And now something completely different… mi dispiace per i vegetariani e affini ma oggi la fa’mo rustica e solida, con una ricetta molto da burberi campagnoli francesi (beh, oddio, vedrete, per questo pâté tutto sommato non dovete lavorarvi mezza carcassa di maiale fresco di macello, rimaniamo tutto sommato sul, hum, raffinato, hihhi :-). Intanto, ma perché questa mo s’è imbizzarita che doveva fare un pâté (di carne poi??). Euhm, inanzitutto perché volevo utilizzare la cocottina di terracotta alsaziana acquistata un sacco di tempo fa (siccome poi la vita è piena di sorprese è andata a finire che quella non l’ho nemmeno fotografata, ve la farò vedere un’altra volta va :-) e poi perché più o meno da quando ho letto (il bellllissimo) Cochon & Fils mi era rimasta impressa ‘sta cosa del pâté che si può fare anche in casa (ah bon? e io che mi pensavo si potesse solo acquistare nel commercio.. :-). Infine, sopratutto, perché il pâté a casa mia (stiamo parlando di 20 anni fa, anzi che noia sempre questi souvenir d’infanzia :-) era un po’ ciò che altrove è la nutella. Okay, no, scusate, non del tutto (mai visto nessuno che se lo mangiasse al cucchiaino davanti alla porta del frigo :-), però evidentemente a qualcuno in casa piaceva e quindi c’era sempre, in tiro per il frigorifero, una terrina di pâté des ardennes, pâté de foie, pâté di cinghiale, di anatra o di qualsiasi animale si potesse lavorare e ridurre a una qualche forma di crema più o meno spalmabile…
Mezzo appunto sulla ricetta: considerate che a parte rispettare la struttura base del procedimento potete fare un po’ quel che volete, nel senso che le castagne ce le ho messe perché le avevo a tiro (c’è stato l’invasione delle castagne l’altro giorno in cui si è anche scoperto che Olive-il-cane è capace di scartare la buccia di una caldarrosta per poi mangiarsela – al prossimo giro gli do una banana, per vedere… :-), quindi potete anche tralasciarle, o sostituirle con pistacchi, noci, fichi secchi o ciò che vi pare. Potete ache aggiungere erbe e spezie a piacere mentre per quanto riguarda la carne, mantenendo le stesse proporzioni potete sostituire con della carne di maiale, di vitello, di selvaggine, o persino aggiungere della pancetta. L’unica cosa che proprio proprio no… è la versione vegetariana ;-)
Pâté di tacchino, fegatini e castagne
per 3/4 barattolini
fegatini di pollo 250g
petto di tacchino 300g
castagne lessate 10
panna 20cl
uova 2
cipolla 1
scalogni 3
porto 3 cucchiai
burro 1 cucchiaio
timo secco 1 cucchiaino
sale & pepe
Sbucciare la cipolla e tritarla finemente, sbucciare anche gli scalogni e tagliarli a spicchietti. Scaldare il burro e far appassire cipolla e scalogni. Aggiungere poi i fegatini e farli rosolare alzando la fiamma. Aggiungere infine il porto e le castagne sbucciate e spezzettate e lasciar cuocere per altri 5 minuti a fiamma bassa e spegnere. Tritare, al coltello, la carne di tacchino. In una ciotola, mescolare il tacchino, i fegatini, le uova, la panna e il timo, aggiustare di sale e pepe. Qui interviene il vostro gusto personale: potete cuocere questo ‘impasto’ tale quale, o passarlo brevemente al mixer (10 secondi, non si tratta di fare una crema ma di ‘macinare’ il tutto). Trasferire in una terrina grande o in barattolini resistenti al calore, coprire (con il coperchio – non ermetico – o con dei fogli di aluminio) poi disporre la o le terrine in una taglia da forno e versarci dell’acqua fino a metà altezza dei recipienti. Infornare il tutto a 200° per 1h30/2 ore (dipende dalla dimensione dei pâté, dal forno, ecc, in ogni caso basta guardarli, i pâté, quando sono belli cotti e compatti so’ pronti :-)) Sfornare, lasciar intiepidire, poi lasciar riposare al frigorifero per almeno 24 ore prima di consumerli, su dei crostini, ça va sans dire :-)
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Quanto tempo sì conserva questo patè?
Grazie
Margherita
Testato … anche se come al solito, pur essendomi impegnata a reperire tutti gli ingradienti ben benino, l’ho un pochino personalizzato. Parto sempre con l’idea di provare la prima volta una ricetta *così com’è scritta*, ma puntualmente non rispetto il mio proposito.
COMUNQUE: fegatini ok! Castagne no, non mi andava di cuocerle, provato con i fichi secchi. Tacchino non c’era, ovviato col pollo. Timo ARGH finito, ergo senza spezie (è da eretici?). Tra l’altro mi sono addormentata con la terrina in forno dove è stata quasi 3 ore. Temevo il disastro, invece quasi non ne ha risentito. Devo dire che il risultato (seppure un po’ asciutto) è piacevole. E mi piace pure sentire i semini dei fichi sotto i denti, che ti chiedi ‘cos’è che scrocchia’ ?
Ora in realtà ho rubato un cucchiaino prima delle 24 ore, ma nel fine settimana faccio un test come si deve.
Domanda, ma se optassi per il coniglio al posto del tecchino, la carne andrebbe marinata e cotta prima?
PS: mi accodo alla domanda di valentin@ ….
@sigrid
anche per il patè
per quanto tempo lo posso conservare? in frigo? chiudo i vasetti e li sterilizzo?
mamma mia anche a casa mia sotto natale il patè è d’obbligo.quello di fegatini fatto a crema mrbida morbida col burro.solo il pensiero mi fa commuovere..ma quest’anno io mi presenterò con questa terrina..sperimao che papà apprezzi..
..stavo appunto cercando una ricetta per fare un patè.. Fantstico!!!
Diciamo che I LOVE FOISGRAS (anche se lo so quanto sia crudele il modo in cui vien fatto) ma lo mangio solo una volta all’anno quando mi capita di andare in fiera a Kortrijk che è molto vicino a Lille dove c’è “Alcide” che ti serve un fois gras da sogno! Però mi chiedevo se c’era un modo per fare un fois gras ma senza torturare povere oche o anatre, ed ecco la tua ricetta!
Ho un paio di domande:
1) se nel patè metto delle albicocche secche, devo farle cuocere al forno con il resto o le posso aggiungere a fine cottura?
2) la gelatina serve?
3) e una ricettina di un patè di pesce, ce la fai??
Thanks Elena
Grazie Davide e Sigrid per i consigli: questo patè lo devo provare così senza l’uovo, farovvi sapere appena riesco a trovare il tempo di farlo!!
