Piccolo gastrodizionario nipponico non esaustivo

Vado avanti con le puntate sul tema giapponeggiante (se vi scocciate fatemi cenno, tanto, con le mie 2500 foto missà che potrei andare avanti di sto passo ancora per un bel pezzo :-). Oggi provo a mettere in fila un po’ di cose gastronomiche assaggiate, scoperte o riscoperte, a volte ovvie (come la mia riscoperta del riso, chiamatemi scema!), altre volte meno, specie perché noio qui ci rendiamo veramente poco conto di quanto sia ricca e variegata la cucina giapponese. Chiaramente la mia è una panoramica alquanto frammentaria, mi limito a riportare ciò che ho sperimentato in questi ultimi giorni, poi, oltre a questo, chissà quante cose buone, belle o semplicemente strambe ai nostri occhi occidentali :-)


Azuki
Fagiolo rosso dolciastro che, intero o ridotto in pasta o crema, secondo una mia stima del tutto personale, entra nella composizione del 99% dei dolci di origine nipponica. Li mettono persino sui pancakes, e ho detto tutto! ☺

Bento
Scatoletta portapranzo. Osservate bene il bento, poi provate a rispondere alla scottante domanda ‘ma perché le giapponesine sono cosi esili e graziose e minute’? Bhe, avete visto le dimensioni microscopiche di un bento? Eccoqua, la vostra risposta… ☺

Beeru
Birra. Fra Sapporo, Asahi, Kirin non si sa quale sia la migliore. Le birre giapponesi sono leggere, beverine, gradevoli, insomma non si capisce perché da ste parti non si vedano più spesso (beh no, veramente, sissà, i costi di viaggio e importazione, il km zero, ecc, peccato però :-).

Biscotti per cervi
Capirete perché quando vi parlerò di Nara ☺

Bulldog sauce
Dalla consistenza del ketchup, la bulldog sauce è una salsa scura e densa che viene spesso servita con fritti come i korokkè, il tonkatsu (che sarebbe una cotoletta impanata fritta) e quant’altro. Cosa ci abbiano messo li dentro non ci è dato saperlo, c’è chi sostiene sia similissime alla worcestershire sauce inglese, chi dice che è tutto naturale, fra umeboshi e soia, c’è chi invece pensa che sappia oltretutto di… cocacola. boh.

Chiffon cake
La forma di torta più diffusa in giappone, e questo probabilmente dato la congiunzione fra due irresistibili tendenze giapponesi: 1) il mangiar pochissimo e legerissimo e 2) la seduzione di tutto ciò che è occidentale. Il chiffon cake è quindi una torta di origine americana ma che, in Giappone, diventa un’altra cosa. Ha l’apparenza di una torta occidentale, alta, colorata, con glassa e panna e tutto, se non che… non ha nessun tipo di sostanza, è tutto lievitazione, per cui la mollica è morbidissima, aerea e volendola comprimere, l’unica apparentemente generosa fetta si ridurrebbe probabilmente a poco più di un cucchiaio di sostanza densa. Morale della favola: è come mangiare aria. Il ché non sarebbe poi drammatico di per sé, ma solo nel caso in cui il chiffon cake sapesse effettivamente di qualcosa…

Cucina Italiana in Giappone
No comment ☺

Dashi
Brodo primordiale a base di kombu e katsuoboshi. Fate come i giapponesi stessi e compratevene una generosa scorta di bustine liofilizzate da ficcare nella dispensa di casa.

Frutta
Bene raro. E quindi prezioso. (per chi non le avesse riconosciute, nella foto si tratta di ciliege, glups)

Genmaicha
Era il mio te preferito e non lo sapevo. Il genmaicha è composto di tè verde, dal tipico profumi di erba falciata, certo, ma anche di chicchi di brown rice (genmai, appunto) tostati, conferendo alla bevanda finale un delizioso retrogusto… beh, tostato :-)

Kaiseki
Esercizio di pignoleria tipicamente nipponico, kaiseki è il nome della cucina tradizionale, quella che consiste in una miriade di ciotoline, con baricentro a Kyoto. Gran cura di come vengono disposti gli ingredienti, abbinamenti di colori e forme oltre che sapori ecc. L’unica mia esperienza in materia avveniva al momento della colazione in ryokan. Superato l’iniziale disagio di mangiarsi praticamente una cena completa ma a colazione (in foto: tsukemono, verdure cotte fredde, insalatina di polpo con katsuoboshi, tamagoyaki, mancano in foto il riso e la zuppa di miso), il vero problema è questo: sarà anche buono ma il fatto di mangiare tutta sta roba appena svegliati non contribuisce affatto a … svegliarti!?!

Kamaboko
Agglomerato di pesce, noto anche come fish cake. Una roba compatta dal vago sapore fra il marino e l’artificiale, spesso reso un pochino più vivace e appetibile (??!) mediante dei coloranti fuorescenti. Roba che il surimi nei confronti è da gourmet. Ecco quando si dice che il Giappone è un paese di contrasti, di fronte al kamaboko viene da chiedersi come mai è possibile che un paese con una tale cultura del pesce fresco (per capirci, il nostro pesce fresco per loro è pesce morto…) possa anche solamente concepire qualcosa del genere (v. wikipedia).

Kombu
Alga spessa indispensabile nella preparazione del dashi, buonissimo nonostante il suo aspetto da pianta selvaggia e gommosa strappata al fondo dell’oceano. Interessantissimo anche, tagliato a filettini e condito con la soia, come ripieno degli onigiri.

