Difficile spiegare perché. Ballarò fa subito rai tre, floris e cose così, solo che, a parte il rumoroso e spesso incomprensibile chiacchiericcio, c’entra nulla. Per me il Ballarò erano i signorotti che friggevano panelle e melanzane nel garage sotto la mia stanza, erano le ossa sparse sulla via quando il mercato se n’era andato, Ballarò era il venditore ambulante di pane al sesamo che spingeva il suo carrellino vetrato, erano gli spacciatori di sigarette di contrabbando, erano sacchettini di olive grosse e lucicanti che uno mangiava slalommando fra il chiasso e i banchi, scaglie di ossa che volavano in giro nei pressi dei taglieri dei macellai, e poi Ballarò erano canzoncine napoletane a tutto volume, e tenerume, pesci spatola, lumache e buccellati, e cavalli che trottavano spediti sul catrame, portandosi dietro dei sulky venuti da non si sa dove. E poi Ballarò era il baretto men che spartano che sembrava servisse solo caffe alla sambuca, erano i crocefissi e le madonnine qua e là, smarriti, giustamente, e i bambini che giocavano nei vicoli fuliginosi, erano le vecchiette che calavano il paniere per due uova e un tozzo di pane. E il Ballarò certe sere straripava nella vucciria, quando si finiva tutti al bar azzurro a bere zibibbo al banco, o fuori, pestando noncuranti i pomodori abbandonati sul ciglio della strada.
Era otto anni fa e sembra una vita. Il ballarò è stato la mia prima vera casa italiana (vero nel senso che è il primo luogo sia stata per un po’, anzi per sei mesi, anzi ecco a cosa serve l’erasmus :-), e passando per Palermo l’unico e irrepressibile desiderio era di rivederlo. Ho quindi passato un paio di ore dalle parti del centro, fra piazza marina, casa professa e via scarparelli, qua e la c’è dell’intonaco nuovo, pulito, ci sono annunci immobiliari, parucchieri africani e alimentari etnici, ma in realtà molte cose sono rimaste uguali, riconosci venditori, spacci, baracchine, e ciò che colpisce oggi più di allora è quanto il ballarò assomigli a beirut, con i suoi isolati sventrati, le case crollate, l’abbandono, oggi più di quando camminavo li e che lo scirocco riempiva il cielo di sabbia, colorando tutto di giallo, mi colpisce quanto in quella città per carità italianissima ci sia già qualcosa di più radicalmente mediterraneo, per non dire africano. Il Ballarò per me rimarrà quel miscuglio di odori sentiti da nessun altra parte, un qualche cosa di lieve e riconoscibile, che sa del grasso della carne cruda, mescolato col fogliame verde, la salamoia, l’acqua fresca spruzzata sul pesce azzurro, con nel mezzo sfumature di pietra sporca e di fumo, di carne arrostita, un qualche cosa di selvaggio, affilato e profondamente struggente.
ps: un grazie di cuore a Ada e Giò per la gitina amarcord, per la reconciliazione con il panino con la milza, e per avermi fatto scoprire che nel pane e panelle alle volte ci stanno anche le crocchette di patate ;-)
grazie per queste foto stupende…..ho avuto anch’io il piacere di “assaggiare” i vicoli, le strade e la gente di palermo, bella quanto la mia adorata napoli….adoro la sicilia in tutto e per tutto, ma palermo ha un fascino davvero unico.
…Palermo,Ballarò,che bei ricordi!Una giornata passata tra gli odori, i profumi di una città stupenda,il piacere di perdersi tra le sue vie. Ho pranzato in una trattoria dietro piazza Ballarò,posto semplicissimo, accogliente.ero in compagnia e al nostro tavolo, dopo aver chiesto se fosse libero, si è accomodato un signore baffuto, con un camice sporco,ha ordinato una fetta di carne,ha pranzato con noi, ed è poi tornato al suo banco al mercato. Il signore baffuto è il macellaio in una delle tue foto!
cosa mi hai regalato oggi!
grazie. non si può vivere “senza palermo”.grazie.
