C’è poco da dire, andarsene a zonzo per l’Italia è sempre e comunque edificante. Nei giorni scorsi mi sono fatto un minitrip lavorativo passando per le caselle roma-bologna-modena-pollenzo-fossano-alba-serralunga-piacenza-bologna-roma, e sono rientrata più ricca di prima, avendo immagazinato, oltre a una rispettabile quantità di trigliceridi, anche un paio di lezioncine umano-gastronomiche di quelle importanti. Piccolo elenco.
1. Massimo Bottura è proprio bravo
Sul serio. Si lo so, io son quella che diceva che baaah, la technicaaaa, il cuoco esegetaaa, la cucina solo pensieroooo, non ci piacciono. Vero, e continua a essere così. Però, sono tornata alla francescana giovedì scorso ed è stato tutto – peso le parole – semplicemente meraviglioso. Per la pulizia, la leggerezza, per l’ispirazione e i giochini intelligenti (vedere, per dire, la zuppetta thai che ha dentro quasi solo ingredienti italiani, anzi, gli ingredienti della parmigiana, più un tocco di zenzero e di lemongrass che sul finale spingono morbidamente il tutto verso orizzonti lontani, asiatici, geniaaaaleeeee) che vanno appunto – perché è questo il mio punto, ciò che vorrei semmmpre – di paro passo con il gusto. Un menu divertente, stimolante, pieno di soprese. E come non dire di quel merluzzo dedicato a thelonious monk, con crosta e salsa nerissime, che avevo visto presentare a identità golose e che mi aveva lasciato stupita e forse anche un pochino scettica (potete vedere l’intero video di presentazione qui, su Espresso Food&Wine). Beh, era palese già da prima ma ciò che mancava quel giorno era l’assaggio: perché quello che, visualmente, è tutto nerissimo cela, all’assaggio, una serie di millimetriche modulazioni gustative fra casa e oriente, sapori eleganti, fini, sorprendenti. Qui non c’è l’appiglio dei colori, di ciò che è riconoscibile quindi preannunciato, solo il palato può capire di cosa si tratta, un po’ come quando si fa una degustazione alla cieca, anzi, è proprio quello, il mondo dei sapori spiegato a chi non ci vede :-) insomma, piatto stupendo… ). E poi come non amare Massimo per la sua nuvoletta fritta façon tempure, in cui la farina è sostituita con della farina di bianchetti essicati, leggerissima ed elegantemente saporita, o per i suoi gnocchetti serviti con due macchiette di yoghurt e cetriolo che racchiudono da sole tutta la grecia estiva, o per la salsina di cipolle bruciate (che condisce del baccalà mantecato e una crema di ceci) che sembra quasi una salsa asiatica che non è, o per il risotto mantecato con nient’altro che ostriche, o per la complessa ed esplosiva zuppa di mare racchiusa in numero 3 ravioli di gelatina liquidi dentro, per non dire del suo bollito non bollito perché cotto sotto vuoto, una serie di dadi di carni di tagli diversi, trattati con rispetto, assecondati, fantastici. Beh, era quasi troppo, un’eleganza pazzesca, una mano lieve e impressionnante per giustezza e rafinatezza dei condimenti (non so se mi spiego ma un conto è schiaffare un pezzo di zenzero dentro un piatto, un conto è aggiungerci esattamente quella microdosi di zenzero equilibrata e lieve che non turba tutti gli altri sapori e che andrà a sprigionarsi, nella linea generale del piatto, esattamente là dove vuoi tu, in modo da creare una precisissima armonia, anzi, è proprio questo, arte) Nel caso ancora non si fosse capito: Pranzo decisamente entusiasmante, ecco :-)
(nell’ordine di apparizione: tempura di bianchetti con gelato di carpione; ricordo di bangkok: zuppa di melanzane, pomodoro e burrata con pane croccante e zenzero; baccala mantecato con crema di ceci e salsa di cipolle bruciate; ravioli liquidi di zuppa di pesce; gnocchi d patate; merluzzo nero; il bollito non bollito; il mitico magnum di foie gras con cuore di balsamico)
2. i baci di cherasco non sono quello che credevo