Katsuoboshi
Parola che ci fa vagamente pensare a una certa parola sconcia in italiano, rappresenta un mondo ignorato (da noi, ovvio). Si tratta di ciò che qui a volte si trova sotto il nome di bonito flakes, delle scagliette sottilissime di un pesce (il bonito, un cuginetto azzurro dello sgombro e del tonno) essiccato, fermentato e affumicato (in tutte queste operazioni il suo volume si riduce di circa 5 volte), ne risulta un oggetto duro e compatto dal sapore delicatamente affumicato che, ridotto in scaglie, serve a condire di tutto e di più. Il grattugiamento si può fare in loco (in diverse misure a secondo delle preferenze o dell’uso, le scaglie più grandi servono per il dashi, quelle più piccola per condire i cibi in generale) o a casa.

Libri di cucina giapponese
Un premessa: i libri di cucina giaponese che si interessano solo di sushi e taglio di pesci a me non interessano affatto, poiché la cucina giapponese è molto più del semplice sushi (e quello fate magari pure prima a mangiarlo fuori, come gli giapponesi stessi). Lasciate quindi stare tutte quelle publicazioni di Nobu & co, e evitate per piacerisismo i kit con libro ricette, stuoietta e bachette incluse, che non vi serviranno mai a niente (dico d’esperienza :-). Da tempo mi piace molto Yoshoku di Jane Lawson, che però riguarda la cucina giapponese di stile occidentale (forma canoniche dei piatti sono occidentali, gli ingredienti invece sono giapponesi) ma la vera rivelazione recente è Une japonnaise à Paris, di Kaori Endo, che racconta la cucina semplice e autentica delle case giapponesi, in modo gentile e poco presuntuoso, un libro fresco e utilissimo. Molto completo e utile, anche se un filo datato, è anche Japanese cooking di Emi Kazuko.

Matcha
Pregiatissimo tè verde in polvere, preparato durante una lunga quanto complessa cerimonia [del tè, ndr, di cosa volevate che fosse?]. Il tè verde va sbattuto con acqua calda mediante l’apposito frustino di legno in modo da produrre una leggera schiumette in superficie. Smettetela di fare questa faccia fra l’incredulo e il disgustato, alzate la ciotolina in segno di ringraziamento, fatela fare due quarti di giro in mano e sorseggiate. Per ovviare al suo evidente sapore amarognolo il tè matcha si accompagna in genere con i dolcetti wagashi, molto zuccherini e rispondendo anche loro a regole rigidissime di presentazione, confezione, varianti a secondo della stagione, occasione ecc (ma, dico io, na zolletta di zucchero no eh? Ah già, v. )

Miso
Altro ingrediente primordiale che serve come base di zuppe, brodi, e condimenti di più o meno qualsiasi cosa, a base di soia fermentata. Very umami (come tutta la santa trinità della cucina giapponese, che sarebbe, ovviamente dashi-soja-miso), si presenta in versioni di colore diverso (quella bianca serve per le zuppe per esempio). Se lo volete fare a casa vedete qui. Altrimenti correte in giappone ad acquistarne una scorta che fate sicuramente prima.

Mochi
Benché le statistiche ci dicono che ogni anni, verso capodanno, un cospicuo numero di giapponesi muoiono soffocati causa massiccia ingestione di queste appiccicose palline di farina di riso glutinoso cotte al vapore (per la farcitura v. azuki), rimangono i miei dolcetti giapponesi preferiti (anche perché sono omnipresenti), specie nella versione matcha.

Okonomiyaki
Detta anche ‘pizza giapponese’. Ovviamente, non ha nulla a che vedere con la pizza, sarebbe piuttosto una frittata con un sacco di robe dentro (pancetta, pesce, uova, cavolo, katsuoboshi, salse, e sicuramente ne dimentico), cucinata li davanti a voi sulla piastra. Non incredibilmente estatica l’esperienza gustativa (benché l’okonomiyaki che ho assaggiato non fosse mica cattivo, ma mi ci manca la pulizia e l’essenzialità delle preparazioni giapponesi in generale), bella invece l’esperienza di sedersi al banco del locale teppanyaki (teppan sta per ‘piastra’), davanti alla piastra grande quanto il bancone, e farsi cucinare e mangiare direttamente li sopra :-)

Onigiri
È un po’ il panino nipponico, ed è un invenzione semplicemente fantastica. Si tratta in sostanza di una polpetta di riso a forma triangolare, avvolta con un pezzo di alga nori e farcita con ciò che si vuole (dal tonno maionese alle scaglie di bonito passando per un po’ di alghe stufate, gli umeboshi, le uova di pesce ecc). Superpratico da trasportare e semplicemente delizioso, specie nella versione acquistata al supermercato (perché l’involtino è confezionato in modo che l’aga non tocchi il riso, per cui invece di diventare moscia a contatto col riso, come nei maki che si trovano qui in giro, per capirci, rimane bella croccante. Da farci colazione e da portare come pranzo o merenda in treno… Un must!! (sopra due pagine del mio moleskine giappone :-P)

Pane
v. chiffon cake e applicare lo stesso identico concetto a pane, panini, brioches e qualsivoglia altra cosa che abbia l’apparenza (e solo quella) di un qualche cosa di occidentale.

Pasticceria per cani
V. cucina italiana. sob.

Patate dolci
Molto presenti, nella tempura, semplicemente fritta sui mercati, o persino come ripieno (insieme all’azuki!!) in alcuni involtini mochi. Nota per più tardi: ingrediente da riconsiderare.

