…Tempo di mettere un po’ di ordine nelle idee, non pensate?
1. Identità Golose
Come già detto, era la mia prima volta. Certo, identità non è come il salone del gusto, è più convegno per adetti al lavoro, alcuni possono trovarlo elitistico, ma in realtà, come sempre quando dei cuochi si radunano e si ritrovano, l’aria che si respirava era di felice condivisione, e nell’insieme, anche per chi non è cuoco da risotrante (tipo io), è stato interessante e stimolante. L’unica cosa che mi verrebbe da suggerire sarebbe una serie di tavole rotonde, con cuochi, critici, ma anche soggetti venuti da discipline diverse, su questioni più prettamente teoriche e meta-gastronomiche. In ogni caso, Bravo Marchi :-) ps: altre foto dal convegno, qui.
2. Aimo
Mi è piaciuto da matti. Non come quando vai in un ristorante più o meno giovane e più o meno di avanguardia e ti entusiasmi pensando di aver trovato il prossimo genio della storia della gastronomia, ma piuttosto come un luogo dove assaggiare cose quasi rassicuranti e veramente ottime. Mi sono piaciuto molto gli spaghetti al cipollotto, un piatto vecchio di diversi decenni, ho amato la zuppa etrusca e il filetto di agnello, in tutto si sente una mano leggera e attenta (quella dei giovani cuochi in cucina, suppongo :-) e una mente ricca di esperienza, conoscenza e passione (e qui invece sospetto che dietro ci sia appunto Aimo). Materie ottime quindi, sapori nitidi, davvero felici e su tutto, la passione di Aimo stesso che conosce uno per uno tutti i suoi prodotti e poduttori e che prende il tempo di raccontarti ogni cosa che hai nel piatto. Ecco, questo è amore :-)
3. L’hamburger di Andrea Berton
Quello vero, così come viene servito al Trussardi caffè non è a dimensione mignon come nella foto, è un vero robusto hamburger fatto con del pane ottimo a lievitazione naturale e una carne tenera a succulente. Goduriosissimo. Come dire che, ebbene sì, anche un hamburger può essere assolutamente buono.
4. Carlo Cracco e il risotto al caffè
Devo dire che ero un po’, euhm, intimorita? forse addirittura prevenuta. In realtà, non c’era nulla da temere e la cucina di Cracco e proprio come lui, elegante e delizioso. Menzione speciale per l’insalata di alici e il risotto con sedano rapa, tartufo nero e caffè. E poi comunque, come non voler bene a chi tiene al ristorante una collezione di taste-huile? :-)
5. Ferran Adria
Semplicemente innarivabile. A Identità ha praticamente rivendicato la semplicità, spiegando giochini simpatici come la marinatura delle mele sottovuoto col prosecco (mela, prosecco, sototvuoto, fine), o come trasformare ravanelli in lytchee, o fare un sorbetto grattugiando una mela congelata. Insomma, Adria è serissimo ma anche semplice e lineare e sopratutto si diverte intelligentemente, come con quella zuppa contenuta nelle lettere sferificate che scrivono, sul piatto asciutto, ‘the soup’, ricordando le letterine della zuppa dell’infanzia. E ormai, dopo la visita dello scorso anno, non ho neanche dubbi: l’idea è tenere, divertente e il piatto sicuramente buono. Ecco, la cosa che di Ferran stupisce è il modo in cui, nonostante la technica e la sapienza infinita, al centro della sua cucina c’è sempre il gusto, poi il rispetto per la materia e anche il buonumore, e infine la technica, che non è fine a se stessa. E credo che siano in tanti (a iniziare dagli stessi spagnoli) che dovrebbero ripensare a questa piccola nozione fondamentale della centralità del sapore e del piacere. No, dico perché mo’ che siamo arrivati – folle corsa all’innovazione?? – a friggere cortecce di alberi, a profumare cozze all’idrocarburo, a disegnare paesaggini naif col