PiEsse Non ho Mai risentito Palermo in Europa Non
mi chiamò Quando giravo Barcellona strafatto Nè
l’ho vista Passare pei vicoli d’Atene – nè specchiata
dagli occhi del capretto: Palermo: però
era a Delhi e a Shukram Chichicastenango
quella città del sud.
ecco Stavolta ho pianto Palermo arabescami
la vita e fammi piangere
sabbia
sambuca tra la corda vocale e il Sacramento la Mercede
la Mercedes la Vecchia il Carretto
con le panelle sciolte al vento. Grazie!
Y.*
@Alessandro Fabozzi
Ciao, certo che sono io!
Ho visto tuo padre in un paio di occasioni questa estate a Mondello!
Tu quand’è che ti fai sentire? Puoi trovarmi anche su Facebook ;)
Perdonate il messaggio personale… visto Sigrid? Grazie a te ritrovo anche vecchie amicizie!
A presto!
Grazie Mille per le bellissime foto!
Luigi Maniscalco, sei quel Luigi che conosco io?
Palermo si ama e si odia, ma mi rendo conto che dopo un po’ hai sempre voglia di quel caos, di quegli odori inconfondibili.
Mi sono ritrovato spesso a fare da cicerone culinario a molte persone e non riuscivo mai a fare provare tutto.
Grande Sigrid.
Da un po’ di tempo io e la mia ragazza seguiamo il tuo blog ma soltanto adesso ho potuto commentare per la prima volta. Complimentissimi per le foto e ovviamente per le ricette.
Lunedi sera ero sedutta sul marcciapiedi davanti alla taverna azzura col bicchiere in plastico pieno di zibibbo… E un sorizo beato che non potevo togliere. Anch’io ci ero 8anni fa, anch’io avevo quella necessità di rivedere Palermo.
E gia mi manca.
Che coincidenze.
@mate: lo so, il mio commento era ovviamente ironico! Io li conosco perché essendo milanese, i primi anni a Palermo li ho vissuti da “turista”! Trovo che tu abbia perfettamente ragione, ed è proprio per questo che ti ho affettuosamente invitato a… fare la turista!
@Francesco Tumminello: ciao cucì! Permettimi di aggiungere, per chi non le conoscesse, che Sigrid ha postato la ricetta delle panelle in passato! https://www.cavolettodibruxelles.it/2005/11/panelle
@ Francesco Tumminello, ti ringrazio.
U paninu ca meuza, adesso si che comincio a sbavare…..Da siculo non posso fare altro che i miei piu’ sinceri complimenti per questo articolo.
Saluti e imbuti
Sigrid….capisco l’aria che si respira a Palermo, essendo catanese posso dirti che lì c’è qualcosa di veramente africano, che in questa parte di oriente noi non abbiamo o che abbiam perduto nel tempo….bellissima la descrizione, sei veramente brava….questo si che è scrivere!
le tue foto sono spettacolari!!!
@Francesco Tumminello: grazie!
bel post, all’osso come raccomandava H.D. Thoreau. Mi hai fatto venire in mente il film L’AUBERGE ESPANOLE, l’hai visto? Quando il protagonista arriva a Barcellona e racconta il passato con gli occhi di oggi, gli occhi che ora comprendono il disegno completo giù fino alla trama, allo scheletro della sua storia e di ciò che la città significa per lui (per me per te) per il suo bagaglio di ricordi e di odori e di sensazioni che lo aspettano lì. Io provo le stesse cose per San Francisco, tu per Palermo, lui per Barcellona, ma siamo nello stesso posto in quel momento…
non c’è niente che non sia stato già detto…reportage fantastico…e come ho detto quel lontano marzo quando sono capitata per la prima volta su questo blog (e non me ne sono mai più staccata!): qui c’è il profumo di mondo…e ho visto anche il video. che bello poterti vedere e sentire una volta tanto!
complimenti come sempre!
cristina
Mi sta venendo una voglia di sicilia …
ps. limoni a 1 euro, peperoni a € 1,10 e pomodori a € 0,65 !?! forse mi conviene prendere l’aereo per fare la spesa …
Trovato il video di Sigrid su YouTube. Sigrid sei anche carina oltre che brava? Uffa:difetti?
http://www.youtube.com/watch?v=etdf1f7dOqo
@pentoladimais
perchè non metti il collegamento al video su YouTube, chè non lo trovo, mannaggia?