Non avevo mai indagato la cosa ma me ne avevano già parlato un paio di volte, dei famosi baci di Cherasco, e al massimo, inconsciammente, mi sarei aspetatta una cosa dalla forma non meglio precisata a mezza strada fra un bacio perugina e un bacio di dama (si vabe, avrò una scarsa immaginazione :-). Beh, non proprio, si tratta di una specie di mendiants di cioccolato fondente con dei frammenti di nocciole tostate dentro. Sinceramente sono buoni ma non è il genere di dolcetti che mi fa impazzire (come del resto nemmeno i cunesi & co), però la confetteria Barbero che produce gli unici veri e inimitabili baci di cherasco, è bellisisma, tutta legno e vecchi contenitori di vetro, un sogno :-)
(Nella foto sotto, tè e biscottini al caffé pasticceria Converso, Bra, altro bellissimo locale dove si respira un’arietta d’altri tempi, tenuto dai fratelli Boglione che detto fra parentesi fanno anche degli ottimissimi panettoni – e colombe :-P)
3. nei ristoranti fighetti prendono un tavolo e lo mettono in cucina, i veri fighi prendono la cucina e la mettono nel ristorante
Detto fatto, Oscar Farinetti ha messo una bellissima cucina Molteni rosso fiammante in mezzo alla sala del suo nuovo ristorante, sito in mezzo alla sua nuova azienda vinicola, che sarebbe Fontanafredda. Dietro al fornelli Cesare Giaccone, un signore di una sessantina di anni che mi dicono mitico, insieme timido e schietto, e che è davvero un tipino interessante specie quando si diletta con anatre, capretti e polpette. Divertente l’atmosfera quando la sera tutti i tavoli del ristorante sono pieni e che si gode di una perfetta vista sulla cucina, buone le proposte e interessante la mano di Giaccone :-) (il racconto per l’esteso è su Papero Giallo)
4. L’asti spumante non fa schifo
Beh dopotutto, l’asti spumante è ciò che ritrovi nelle confezioni di panettoni venduti al supermercato, insomma, (puntinipuntini)… Questa sarebbe un’altra fissa del geniale Oscar Farinetti (fra l’altro, non so se l’avevo mai segnalato ma se avete sotto mano il suo libro Coccodè, ed. Giunti, vedete alla pagina 236, hum… :-), insomma, come diceva lui iperentusiasta, questo sarebbe l’asti di una volta. Beh io una volta non c’ero quindi non saprei come dovrebbe essere quel asti lì, ma posso dire di questo qui che ho assaggiato in anteprima sabato (nel senso che non è ancora stato imbottigliato :-), non ha zuccheri aggiunti e non è quindi per nulla stucchevole anche se naturalmente dolce, sa di mele del giardino, zuccherose con quel sottile riflesso asprino, con delle livissime note addirittura di albicocca e banana, è fresco, piacevolissimo (okay, forse un po’ da donna :-), beverino, quasi che, più che col panettone, me lo berei a tavola, sissi, addirittura. Fra un po’ si troverà anche in giro, si chiama Galarey ed è ovviamente un vino Fontanafredda.
5. la barbera si beve in una ciotolina di porcellana bianca ( e le signore emiliane quando ti chiedono se vuoi un po’ di parmigiano sulla pasta non le capisci)
Ultima tappa del lungo weekend, nei dintorni di piacenza, da Giovanni a Cortina di Alseno, un delizioso ristorantino quasi di altri tempi, pieno di vecchie bottiglie, fuochi a legno, merletti e argenti, per un pranzo molto domenicale e molto emiliano: salumi (anch’io voglio vivere nella patria del culatello!! :-)), tortelli di ortica, anatra brasata… Insomma per accompagnare tutto ciò, già che eravamo in zona, si sceglie una barbera. Al volo vengono tolti i calici dal tavolo e portate delle ciotoline di porcellana bianca (sissi, proprio quelle che uso per il caffelatte e la zuppa, uguali), in cui appunto imparo che questo modo di fare si chiama ‘l piston, e che ci sono due modi di reggere la ciotolina, e che anzi un tempo, così come i fumatori accaniti si riconoscono dalla falanga ingiallita, gli amanti del vino eccesivi si tradivano dall’unghia rosa. Per non dire della barbera stessa che, bevuta in questo modo, ha proprio un altro sapore (a parte che è già diversa e interessante di suo, con il suo frizzante discreto e una consistenza quasi appiccicosa, densa e zuccherosa). Ehbbeh! :-))
e cmq ho letto il pezzo sulla francescana e mi e’ gia’ venuta voglia di tornarci…. non vale!!!!
Cara, carissima Sigrid, girando sul web ho inciampato nel tuo sito e ohhh meraviglia!