Ramen
Specie di spaghetto cinese passato nella cucina giapponese, della famiglia dei noodles istantanei quelli delle bustine, ma in meglio, si consuma in genere al banco di una qualche trattoria di quinto ordine e preferibilmente con grandissimi slurpamenti – cfr video alla fine del post ;-). Tutto ciò mi fa pensare a un cartone animato giapponese che guardavo da piccola, in cui gli episodi di ingerimento di grandi ciotole di ramen erano piuttosto frequenti :-). Ma torniamo a noi: i ramen si servono tali quale con il loro brodo, a volte accompagnati di fettine di carne suina, o con dei gyoza che sono i ravioi cinesi, o frammenti di foglie di alga nori ecc. C’è chi sostiene che il brodo (di miso) sia in realtà più buono della pasta stessa (ioioio! :-)

Riso
Ua ri-scoperta! Veramente, una ciotola di riso bianco vi nutre, da soddisfazione, è digeribilisisma, non vi appesantisce per niente, insomma, alimento super. Due tre pezzettini di carne e/o verdure sul lato, un sorso di zuppa di miso e hop, avete fatto il pieno di energia e siete pronti a scattare…

Shoyu
Proprio come l’oliodolivabertolli, la salsa di soia viene generalmente presentata, sul banco della trattoria, di due tipi, usukushi, dal sapore delicato, e koikushi, dal sapore più forte, che è anche quello più usato domesticamente. Probabilmente una delle più grandi invenzioni culinarie dell’umanità.

Shabu shabu
E un po’ l’equivalente nipponico della fondue bourguignonne, solo che al posto dell’olio per frigere c’è il brodo: ti viene sistemato sul tavolo, sopra un fuoco, una pentola con del brodo vegetale, sul lato ti arrivano dei piatti di verdure, funghi, cavolo, soja, tofu, e le tipiche fettine di carne di manzo destinate appunto allo shabu shabu, sottilissime (v. wagyu). E poi puoi pasticciare un po’ come vuoi, buttando il cibo nel brodo, lasciandolo cuocere e ripescandolo poi per intingerlo nella salsa di soia condita con daikon e erba cipollina o in una deliziosa salsa di sesamo molto lenta (la stessa a volte si serve anche con lo zaru soba v.) Quando poi avete finito di pasticciare e di riempire il tavolo con gocce di brodo, si fa una cosa molto furba: il cameriere si presenta con dei noodles freschi e li fa cuocere, davanti a voi, in ciò che mentre pasticciavate è diventato a tutti gli effetti un buon brodo di carne, poi vi serve la pasta in brodo come conclusione della cena (tanto in giappone non si mangiano dolci al ristorante :-P)

Soba
Spaghetti di grano saraceno, serviti caldi in brodo o freddi su una stuoietta. v. anche zarusoba.

Starbucks
Mai consumato in modo cosi intensivo che in giappone, cosa dovuta probabilmente alla mancanza di sonno, l’esaurimento fisico a furia di camminate e la conseguenza diretta di tutto ciò: l’imperiosa necessità di caffeina, possibilmente in una forma familiare e ben eseguita. Per cui starbucks-à-la-folie (provate un po’ a ordinare un caffe ghiacciato da un qualsiasi altro concorrente locale e ne riparleremo dell’imperialismo ecc)

Sushi
Clamoroso caso di stereotipia, i sushi stanno al Giappone come la pizza all’Italia. Capire: si mangiano, ovvio, ma di certo non tutti i giorni e praticamente mai a casa. In ogni caso, se avete voglia di sentirvi scemi, sedetevi pure al banco di un giapponesisismo sushiko e cercate di farvi capire.

Te
Verde, semmmmpre. La citazione: Lo zucchero nel tè?? [con vocetta incredula] Mannonononono, ma quando maaaai, è una cosa che credo facciano gli inglesi… – ah, ecco, infatti mi sembrava…

Tempura
Classico fritto giapponese, con pastella croccante e leggera, servito con ciotolina di sale e ciotolina di brodo in cui intingere il frittto. Non mi è capitato di vedere suole di scarpa fritte ma non sarei proprio stupita, visto che si tende a friggere un po’ qualsiasi cosa. La prova? Elenco della mia cena in locale tempre: noci di ginko, sandwich di gambero, fettina di panocchia, capesante, involtino di kombu, pescetto intero, funghetto, asparago, fettina di zucca, fettina di patata dolce, zucca giapponese (fenomenale, assomiglia più a una patata dolce che alla nostra zucca però) ecc. Comunque, no, non era una cena mostruosa o un remake della grande abbuffata, trattatasi sempre di bocconcini, quante volte lo devo ancora ripetere che in giappone non si mangiano le quantità europee? ☺

Tendon
Ciotola di riso servita con, sopra, la tempura, spesso mori awase (che sta, grosso modo, per ‘misto’), il tutto condito con la soia. Come per circa tutti gli altri piatti giapponesi, esistono posti che fanno solo tendon, come se fossero dei fastfood. Veloce e nutriente ☺

Tsukemono
Verdure sotto aceto, ma non acidissime come quelle nostrane, e generalmente tendente al croccante. Gli tsukemono si incontrano generalmente in branchi multicolor, sui mercatini o negli appositi negozietti. Per qualche inspiegable motivo però, il piattino di tsukemono consumato a colazione riesce a nauseare persino l’occidentale più entusiasta all’idea di assaggiarli (che sarei io, e sinceramente non mi sono più ripresa, ogni volta che incrociavo una bottega per strada, l’odore mi andava dritto allo stomaco…)

Umeboshi
Quintessenza dell’umami, trattasi di piccole albicocche giapponesi acerbi, essiccate e acide, servite tali quali nel bento o tritate, sopra o dentro al riso. Si ama o non si ama, io li trovo fenomenali.