cibo, o presentare piatti che sembrano mucchietti di terriccio poco appetibili – e se ne sono visti parecchi, mentre nella carellata di immagini del bulli, beh, non un piatto che non avesse colori e riflessi e lineamenti delicati, seducenti, spesso arotondati, niente a che vedere quindi, con certe cenerei composizioni dall’animo destroy – mi verrebbe un po’ da pensare che qualcosa (qualcosa che ha a che vedere col motivo stesso per cui qualcuno cucina e qualchedun’altro si siede a tavola) si stia un po’ perdendo per strada. Ecco, Ferran non si perde, continua a essere semplicemente geniale :-)
6. La Jeroboam Ferrari 1990
Ce n’erano solo quattro nella cantina trentina e due sono scomparse una sera di queste ultime a milano. Quasi che mi sento colpevole. Però buona era buona :-)
7. Gli gnocchi tricolori di Alajmo
Non li ho assaggiati ma non so perché l’idea di tre di questi gnocchi dal colori brillanti alineati su un piatto nel ordine del tricolore, beh, mi fa sorridere intenerita (sarà che so’ strana, boh?) Piccola nota: per l’impasto di questi gnocchi (che fra l’altro erano ripieni) Alajmo ha pensato un interessantissmo connubio patata/seitan, cioè crea una massa di glutine e patate, di una elasticità impressionante, che sarebbe interessante provare. Insomma, prima o poi la ricetta me la vado a ripescare.
8. Il kyr balsamico di Bottura
Dopo averla fatta assaggiare sul parmigiano, quel simpatico folletto di un Massimo Bottura si aggirava fra i calici di Annamaria Clemente munito della sua boccetta di balsamico. A chi chiedeva basito perché stesse versando l’aceto nello spumante, ha risposto appunto ‘Ma è un kyr balsamico’!! Mo’ me lo rifo’ a casa!!! :-)
9. La video di Oriol Balaguer
Purtroppo non l’ho trovato in rete, ma Balaguer, pasticciere di barcellona, ha presentato un video del suo lavoro che non era veramente niente di meno che un piccolo capolavoro per grafismi, ripresa, montaggio e regia. Davvero bellissimo, e davvero intriganti i gesti della sua lavorazione del cioccolato mostrati sul palcoscenico milanese. Intanto, più prosaicamente, i ciocolatini erano leggeri e cremosi, croccanti e dai sapori netti, puliti, semplicemente ottimi, particolarmente quello col yuzu, un ingrediente che ultimamente – e s’è visto anche a milano – va proprio alla grande (peccato di non averlo ancora trovato in italia).
10. Il capuccino da Cucchi
E infine, qualcosa di molto meno elitistico, caso vole che quasi sotto l’albergo avevo questa ‘sala da te’ e appunto la dicitura la dice tutta, un luogo deliziosamente retro, dove la gente la mattina legge il giornale in silenzio, dove i camerieri hanno una compostezza rara. E poi la luce… Beh ecco, io ci ho preso un paio di capuccini e di treccine e mi piaceva proprio tanto il clima :-)
In corso Genova al numero 1.
non posso che condividere il piacere del cappuccino di Cucchi – e ricordare la meraviglia del cappuccino del bar torrefazione (ancora con i macchinari a vista) a fianco della Stazione Nord, in piazzale Cadorna a Milano, accanto al negozietto di Pattini & Marinoni: una meraviglia, il caffè era appunto di torrefazione propria, la schiuma solida e consistente, l’aroma, il gusto…
Ora il bar è stato conglobato dalla panetteria, che lo gestisce – addio cappuccino, non è più la stessa cosa, anche l’ambiente, per quanto abbastanza immutato, è peggiorato, involgarito…
Che bello questo post Sigrid…Ti leggo sempre ma non avevo mai lasciato un commento. Ho preso nota delle cose che hai scritto, anche perchè, da futura milanese ( mi trasferirò il mese prossimo! ) sono già informata su quali sono i posti più golosi, che non vedo l’ora di sperimentare.
