredienti giusti. Nel caso della pasticcera puoi usare una buccia di limone non trattata al posto della vaniglia (dipende un po’ da cosa volevi farci, con la crema :-)
crema pasticcera:
ma se invece della vaniglia usassi la vanillina?
e una stecca corrisponderebbe a una bustina???
@valentina: Per aumentare l’aroma di vaniglia metti il baccello di vaniglia (aperto) in infusione nell’olio tiepido una mezz’ora. Ma la panna nella pasta? ma non si era estinta a fine anni ’80 con le spalline imbottite e i bee gees?
Ehm…olio d’oliva e stop. La mantecatura si fa alla fine solo con gli amidi dell’acqua di cottura, niente panna.
Ma la panna, la panna nella pasta no…
Ciao, come promesso via email ti mando un commento e i miei complimenti per il blog… Aspetto info su Brussels, grazie Federica
@Valentina, il trucco sta nella scolatura della pasta:non bisogna MAI scolare la pasta lunga con lo scolapasta, va tirata su con la forchetta o con l’apposita pinza. L’acqua di cottura rimasta nella pentola si puo’ poi avverare utilissima in numerosi condimenti “asciutti” (tipo burro, burro e panna, pesto…) per stemperarli e allungarli se necessario.
abbinamento carciofi-vaniglia fatto!
però…
troppe persone (9)troppa pasta (700 gr) troppo speck (eh…sì!) troppa panna (mi si sono asciugate le troppe tagliatelle e le ho dovute bagnare un po’, e neanche è bastato…oggi quelle avanzate le ho fatte rinvenire col latte!) e troppo poca vaniglia (1 baccello).
Però, per me che sapevo che c’era, l’accostamento era fantastico!
La prossima volta faccio la dose per 2 persone, che è meglio!
l’accostamento mi è piaciuto moltissimo. mi è capitato di mangiare anche del maiale cotto con la vaniglia…in fondo la vaniglia è una spezia e come tale non è detto che la si debba usare solo nei dolci. un suggerimento: con tutte le foglie più dure dei carciofi e i gambi più legnosi ho fatto un ottimo brodo da usare come base per minestre o per impasti vari. è sempre un peccato buttare via tutte quelle foglie!
ma come si sposa sta vaniglia con i carciofi… proprio non capisco, ma è stata una prova oppure avevi già fatto questo abbinamento?
I carciofi fanno parte di quelle cose che mangio quando torno a casa da mia mamma. Troppo complicati da pulire e cucinare :-)
Ehi Sigrid, ti ho vista su Glamour di Marzo. Bello il servizio sui foodblog.
…ho fatto i carciofi oggi, per pranzo… devo ammettere che mi sono avvicinato a questa ricatta con un po’ di trepidazione perche’ anch’io, come la maggior parte, penso, ho sempre accostato al vaniglia al dolce.. ammetto, ho cambiato un po’ la ricetta, ho usato un cucchiaino e mezzo di estratto organico di vaniglia giusto perche’ ce l’avevo in casa, per due carciofi e dei cavatelli, per la stessa ragione… il risultato? delicatissimo, meno vaniglioso di quanto mi aspettassi, per niente dolce… quasi c’e’ piu’ vaniglia nell’odore che nel sapore… in brevis un piatto molto raffinato…. e di nuovo, e adesso lo dico con cognizione di causa, geniale…
..btw, e probabilmente, cavole’,se te lo senti dire un’altra volta, secondo me vomiti.. le foto sono stupende… ma quello ce lo aspettavamo…
… un buon fine di settimana carciofovanilloso a tutti…
ecco la pasta per il mio pranzo di domani!
cara sigrid volevo dirti che ormai il fine settimana è all’insegna delle tue ricette…ma non solo…anche durante la settimana!
in frigo ho l’impasto che riposa per fare i tuoi buonissimi tartufi al cioccolato caffè e cardamomo! ciao!
Ho guardato la sezione delle tue fotografie, sono veramente belle. Te lo avranno detto in tanti ed io sarò l’ennesima ma veramente nelle tue foto si coglie l’essenza delle cose, l’essenza di tutto. Spero che questa sezione si arricchisca di nuove immagini, le studierò per cercare di imparare sperando, un giorno, di trasmettere le stesse emozioni.
Ho scritto questa cosa anche sul forum tanto per ribadire.
P:S: Le tagliatelle con i carciofi le proverò di sicuro, sono proprio curiosa di scoprire che sapore hanno.