Thanks
@valentin@
Grazie… e fai anche tu delle foto in 4D col sombrero. Occhio alla tequila! Io non ne volevo, poi ho cambiato idea: tra sale, lime e tequila è stato un disastro… Bello il Messico: volevo rimanere là forever!
Grande Sigrid, scritto con l’anima. Vero che passati i trenta arriva un po’ di nostalgia dei vent’anni?
@kkri
fiche le foto in 4D!
@tutti
vi saluto per un po’
ci rivediamo verso il 20 ottobre.
cercherò di tornare con una scorta di ricette ed ingredienti messicani!
(eh sì, c’è chi è sfortunato nella vita… ;))
Sigrid, du’ cose:
– ho visto solo ora il video you tube dove parli del Cavoletto, troppo bello! Devo dire che quasi mai ho trovato una tale sintonia tra bellezza, chiarezza e pulizia del blog e … della proprietaria ! Ispiri troppi baci …
– nel commentare un post del novembre 2007, ho pensato che sarebbe stato bello avere un modo per tenere sotto controllo quel post, ed eventuali risposte che potrebbero arrivare, non c’è modo di avere una lista di “ultimi post commentati”, in cui, in altre parole, compaiono i post che hanno appena ricevuto un commento, indipendentemente dalla data del post iniziale ?
La lista degli ultimi commenti non serve, perchè ricevi tanti di quei commenti che i commenti, in questa lista, spariscono in un batter d’occhio.
P.S.
Quando ripristini il cavoletto “natural” ? 8)))
Le tue foto sono in 4 D. Hanno profumi, voci, anima e immagini dei soggetti e dei luoghi ripresi e tu le racconti con una leggera malinconia come avessi vissuto da sempre in ognuno di questi. Bravissima: mi fai un’invidia… ;))))
@ Wella. Cosa sono le panelle: immagina una polenta di farina di ceci lasciata raffreddare, tagliata sottile e fritta. Una goduria. Qui a Palermo il panino vero è con Panelle, crocchè (rigorosamente con la mentuccia) e melenzane fritte!! Qualcosa di superbo.
@Properzia: non so distinguere bene la parte, ma credo vada nella Quarume, un piatto tipico di Palermo, fatto con varie interiora bollite. Superato il primo impatto è molto buona.
@ Sigrid. Complimenti, io sono di Palermo e ci vivo, e posso dirti che se ci stai per un po’ inevitabilmente ti lasci qualcosa dentro e poi farne a meno è difficile. Foto stupende, BRAVA!!
Che cosa sono le panelle?
Scoprire a San Vito che il Cavoletto era in giuria, aprire oggi il blog e vedere le foto dello stesso Ballarò che ier sera attraversavo, avida di immagini e stupita dalla scenografia, vedere con i tuoi occhi le stesse immagine che ho appena visto con i miei e constatare che sei davvero capace di fissare l’attimo …è pura empatia…
banalissima cosa?????!!!!!!!
il tuo pezzo è fantastico ma la città non è banalissima,palermo è poesia.
che voglia di andare per mercati mi fai sempre venire… qui non ce ne sono :(
Oltre a Ballarò come non ricordare anche la Vucciria :D
Non conoscevo questo mercato…
A dire il vero conosco molto poco tutta quella zona.
Adoro i mercati locali delle varie città: ognuno ha qualcosa di particolare, qualcosa di unico.