posso aggiungere un undicesimo must poco milanese ma molto godereccio? Un negozietto dietro piazza Duomo (i milanesi doc potranno aiutarmi ad essere più precisa) gestito da siciliani che propone delizie di marzapane di ogni foggia e colore…perfetta meta di studenti bigianti, golosi passeggianti, fotografi curiosi…
grazie, chi dice che non legge i colleghi, che se ne fa un baffo dei complimenti mente
tutti leggono tutto e tutti godono di un bravo
ricambio e ringrazio, con un appunto: anche io non riesco più a mettere piede da Cucchi, mi dà l’impressione di essere sporco
buona domenica
oloap
delurking day anche oggi
non scrivo ma cucino e oggi domenica preparo una cena con solo ricette dell’archivio di sigrid
che trovo, finora, molto molto buone, buonissime.
Ho fatto un salto di qualità, questo sito è una sicurezza.
“bravo Marchi”, Sigrid lo sapevamo già ma sei comunque una gran signora (e Marchi, non è che non sia bravo, bravo lo è).
La ricetta di Alajmo, mi raccomando, cercala. E faccela sapere.
Grazie,
ba
@fran: non credo, c’era una pagina intera sulla stampa l’altro giorno, se la devono vedere in tribunale..
Cucchi…. anni fa guardavo allibita un cameriere che lavava i bicchieri passandoli semplicemete sotto un rubinetto di acqua fresca (detersivo manco l’ombra).Peccato un bar storico di Milano….non ci andai più. Aimo e Nadia ,mitici.Cracco, mi chiedo se gli abbiano pagato quel conto per quattro ,con grattata di tartufi,del costo leggermente superiore ai 4 mila euro
Ciao ragassuoli! sono nel quasi profondo sud. In Calabria e il pc è a prestito, ma sono riuscita a venire in piazzetta. MMMMM…. sono in arretrato di post…. Tornata a casa, ne avrò da leggere…! Con la mente sono spesso qui, con la tastiera un pò di meno ;)))
@sigrid
“l’aria che si respirava era di felice condivisione”
Toglimi una curiosita’… che odore aveva l’aria che si respirava? :DDDD
Tipo… cotoletta e patatine (aria fritta) o pomodoro e basilico (aria di casa mia)?
Giu
@ precisna: come propinato, figurati io pensavo che era quasi mangiabile……….
Facciamo una cosa io invio la ricetta e Sigrid la pubblica . condivisione
@ babs: ciao babs! oggi sono “di commissioni” a torino e devo fare un salto alla feltrinelli. mi sai dire la casa editrice del libro che hai consigliato a sigrid? grazie!
Sempre bravissima Sigrid, bel reportage!
Ci sono stata anche io ad Identità Golose.. quest’anno veramente ben organizzato, ricco di idee, programma corposo, mi è piaciuto più dell’anno scorso.
ma soprattutto alla sera mi sono gustata il risotto da Cracco.. mooolto buono, ma ho preferito la milanese a cubi.. una delizia!!
@massimiliano sepe: visto che, io, sarei ancora ferma al risotto-day (bè, ma anche lì…), quel dessertino che hai avuto il ‘coraggio’ di propinarci :-) …si potrebbe avere la ricetta? Yum yum! Condivisione :-)
Che atmosfera, sembrerebbe una convention di stregoni, ognuno con la sua pozione magica! Quello che, addirittura, appena ti volti un attimo… ti fa l’addizione balsamica (a proposito, ma è da provare!)… ed in tutto questo (studi, bravura, esperienza), si divertano pure come matti (bellobellobello). E viva la condivisione, merci beaucoup… io, ancora :-O
Opere d’arte? Ma dove? :)
mi piace quello che hai scritto grazie
sul video mi sembra di esserci di spalle , vicino al forno , e poi di profilo suulo scorcio del palco.
Aveva ragione Claudio Sacco ero un pò ovunque sempre in mezzo ai piedi.
Bellissimo reportage, come sempre! Hai un modo davvero speciale di raccontare, soprattutto con le parole e con le foto!