Da diversi mesi mi trovo in Polonia e l’effetto dei tuoi servizi è devastante in un paese, per quanto rispettabilissimo in cui non si trova neppure una acciuga sotto sale e tanto altro. Peccato, arriveranno sicuramente nel tempo tante chicche, tante golosità, non ne dubito, ma tanti prodotti che per noi sono più che comuni sono sconosciuti.
Vedere la bellezza dei tuoi servizi e credere di assaporare, leggendo, quelle raffinatezze, da qui appare una visione lunare.
Ho sempre da viaggiatore assiduo immensamente apprezzato la nostra Italia, che ci concede una varietà praticamente infinita di ingredienti ed il cui uso oltretutto muta come i riflessi di un caleidoscopio. Noi annoveriamo sembra ben 2500 formati di pasta tanto per fare un esempio, ma anche cuochi raffinati, che sanno, come in questo servizio, sublimare tradizione ed innovazione. Non é solo cucina, è una filosofia di vita, di non tradimento ma anche di non pedissequa ortodossia. Un plauso a questi cuochi raffinati e a chi come te sa così elegantemente e con poesia farceli conoscere.
Grazie molte, Sigrid.
Ciao…ho letto solo ora questo bel post, mi era sfuggito. Io vivo e lavoro a Cherasco (sotto i portici della via centrale, proprio vicino alla pasticceria Barbero c’è una piccola galleria:))Che emozione e che sorpresa vedere scorci della mia piccola città sul tuo stupendo blog!
Mi ha fatto piacere saperti da queste parti e mi è venuta voglia di scrivertelo!Ciao, tanti complimenti e torna mi raccomando!
Cara Sigrid, ho vissuto più o meno da quelle parti…che profumi, che sapori…che ricordi…. le donnine che chiedevano nel loro dialetto del formaggio me le ricordo bene….domanda: ma ti spingi mai nel profondo sud? Calabria? Puglia? Se decidessi per quest’ultima fai un fischio e scrivimi una mail…saprei dove indirizzarti…
besitos
fulvia
e sei venuta a Bra senza avvisarmi?
complimenti sigrid ,
leggendo il tuo reportage sono rimasto sbalordito dalle emozioni che sei riuscita a trasmettermi.
mentre leggevo , mi veniva in mente il filmcartoons ratatue .
brava vorrei iniziare a fotografare come fai tu .
c’é una tecnica particolare per rendere le foto cosi piene di emozioni??
ciao buona giornata
Cesare Giaccone, così citato en passant, è – senza tema di smentite – il miglior cuoco europeo. Provate ad assaggiare i suoi manicaretti, che ben poco concedono a stravaganze “creative” moderne. Provate ad assaggiare anche un semplice pollo arrosto cucinato da lui, poi mi dite.
alla Francescana si mangia deliziosamente … poi è vero che può piacere e nn piacere … ma la bravura di Bottura è indiscutibile !!!
Se a Piacenza non hai assaggiato i turtei cun la cua…ti sei persa una delizia.
Da Giovanni è stupendo,anche per il canto degli uccellini nelle toilette.
Ho imparato da mio suocero a bere nello scodellino il Gutturnio…Ottimo.Nostalgia del passato!
buonissimi i cioccolatini di cherasco!
Accidenti Sigrid, se mi dicevi qualcosa venivo volentieri a salutarti.
Grande Massimo….e grande Sigrid.
Un saluto
Paolo
ma sei a casa mia io abito a cuneo. Anche a me i cuneesi e i baci non piacciono e nesspure lo spumante ma adoro i nebbioli i barbareschi i barolo delle mie parti, la cosa che apprezzo di più è che trovi in campagna delle cose veramente genuine come il cappone di morozzo….. ciao
Le immagini e i volti delle Langhe sono la mia quotidianità, e rivederli raccontati e immortalati mi fà un po’ l’effetto di rimirare la tua foto ritratta sul NYT, acquistano una nuova profondità e nuove prospettive :-)
Magnifique!
xDonatella (50) …NERONA !!!! :-))
Ti consiglio un giro anche a La Morra la prossima volta che torni nelle Langhe…
@Giù: altro modo per fare nero che più nero non c’è, accessibile a tutti: bruciare all’ultimo stadio.
@giulietto corricorri
Ha perfettamente ragione.