Unagi
Anguilla. Prima di fare bleeeeerk pensate che viene prima scottata in acqua per sgrassarla, poi grigliata con un delizioso intingolo di soia con una punta zuccherina fino a caramelizzare. Detto questo, è vero, le enorme anguille nere che dondolano in mezzo alle vie di Narita per pubblicizzare i locali che ne fanno la specialità sono un filino di cattivo gusto

Umami
leggete pure voi stessi, qui.

Wasabi
Mai visto fresco?

Wagyu
Carne di manzo di razza giapponese, originaria di Kobe, con delle venature grasse molto marcati, spesso utilizzata per lo shabu shabu

Yakitori
il locale specializzato in yakitori non è, come vorrebbero farcelo credere i cuginetti asiatici insediati a parigi, un posto che fa solo spiedini ma in tutte le salse, che siano con pollo, manzo, formaggio, pesce o quant’altro. Nossignori, perché tori significa semplicemente ‘pollo’, in altre parole il ristorante yakitori propone spiedini si ma solo di pollo, più una lunga serie di piatti sempre a base del simpatico pennuto, come il tartare di pollo crudo (segnalazione non pervenuta ☺), le korokkè col pollo, e pietanze a base di cuoricini, pelle, collo, alette e via dicendo… Il mio yakitori preferito si trova a Narita, a due passi dalla stazione, di fronte al mc donald ☺

Zarusoba
La soba servita fredda su una stuoietta con, sul lato, una ciotolina di salsa a base di soia in cui intingere la soba prima di mangiarla. A fine pasto, arriva la teiera con acqua calda (l’acqua di cottura della soba), versatela su ciò che vi avanza di salsa che è servita a intingerci la pasta e bevetela come un brodo, strabuono! ☺

Annexe I: poiché ormai siamo dotati anche della possibilità di registrare le immagini in movimento, piccolo riassunto video…

Altri post sul Giappone

Tokyo Blues
Tokyo Tsukiji Fish Market
Kyoto, il mercatino del tempio
Kyoto II. Elementi.

76 Commenti

  • Cristina ha detto:

    Grande… bellissimo questo blog!!!!!!!

    Ciao
    Cris

  • Harion Mamemoto ha detto:

    *—*
    Questo ricettario mi paice moltissimo.
    Anche il lavoro che fai tu.
    Davvero,complimenti.
    Ah bellissime ance le foto *W*

  • ALVIN ha detto:

    manca un riferimento al Gari o pickled ginger, il mio preferito! Congratulazioni per questo reportage sul Giappone, testo, foto e video fantastici! What can’t you do Cavoletto?

  • Gea ha detto:

    Gran bel reportage, io adoro la cucina giapponese (saranno quelle mini porzioni curate esteticamente?!?)!

  • crician ha detto:

    Ha ragione katia gli umeboshi sono prugne –
    Adoro i ramen (specie nella variante Tonkotsu così com è preparata in un piccolo ramen shop a Nishi-Shinjuku dove utilizzano una caldaia a pressione con “alambicco” per estrarre il “succo” delle ossa di maiale) per cui mi permetto, di fare questa piccola precisazione:
    i Ramen sono un mondo e li si può assaggiare nelle varianti Shio – Tonkotsu – Shōyu – Miso con differenti tagli di pasta ed innumerevoli varianti di brodo, dove il miso può essere uno dei componenti principali.

    bellissimi i post e le foto

  • christian ha detto:

    Leggendo, ho rivissuto la mia esperienza a Tokyo.
    Incredibile.
    Vogliamo parlare del packaging di ogni cosa? Dolcetti soprattutto. E dei negozi di frutta che sembrano gioiellerie??
    Per caso sei entrata nel dept. store ISETAN nel reparto food?
    Incantevoli..

    Foto stupende, as usual.
    Christian

  • vale ha detto:

    ciao!
    qualcuno mi sa dire se le albicocche giapponesi sono la stessa cosa delle nespole?

  • fioredicampo ha detto:

    io però non riesco a vedere il video, qualcuno mi può aiutare?

  • marcella ha detto:

    ma i NATTOU non li hai assaggiati? sono uno dei più tremendi cibi giapponesi che ho trovato a tokyo, il mio kapo giapponese li adora. e il konnyaku l’hai provato? io stavo male a mangiare di colazione il salmone salato ..

  • san bernardo ha detto:

    Konstantina (9)….ma siamo a tavola….d’altronde,volendo,anche a …tutto pasto…..(H.S.Q.M.I.P. ! )

  • irene ha detto:

    ….”je t’aim Juliette”???!!?? Ma è MAISON IKKOKU!!! Mitttttika!

  • vaniglia ha detto:

    *spighetta: grazie, ottima dritta!