Uh Cucchi !!! ci andavo sempre con la mia nonna quando ero piccolina ! non me lo ricordavo più !!!!
L’amore folle per Adria lo condivido appieno e sottoscrivo, Cracco invece bah ….
ahhh..e io che non riesco mai a fare tutti questi tour enograstronomici..e mi beo dei tuoi reportage..
sempre brava!
è un mondo a parte, che non sempre riesco a capire ma non per questo non lo apprezzo.
è come l’arte (è un’arte, in effetti)
molto spesso non si coglie il senso di un’opera, ma ugualmente se ne rimane affacinati. non si è in grado di riprodurla, non ce la metteremmo in casa, ma rimaniamo incantati ad ammirarla.
così per quelle cose strane di Hermè e per il balsamico nel bicchiere bollicinoso, per il risotto col caffè o per gli infiniti usi della pelle di squalo…
che spettacolo le foto sigrid! brava!!
Cucchi? Come ti è sembrato? La mia famiglia ogni sabato si rifornisce lì di brioche per la domenica…anche se non penso siano paragonabili alle tanto decantate squisitezze di Hermè, che tra l’altro sono ansiosa di provare appena avrò l’occasione di andare a Parigi^^”’
Il cappuccino da Cucchi è un rito irrinunciabile!:-)
Aspettando Expo 2015 è bello avere conferma, se mai ve ne fosse stato il bisogno, che la vecchia Milano è al centro del mondo enogastronomico con le sue infinite proposte di qualità!!
Bentrovata! Non sono (più) dello stesso avviso su Cucchi (eppure, ci avevo fatto un post, che dico, un post-ino qualche tempo fa anch’io) http://tarallucci.blogspot.com/2008/09/in-giro-per-milano-potevo-evitare-di.html ;)
L’atmosfera è sempre carina, ma i dipendenti al bar sempre meno: ultimamente li ho trovati un tantino sciatti, con la maniera che hanno di farti scivolare con poco garbo il caffè preparato sporcando la tazza sul bancone ancora gocciolante perché ripassato alla meglio con uno straccio…
@Sigrid: 5) forse sono prevenuto verso certi aspetti di Adrià ma alla fine non è lui che ha lanciato i piatti travestiti da paesaggini? Se penso a quello che produce Loretta Fanella, dopo tre anni al El Bulli… Insomma se penso poi a PH… Sono come il giorno e la notte (e credo che ci siano pochi dubbi su chi tra i due abbia davvero capito dove risiede la Pasticceria).
Tutta mia modesta opinione, non vorrei generare una rissa…
con il tuo racconto delinei una visione davvero interessante del presente e del futuro di un pezzo importante della gastronomia… mi piace davvero un sacco quando ci porti tutti in giro con te :-)))
Grazie bel cavoletto. Un seportage molto chiaro e … di “pancia”. hai ragione a dire che è un peccato non poter trovare il yuzu in italia. In genere me ne porto delle piccole scorte dal Giappone e poi lo congelo per usarlo per insaporire zuppe e salse. Le gelatine di yuzu poi sono squisiterrime. Quando l’albero di yuzu che ho in giardino comincerà a fruttifiare potrei cominciare una piccola attività …:) Grazie ancora. P.co
@Sigrid: dimmi dimmi di questo kyr balsamico, cela m’interpelle, quelque part…
Questo reportage mi fa invidiare tantissimo il tuo iter milanese!!
Ciao Sigrid, aspettavo questo resoconto… sembra che io sia stato da un’altra parte in questi quattro giorni, non avrei potuto descrivere meglio tutto quello hai trasmesso. Grande Aimo e grande Ferran.
Bellissima la foto di Berton.
a presto
uffa!!
dovevo venire anche io ad Identità Golose per lavoro, poi il mio presidente ha cambiato idea e non mi ci ha portata, ma mi ha riportato una bellissima rivista “Pasticceria Internazionale”…
almeno mi rifaccio gli occhi!
woowww! sogno…. ;-))
ma ci puoi dire la tua opinione su quanto è uscito nei commenti sul blog di Bonilli (4 febbraio) a proposito di Adrià e il libro di Jörg Zipprick “Materia Gastronomía”?
che bel reportage…!