Tornando all’interessante accostamento carciofi-vaniglia ci ho in mente di fare un misto di cavoletto:
Quiche ai carciofi,vaniglia e chevre…
Allora la ricetta della quiche naturalmente la trovate qui: https://www.cavolettodibruxelles.it/2006/10/the-perfect-quiche-normande
l’impasto di Christophe Felder è strepitoso e ho già ordinato su Amazon.fr due delle lecons de patisserie…
Poi vabbè il ripieno si fa mutati mutandis indivia con carciofi.
@Sigrid: sono andata a vedere, ed è molto interessante; quindi ora, dopo aver preparato l’altro ieri un lievito madre in pasta con succo d’agave al posto del miele, e farina 00, e oggi uno con farina manitoba bio, miele e succo di mela (100%) al posto dell’acqua, adesso provo a fare quello liquido. Poi nelle prossime settimane per usare tutti questi bacilli oltre ad una decina di colombe dovro’ fare brioches, pane, croissants (si possono fare i croissants col lievito madre? boh), panettoni (ah no, non è più stagione)… dopodiché apriro’ una panetteria e faro’ concorrenza a quell’antipatica che si è rifiutata di vendermi un pochino del suo di lievito madre…
@donatella: è sempre lievito madre solo che – preciso non si di preciso, cioè non in quali proporzioni – ha una proporzione di acqua più elevata rispetto al lievito madre che si conserva a forma di panetto (quello che si incide a croce), per cui risulta liquido, cioè non è acqua, è una papetta lievitata ecco. Io usavo quello e lo trovo pure più pratico: per rinfrescarlo basta sciogliere, sul lato, un po’ di farina con credo metà del peso di acqua, e poi lo butti dentro, mescoli, ed è fatta :-))
ps: sul blog di mara dovresto trovare l’identikit del lievito madre liquido (io usavo il suo appunto :-),
http://ilcuoreeunafrattaglia2.wordpress.com/category/pane/
@Sigrid: grazie mille per le spiegazioni, già temevo di dovermelo portare a Bxl per Pasqua…
Ma lievito liquido? Cos’è il livito liquido?
Cara Sigrid,tanti complimenti per il tuo carinissimo blog.Gustosa ricetta che mi ricorda molto un risotto da poco assaggiato al DO, di Davide Oldani.Ti ho linkata ad un blog nascente, http://laricettadellamamma.blogspot.com sulla buona cucina…e sei la prima ospite!A presto!Martina
@donatella: già, vero, c’hai ragione pure tu :-) (anche se per andare agli ultimi comment ci sono pure i link nella colonna di destra, cmq, se ne riparla lunedi, è weekend per tutti :-)
Quello del gallo e dell’asino mi sa che la capisco solo io però :-), per il lievito madre: in realtà fa parte di quelle poche cose, insieme ai macaron, che ho un po’ lasciato perdere. Per se ricordo bene io non rinfrescavo mica con 100g di farina per 100g di lievito (mi pare proprio troppo), anzi, forse metà farina per il peso di lievito facevo. Comunque, si certo, se non fai altro che rinfrescare il coso ti cresce, l’ideale è semplicemente di usare anche il lievito (siccome te ne servono un paio di etti a botta, prima lo fai crescere per averne, mettiamo 400g, levi 300 che usi, per dire, dopodiché hai di nuovo 100g in frigo che rinfreschi fino ad averne 400 e via dicendo). Poi vabbe se proprio non lo usi allora ogni tanto può darsi che ti tocchi buttarne un po’. I rinfreschi in ogni caso servono soltanto uni paio di giorni (tranne se ti serve del lievito e allora anche una volta al giorno). Per vacanze & co puoi fare appello a un lievito-sitter che te lo viene a nutrire e gli canti pure qualche ninnananna prima di spegnere la lucetta del frigorifero :-) Scherzo, fino a una settimana regge benissimo senza mangiare (c’è chi dice 15 giorni). Altrimenti, o lo porti a una persona fidata, insieme alle istruzioni per l’uso, oppure lo fai essicare, spalmando uno strato sotillissimo di lievito su della pelicola alimentare. Fai asciugare a temperatura ambiente, rompi il lievito secco in pezzettini che rinchiudi in una bustina e al ritorno dalle maldive basta che sciogli le briciole con un po’ d’acqua, poi gli dai pian pianino da magna’ (sempre le sue solite papette di acqua e farina) e quello dovrebbe ressuscitare :-)
ps: uhps, dimenticavo, le mie indicazioni valgono per il lievito madre liquido (che fra l’altro trovo anche parecchio piu semplice da usare :-), per quello impastato, specie per la parte ‘essicazione e conservazione’, bisognerebbe semmai chiedere lumi…
@Sigrid: l’idea di oldhen era effettivamente geniale, allora perché non fai la stessa cosa per andare da sopra a sotto, in modo tale che quando si entra per andare a vedere se è stato aggiunto un post alla fine non bisogni “scrollare” per 90 messaggi?