@Lorenzo: sono onorata di averti ispirato un sorriso divertito e, in effetti, mi son riletta e ho sorriso anch’io :-)))
Ora vorrei dire una cosa che, sebbene già detta da molti, come è giusto, ho voglia di dire anche io: ho avuto in regalo il libro del cavolo, e devo fare tantissimi complimenti a Sigrid e a tutti coloro che hanno contribuito a realizzarlo: e’ davvero stupendo!! Le ricette, i racconti, le foto, e… be’, io sono una grande maniaca dei libri di cucina, ne ho una quantità imbarazzante, ma un libro con una carta così bella non l’ho mai visto. E’ pastosa, profumata, e non restano nemmeno le impronte digitali sulle foto (ho provato apposta, eheh)!!!!
Poi mi piace da impazzire quella cornicetta bianca intorno alle foto, i colori, quei piccoli ghirigori che spuntano ogni tanto dagli angoli delle pagine… insomma, ragazzi, avete fatto un lavoro davvero eccezionale, bravissimi!
:-)
P.S. mi piace molto anche questa idea della rete di distribuzione non convenzionale! Aribravi!
fatto!! invece del porto ho messo un paio di cucchiai di prosecco, un paio di cucchiai di mirin ed i pistacchi invece delle castagne… non male, non male!!!
l’ho fatto!!!! ce l’ho fatta ed è venuto buonissimo, ho giusto cambiato alcune cosine… ho aggiunto un po’ di pancetta, invece del porto ho messo il brandy ed visto che a me i paté piacciono cremosi e non a pezzi ho tritato tutto nel mixer per 5 min…. è piaciuto anche alla suocera :O :O grazie Sigrid, ci vediamo a Bologna il 1°!!
@salines
Ma appunto il telecomando si sa che e’ sempre “dedicato” ad un solo marchingegno.
@babs
boh… io di telecomandi non ne ho… quindi non so dirti se sia pericoloso o meno.
@giu……
eh no mio caro, troppo comodo il telecomando!
fa persino male alla salute (dicono!)
@Lorenzo
Ma che libretto e libretto?
Il gusto sta nella scoperta e nell’aggiustare il tiro e riprovare. Se fossimo stati corredati di libretto (rosa o celeste) ci saremmo annoiati ed estinti da un pezzo perchè le istruzioni valide per uno non possono essere applicate ad un altro.
@brillino
Io non voglio il libretto. IO VOGLIO IL TELECOMANDOOOO!!! :D
Ok, babs, mandami il libretto.
Mi raccomando controlla che le foto siano a colori…
ne mando una copia anche a Budapest, da Giuseppe, se non ti dispiace.
…Sai, gli amici.
:-)
Volevo solo vedere cosa ne veniva fuori.
Certo questo è un blog di cucina (Eh figurati che ne abbiamo fatto un libro…) ma ricco di spunti interessanti. A volte di comicità irresistibile.
Ora torno nelle catacombe musicali dalla quali sono emerso.
Il mio posto è quello.
:-)
Giù! ma cosa hai combinato? era tempo che qui non ci si radunava per una convention simile!
sto influenzata, quindi non voglio e non riesco neppure a pensare ai miei traumi infantili culinari (già ne ho abbastanza di quelli NON culinari) :-) però leggendo tutti i 122 precedenti, mi son data una botta di vita!
@lorenzo dP
parliamone…. vuoi un libretto informativo, provvediamo!
io passerei prima per la littizzetto che, oltre a sganasciarti dalle risate, qualche informazione utile la passa
e cmq….. è una battaglia persa!
anche per noi cercare di capire voi :-)
Mai avuto un bel rapporto con il paté perché: 1) diffido da tutti i macinati già pronti; 2) il fegato credo sia una delle pochissimissime cose che proprio mi dà la nausea.
Però: eliminando il fegato e macinando io..quasi quasi si può anche tentare..che sia la volta che mi appassiono al paté?!
…Ecco, appunto, le sinapsi.
Era proprio delle sinapsi che volevo parlare.
:-)
@Gianna dei vermetti: in linea di massima sarei d’accordo con te, nel senso che evito in gere qualsiasi generelizzazione tipo “noi donne ” e “voi uomini” perché per lo più mi dissocio da qualsiasi categoria. resta pero’ il fatto che se come donna riesci a capire (anche se non lo condividi nel risultato) il funzionamento delle sinapsi femminili, diverso è il discorso per quanto riguarda il funzionamento di quelle maschili. E credo che il ragionamento valga anche se fatto dagli uomini.
@Gian.
Io e te dobbiamo assolutamente fare due chiacchiere…
:-)
@Donatella e Pianobrillo
io però a questa cosa delle femmine così diverse dai maschi non ci credo mica poi così tanto ! o meglio, io mi sento in genere tanto dissimile dal 90 %(facciamo anche 95% va…) delle fanciulle-signore che abitano questo mondo, quanto dal 90%(95%) dei fanciulli-signori che condividono lo stesso …insomma non credo che il problema si possa risolvere in una questione di genere, ma piuttosto di “vita” (intesa come insieme di consuetudini, di gusti, di passioni, di idiosincrasie etc.)
@lorenzo di Pianobrillo (hai definitivamente fatto tuo il patronimo cosi’ come trasformato da Giù?):
Emi-sferi. Appunto. Due emi che hanno bisogno l’uno dell’altro per fare un intero.
@Donatella: vero, funziona.
Ma non ti chiedere mai il funzionamento dei circuiti.Lo schema è un mistero.
Ma io, che di “Libretti” ne ho maneggiati molti, avrei voluto tanto averne uno chiaro. Capire, studiare. RICERCAR magari anche a più voci…
Una delle donne più affasciananti che ho conosciuto, Gabriela Montero, allieva di Marta Argerich, suonava Pachelbel improvvisando sul Canone e Giga in sol Maggiore per poi smettere all’improvviso, ridendo…Continua tu, diceva,che hai l’emisfero diverso…
Emisfero.
…Emisfero ovvero la metà della sfera.
Rideva di questa cosa.
Emisferi diversi.
Ecco cosa siamo.