Pur senza conoscerlo, mi sono gustato il suo video e mi ha stimolato a provare. Siamo onesti, non e’ un grande oratore, e nemmeno un attore navigato. Ma non e’ mica per questo che lo vogliono dietro i fornelli.
Cosi’ ho detto: voglio anch’io il nero piu’ assoluto. Per chi non lo sapesse, ho messo il nero definitivamente una decina di anni fa, e se mi metto un beige o un grigio, se ne accorgono subito tutti, perche’ succede magari 2-3 vole l’anno. Per il resto: solo nero. E quindi nero si’ si’ nero, viva il nero, e dannato Bottura che fa tutto nero.
Io io! Ma come fai se 1)non sei capace, 2) non hai gl’ingredienti? Ecco: t’arrangi.
Come si dice qui: bisogna cucinare con quello che c’e’ in casa (proverbio che tradotto significa: arrangiati!). Cosi’ ho preso un riso Venere Nero de Gli Aironi (grazie Michele grazie!), 2 cespi di radicchio di Treviso tardivo, mezzo bicchiere di amarone della Valpollicella (se lo sa stefano che l’ho usato anche per cucinare, la prossima bottiglia me la da in testa), ‘na cipolletta, i soliti extravergine, burro, e via!
Un risotto nerissimo, come la pece, amarognolo, al dente, aromatico. Bbbbono. Ed e’ come dice “lui”: l’uniformita’ del colore ti toglie parte della percezione che ti guida nell’apprezzare un piatto, e devi fidarti di piu’ del tuo palato. Poi ho ripensato al fatto che i degustatori ufficiali di olio usano bicchierini di vetro colorato proprio per non lasciarsi influenzare dalle sue sfumature, e mi sono detto: niente di nuovo sotto al sole. Basta spegnere la luce :))))
Scusate la divagazione, ma a qualcuno dovevo pur raccontarla sta’ cosa :)))
sono perfettamente d’accordo con te, Alemu
@sigrid: interessante la valutazione di Bottura. Infatti prima ci vuole il sapore, gli accostamenti, l’equilibrio e il non banale che in Bottura c’è tutto. Ma da alcuni cuochi ci sta pure il pensiero, il racconto dietro un piatto. Certo è che non servono a nulla le etichette, i pregiudizi, i preconcetti…quello che conta è l’assaggio: emoziona o no? Da un cuoco a tre forchette questo ci aspettiamo, l’emozione. La sperimentazione senza rincorrere l’effetto scenico fine a se stesso.
E magari che scopra e ci insegni qualche cosa.
Ciao Sigrid!! Ormai hanno già detto tutto gli altri però volevo farti anch’io i miei complimenti per questo reportage di viaggio, molto evocativo ma anche per… TUTTO!!
Ormai anche per me leggerti è diventato un piacere quotidiano e visto che non l’ho mai fatto prima ti faccio i miei ringraziamenti ufficiali : per le ricette che sono sempre semplici ma raffinate e particolari al tempo stesso, e ormai sono una garanzia!!! Ogni volta che le metto in pratica si sprecano i complimenti.
Per le foto che trasmettono sempre emozioni e sembrano quasi parlare (ma come fai?).
E per il tuo stile, curioso e ironico.
Sei la milgiore!!!
urca! a leggere che l’Asti spumante potrebbe fare schifo mi è quasi preso un coccolone!!! poi ho letto il resto ;) . in effetti bisogna diffidare dagli spumanti che di Asti hanno solo il nome, poi magari vengono vinificati in tutt’altra zona, oppure non riportano il marchio del Consorzio DOCG. per una che, come me, è nata nella patria dell’Asti spumante (sì, l’Asti sumante non è di Asti, dove non ci sono praticamente vigne, bensì di Canelli, da cui il vitigno Moscato Canelli) il moscato è una cultura! oltre al vino spumantizzato, consiglio a tutti di assaggiare il vero moscato, magari acquistato da qualche piccolo produttore: fresco al punto giusto, sembra di gustare un acino appena colto, è sorprendente la varietà di sapori in bocca allo stesso momento!
e i baci di cherasco io li adoro! da Barbero ho preso il cacao per la cioccolata calda. aromatizzato peperoncino o cannella è una delizia!
ormai stai diventando praticissima delle Langhe!!
Un periodo perfetto per visitare le Langhe!
Grazie Sigrid sei un mito!
grazie Sigrid per le bellissime foto che rendono ancora piu’ belle ed invitanti le colline che io amo tanto.