Poi, saltando “dal gallo all’asino” (più carino che di palo in frasca), mi sto cimentando nella produzione di lievito madre, perché prima di Pasqua vorrei provare a fare la colomba. Ma mi chiedevo, se a ogni rinfresco bisogna aggiungere 100 gr di farina per ogni 100 gr di pasta madre, e già si è cominciato con 200 gr di farina, non si rischio dopo qualche settimana di vivere come in un film dell’orrore con questa cosa viva sempre più grossa che esce fuori da tutte le parti e invade la casa? E quando si va in vacanza come si fa? Bisogna portarsela dietro o lasciarla in pensione come con gli animali domestici affinché non muoia e venga nutrita regolarmente? Just wondering…
@oldhen: eh beh è che era un’idea ottima la tua :-) (non ci avevi mai pensato ma pure io ogni tanto mi ritrovavo a scrollare come na scema), ecco fatto, grazie del suggerimento! :-))
@marili: auguri col sito (ps: vedo che avete preso le conserve primitivizie, bravi! :-))
@gingerbreadgirl, radem & claudia: non è mica tanto strano, in realtà la vaniglia ‘fa’ dolce perché in genere si abbina al dolce ma non è dolce di per sé, insomma è un po’ una ‘spezie’ come altre, e sta benissimo anche con i crostacei per esempio :-)
@vakond: una curiosità, ma come mai proprio ‘Demerara’?? Comunque: in bocca al lupo!! :-))
@blueberry: hihhi, anche tu eh? nordica convertita al carciofismo? :-) (ma ‘alla cenere’ come sarebbe scusa??)
@donatella: euhm, guarda, è meglio che non mi pronuncio :-D Comuqnue, fan club & co da questa parte:
http://www.massimilianomariola.com/
@claudia: noooooooooo, ma illustrati nel senso ‘ con le foto’ e racconti nel senso ‘reportage’, servizi giornalistici insomma (okay, visto che non era tanto chiaro, magari poi lo correggo :-))
@virgi: benvenuta :-) sui carciofi italiani in inghilterra non saprei informarti, chissà se qualcheduno di passaggio…?? :-)
@alice: eh, in realtà qualcheduna l’ho già fatta (in anticipo, per aprile :-), aspetto altre idee e poi li ricompro (anche perche adoooooooro gli asparagi :-)
@patrizia: nel senso che la meringa italiana ti spaventa da fare senza termometro? Io l’ho fatta qualche volta (il termometro non ce l’ho, vabbe che m’è pure capitato di sbagliarla eh :-) pero se ben ricordo si può ‘testare’ la consistenza dello sciroppo che a 115° (era 115° giusto, vado di memoria e son cose fate tempo fa :-), dovrebbe formare una piccola sfera se ne lasci cadere un goccio in un bicchiere d’acqua (prima si dissolve e basta). Insomma, è da verificare ma ci sono modi per capire se la densità dello sciroppo è giusta, anche senza termometro… :-)
@Sigrid: Grazie!!!!!!!! mi hai ascoltata… così è velocissimo. E’ sempre più il mio blog preferito e tu la mia Sigridina preferitaaaaaaa
Sigrid, ti scrivo per la prima volta ma sono già diverse volte che vengo a curiosare sul tuo blog, fonte di ispirazione e non solo per le ricette… Le foto sono davvero stupende, ritraggono atmosfere, a volte ricordano un astratto, that’s art !!! Io e il mio compagno abbiamo aperto un sito di vendita con più di 400 prodotti tipici italiani (www.gustoshop.eu). Vienici a trovare e dicci cosa ne pensi ! A presto ! Marilì
Davvero strano come connubio… Ma del tutto interessante, però a dire il vero non ce la faccio più con sti benedetti carciofi!
Io abito in un paese dove ci sono solo, ed esclusivamente serre e terreni dove coltivano carciofi!
Sono ovunque! Altro che funghi o prezzemolo…
Baci & Auguri per domani,
Ginger ~♥
P.s. Fai anche un passo da me se puoi ;)
sono senza parole, le tue foto sono fantastiche… BRAVISSIMA!!!!