  • alessandra ha detto:

    completa, strepitosa, emozionante. Ti superi ogni volta

  • Luca ha detto:

    Complimentoni e grazie per averci illustrato ( è proprio il caso di dirlo :P ) i principali protagonisti della cucina giapponese.
    Inoltre, lo sai che chi vorrebbe conoscere meglio il giappone, davanti a cose come questa rosica, vero ? :P
    Mi è venuta fame solo a guardare le tue foto…. :)

  • Carlo ha detto:

    Condivido su Kaori Endo (Une Japonaise à Paris)che è inoltre una persona deliziosa. Et bon, même si tu n’aime pas les livres sur les sushis, je te conseille quand même “Sushis et Co” paru il y a quelques semaines chez Marabout ;-)))))

  • ida ha detto:

    che spettacolo! piccolo anticipo del prossimo viaggio che tra 20 giorni prevederà se tutto va bene anche breve incursione in giappone! :D Adoro la cucina giapponese e ancora di + le mie amiche che vengono a cucinare a casa mia!! :D

  • topazzia ha detto:

    grazie e ben tornata

  • Tuki ha detto:

    Fantastica! non vedo l’ora di fare questo viaggio..prima o poi :) E i pizzicato ci volevano!!

  • LaWoodstock ha detto:

    Grande!!
    E’ un gastrodizionario fatto benissimo e la pagina di moleskine è semplicemente meravigliosa!
    Il katsuobushi mi piace molto anche sulla pasta: di solito preparo dei normalissimi spaghetti italiani cuocendoli con julienne di zucchine e carote e conditi poi con dei gamberetti saltati. Per ultimo, quando la pasta è già nel piatto, metto una manciatina di katsuobushi sopra la pasta e… MAGIA!! il katsuobushi si muove col calore e sembra vivo :)

  • katia ha detto:

    Ciao Sigrid, che bello questo post sul Giappone, io lo adoro!!

    Forse mi sbaglio, ma credo che Ume in giapponese voglia dire Prugna, e le umeboshi siano appunto prugne e non albicocche.

    Che voglia di sushi e mochi mi hai fatto venire!!!

    :P

  • Giulianagiu ha detto:

    Felice di aver frainteso il primo post nipponico , bellissime foto e i racconti che non stancano mai:-)

    Che languore i ramen:-P

    IO gli azuki li metterei dappertutto!!!

  • rachel ha detto:

    and the fresh wasabi – non ho mai visto cosi

  • rachel ha detto:

    Brilliant post

  • Sachiko ha detto:

    Ciao Sigrid

    Sei proprio SUGOI ! (fantastica ) e studiosa e questo rapporto giapponese e’ perfettamente giusto sopratutto questa parte….

    >le giapponesine sono cosi esili e graziose e minute’

    Torna in Giappone di nuovo e ti offro tutto quello che vuoi con le mie amiche giapponese !!

    A proposito dentro di Bull-Dog salsa ci sono pomodoro, mele, prugna, carota , cipolla, albicocca, aceto , zucchero, sale , spezie, fecola di mais. Mi piace anche mettere sulla cotle’tta di sauro.

    @Lucy
    E’ vero. I Moci ci fanno soffocare e ci uccidono !! (ma milioni di giapponesi e’ un po’ esagerato;) Sopratutto gli anziani. Se mio nonna soffoca quando mangia Mochi e sta morendo come si puo’ fare ? Basta mettere il becco di aspirapolvere nella sua bocca e aspiro Mochi !
    (non e’ scherzo, e’ il modo giusto per salvare la sua vita) ma e’ meglio non fare prova;)

    In futuro quando divento una anziana e quando mangio Mochi al capodanno metto l’aspirapolvede accanto a me e mangio Mochi a rischio e pericolo della vita !

  • Lucy ha detto:

    ha un’ultima cosa..ma una ricettina per le pallozze dolci (Mochi) che ogni anno fanno soffocare milioni di giapponesi no???… :)
    attenzione può diventare un’arma nucleare….hahaha

    p.s.
    pallozze dolci rende di più secondo me he he he

  • Lucy ha detto:

    Porca miseria quanta roba si può mangiare … ma come hai detto tu sig sempre in piccole dosi e nn come da noi hi hi hi!
    esterefatta…l’ho letto due volte per ricordare tutto! i dolcini con il te matcha sono spetacular…ma scusa la domanda ma nn si vede bene neanche nel video, cosa sono le cosine rosa sul verde dei dolcino che accompagnano il te matcha????sembra pasta di mandorle…e le ciliege sembrano quelle caramelle di zucchero che ti spaccano i denti altro che ciliege sembravano imbalsamate!
    i tuoi disegnini sono bellissimiiii fanno tanto made in japan…complimentoni…brava come sempre ^_^

  • CorradoT ha detto:

    Sigrid mi ha risposto, Sigrid mi ha risposto!
    Grazie delle info, moolto interessanti.
    E grazie anche agli altri che hanno contribuito!
    (domani faccio incetta di sale..:-)

  • Paul Gatti ha detto:

    Come farne a meno?

  • Ehehee Arigatou!!

    Grazie per averci linkato e complimenti per questo interessante e benfatto blog…

    G&K

  • 1999luigi ha detto:

    aaaaaahhhhhh Tsukemono..l’unica cosa che mi ha disgustato della cucina giapponese (che amo)..A Kyoto (dove hanno origine) l’amico che mi ha fatto da guida durante il mio primo viaggio conosceva il proprietario di uno di quei negozietti-bistrò dove li vendono..molto accogliente e con quattro tavolini sul retro..ci sono state servite una quindicina di tsukemono diverse disposte magnificamente su di un piatto quadrato..a vedersi mi sembrava di ammirare un quadro di mirò, tanta la grazia, la cura e i colori della composizione, ma il gusto! puahh!!!..per non offendere nessuno ho minuziosamente e silenziosamente ingoiato ognuna delle verdurine in questione (trangugiandoci sopra quattro ciotole di riso!!). I meno peggio, a mio avviso, sono stati i cetriolini aromatizzati al wasabi (stranamente non croccanti al palato)..ma la cena mi ha davvero traumatizzato. Il segreto per poterle apprezzare (parlo ovviamente di noi occidentali) è la costanza e l’abitudine..un mio amico americano, che a tutt’oggi vive a Fukuoka, aveva avuto la “nostra” stessa reazione..poi, insegnando inglese all’università (sì, perchè te le servono alla mensa!) ha incominciato ad apprezzarle..ci si abitua a tutto del resto..ma personalmente non credo che le rimangerò..sayonara ;)