Io, essendo di Bologna, mi perdo tra i negozi sotto le due torri, tra colori, odori e suoni.
E oltretutto ho scoperto un nuovo significato del nome ‘Ballarò’ :P
Ciao Sigrid,
questo post mi ha fatto nascere tantissima nostalgia.
Sono di Palermo, ma vivo a Madrid che adoro ed è altrettanto calda, colorata, amichevole e popolare. (Per questo non mi capita spesso di sentire la mancanza della mia Palermo).
Sono cresciuta a due passi da Ballarò e tantissime volte ho fatto la spesa da quei fruttivendoli fantastici.
Tante volte, in inverno, facevo un giro per la voglia di camminare in mezzo alle grida allegre dei venditori, all’odore inconfondibile della (…non so di cosa, ma c’è un odore che è solo dei mercati di Palermo), alle lampadine accese appese a un filo.
E anche adesso, ogni volta che torno a Palermo, mi piace cercare un’ora per perdermi nell’allegria un po’ selvaggia del mercato.
Il tuo racconto e le tue foto me lo hanno riportato.
GRAZIE davvero
Caterina
devo aspettre sempre un po’ di ore prima di commentare, lo avessi fatto sarei stata un disastro sdolcinoso, che poi io sto pure antipatica quando vengo fuori così. Il fatto è, cara cavoletta, che io starei ore davanti alle tue foto. Sono bellissimee coinvolgenti, fai sentire, l’occasionale spettatore, come se fosse lì con te, questo è.
ma tu… ragazza mia sei un’ARTISTA VERA!!!
Sigrid!!! You’ve got mail!
Amo la mia città profondamente, ma a volte è necessario vederla attraverso gli occhi di un visitatore per apprezzarla ancor di più. Il riferimento a Beirut è così giusto e mi ha riportato alla memoria degli amici Libanesi che vedendo Ballarò 20 anni fa si sono commossi perchè per un momento si sono sentiti a casa.
che colpo al cuore! ho una foto identica di rua formaggi, scattata la scorsa estate mentre una signora anziana -un po’ matta!- ci urlava qualcosa dal balcone :) Palermo ha davvero un fascino incredibile, fatto di contrasti, angoli silenziosi, scorci improvvisi… bellissima!
baci da una Torino -metereologicamente- molto più fredda.
Grazie Sigrid, ho rivissuto anche io il mio Ballarò… con le tue fotografie, ma ancora di più con le immagini che le tue parole hanno fatto tornare al mio cuore.
un bacio
….io sono appena tornata da salina e credo la sicilia è l’isola più bella d’italia senza dubbi!!
grazie sigrid di far rivivere i nostri cinque sensi
baci sfusi…
@Luigi Maniscalco: sarà un sacrilegio probabilmente hai ragione tu, ma credo che chi abita in un luogo anche solo per sei mesi alla fine lo conosce meglio di chi va li la sera magari per bere una birra a buon prezzo o di chi lo frequenta per fare la spesa….
Racconto suggestivo ma foto mal post prodotte e sensore sporco.
Fabrizio: eh, però ribadisco, forse non mangiavi merendine e schifezze nel pomeriggio … comunque anch’io rimpiango il metabolismo di quando ero ragazzina, anche se ora non riuscirei comunque a farmi il panino con la milza o altre interiora. sono bellissime queste tradizioni e per fortuna che vengono mantenute in piedi da qualcuno, ma … io passo la mano ;-)
Immagini suggestive che rievocano profumi d’altri tempi con ritmi ai quali, forse, non siamo più abituati. Un ottimo reportage come sempre.
Nadia – Alte Forchette –
Magnifica la composizione di immagini…hai il dono di far diventare una serie di fotografie una poesia…
…eh sì! fa un certo effetto…trasposizione perfetta! la mia città e le tue foto….bellissime!
Una città dalle mille contraddizioni che in questi piccoli angoli conserva fascino e bellezza.