Ciao, io a*d*o*r*o i carciofi, li mangerei in tutti i modi possibili ed immaginabili.. anche inimmaginabili se vogliamo :o)
Questo accostamento alla vaniglia mi suona un po’ strano quanto a gusto ma se penso al sapore della vaniglia così delicato, non deve essere tanto male assieme ai carciofi. Da provare insomma :)
Grazie per le tue ricette.
Buona serata,
radem
SIGNORI! CHE SPETTACOLO!!
Complimenti per tutte le tue foto, Sigrid! sei davvero piena di talento.
AAAAAAAAAHHHHHHHHHHH!!!!!!! (è un grido di dolore…) soffro! sto sbavellando sulla scrivaniaaaa!! io comincerei a mangiare già il carciofo in primo piano così com’è, CRUDO!! poi tutto il resto ovviamente. Bellissime foto
@Sigrid: scusa l’appunto tecnico, ma visto che certe volte c’è un numero infinito di commenti, non potresti mettere a fine pagina un link “torna su”? Così, invece di “rotellare” per 100 commenti prima di ritornare in cima alla pagina, farei più in fretta. O nooo?? :) tieni presente che non sono particolarmente tecnica…
Mi iscrivo anch’io al club del carciofo!!!
Li mangerei in tutte le salse e non. E credo che proverò anche questa “salsa”, tra l’altro è semplicissima, il che non guasta… Grazie.
P.s. adesso vado a guardarmi le foto e mi lustro gli occhi…
@claudia
un club del carciofo? mi associo subito..
….ma ci mette le foto cavoletto? ;-)
Davvero non sarebbe mai venuto in mente… che bell’abbinamento, solo una domanda: il risultato è dolciastro?! Per pregiudizio tendo ad associare la vaniglia al sapore dolce…
Vorrei invece fondare un club del carciofo, che roba incredibile che è!
Un buon week end a tutti/e la prossima settimana sarò a Genova per lavoro per cui probabilmente scrivo poco, approfitto per invitare tutti quelli che sono a Osimo o nelle vicinanze al venerdi svedese Ikea del 14 marzo dove mi esibirò con il mio gruppo musicale i DEMERARA ( restiamo in tema alimentare come vedete non sono off topic) dalle 19 in poi…
@Giu niente commenti su possibili stonature
Veloce passaggio..
non ho troppo tempo..ottimo accostamento di sapori..
ciao a tutti buon week end
ciao Sigrid…un abbraccio
Veloce passaggio..
non ho troppo tempo..ottimo accostamento di sapori..
ciao a tutti buon week end
ciao Sigrid…
mi sembra interessantissima questa ricetta… anch’io ho lo stesso rapporto di amore-odio anche se a casa mia mamma le faceva spesso in tutti i modi possibili!! Ora sto cominciando ad apprezzarli… a Roma in effetti li avevo assaggiati al mattone al ristorante Evangelista… uno spettacolo!!
By the way, ho fatto un giro sulla tua web… Complimenti! Sinceramente :)
Buon w-e!
A quando la ricetta agli asparagi? (Visto che sono di stagione, come i carciofi…)
Carciofi & vaniglia… Sigrid sei un mito!
…devo provare assolutamente… carciofi e vaniglia.. pare geniale .. una di quelle cose che ci si aspetterebbe da wylie dufresne a wd50 a ny…..
@sigrid
si, la fragolona l’ho vista 5 secondi dopo aver scritto…dopodichè mi si è bloccato tutto (il blog, internet, il pc…) e non ho potuto fare l’errata corrige…
è molto molto bello!
ehm… scusa volevo anche dire che questa ricetta è davvero speciale, non vedo l’ora di provarla.
Anche io conoscevo solo il carciofo bollito…. ed ora ho capito il perchè ho mangiato solo quelli da bambina.. mia mamma è danese!!
Però devo dire che il vero mondo dei carciofi me lo ha fatto conoscere la mia carissima suocera pugliese…. che di ricette con i carciofi ne sa a volontà… e sono una vera leccornia, dai carciofi in brodo, a quelli ripieni, alla cenere, in vaso sotto olio e in bianco.. e poi e poi e poi….