  • simone ha detto:

    Oggi sono entrato nel “Cavoletto” e per un attimo ho pensato di aver sbagliato a clikkare nei preferiti… pensavo di essere entrato in uno degli innumerevoli siti sul Giappone che frequento di tanto in tanto.. che bella sorpresa! il mio sito preferito che si occupa del Giappone, il mio viaggio preferito.. non per niente sono sposato con una donna giapponese!
    non ho ancora letto tutto ma so già cosa farò nel futuro prossimo… a proposito della colazione, mi è capitato di mangiare pesce essiccato e molluschi cotti direttamente sul fornelletto dentro la propria conchiglia, l’abalone credo.. e come esperienza, anche se sono curioso di natura, è stata un pò fortina.. ma è bello così.. grazie!

  • evelyne ha detto:

    @ barbaraT: si, ma loro hanno tutta una filosofia e uno sguardo all’estetica che noi ci sognamo…. o meglio, io preferisco in tutto e per tutto la schiscetta (sa va san dir… tanto per scriverla come si dice… e mi raccomando la R moscia!) ma il bento ha una composizione particolare e una cura maniacale dei dettagli… basta guardare il link che ha postato sigrid per rendersene conto…. ci sono bento da bambini e bento da adulti, bento primaverili e così via…

    @ Sigrid: concordo con i più… NON CI STANCHI!

  • giangi ha detto:

    allora come era questo giappone??? e le pietanze??

  • barbaraT ha detto:

    ma il bento-box sarebbe una versione esotica della schiscetta??

  • DANIB ha detto:

    la chiffon cake la faceva spessissimo la mamma del mio ex moroso (filippina)…. una delle cose + buone che abbia mai mangiato :)) la faceva con la crema al caffè… gnammy!!
    ma ci vuole una tegliera apposta o sbaglio?

  • Stella ha detto:

    Grazie, Marco_NA! Proverò.

  • chika ha detto:

    Hello Sigrid,

    Oh so you did manage to eat onigiri… a lot of them! ;)

    I, too, liked the Yoshoku book by Jane Lawson. Not all the recipes in there are ‘authentic’ Japanese, or even the ‘real’ Yoshoshoku (i.e. Japanized Western dishes) we have here, but many are inspiring and fun.

  • Gio Ferre ha detto:

    Levami una curiosità (anche io sono appassionato di cibo e fotografia) ma è una 5d m2?

  • Julia* ha detto:

    Superbe !

  • CorradoT ha detto:

    Bel dizionarietto, bellissimi i tuoi commenti. Non ci stanchi, tranquilla, vai pure avanti. Altre foto di momenti di vita di quel mondo? Stiamo aspettando.

    Avrei un timido OT: nel mio blog ho fatto 3 domande su tecniche di cottura per me strane, e mi piacerebbe avere il vostro aiuto/parere, o se avete consigli. Sigrid, o magari Acquaviva, mi dareste aiuto/parere? Grazie

  • Alex ha detto:

    Mai imparato tanto sulla cucina giapponese quanto in questo post. E sto iniziando a pensare che qualcosina riuscirebbe a piacere anche a me.
    Ti prego, continua ad oltranza con i tuoi reportage.
    Un abbraccio

  • Marco_NA ha detto:

    Caspita Sigrid, che reportage stupendo! Ho letto varie volte il tuo blog, però devo dire che con questi ultimi post sul Giappone hai davvero superato te stessa :D!

    Ne approfitto per rispondere a Stella: la varietà di riso italiana che si avvicini il più possibile al riso giapponese è l’originario. Per ottenere un gohan (riso cotto alla giapponese) come si deve, bisogna prima di tutto immergerlo in acqua tiepida e lasciarlo a bagno per qualche minuto. Poi si passa alla cottura facendolo bollire normalmente; dopo averlo scolato il riso viene trattato con aceto di riso, sale e zucchero.

  • spighetta ha detto:

    Vaniglia, se ti piace il gelato agli azuki lo trovi da Hamasei (Roma) ;)

  • Alice ha detto:

    Come sempre bellissime foto e resoconto emozionante!

  • vaniglia ha detto:

    – lo sai che con gli azuki la fatamorgana (che tu conosci) ci faceva un gelato da sballo tempo fa (è proprio avanti, non c’è niente da fa’)?
    – la Bulldog sauce, così, a occhio e croce, mi pareva una salsa fatta DI bull dog, sempre esotica, io!
    – wow, sì che sono esotica! la kombu la uso anche io (ma dimme te)! diciamo per cose un po’ più prosaiche e nostrane, come aggiungerla all’acqua di cottura dei ceci per renderli più digeribili….
    – mochi: io sono una papabile soffocanda, mi fanno gola TANTISSIMO
    – pasticceria per cani: ah, prima li rimpinzano e poi ci fanno la salsa? ;)

    che dire sigrid, tu ci stai viziando.
    oddio non che non ci abbia cresciuti viziati….