Ci sono pure le foto dei babbaluci e della santuzza!!!!…forte sigrid!
sono d’accordo soprattutto con quest’ultima frase:
“nel pane e panelle alle volte ci stanno (bene ndr) anche le crocchette di patate”
e se vuoi puoi chiedere anche a mio figlio Federico di 11 anni che negli ultimi tre è stato tutte le estati a palermo…
baci : )
Grazie…un bellissimo scorcio di Sicilia e di una città che mi piacerebbe molto visitare
Un bacio
Fra
sono stata a Palermo un annetto fa e non sono potuta andare a Ballarò, ma ho fatto una scorpacciata di panelle, le mie preferite, ma senza dimenticare lo sfincione… buonissimo…spero di ritornare quest’inverno
Non lo credevo possibile, assurdo per una quasi veg, eppure ho assaggiato il panino con la milza… Insuperabile con la ricotta e fili di caciocavallo che si squagliano col calore della carne!
Da provare.
Ciao Sig
Durante il unico viaggio a Palermo, non sono riuscita a vedere Ballarò a causa del brutto tempo. Mi son goduta comunque la Vuccirìa e il mercato del Capo, non meno folkloristico con le patate lessate nelle pentole di rame e le pile (montagne!) ordinate di broccoli giganti sfogliati dagli ambulanti con asce che mi sembravano gigantesche. Ho memoria anche degli agnelli squartati appesi, che ora mi fanno impressione al ricordo, ma lì per lì non mi hanno sconvolta più di tanto perchè ero reduce dal mercato di Atene… ma questa è un’altra storia. E comunque in tempi di bistecchine plastificate del supermarket la veracità di certi luoghi e dei cibi che propongono è davvero impagabile.
Cobrizo: si sgambettavamo come dici tu, ma insomma, alle 11, poi si tornava in classe per altre 2 ore, poi a pranzo… Vorrei avere ancora quel metabolismo!!!!
Ballarò è forse il più folcloristico ed importante mercato di Palermo…Visitatelo che è veramente una chicca…
Seducente, come sempre ;-)
Filippo: sì, ma i bambini di un tempo quanto correvano e sgambettavano? non stavano ore davanti alla tv, no?
@Filippo e a tutti:
Il carretto dello sfincionello è quello che dice:
“Uora ‘u sfuirnavu! Uora!”, “Cchi ciavuru!”, “Si tasatano ‘ste cose belle, si tastano!”… per finire con la mitica: “Scarsu r’ogghiu e chinu ‘i pruvulazzu!!”
ciao beh quando ci son stata io c’erano anche molti turisti come me…forse la tua fortuna Sigrid è passarci nei periodi meno turistici … le foto mi fanno notare questo particolare, cmq sempre posti affascinanti…
oddio il panino con la milza mi fa (letteralmente) un po’ paura, ma l’idea delle panelle mi risveglia certi languorini difficili da domare :-)
@ mate: “Io da palermitana conosco questi mercati forse meno di te”… sacrilegio!
Compitino: andare al più presto a fare visita alla Vuccirìa e a Ballarò! Se poi vuoi aggiungerci pure Il Capo… non è affatto male ;)
è vero, sei capace di estrarre il lato più romantico dei luoghi, di immortalarlo con le immagini e di descriverlo con le parole in modo divino!
Da palermitano “in esilio” non posso trattenermi dal versare qualche lacrima difronte ai colori/sapori/odori che vengono fuori dalle tue foto e dalla cronaca di queste giornate siciliane…
E’ proprio bella casa nostra anche se quando torniamo storciamo un po’ il naso e ci chiediamo “chissà se tornerei…”.
A me comunque è sempre piaciuto il limone sulle panelle e anche l’arancina alla carne inzuppata nello zucchero (come faceva mio nonno)! Consiglio anche lo sfincione (quello dai carretti che fanno il giro dei mercati la mattina, però!!!).