W la PUGLIA!!(ed i carciofi pugliesi)
Sigrid.. ho ancora le tue foto e i loro colori negli occhi.. son splendide davvero e poi, ecco, è bello rivederle e ricordarne alcune nei vari post letti mesi e mesi fa :)
..piccola curiosità: dici di dedicarti anche alla scrittura di racconti illustrati.. ci dici di più o ci stupirai ancora una volta inaspettatamente?
un abbraccio :)
@Sigrid: anche io sono andata a vedere il nuovo sito e… uhm… quel Massimiliano Mariola… è single? ;-)
Io sono del partito dei carciofi!!!!!!!! Per me sono un ortaggio eccezionale, mi incanto a guardarli sui banchi del mercato e nelle preparazioni….e quando li vedo in foto come questa poi…………!!!
L’accostamento con la vaniglia e’ molto originale, ma il carciofo e’ gia’ dolciastro di per se, per me sarebbe un po’ troppo :)
Bello il sito nuovo!!!!!!!!!! Ci voleva, ci voleva :))
De la vanille dans les pâtes, tu as vraiment des idées épatantes! Bon week end.
@Sigrid, si hai ragione, infatti leggendo mercotte c’è una ricetta senza meringa italiana, purtroppo sono macaron al cioccolato che non sono i miei preferiti, pur amando molto la cioccolata. Anche pure gourmandise mi sembra una specialista, tutti divini e come novità gli ha fatti alla fleur d’oranger ed ha perfino gli stencil con le diverse misure di macaron… ti saprò dire prossimamente la mia prova.
La ricetta delle tagliatelle è da provare.
Le foto sono sempre stupende.
Ciao!!
Patricia
vi segnalo un posto dalle mie parti dove i carciofi sono veramente spettacolari .l’isola di procida la conoscete ci siete mai stati è lì che ritrovo me stessa quando ne ho bisogno….
@sigrid…..ma le tue foto sono stupende! me le posso stampare e mettere sulla scrivania?
io adoro i carciofi…avete mai provato carciofi+vongole…a casa mia CARCIOVONGOLE!!
troppo buona….
Sigrid, ti seguo da un po’ ma e’ la prima volta che scrivo.
Stamattina mi stavo giusto arrovellando su come cucinare il carciofo che ho a casa (in Inghilterra i carciofi sono merce rara a trovarsi e magari trovassi quelli sardi!) e la tua soluzione mi sembra molto appetitosa! :-)
Sigrid, complimenti per il tuo portfolio!! Bellissima la presentazione che fai di te stessa. Le composizioni, le immagini…ma che brava che sei!!
Le tagliatelle le provero’
….scusate il bis ma non ho resistito: per tutti i fan, l’insimenticabile sigla!!!
http://it.youtube.com/watch?v=VUHFWwFum3M
W i carciofi (quelli spinosi sardi poi sono una meraviglia: crudi con olio exxxxtra, arrostiti sul barbecue con un trito di aglio e prezzemolo, in sformato, leggermente sbollentati, tagliati a spicchi e in insalata con aglio intero, pomodoro secco prezzemolo e alloro….), e i gambi poi!!!!!
E, tuffo nella memoria (proustiano…), W Sir Lancillotto, Ginevra e compagnia bella, GRANDISSIMO CARTONE ANIMATO!!!!
@valentina: ebbeh, non la vedi la fragolona a destra del post?? :-))) (sito nuovo si ma non ‘cavoletto nuovo’ :-))
@daniela: hihhi, manco tu eh, les fonds d’artichauts gratinés au chèvre??… :-)))
@chiacchia: eh si infatti, dolci vari, comunque non so di ricette dove la cannella si usi in modo abbondante quindi ti toccherò far fuori sto mezzo chilo a pizzicchi qua e là… :-)
@giorgio: eh non lo so, so solo che io non li amavo un granché, tempo fa… potresti sempre provare, a condizione di avere una cavia volentorosa per finire anche la porzione tua nel caso… :-)
@alex: grazie mille :-))
@donatella: noooooooooo, il cynar noooooooo :-DDDDD
@stelladisale: mavva?! Vedi, non lo sapevo, che pure voi, al nord… :-))
@p_o: carciofi olive e garumi?? mavva’?? manda manda!! :-)
@patriziaB, se legg(!!!): scusa mi sono dimenticata di risponderti (due volte!!!) sulla questione del termometro e dei macaron!!! Piu che di termometro (vabbe che se ce l’hai forse è meglio), ci vuole un forno affidabile, con termostato valido e niente spifferi ecc (per dire: il mio scassatissimo forno a gas non va bene e infatti è da un po’ che ho proprio lasciato perdere!). Comunque, se leggi un po’ di francese vedi anche da mercotte.fr che li c’è una marea di dritte e consigli e ricette di macarons, è la specialista del macaron fatto in casa ecco :-))
I carciofi vanno puliti scartando effettivamente molte foglie.