Uhm… non so se questo è proprio il luogo più adatto per esternare il mio trauma culinario infantile perché riguarda… la cucina belga! Scusami Sigrid, salta il prossimo paragrafo e fai finta di niente. All’età di 5 anni sono stata trasferita (a 5 anni uno non si trasferisce, si fa trasferire) a Bruxelles. Per dirla tutta, quando mio padre, andato in avan scoperta per trovare casa e sistemarsi bene in ufficio tornava il w-e e ci portava la cioccolata belga Côte d’Or, già io e mia sorella storcevamo il naso e sputavamo. Ma il momento traumatico è stato l’ingresso all’asilo. I miei avevano deciso che prima di mandarmi alla scuola italiana era opportuno farmi fare l’asilo belga, in modo tale che io imparassi subito il francese. L’idea di per sé non era malvagia, anzi, ma non avevano considerato il fattore gastronomico, pure importante in un Paese in cui la scuola è a orario continuato e quindi mensa obbligatoria per tutti. E cosi’ successe che tutti i giorni, a ora di pranzo, io mi sedevo al mio posto al refettorio e iniziavo a piangere ininterrottamente, senza mangiare, fin quando non mi si diceva che era finito il pranzo e mi potevo alzare. La cosa cesso’ solo quando le suole, non tanto preoccupate dal fatto che digiunassi ma annoiate da questa sirena che allietava il pasto di tutti, chiamarano mia madre che disse: “cose? mia figlia? Ma non è possibile, lei mangia sempre volentieri”, e poi venne a controllare di persona. Nascosta dietro una colonna per non farsi vedere da me, mi osservo” per tutto un pranzo. Dal giorno dopo io non piansi più. Ma non per questo mangiai. Ora non chiedetemi che cosa mi servissero in tavola, perché non ne ho un ricordo preciso, solo vaghe immagini di pomodori (crudi) ripieni di cose immonde, o di carni tipo blanquette che navigavano in una salsa grigia… Cioè, una cucina a me sconosciuta preparata al peggio come puo’ esserlo in una mensa scolastica.
@Lorenzo di pianobrillo: non ti preoccupare, non risulta negli annali che un uomo abbia mai avuto il libretto delle istruzioni di una donna. Non credo esista. In compenso le donne hanno un libretto parziale sul funzionamento degli uomini. Sanno quindi quali tasti premere e che temperatura impostare per ottenere determinati cicli, ma molte funzioni sono sconosciute (su alcune versioni addirittura disattivate) e soprattutto non è spiegato il funzionamento dei circuiti. Ma, alla fine, mi sembra che l’accoppiata uomo-donna non funzioni troppo male.
@Corrado: no,no io non voglio essere liberato, anzi.
Voglio essere colonizzato, ah ahah…
Le femmine mi divertono tantissimo (facili battute a parte, dico sul serio).
E’ come trovarsi in un club di cui non sei socio, ma solo ospite. A Roma guardavo affascinato tutta quella umanità femminile vociante e capivo di non capire. Non ho mai capito niente, del resto, di loro. Nessuna ha mai avuto la pazienza di spiegarmi, con calma, il funzionamento. Ed io non sono propriamente un fulmine di guerra in materia.
Libretti d’istruzioni non te ne danno, quindi fai sempre danni.
Ma, tranquillo, sono innocue eh…Si limitano a far festa a Sigrid e a chiedere l’autografo.
:-)
PS – Non sto provocando… mi sto solo divertendo
@Lorenzo: credo di capire come ti devi essere sentito in Via degli Specchi: un corpo estraneo. Domani qui a Firenze tocchera’ a me, uno dei pochi ometti in una torma di donne ipnotizzate dalla Sigrid ed auto-ipnotizzate dalle loro stesse conversazioni (parlano tutte insieme, contemporaneamente, e si capiscono pure. Ma come fanno?).
Non che insieme a tante donne si stia male, questo sia chiaro, ma una certa sensazione di straniamento la si prova.
Comincio a capire come il femminismo possa essere nato :-)))
Se continua cosi’ dovremo aderire all’MLO: Movimento Liberazione Ometti :-))))
Ciao Marcellagiorgio, commento 65, anche io sono una traumatizzata dal latte della colonia estiva in cui mia madre mi mandava in estate. Che orrore, disgustata dopo il secondo giorno mi sono fatta venire delle crisi isteriche e mia madre per fortuna ha rinunciato poichè non voleva una figlia isterica. Ahahahah
Beh devo ammettere che sono morto dalle risate anch’io :))))) E lo dico senza cattiveria ovviamente.
Di manie e di schizofrenie ne avevo parecchie da ragazzino, e ci sono riflessi incondizionati che mi toccano ancora oggi. Per dire: non bevevo dallo stesso bicchiere 2 volte nello stesso punto (lo giravo pian pianino, e se finivo il giro prima del pasto… beh… non bevevo). E tutto questo per una barzelletta stupida sentita raccontare da mio padre. Che ovviamente non vi riporto.
Il mio trauma “migliore” e’ sicuramente quello legato al vino. Da bambino, 6-8 anni forse, mi costrinsero a provare una specie di mosto, che poi pero’ era gia’ alcolico. Non dico che mi legarono alla sedia, ma quasi. Ma se proprio dovevano farmi un’iniziazione, non potevano almeno portarmi in un bordello?
Poi qualche giorno dopo (ero in vacanza al paese paterno), il nonno si addormento’ in poltrona dopo aver tracannato un paio di bicchieri di quel vino indegno che spesso si produceva in campagna. Roba disumana, che puzzava di cantina andata a male, di pecorino e prosciutto, ma anche di cisterna mai lavata dal 1372. Beh mio nonno s’abbiocco’ a fauci aperte, e la cena pesante + il vinum orribilis produssero un’alitosi che la famosa fogna di Calcutta, in confronto, era una boccata d’ossigeno. Cosi’ mi e’ rimasto quel tanfo nelle narici, e la sensazione puzzolente del vino, che queste due esperienze ravvicinate mi suscitarono.
Tutto questo per almeno 25 anni. Poi mi sono autoconvinto che il vino e’ buono, e ora non ho piu’ problemi. Per debellare i topi (a Calcutta), adesso chiamano me.
Poi tra di voi ci sono diversi traumatizzati che mi hanno fatto ricordare vecchie abitudini. Tipo le cervella fritte, condizione sin equa per avere il giusto apporto di ferro, secondo una certa generazione di pediatri. Tutti morti per muccapazza ovviamente.
Toccava anche a me, pero’ devo essere sincero: mi piaceva parecchio, soprattutto con una salsa tartara che mamma’ faceva all’uopo.
E poi il sanguccio! Che bei ricordi… In confronsto Il silenzio degli innocenti e’ una storiella per bambini.
La scuola elementare che frequentavo, era di confine. Nel senso che la citta’ finiva proprio con quella scuola. Cosi’ accanto ad essa viveva e prosperava una famiglia di contadini, che regolarmente intorno al 17 gennaio faceva “S.Antonio del porco”. Per quella data di solito si sacrificava il porcello, e infatti dalle mie parti si dice ancora, per minacciare (e per darti del porco): “Tu a S.Antonio non ci vuoi arrivare”.