Piccola annotazione: da ragazzi il panino conpanelleecrocchè era la merenda delle 11 a scuola…! (Non so se mi spiego, roba che oggi supererei la tonnellata in una settimana)
PS: è la prima volta che scrivo; … come facevo a tirarmi indietro?
hai colto nel segno
devo ancora capire se ti invidio più per il ka che ti hanno messo a disposizione o per i viaggi. forse per i viaggi. e per le arancine, soprattutto!
Ammetto di aver conosciuto prima Floris e poi il resto (della serie, ma perchè sto’ programma l’avranno chiamato così?), ad ogni modo, sogno davvero di andarci, l’altra sera eravamo a cena da amici, lui palermitano, gli chiedo (sempre queste domande da tipico blogger goloso e curioso): cos’è che ogni volta dovete per forza portarvi dietro dalla sicilia? tra le varie cose (zibibbo, capperi,…) ah sai, la farina di ceci per le panelle… noooooo, ma questa è una congiura, devo assggiarleee!!!
uhhh il panino con la milza…mi ricorda tanto le mie estati da bambina ma non a Palermo ma a Salerno e non lo compravo quasi mai per strada (dove invece prendevo sempre il “muso di porco”che sapeva tanto di limone…)ma me lo faceva mia madre e se non ricordo male il gusto che predominava era la menta…
bellissime le foto e molto evocative…
A volte invidio un pò questa tua fortuna, poter girare posti strepitosi anche per lavoro e gustare ogni piccola sfumatura paesaggistica e non!
La cosa meravigliosa è che tutto questo lo condividi con noi!
Grazie Sigrid, buona giornata!
ciao Sigrid, non credo che, come qualcuno ha scritto, trasformi ogni cosa banalissima in poesia, credo invece che fai venire fuori la parte più romantica delle cose, quella che spesso non riusciamo a vedere a occhio nudo, quella che va dritto al cuore. Io da palermitana conosco questi mercati forse meno di te, capitava di passarci durante gli anni in cui studiavo Architettura (tu saprai benissimo dove si trova la facoltà). Per noi studenti questi luoghi fatiscenti rappresentavano oggetto di studio, sia per la storia che si portano dietro, sia perchè si prestavano perfettamente a interventi progettuali o conservativi…io abito in tutt’altra zona della città e non mi capita quasi mai di passare da quelle parti, ma con queste tue (come sempre) meravigliose foto mi hai permesso di rivedere questi luoghi con gli occhi di 15/10 anni fa, quando studentessa ancora piena di aspettative meravigliose per il mio futuro e soprattutto per il mio lavoro, mi addentravo dentro i mercati palermitani con lo spirito di un’avventuriera e quel meraviglioso senso di libertà che non provo più da troppo tempo….baci
…il Ballarò non ho mai avuto il piacere di visitarlo ma mi ricorda molto la boqueria di Barcellona, gli stessi volti particolari i colori brillanti.
Come vorrei andare in sicilia….
Bellissime foto.
bellissimo racconto e bellissime foto…, complimenti!!!
Palermo che fascino!!!
Cara Singrid anch’io otto anni fa ero a fare l’erasmus….in spagna che esperienza!
buona gg
vale
Ciao Sig
post e foto commoventi, da lacrimuccia davvero! Non sono mai stata a Palermo (ahimé, devo colmare questa lacuna) ma molti mercati del sud son così, mi hai fatto venire nostalgia di casa.
Le tue foto sono stupende, prendidei normalissi luoghi e li trasformi!!
complimenti per la tecnica fotografica e per l’occhio…
bacioni
Colori profumi e sapori catturati dal tuo obiettivo… grandiose.
Una domanda da un’ignorante in materia come me: che cosa rappresenta la foto sotto quella del cartello colorato con il prezzo dell’agnello?
Ma ciao!
Com’è possibile che attraverso il tuo obiettivo ogni banalissima cosa diventa poesia?
Non avevo mai visto un cartellino col prezzo dell’agnello così spettacolare…
Con queste foto e questo racconto mi pare di essere immersa nel mercato di Ballarò.
Buonanotte.