  • spighetta ha detto:

    Bellissimo reportage e stupende foto come sempre ;)
    Mi delude però il fatto che non hai assaggiato un alimento che più tipico non si può: il N A T T O!!!
    Bhe puoi sempre rimediare…Anche in Italia si trova….
    Se vuoi fare questo test anche per noi!!
    (…sai si dice che nessun occidentale riesca a mandar giù un boccone di natto, fagioli di soja fermentati) se ce la fai facci sapere :D

  • Juls ha detto:

    che dire… io che sono cresciuta a pane e Kiss me Licia ho adorato tutto, dall’inizio alla fine, soprattutto il video… certo che Marrabbio aveva tutto un altro stile nel mangiare!

  • Stella ha detto:

    Che belle foto! Che bel post!

    Per chi non puo’ permettersi un viaggio in terra nipponica, consiglio un posto molto carino dove mangiare, trattoria giapponese da Yoji, a Sesto San Giovanni (MI). Il gestore è un ragazzo giapponese, si trovano un sacco di piatti oltre ai classici sushi e sashimi, e tante cose particolari citate nel post da Sigrid, come umeboshi, sottaceti giapponesi, le famose palline di riso dei cartoni animati, tonno secco, etc.
    Vale la pena e i prezzi sono abbordabili!

    Il riso: ma come si fa a cucinare un riso bianco semplice semplice alla giapponese??? Cioè, compatto ma non colloso e con quel retrogusto particolare… che tipo di riso si usa? C’è qualche esperto/a che ci puo’ illuminare?

  • verdecardamomo ha detto:

    E’ semplicemente fantastico …..non vedo l’ora di andarci anch’io , per il momento mi godo le tue foto..grazie

  • grifone72 ha detto:

    Davvero un altro mondo, mi affascina un sacco tutta questa robina strana. Ancora complimenti per le foto, stupende!

  • toccoetacchi ha detto:

    @ Marco : anche a me , Sigrid ha messo su una gran voglia di Giappone . Se raccogli notizie e “pensierini” , fammi un fischio . E qualche dritta dal tuo amico che lavora al consolato sarebbe gradita . Perchè , è un po’ che ci penso , ma ora, ci voglio proprio andare ! Ciao chiara

  • Vecchio Lupo ha detto:

    Beh, lo trovo il più bello dei tre reportage perché c’è anche la fatica della compilazione didattica e didascalica. Bello il filmato e “scontata” la colonna sonora, ma chi non l’avrebbe usata? :-))
    Il servizio sul mercato del pesce, per me una delle sette meraviglie gastronomiche del mondo, forse ha travolto la nostra cronista e forse è stato raccontato senza quella emozione visiva che sicuramente ha provato e si avverte nello scritto.
    Anche perché al mercato ci si va una volta e quindi ci si va alle 4,30 del mattino :-)) perché l’asta dei tonni – ci sono i congelati ma anche i freschi – secondo me è imperdibile, anche visivamente visto che ci sono stesi al suolo almeno 500 tonni di tutte le taglie e provenienze.
    Qui, nella foto di apertura c’è tutta Sigrid :-P

  • Laura.lau ha detto:

    Tutto bellissimo e interessantissimo per cui … per favore non smettere!!

  • Serena ha detto:

    Cavoletto, ti prego continua!
    Le tue foto sono davvero stupende, così come i tuoi racconti, non mi sazierei mai.
    Voglio andare in Giappone, subito…

  • puracucina ha detto:

    Bellissimi reportage, bellissime foto, bellissimo filmato e utilissimo gastrodizionario nipponico!!! Ma c’è qualcosa che non sai fare, Sigrid? ;o)

    Mi hai fatto venire la nostalgia dell’Asia e tanta fame! Ora vado a prepararmi una bella ciotola fumante di noodles, tanto qui sta per piovere di nuovo….

  • littlechef ha detto:

    Grazie hai portato un pò di giappone in tutti noi!!!

  • Andrea Sofia ha detto:

    Lacrimuccia di commozione… bello ma bello bello bello :)

  • dada ha detto:

    Guarda che noi aaspettiamo sempre i tuoi post con grande entusiasmo. Quindi grazie mille, ci tieni compagnia e impariamo sempre qualcosa.
    Grazie anche per i libri che rompono un po’ con i clichés, anzi, a questo proposito a Parigi servono sempre di più il salmone, quando ci dici che si usa poco (si stanno già corrompendo ?). Comunque il mio ingrediente giapponese preferito è Starbuck ;-) (ma mi sa’ che non è solo giapponese).
    Forte vedere cos’è all’origine questo wasabi anestetizzante
    Buona giornata (e buon riposo)!

  • Gian dei Brughi ha detto:

    he he he anche io ho un sacco di moleskine con gli incollini sopra…
    Sigrid, per caso non è che faresti anche un post “tutto-solo-Kyoto” che mi incuriosisce tantissimo ?

  • Saruk ha detto:

    uhm, molte di queste cose non le avevo mai nemmeno sentite nominare, però sembrano interessanti!

    Gli Onigiri mi fanno tornare in mente i cartoni giapponesi, dove i protagonisti li mangiavano sempre!!!!

  • Hikki ha detto:

    No,Sigrid! Non smettere!E grazie anche per la dritta sui libri. Io è da anni che ripeto a tutti che la cucina giapponese non è solo sushi! Arigato gozaimasu!