Ma dicevo dei nostri agricoli… noi avevamo le finestre che davano sull’aia della casa colonica, e nonostante i rimbrotti del maestro (vecchia guarda, molti ceffoni e svariate bacchettate sulle mani), non si poteva non rimanere affascinati da quel macabro rito. Il maiale appeso per le zampe posteriori, l’affilatura dei coltelli, e poi l’operazione. Affatto veloce e affatto indolore. E quindi il pentolino messo sotto la capa per raccogliere quello che scoprimmo poi essere il sanguccio. Le urla del maiale ve le risparmio. Ce n’era abbastanza per emigrare subito in una comune indiana, a cantare Hare Krishna Harehare tutto il giorno.
Ma poi si sa, certe cose si metabolizzano, e mi chiedo… cosa c’e’ di meglio delle costolette alla brace? Giusto gli arrosticini di pecora… :)
Ahhh… e dimenticavo le lumache. Mia nonna quando pioveva in estate, preparava una pentola ed un coperchio. Finite le intemperie, scendeva nell’orto e faceva incetta di lumache, che poi metteva nella pentola e nutriva a lattuga per giorni. Queste praticamente in siffatto modo si depuravano. Poi le sbollentava eh… beh quell’enorme massa di bava (avete presente il primo Alien? ecco) mi e’ rimasta impressa a fuoco, e non ho mai, dico mai, mangiato una lumaca, ne’ di terra ne’ di mare.
Eppure dicono siano buonissime…
Vabbeh… domani per consolarmi vado a comprare un po’ di cicale di mare, dei gamberetti, qualche capasanta, e se si trovano, dei polipetti. Che non ci fanno mica impressione :D
;))
@ Lorenzo:
ok, quanto siamo magnificamente diversi uomini e donne, no?
il bello sta nel riderci su, senza drammatizzare… la diversità è una forza.
scusate, ma sono riflessioni fuori piazza.
SOB
@lorenzo: ogni tanto uno sguardo intenerito alle realtà altrui può anche lasciare una scia dolce invece che amara
Si,si, divertito.
DAnielaM, vorrebbe,ad esempio, andare al sodo.
Ma facendo a meno dell’uovo.
Che accadrà? Si chiede.
Già, dico io, che accadrà?
Io, che stasera mi son fatto due fette di bresaola, nella solitaria cucina di Pianogrillo, penso ai dubbi di DanielaM e sorrido.
Sorrido.
…Già.
Che vorrà dire? Mi sento solo?
Chissà.
@lorenzo: questo tuo intervento è delizioso. Assolutamente lieta di vederti divertito…
…A volte mi chiedo se stiate scherzando o parliate sul serio.
Nel dubbio rido, leggo, mi diverto.
L’universo femminile è per me un mistero.
(L’unico legato che conosco è quello al pedale.)
Vi ho viste scatenate a Roma, vi osservavo e pensavo: Donne, ma come cazzo funzionano?
Nel frattempo credo di aver pestato il piede almeno quattro volte ad una graziosa fanciulla dietro a me, che parlava fitto con altra altrettanto graziosa, sembrando, entrambe, assolutamente disinteressate all’evento. Parlavano, come parlano le femmine quando parlano.
Ero in mezzo alla folla e mi son sentito idiota.
Consapevolezze, vero.
Provate a rileggervi.
Non lo trovate spassoso?
Che cosa guduriosa! Non riuscirò a resistere altre due ore e mezza prima di mangiare!!!
@Daniela: d’accordo con Davide, credo che nell’insieme panna e uova diano morbidezza e leghino l’insieme, ma probabilmente le uova uno potrebbe anche scartarle, sopratutto perché qui c’è anche il petto di tacchino che è già di suo molto ricco di non so cosa (collagene?? lol) che si compatta in cottura (cioè, mi spiego, io ho visto gente mettere del petto di pollo macinato crudo nel riso, e cuocerlo poi al vapore a forma di salsiccia, risultato: una cosa talmente densa e compatta che si potesse fare a fette, see what I mean?!) Quindi l’unica cosa è che consigliere giusto di macinare il tacchino :-) ps: nei paté nel commercio non so cosa ci sia, anche perché di ricette ce ne sono molte diverse :-)
Grazie per questa ricettina di terrina! Qui in Toscana, come hanno già notato, si prepara un paté di fegatini con un procedimento meno complesso, senza panna né uova né passaggio in forno (praticamente fegatini frullati, a parte la base di fegatini una cosa che ha poco a che vedere con questa). Io preferisco questo genere di terrina. Ogni volta che capito in Francia torno con qualche barattolino, ora proverò a prepararne di fresco. Bella la foto con lo spalmino Laguiole.
@Daniela, secondo me non dovrebbe cambiare granché dal punto di vista della riuscita, sicuramente sarà più leggero, forse un po’ meno “legato” (anche se il passaggio in forno dovrebbe comunque far addensare abbastanza bene il tutto). Ad esempio, nel pâté classico di fegato io l’uovo non lo metto. Forse si potrebbe tentare una soluzione cerchiobottista con l’uso dei soli albumi.
WOOOW 100!!!!
(so’ soddisfazioni)
:-)
Sigrid, come al solito interpeti perfettamente qualcosa che mi aleggia in modo informe nella mente… :-)
Ma vengo al sodo: per varii motivi anche io in questi giorni sto armeggiando con patè e affini, però però… per un’idiosincrasia personale non riesco proprio a digerire (!) la presenza dell’uovo in queste preparazioni!! So che spesso è fra gli ingredienti, ma mi chiedevo: c’è anche nelle versioni che si acquistano già pronte (l’ultima volta che sono stata in Francia a strafogarmene non ero ancora nella fase di andarmi a leggere le etichette degli ingredienti)?
Sto pensando di tentare senza uovo. Che accadrà??
:-)
P.S. naturalmente la domanda è estesa a tutti.
@giù scusa ma tra le risate pazzesche che mi sto facendo non posso non parlare di una cosa a dir poco truculenta che si fà da noi (sardegna!): il sanguinaccio dolce! Siccome del maiale non si butta via nulla che fare il giorno che si ammazza il maiale del suo(del povero maiale) SANGUE’?! ma semplice …cosa ci vuole ad immaginarlo?-)… un buonissimo dolce( why not?)aggiungendo ad esso uvetta miele mandorle e chissa quali altre cose dolci piu spezie varie e udite udite …imbudellato come una salsiccia viene servito a fette talvolta (al massimo della raffinatezza!)riscaldato n pochetto per renderlo più gradito al palato!!!
ma voi gastronomi d’italia ditemi i nostri avi potevano inventare qualcosa di più disgustoso per non buttare via nullaaaaa?!
ps quando capitava questa cosina a fine pasto beh
noi FUGGIVAMO!