Stasera sono a cena da Cracco…non vedo l’ora sono molto curiosa!
@Sigrit ti prego posso portarti le borse e la camera fotografica la prossima volta???
Grazie è stato davvero un bel viaggio anche se virtuale :-D
Giu
Una nuova diavoleria di Bottura ? Solo Annamaria Clementi e aceto balsamico? nient’altro? passerò presto in via della stella e vi farò sapere..
accipicchia, che bella esperienza. cucchi piace tanto anche a me, è un posto di appuntamento ideale per i pomeriggi di shopping con le amiche e un buon modo di cominciarli con un ottimo caffè. che poi, nonostante sia famoso, non l’ho mai trovato affollato, ci si sta proprio bene
Sarà che ho una bimba piccola che ultimamente mi chiede di farle il gelato come gli amici dei Teletubbies, perciò ragiono in cucina come una treenne, ma a me gli gnocchi di Alajmo piacciono da morire. Magari non con il seitan (a quello ci penserà casomai la mia omonima Barbara T), ma quelli li rifaccio di sicuro. E poi ho capito perchè mio marito mi voleva spezzare le braccine quando, presa una bottiglia a caso dalla cantina, volevo portare un Ferrari a una pizza tra amici. Controllerò l’anno… e poi mi vado a fare un corso da sommelier, che è meglio. Grazie Sigrid!
che invidia, mi piacerebbe proprio provare tutto:)
grazie perchè, con i tuoi testi corredati dalle tue foto riesco in qualche modo a sentirmi lì e..partecipe:)
@Sigrid
Una cosa che non c’entra niente, ma oggi sono davvero logorroica….hai visto che é stato creato un gruppo su fb in tuo onore?
la “fressa” ovviamente sarebbe la “fredda”….
errata corrige
Veramente un viaggio magnifico in quel di Identità golose grazie ai tuoi splendidi scatti e al tuo modo, sempre spettacolare e mai scontato, di descriverci ambienti, profumi, sapori. Grazie anche da parte mia :)
Sigrid
1) identità golose…. ci scappa un pò di invidia per i partecipanti, non mi sarebbe dispisciuto esserci, la prossima volta, se ti servisse un aiutante… CHIAMAMI!
2)Aimo (e Nadia), splendidi, nel cuore di Milano, in tutti i sensi
3)Andrea Berton e l’hamburger…. ho preso nota, proverò quanto prima
4) 5) li accomuno, sono eleganti, grandi, geniali, mi piace tantissimo Carlo Cracco (hai scritto Crasso!!!!) è di un’eleganza che non conosce tempo e Adrià… beh, lui è un piccolo chimico ai fornelli, semplicemente meraviglioso, ma tu immagino lo sappia bene visto che hai avuto l’occasione di entrare a El Bulli (io ci sto facendo un pensierino…)
6) Ferrari, un nome, una garanzia e immagino che il 1990 fosse veramente egregio
7) Alajmo, non ho il piacere, non ancora, ma questi gnocchi tricolore sono veramente allegri
8) Bottura balsamico…. wow… (senza parole)
9) Oriol Balaguer lo teniamo d’occhio e sicuramente troveremo il video (se ci riesco ti faccio sapere)
10) anche Milano, la fressa, l’austera, offre inaspettate coccole.
11) se hai occasione, leggi il libro “101 cose da fare a Milano almeno una volta nella vita”
io sono Milanese doc e ti assicuro che l’ho letto d’un fiato e ho dovuto appuntarmi tantissime cose sconosciute che la mia Milano offre ed io non sapevo. ti piacerà sicuramente e la tua prossima volta a Milano sarà ancora più ricca (se possibile) di questa.
Ciao Sigrid, un abbraccio milanese
Babs
GRAZIE GRAZIE!
waw! Grazie Sigrid di averci reso partecipi di tutto questo e scusami se mi sono dilungata nell’altra discussione….