Mediamente da un carciofo con le spine (non acquistare mai carciofi senza spine e senza gambo), se ne ricava un cuore “cucinabile” che è più o meno un terzo dell’originale.
Quando di taglia a fettine, metterle sempre in acqua acidulata con un po di limone.
Bravissima Sigrid, proverò a mandarti la mia ricetta di calamarata di gragnano con carciofi olive e agrumi.
ma dai allora bergamo è proprio a nord eh, perchè anche io i carciofi li ho sempre mangiati bolliti, togliendo le foglie e pucciandole in un pinzimonio ma anche no, e continua ad essere il mio modo preferito di mangiarli… solo ultimamente mi sono attentata a pulirli, cioè a massacrarli :-)
L’abbinata carciofo-vaniglia mi sembra illuminante, devo assolutamente provare!!!
ciao Marco e scusa la svirgolata… ho confuso le due cose!
Comunque grazie per le idee cannellose!
@Eli: ok, anche io li odio, per il momento vincete voi adoratori per… boh, non li ho contati, a 2. In compenso pero’ mi piace il cynar. Chissà se c’è un modo di farlo in casa, se cosi’ fosse potrei comprare dei carciofi per la prima volta in vita mia. Sigrid?
Sigrid, complimenti per il tuo portfolio qui a destra. Bellissime immagini e composizioni, sei diventata una fotografa eccezionale. Chapeau!
Tagliatelle da provare
Si, sicuramente questo post si dividerà nettamente in due correnti, perchè il mondo si divide fra chi ama i carciofi e chi non ne può sentire neppure il nome. O si ama o si odia!
Sigrid se riesci a farci riconciliare sei davvero magica!!!
Io ODIO i carciofi… tu dici che potrei cambiare idea su di loro…? bah, magari provo!!! in fondo, di contro, adoro la vaniglia…!
Mi si perdoni l’intrusione, @Chiacchia: ma la cannella non è vaniglia, la cannella mettila sulla torta di mele, su uno strudel di frutta, su diuno gnocco al ragù di papera o al ragù di salsiccia con tanto parmigiano ;)
Ciao Sig… e scusa l’intrusione.
Marco
Adoro i carciofi e mi sono ricordata di quando per la prima volta, conquistata l’indipendenza, mi sono cimentata nella preparazione di una pietanza a base di questo fantastico ortaggio. Prendo l’articiocco, taglio una parte del gambo e incomincio a privare il “fiore” delle foglie più esterne, primo giro, ok forse ancora un altro… mi devo fermare?!? forse nòòò. Continuo e, uuups, del mio amato carciofo non era rimasto più nulla! Era sicuramente più facile quando li preparava la mamma e io rubavo le foglie scartate per rosicchiarne la parte bianca, guardando in TV i cartoni di Sir Lancillotto (ve lo ricordate, quello che diceva “Sì, Sire”), vabbè scusate mi sono lasciata prendere dalla nostalgia.
Buon carciofo a tutti!
Ormai la visita al tuo sito è diventata un app.to quotidiano imperdibile! Bellissime questa tagliatelle…
Una domanda: mi hanno regalato mezzo Kg di cannella in polvere (di quello ottima!) dici che posso usarla al posto del baccello? E se si quanta me ne consigli per mantenere lo stesso equilibrio di sapori?
Grazie. e super complimenti!
a la pasta…..non è la cosa più buona al mondo? e questo abbinamento è davvero sopraffino…sigrid ogni cosa che tocchi diventa ORO!!!!!!!!!continua così
ça tome hyperbien!
ma sai che un’oretta fa avevo messo il mio mazzetto di carciofi in bella vista davanti alla finestra sperando che trovassero ispirazioni dai cucuzzoli dei camini parigini??
e invece la trovo nella tua cucina che affaccia sul cielo di Roma. a che piano abiti? ;)
ho ospiti a cena sabato.
avevo già deciso di far fuori quei 2 pacchi di tagliatelle comprati in offerta…
avevo 3 opzioni nella mia testa: radicchio, carciofi, asparagi.
mi sa che ho scelto carciofi!
a proposito, Sigrid.
guarda che ce ne siamo accorte che hai detto S**O N***O…
aspettiamo dettagli!
Probabilmente è l’ora vicina al pranzo e il buchino allo stomaco che sento in questo istante, ma vorrei avere queste tagliatelle qui…sono davvero splendide e l’abbinamento con la vaniglia mi incuriosisce molto…