  • Sigrid ha detto:

    @claudia: è proprio ciò che intendevo con ‘non rappresentativo’ :-) vabbe cmq, a parte che sti affari di plastica rappresentando il cibo mi fanno troppo ridere, è pur vero che è meglio non indurvi in confusione, ho sostituito con un link a delle immagini google :-) Vabbe, aspetto il tuo bento allora :-)) (ma quindi ciò che va dentro viene tipo quella forma di sushi grande compressata con un sacco di cose sopra?? mica ho capito :-)) (e comunque mi rifiuto di accolarmi un portapranzo rosa shocking, con o senza disegnini hello kitty :-)))

    @marco: sono proprio prevedibile eh?! (però c’era niente da fare, quella roba là mi frulla in testa da almeno 10 anni, se non la usavo ora, quando? :-) piesse: guarda che al momento il biglietto alitalia roma – osaka – roma costa 550 euro ;-))

    @sergio: beh, grosso modo, se non che il pesce ha un sapore diverso, e che hanno comunque un concetto di freschezza del pesce diverso dal nostro, ci sono molto più varianti (usano uova di pesce, alghe e pesci che non avevo mai visti), abbastanza assente invece il salmone (mi diceva ieri Acquaviva che pur pescandolo nel nord del Giappone, non si usa un granché sui sushi e infatti io non l’ho visto, il salmone invece l’ho assaggiato – a colazione!! – ed è più rosso di quelo norvegese e ha un sapore parecchio diverso, anzi mi è sembrato che non avesse appunto ‘ il tipico sapore del salmone’ boooh??

    @konstantina: mi viene il dubio che sia un anti-goccia ma non ci metterei la mano al fuoco :-)

    @clelia: sempre acquaviva, sempre ieri mi diceva di si, per l’impasto si usa la farina di riso glutinoso (che prima o poi ancdrò a cercare :-))

  • pappareale ha detto:

    Ciao Sigrid, grazie per questa mini guida nipponica. Spero presto di riuscira a fare questo viaggio e portare con me i tuoi post :-)

  • paola ha detto:

    Un reportage splendido. Il dizionario utilissimo. Non riesco a leggere tutto il post, quì al lavoro, ma non avrei mai voluto staccarmi: ogni tanto darò una sbirciatina e poi me lo rileggo con calma stasera, a casa. Il Giappone mi appare veramente lontano in tutto: stile di vita, tradizioni, cultura, cucina. Questa distanza lo rende particolarmente affascinante ma, a volte, pure… un pochino respingente: riesco a immaginare certe sensazioni che hai provato mentre eri lì :)
    Beh, pubblica pure tutte le 2500 foto:non potrà farci che piacere. Ciao!

  • Konstantina ha detto:

    Ecco, mi sa che ora sul Giappone so più cose io che i Giapponesi stessi:))
    Una curiosità: sopra la voce Zarusoba, che ci fa il profilattico sulla teiera??:D

  • sergio ha detto:

    ma il sushi lì è come lo fanno da noi??? o siamo vittime dell’effetto spagetti bolognaise??

  • marco ha detto:

    (ah ,lo sapevo che nel filmato ci avresti messo i pizzicato five!)
    mi hai fatto venire una gran voglia di andare in giappone… se non fosse per il costo del viaggio, ho pure un amico che lavora al consolato a tokio: ci devo proprio fare un pensierino! grazie sigrid :-)

  • Babuska ha detto:

    Concordo con Fiordisale. Per me il Giappone è un mistero, soprattutto dal punto di vista culinario. Con calma mi leggerò anche la tesi sull’umami. Grazie!

  • LUBY ha detto:

    foto come sempre meravigliose, sembra di essere lì!

    una precisazione:
    io il BENTO lo preparo praticamente tutti i giorni, vi assicuro che dentro metto quantità di cibo pari a 200 gr anche 300 gr!

    se calcolate che a pranzo la media nazionale si pappa un piatto di pasta da 80 gr,se permettete io mangio il doppio!
    quindi a volte per non esagerare in carboidrati metto metà pasta e metà frutta o verdure!
    ovviamente a rotazione mi nutro di tutto!
    e poi mi diverto moooltissimo a fare le decorazioni, quando ho tempo ovvio!^_^

    era carino se venivano aggiunte le “traduzioni” come ad esempio gli onigiri=si pronuncia “onighiri”.
    aspetto altre foto e descrizioni!!!!!!

  • Clelia ha detto:

    Anche io concordo sulle chiffon cake : quelle riportate nella foto erano mangiate come vere e proprie crepes e non sembravano affatto leggere ^_^
    Visto che posso avere il parere di una cuoca ( o di chiunque altro si sia interessato all’argomento) : i fantastici dolcetti giapponesi con pasta di azuki si possono riprodurre a casa o tocca tornare in giappone?

  • Fatou ha detto:

    wonderful post, I love japanese food and you really cover all the details.
    hope you have read “the kitchen” by banana yoshimoto

  • claudia ha detto:

    Non per fare la pignola, ma sopra la voce Chiffon cake c’è una foto delle crepes ^^ c’è scritto “non rappresentativa” ma è proprio tutt’altro♪ spero che tu le abbia assaggiate le crepes tra l’altro :)

    Le scatole da bento sono piccole, ma essendo super piene e compattate riempiono, eccome se riempiono… te ne faccio uno e poi ne riparliamo :P

  • fiordisale ha detto:

    scocciarci???? ma ti dovrebbero fare un monumento-ti! Semplicemente perfetta, per quello che mi riguarda potremmo pure passarci l’estate con ‘sti post :-)))

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