@ Giù…altro che vaso di Pandora…qui stiamo toccando vertici paragonabili solo alle torture infernali da Goirno del Giudizio!!!!
Senti…queste vanno raccolte e poi ci facciamo il “controlibro del cavolo…tutto quello che NON avreste MAI voluto sapere sulla Cucina!!!!!!”…secondo me è un successo garantito!
Il mio orrore è stato la cervella di vitello bollita (avevo una pediatra vecchio stile, guai se mancava la cervella una volta la settimana). Per un po’ è andato tutto bene, poi una volta mia nonna l’ha lasciata in frigorifero scoperta, io l’ho vista tutta tremolante e sanguinolenta (la cervella, non la nonna poverina), e da allora non l’ho più mangiata. C’è voluta una vacanza romana a ottobre di quest’anno e il mitico Giggetto al portico d’Ottavia per far pace con la cervella.
@ Sigrid, sissì, il ragù viene benissimo, provare per credere.
A proposito, è confermato il 1 dicembre a Bologna? (PS Eataly di Bologna è un po’ piccoletto, non ti impressionare…)
@Giu, grazie per aver aperto il vaso di pandora! Oltre alle risate, scusate anche me, è però molto interessante e forse anche educativo leggere di come alcune esperienza culinarie ci hanno influenzato o traumatizzato! Adesso però aspettiamo il tuo trauma infantile!
Ciao! Che particolare questa ricetta: tacchino e castange dev’essere davvero buono, ancora meglio se sotto forma di un patè da servire sopra dell’ottimo pane abbrustolito.
Abbiamo visto che giovedì 19/11 sarai a Padova: aspettaci che verremo sicuramente alla presentazione del tuo libro. Ovviamente dovremmo immortalare l’evento: un inconro con Sigrid è da ricordare. Non farai certo fatica a distinguerci. saremmo le uniche due vestite uguali uguali!!
Un bacione e ci vediamo giovedì allora.
Anche da noi il “patè” è una tradizione. Non è esattamente la stessa cosa, ma sia in Umbria che in Toscana si fa il cosiddetto “crostino di caccia” con i fegatini (e, in origine, tutte le frattaglie) di pollo.
Si fa in tutte le case, e somiglia al tuo salvo niente panna, e invece ci sono i capperi. Ma ogni famiglia ha la sua ricetta.
Yum!
(ma anche il tuo, stra-yum!)
@giu io fino all’età di 40 anni vomitavo solo a sentire l’odore dell’anguria, poi non so cosa è successo ma ho cominciato ad apprezzarla e adesso mi piace. Boh!
Ommadonna! Non pensavo di aprire un vaso di Pandora cosi’ grande :)))))
Chiedo scusa, lo so che non e’ elegante, ma sono morto dalle risate. :))))
I miei ve li scrivo domani, che oggi sono a pezzi (tornato a casa poco fa…)
buonanotte
Giu
A questo link del mio blog:
http://lefrancbuveur.blogspot.com/2009/11/incontri-mondani-tra-blogger.html
trovate un piccolo reportage della serata di Roma
di martedi scorso.
Buon weekend a tutti.
Enrico
ciao sigridina bella!
dunque dunque, io a dirti il vero non amo molto il patè, anzi, quel classico sapore di fegato no, non lo trovo accattivante, però…. c’è sempre una prima volta e, saranno le castagne, sarà la foto, ti copio-incollo-provo e poi ti dico se mi è piaciuto!
baci
babs
Ok Sigrid!
mia mamma ha sempre fatto il patè di fegato, mentre mia nonna quello di tonno, avvolto nel canovaccio e messo a bollire per ore, poi con tanti ciuffi di maionese attorno alle fette. sarà perchè sono piemontese? diciamo che quelli francesi sono mooolto più vari, ma anche qui ci difendiamo! forse la pasta è più fine, mentre in Francia si trovano anche a “pezzettoni” ;)
spero ci vedremo ad eataly mercoledì!!
Fatti e mangiati….e finiti ebbene si in due siamo riusciti a mangiare 5 panini intrecciati, erano talmente buoni..
@laura: allora ci vediamo al bar! (sabato 21 alle 12, in piazza davanti al marca’, col spritz in mano :-)
Sigrid!!!! Che grande notizia mi dai! Il prossimo we anch’io sono a Venezia, spero che si riesca ad organizzare questo raduno!
@giu’ orrore dell’infanzia?! cosa mi hai costretta a ricordare! quando ero piccola e “cittadina” capitava che si andasse a trovare i parenti in paese e veniva offerto ai bimbi del “buonissimo” latte di pecora appena munto bollito e ribollito in modo che si formasse una “panna” alta tre dita… il sapore era disgustoso: sapeva di pecorino rancido: bleah! ma dulcis in fundo ideona di mia madre: cosa fare con la bottiglia di quello schifosissimo latte di pecora portata a casa? budino al cioccolato!!!! io e i miei fratelli, ignari, assaggiamo e doppio blaeh un connubio a dir poco disgustoso! poco ci manca che ci fa odiare il cioccolato per sempre:-)
Ve la butto lì, anzi, qui:
il prossimo weekend sono a Venezia.
Che volessimo fare un raduno selvaggio? :-)
(tipo uno spritz sabato mattina da Al Marca’??)
(anzi, io missà che tanto ci vado comunque, poi chi c’è c’è… :-p)
Aggiudicata! ho una speciale passione per cucinar terrine!! e poi ho gli stessi tuoi spalmini di Laguiole!!!
Io, stasera ci son andata giù – pesantemente – di brasato di Chianina, taglio sorra!
Un saluto e Buon Lavoro!!
Siete troppo forti!!! Una bella risata a fine serata
Questa terrine Sigrid si’ che non è trauamtizzante come la classiche dove devi comprare mezzo maiale, pezzi improbabili e altre carni in modiche quantità ;-).
Buon fine settimana a tutti!
@ barbaraT: bene, bene! Buon festeggiamento, allora!
Quanto alla mela morsicata, beh, ci sono cascata anch’io (e ora ne sono strafelice!) al richiamo del design e della maggior praticità del sistema (almeno per me), e così ci siamo concessi l’ultimissimo powerbook per l’anniversario di nozze: gusti strani, eh? Altro che cenette romantiche o cianfrusaglie varie! :-)
@sigrid i tuoi panini sono in forno se mi vengono bene li ripeterò sabato che c’ho na cena oltre a quella di ieri e poi martedi grandi festeggiamenti saremo una 15ina!poi mi fermo un pò!!