Carissima Sigrid, che dire! Hai un istinto naturale sia per le reinterpretazioni delle ricette che per le argomentazioni dei viaggi.
ciao a tutti. imy
cara sigrid ieri ero per prati con il mio bimbo piccolo e ti ho pensato. una volta ho condito delle tagliatelle fresche con un cestinetto di violette e primule passate due minuti, due, in burro e zucchero. non erano male e giuro che si può! buona primavera.
E noi quanto impariamo da te Sigrid???? Non smetterò mai di farti tutti i miei complimenti, leggerti è davvero diventato un piacere quotidiano!
ogni volta che leggo un tuo post dopo un viaggio, mi sembra di essere stata lì in quei luoghi e assaggiato le stesse pietanze! grazie.
@Sigrid: so che preferisci le foto a luce naturale, ma quelle di questo post sono tutte a luce naturale?
Della serie: sono un dilettante, ho tanto da imparare, illuminami (l’illuminami era involontario, ma l’ho lasciato, era troppo bello) :)
toh… oggi questo
http://www.cilieginasullatorta.it/2009/03/petits-pots-de-creme-la-vanille.html
mi ha fatto ripensare a questo
https://www.cavolettodibruxelles.it/2007/10/tout-le-monde-se-leve-pour
:)
bisogna che soddisfi la mia voglia di danette….
AH, ho la ricetta della pannacotta, te la scrivo in posta, poi sperimenta pure e dimmi se merita :)
@sigrid
Ciao ! Bottura è da una vita che mi incuriosisce e quasi quasi mi sa che tra un pochino ci vado proprio alla Francescana…quanto costa circa un menu come quello delle tue foto ?
Bellissimo reportage,sei fantastica…oltre a farmi tornare nei luoghi della mia infanzia.Confermo per vero Asti ed il Barbera ciò che hai scritto. Grazieeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Sigrid sei bravissima, le tue foto aprono il cuore; non saprei che altro dire ma ti ammiro moltissimo. Grazie per questi minuti che aprono il mattino!
Anche nella Svizzera Italiana, in Ticino si beve il rosso nel tradizionale “Tazzin” che però é dipinto all’esterno con una striscia rossa e una blu. Peccato ormai queste cose si trovino solamente nei grottini sperduti per i monti. Mi dispiace dirlo, ma il turismo in questi frangenti ha fatto parecchio danno.
(soprattutto quello americano, che vengono in Ticino e pretendono “Spaghetti Bolognese” oppure “Pizza Pepperoni”).
Il tuo reportage come al solito é meraviglioso, e le tue foto mi catapultano dritta dritta in questi bellissimi luoghi.
Che bello lavorare girando per l’Italia, soprattutto che bello mangiare bene nei posti belli! Ma dimmi la verità, come fai a essere sempre in forma? :-)
sempre in giro e sempre a mangiare.
t’invidio perv più cose , il viaggiare è una , l’altra è che mangi mangi e ha i sempre una linea perfetta.
Non come noi poveri mortali che tendiamo a lievitare ad ogni pranzo o cena .
Un bacione.
Attenzione ai rabdomanti, ne ho da dire un tot. Anche a quelli in giro per l’Italia.
Saluto tutti, i Cobrizky Points in particolare.
Chel bel viaggio gustativo, abbiamo l’impressione di essere li’ a cogliere tutte le sfumature…che talento che hai.
sei una rabdomante in giro per l’italia!
;-)
mbeh? il cavoletto viene dalle mie parti senza avvertire? vero che il vino ha un altro sapore nelle ciotole?ciaoo!!!
Sigrid mi apri il cuore.
Qualcuno di voi saprebbe dirmi qualcosa sull’università di scienze gastronomiche di Pollenzo? Ne avete sentito parlare? La conoscete? :) grazie Sigrid per ospitare la mia domanda sul tuo sito e grazie delle risposte :)!!
Seguo ormai da 2 anni il tuo blog bellissimo e pieno di humor, oltre che di cose buonissime già solo a vedersi…figuriamoci poi ad averle in tavola!
Adoro i tuoi servizi fotografici in giro per l’Europa,e mi stavo chiedendo….hai bisogno di un’assistente??!!(invidia invidia tremenda invidia)sob!Torno al lavoro,arisob!
brrrrrr che brutte le langhe!!! :DDDD
Beh…cheddire? Sei una fonte inesauribile di ispirazione…
ognuno di queti piatti è un opera d’arte… solo a vedere… chiassa’ ad assaggiare….
complimenti!!!!
piccoli dubbi:
ma l’Asti (a parte quello da supermercato di alcune poche marche) fa davvero schifo? non credo..
si dice il Barbera o la Barbera?
Ciao
LFB
Tra l’altro Sigrid, proprio mentre dovevo chiederti delle cose riguardanto Bra e dintorni…tu te ne esci con questo post… a fagiolo!! :)
Sigrid, scrivi splendidamente!
Grazie Sigrid per questo meraviglioso racconto del tuo viaggio. Mi sento di aver fatto il giro anch’io! Sei fortunata d’abitare in un paese affascinante!
Cara Sigrid…..
questo non è un comment, ma una lettera aperta :-)
…. nel senso che un commento non basterebbe. Prima di tutto, hai questo tuo stile innato del far percepire, a chi legge, le emozioni che hai provato e la gioia che ti da fare quello che fai. E di questo, noi che ti leggiamo, non ne potremmo più fare a meno.
Secondo, hai percorso una strada che conosco abbastanza bene anzi, ti dirò, la prossima volta che ti capita un giro nelle Langhe, devi ASSOLUTAMENTE andare fino nel vicino Roero e precisamente a Monticello d’Alba al Ristorante Conti Roero da Fulvio Siccardi…. dopo voglio foto e reportage, perchè sono sicura che ne tirerai fuori una storia meravigliosa. Poi….
La pasticceria Converso…. quanti ricordi, dal Barolo Chinato, ai cioccolatini al fatto che fa parte dei Bar Storici d’Italia ed è bellissimo, si respira un’atmosfera incredibile e giusto perchè non è di troppo sta pure vicino a Via della Mendicità Istruita, che solo il nome già ti fa capire quanto è “slow IL food”.
Poi sei arrivata anche alle ciotoline in porcellana per la barbera, eh, mica da tutti!…. pensa che a Milano, ci sono un paio di locali di impronta modenese, che hanno applicato papale papale le stesse ciotoline bianche, e c’è ancora chi si stupisce!
ops, dimenticavo, l’asti spumante, quello che non viene messo nelle orrende confezioni natalizie a bassissimo costo è veramente buono (mia figlia che ama quel tipo i vino, si è “inciuchita” con due sorsi!!!)
Infine…. thank you Sigrid!
Bye
Babs
anche in Galizia, se non sbaglio, il vino si beve in ciotoline di porcellana bianca! chissa perchè. :-)
mi viene in mente solo una cosa: il lavoro che fai è proprio una figata!!!
Che dire dei tuoi reportages?Fantastici, come sempre…:-)
Bottura è molto criticato, dal mio punto di vista è un genio assoluto, poi può piacere o meno.. ma lungi dal mettere in discussione le sue capacità!
5 cose imparate anche per me, grazie
Complimenti carissima, nessuno come te sa cogliere quello che riesci a vedere tu.
Son contento che su Massimo ti sia un pò ricreduta… lui è bravo non c’e’ che dire…
be good
Finalmente :-D
Anche io mi sono fatta un trip italiano da poco… ma temo fosse molto meno edificante e istruttivo del tuo… :D
Cesare Giaccone è per me una vecchia conoscenza… sono stata un paio di volte a mangiare nel suo piccolo ristorantino ad Albaretto della Torre che è chiuso da novembre circa (e adesso capisco perchè!)…incredibile!
La cosa che per sempre ricorderò, oltre al capretto allo spiedo, ad una zuppetta tiepida di porcini e pesche e alle cipolle caramellate, è uno spettacolare pollo in umido che lui aveva allevato personalmente a frutta secca… un sapore stupefaciente!
E sai le coincidenze… giusto oggi dicevo a mio marito che non sarebbe stata la stessa cosa andare a fare un giro per le Lange sapendo di non poter mangiare da lui! Grazie Sigrid… ottimo tempismo!
non so se invidiarti di più per le foto che hai fatto o per i sapori che hai assaggiato. :)
Bel post! Cos’e’ in quella foto sopra alla quella della bici? Presumo sia un dolce!
Sigrid…apparte l’emozione di commentare per prima, è proprio su questo argomento che devo cheiderti un consiglio tu dirai “a meee?!?!”, sisi a te. Posso mandarti una mail o un messaggio privato su facebook???
complimenti…i tuoi articoli sono sempre a dir poco STUPENDI!
sono la prima????