BarbaraT, ritaT, acquaviva, robi, ho le lacrime agli occhi e il mal di pancia dal ridere a leggere dei vostri orrori culinari!!!!!
Giu, hai veramente avuto un’idea stupenda con questo giochino!
@barbaraT ennò che non sono particolari da trascurare, infatti mio marito che mi conosce bene mi ha detto: “lo vuoi solo per il design!(sono un po fissata con l’arredamento e il design… oltre alla cucina naturalmente)
stasera pizza…e poi una sorpresa cioccolatosa per marito e figlia… buon appetito!!!
@ada non sei affatto in ritardo! e il regalo è arrivato dal quasi marito, ci sono donne che preferiscono i gioielli, io vado in brodo di giuggiole per la piccola mela!
@ily, non sono proprio la persona più adatta (sono notoriamente una pippa tecnologica..) però da quando il mio piccì ha preso qualsiasi virus compresa la suina, la mia è stata una scelta quasi obbligata! insomma, poi è bellissimo, è tutto dentro al monitor, un solo cavo, la tastiera e il mouse sono wi-fichissimi, è essenziale, elegante, si abbina perfettamente alla scrivania (eh beh, sò particolari da non trascurare!)
insomma, per ora sta qui ancora incartato e non oso neanche attaccare il cavo da sola, poi ti farò sapere! sono certa che in piazzetta c’è gente ben più esperta di me sull’argomento, compresa la padrona di casa!
@barbarat che bello!!se vai sul forum vedrai che avevo chiesto aiuto perchè anche io in questi giorni cambio computer e dopo anni di indecisione sono ad un passo dal mio mac!essi il maritino per il mio compleanno (martedi) mi regala il computer nuovo!!
anzi se qualcuno ha dei consigli da darmi sono ben accetti, nel frattempo vado ad infornare i panini intrecciati alla ricotta di Sigrid!!
@ barbaraT: caspiterina che bel regalo ti sei fatta, così si fa! ;-)
Allora, anche se temo di essere un pizzico in ritardo, tantissimi auguri!!!
Dimenticavo, a proposito del servizio di Eat Parade su quel formaggio friulano: l’Asìno. Bello vedere come lo fanno, tranne quando si vede che usano i guanti per mescolarlo, ma poi immergono il braccio fino a metà, con tutti i peli allo stato brado… Bleah!
io non ho un ricordo di piatti dell’orrore sicuramente mia madre è molto brava in cucina un pò la invidio anche con niente mette su qualcosa e poi gli viene tutto molto bene…..pensare che non assaggia niente addirittura molte cose non le mangia proprio ad esempio tutti i latticini.
….vabbè che io sono il suo contrario e mangio tutto o quasi.
e comunque contro acquaviva non c’è storia…
Quasi quasi ci penso su a chiedere i danni all’asilo… ma in realtà le maestre erano buone e quello è stato l’unico episodio. Invece ricordo anch’io la mensa delle elmentari e delle medie (genitori lavoratori, ahimè) come un’ingiusta condanna! Ma ricordo anche dei miei comagni di scuola che la trovavano buona ed erano quelli a cui rifiutavo l’invito a cena… la madre di una mia amica buttava il parmigiano nella pasta appena scolata e ancora umida, nonché scotta. Disgustoooo!
Ciao Sigrid! Ho visto Eat Parade ed ho quasi soffocato l’amica con cui stavo pranzando, perchè continuava a parlare e, poichè, ho visto che facevano vedere le ultime novità eno-gastro-letterarie, speravo in una citazione del tuo libro. La mia amica c’è rimasta malissimo e ancora deve capire cosa aveva fatto di male… Non so se tornerà più a mangiare con me… Parlavano di libri usciti da portali di cucina: troppo avanti chiamarli foodblogs?… Comunque hanno dato anche l’indirizzo del tuo sito, così puoi incrementare queste poche visite che hai… (boia: quando partirà il mio blog mi ci vorranno 3 vite per raggiungere le tue visite a oggi…) ;)
Domani faccio un salto a Firenze e spero di trovare un bel barattolone di patè!
Sigrid ma il patè di funghi? Non è vegetariano? (O forse non è patè…)
dei piatti della memoria (dell’orrore):
i miei piatti incubo dell’infanzia sono due:
a) la stracciatella… nun ce la pozzo fà.. con quell’aspetto di rigurgito di gatto che francamente.. mai voluta assaggiare nemmeno da grande, impossibile anche solo da guardare… puah…
2) il semolino, dopo che mia madre (avrò avuto 7 anni) mi ha messo nel piatto questa sbobba lattiginosa e fumante giusto appena dopo aver guardato una puntata in tv di “doctor who”, quella col lumacone gigante che strisciava lasciandosi dietro una bava che francamente, sembrava proprio… semolino… GIUUUUU tu puoi capirmi!
con questo però negli anni mi ci sono riconciliata, soprattutto quando l’ho mangiato sotto forma di gnocchi alla romana (infondo, cosa non è buono con una colata di burro e una montagna di parmigiano gratinato???)
i patè, in generale tutto quello che di salato si può allegramente spalmare sul pane croccante, mi sono sempre piaciuti.. ho un libro di terrine e una bellissima terrina di porcellana col coperchio che non aspettano altro che essere messi alla prova
@sigrid.. VOGLIO TRITARE QUALSIASI COSA!!!!
hihihihihi
apropò… questo è forse l’ultimo messaggio che mando da quel poveraccio del mio piccì portatile, che ormai da troppo tempo presenta evidenti cenni di cedimento strutturale.. da domani, cari miei, mando in pensione il vecchio arnese e passo ad una nuova era!
per il mio compleanno, visto che ho fatto la brava, è arrivato monsieur iMac!!!
@giu: fino al commento di Sigrid avrei scritto che niente che avesse a che fare con il cibo mi aveva mai traumatizzato, frattaglie varie, pasta delle suore, formaggi maleodoranti, niente!
La curiosità e la gola l’hanno sempre avuta vinta su tutto, ma poi..toh!
Ho letto quel racconto sul latte ed all’improvviso, dai recessi della mia mente, spunta una tazza di latte con una piccola buccia rossa di pomodoro che galleggiava in superfice e la signorina della colonia (avevo circa 6/7 anni)che mi costringeva a berlo nonostante le mie proteste.
Da allora non ho più bevuto latte ed in famiglia hanno giustificato la cosa con una intolleranza digestiva.
Inoltre ancora oggi “da grande” le buccine di pomodoro che dopo la cottura a volte si formano nelle salse mi danno un brividino di disgusto e le rimuovo subito.
@ilaria anch’io in questo periodo vado a lucca: c’è il “lucca digital photo festival” da domani 14 fino all’8 dicembre.
a proposito di frattaglie, poi, volevo dire che qualche anno fa, insieme ad alcuni amici, avevamo fatto il club di “ricerca interiora”: periodicamente facevamo una cena (a turno in ogni casa)e cucinavamo SOLO ricette con ingredienti fratagliosi…….goduria massima…..
ciao Sigrid altra ricetta molto interessante, ma la carne di tacchino viene cotta? un caro saluto :)
PS: Adoro il coltellino!!!;)))
Mmmmmm, quanto mi piace questo patè, a casa ogni tanto lo faccio in modo molto semplice (mai fatto con le castagne) e ceno solo quello con dei crostini…. veri momenti di delizia.
Traumi infantili? maahhh, forse la cervella di vitello in pastella, fritta, una volta alla settimana(mia madre sosteneva che rendeva intelligente!!), non era tanto il sapore quanto… la consistenza!!!
SIGRID: ci sarò al Venexino, porto alfajores!!! Nel post precedente ti ho lasciato 3 posti per la distribuzione a VE. Il libro non è più in giacenza, mi sa che lo compro il 19 (periodo di panico, non come il tuo, credo però)… ce li porti VERO????
giu… mai hai scatenato la galleria degli orrori!!!
(Comunque nell’insalata di riso calda con il burro riconosco una mano degna di mia madre! Rita: come ti capisco…)
@ritaT: Ah beh…se dev’essere una gara, e gara sia!! Mio nonno (cacciatore) mi faceva mangiare il cervelletto degli uccellini allo spiedo, rompendo il cranietto di uno, con il beccuccio di un altro. E io che lo facevo, anche!!!
per colpa del colesterolo alto non posso preparare queste prelibatezze,
ciao, ciao
vi leggo da tanto,non ho mai commentato, ma questa ve la devo dire:la testina di agnello bollita di mio nonno (abruzzese) con l’occhio e i nervetti attaccati tutti rappresi tipo uovo sgusciato nell’acqua bollente offerta in punta di forchetta come prelibatezza (avevo 7/8 anni )e ,forse ancora più raccapricciante, l’insalata di riso di mia madre ,servita bollente e condita con il burro!!
Che dite?… ho vinto??
Io adoro il paté, in ogni sua forma. Con le castagne però non l’avevo mai sentito, ma immagino ci stiano proprio bene :-)
@giu:il pesce arrostito, stopposo e spinosissimo (nei miei ricordi di bambina, ma forse erano sogliole!!) ogni sabato a pranzo…un incubo che si protraeva fino alle tre del pomeriggio, con il pesce freddo nel piatto fino a quando non simulavo (?) di rimanere strozzata da qualche spina per essere dispensata dal mangiarlo, mamma e papà, ovviamente, molto arrabbiati. ora il pesce mi piace molto, ma continuo a difidare delle spine!
@Giu: la carne…dai polmoni di vitello, trippa, piccioni…fino al al pollo…risultato: vegetariana per 15 anni..
L’odore delle piume bruciacchiate o l’immagine dei poveri polli con collo penzolante (5/6 alla volta impegnavano un pomeriggio intero a mia madre) mi han fatto passar la voglia di mangiare animali terrestri. Ora riesco a mangiar pesce.
…la panna del latte appena munto rimane una squisitezza dell’infanzia!!!
Par buona!! :-P
In casa mia (e con ciò intendo anche tutta la cerchia dei parenti – tantissimi – presso i quali si sono sempre festeggiate un sacco di ricorrenze, non ultimo anche i matrimoni!) sono sempre circolate queste preparazioni ‘spalmabili’ sotto forma di patè fatte con gli ingredienti più disparati (lepre, fagiano, fegatini, prosciutto)
E mia madre mantiene la tradizione, soprattutto durante le feste natalizie!
Da fare quindi!
Non amo molto i paté di fegato ed il fegato in generale… L’idea è comunque mooolto interessante, stuzzicante la presenza delle castagne, magari insiema al tacchino mi coprono il sapore del fegato ;))
@Giu
La verza bollita di mia madre.
Non riesco ancora a mangiarla in nessun modo.
Pace all’anima sua.
Per chi come me si fosse perso Eat parade (eppure lo sapevo, è solo che mi sono distratta…) ps. (interessantissimo quel formaggio friulano però… :-)
http://www.tg2.rai.it/dl/tg2/RUBRICHE/PublishingBlock-b23b19f4-eeb1-4f4f-a2ff-745741488706.html
@Giu.
Il trauma culinario? Considerando dove sto scrivendo so che può far ridere … il cavolfiore!
@Sigrid. Io invece ricordo ancora benissimo quando la mia nonnina, sapendo che si andava a trovarla, andava a prendere il latte dal contadino che glielo mungeva al momento, lo faceva bollire e lo metteva in frigo in modo che si formasse quella panna bella spessa …
La prima cosa che facevo arrivata lì era tirare fuori il pentolino (arancione con il manico nero) e raccogliere con il cucchiaino quella delizia …
:-)
@ada: … il betotal….aaaaaagh!!!
@fiorentina: quando si dice la forza della disperazione…
:))) Sigrid, neanche il mio commento c’entra con la ricetta ma… è arrivato il TUO LIBRO!!! Complimenti è bellissimo!!! Si vede dalla cura dei particolari, che lo hai fatto con tanta, tanta passione, è fatto con il cuore…
… e io, sono felice di aver partecipato un pochino anch’io! Grazie ancora!!!
@ Giu: il fegato in umido e le polpettine di cervello e di neonata (altrimenti conosciuti come i bianchetti): già che non mi piacevano affatto, ma da quando ho capito cosa fossero, credo di essere diventata l’unica palermitana che detesti le frattaglie, cosa che qui suona come un insulto alle più autentiche tradizioni locali…
Beh, ci sarebbe anche l’odiato sapore orrendamente dolciastro del Betotal (solidarizzo con Corrado, ingurgitato per anni ma servito a ben poco…), ma non è esattamente un trauma culinario, cioè almeno per questa volta non era colpa di mammà :-)
…non c’entra con la ricetta ma ho visto il libro del cavolo nella rubrica eat parade del tg2!!!!!!!!
Complimenti Sigrid!!!!
brava, brava, mi va di provare questa cosa. sono sicura che mi piace, tantopiù che sto facendo ginnastica di cucinamento carne… le frattaglie mi sambreranno il corso avanzato (gatòo-il-gatto mi sa che lo devo chiudere in camera, o me insegue insieme ai fegatini!).
Il mio trauma infantile suona proprio truculento: cervello di vitello. Quando lo trovo, quello che ha detto che ai bambini fa bene mangiare cervello….
Ora che mi fai ricordare, cara Sigrid, anche mia nonna mi dava la fetta di pane con la panna del latte appena munto! A me si contraevano le guance per lo schifo, allora ci aggiungevo sopra dello zucchero, e la cosa migliorava assai!
Trauma infantile: finocchi cotti! In lacrime, davanti al piatto, anche fino alle 5 del pomeriggio fino a quando non me li cacciavo tutti in bocca…perchè “se sei invitata e trovi finocchi li devi mangiare”. I finocchi cotti sono un contorno ed è successo 3 volte in 30 anni (le ho contate) di dire, gentilmente, no grazie!
@Giu: il mio trauma culinario infantile? Senza dubbio la fettina di fegato (rimanendo in tema post)! Mia madre me la cucinava e me la faceva trovare nel portapranzo alle elementari… mi rovinava tutto il doposcuola!!!!!!!
Invece una cosa che mangiavo tanto in quello stesso periodo e che non mangio più da un sacco di tempo è l’ossobuco… Bono l’ossobuco! :-)
trauma infantile:
senz’altro la blanquette de veau (sta anche sul libro :-P) e se dovrei dire un’altra direi… il latte della mucca :-) Nel senso che intorno ai 14 anni a un certo punto sono stata per un paio di giorni a casa di un’amica, figlia di agricoltori. Alla fattoria quindi, ma di quelle fattorie d’altri tempi, non quelle superigienizzate di adesso. La mattina a colazione arrivava puntualmente, insieme alla scatola di Kellogs, il pentolino antediluviano con dentro il latte fresco a km 0 (metro 10 tipo :-), e alla superficie del latte la famosa pellicina (e forse anche 1 pelo, ma nel mio stato orrificato potrei anche essermelo immaginato quello). Insomma mai stata nauseata come in quei giorni, e ringrazio ancora oggi il signor UHT per la sua splendida invenzione :-)
@porto/grappa? Porto Porto!! Scusate, è stato un lapsus :-)
@sabry: budella di maiale?? Davvero??
@davide: siiiiiiii, sufflenheim, è lei!! :-)) (friedman per la precisione) ilragu?? li dentro??? machedavvero??
@gabriella: condivido, orrendi e inquietanti… :-)
@corrado: beh ecco infatti non sono particolarmente frattagliafila, ma in realtà penso sia tutta una questione di ‘educazione’, per dire da noi si mangiavano tranquillamente piedini di maiale, lingua di bue, fegato e rognoni, e quindi sono tutte cose che non mi spaventano. Per tutto il resto ho in realtà parecchia apprensione (dalla milza palermitana alle budelline di agnello passando per la trippa, la pajata, o il soffritto calabrese fatto con cuore, polmoni e non so che altro ancora). Però poi ogni tanto la curiosità la vince sullo spavento… :-)
@barbara: sai che buffo, mio marito invece ha la ‘pasta delle suore’come riferimento traumatico infantile (nel suo caso però se ho ben capito è una pasta molto scondita con del pomodoro molto lento/acquoso…’n effetti sarei rimasta traumatizzata anch’io ;-)
@acquaviva: no la crema di carne spalmabile in tubo noooooooo :-))
mi sono appena cimentata nella mia seconda terrina di foie gras ed aspetto stasera per verificare il risultato con una bella bottiglia di champagne che accompagnerà il tutto (si,lo so,ci vorrebbe il Sauternes ma diamo un calcio alle tradizioni)!
Nessun trauma infantile da segnalare ma un’intolleranza innata per “intrugli” di vario genere (leggi Simmenthal,maionese in tubo etc..)
@Giu … la pasta delle monache!
Alla mensa della mia scuola (elementari) gestita da monache servivano una pasta scotta ed incollata per via del parmigiano rappreso, a volte sciapa a volte salata.
Sono rimasta talmente stomacata che per anni non ne ho voluto sapere di qualunque tipo di formaggio fuso . Attualmente mi resta una tendenza ipercritica sulla mozzarella della pizza (sò tignosa) e la tendenza a non mettere cacio grattato sulla pasta (parmigiano solo se necessario).
Se penso a quella pasta mi vengono ancora i brividi :SSSS
Interessante!
Di patè italiani non ne sò, ma a casa mia c’è una trazione natalizia sul tema dovuta a mia nonna, senese di nascita.
C’è chi a Natale mangia tortellini in brodo da noi si fanno i crostini neri. Ovvero crostini bagnati nel brodo e ricoperti di una crema nera fatta con fegatelli di pollo e milza (credo di vitello) e altre cosine del caso.
Inutile dire quanto so’ bbboniii
…comunque per il castagnaccio non è che vado in brodo di giuggiole (però se proprio proprio non c’è nient’altro…)
@Giu
a me i traumi infantili mi fanno un baffo, mai stato cibo che non abbia considerato con un certo interesse; quando ero all’asilo speravo sempre che per la “giornata etnica” (ho fatto le Montessori neh!) qualcuno ci cucinasse le formiche al miele…
@giu
il mio trauma infantile (mai replicato) è stato l’assaggio -coatto- degli agnolotti annegati nel barbaresco che mio nonno mangiava la domenica, un momento granguignolesco! L’orrore puro: spaghetti con il ketchup accompagnati da sorriso speranzoso.. e lì l’amicizia traballa…
Porto o grappa? Io ho già fatto diversi pâté di fegato con il Porto e vengono buonissimi; secondo me la grappa potrebbe inacidirlo non poco (ma è solo una supposizione).
@ ilAria: e quindi per colpa di un qualche sciagurato maestro d’asilo ti perdi tutto quel paradiso di bontà che sono i formaggi stagionati? Non è mica giusto. Non so se Freud ne abbia mai parlato, ma qualche seduta di analisi per rimuovere il trauma ti spalancherebbe un mondo nuovo :-))) (e il conto dell’analista fallo fatturare a quell’asilo sciagurato!!!)
Povera acquaviva! Però a vedere i risultati sembra che privazioni e mortificazioni producano effetti fantasmagorici, e direttamente proporzionali!
… le budella di maiale che faceva mio nonno dice che sono una squisitezza qui a Firenze ma purtroppo già dall’odore non le ho mai sopportate!!!
Ma la cocottina alsaziana è per caso una terracotta di Sufflenheim?
Io ne ho tre e ci cuocio di tutto, anche il ragù alla bolognese (se lo sapesse la mia povera nonna…).
In ogni caso questo paté deve essere fantastico
In genere non amo molto i paté, pur essendo un carnivoro convinto: il fatto è che le frattaglie e gli organi non mi entusiasmano. Però “in genere” non vuol dire sempre, ad esempio adoro il coniglio in porchetta se è fatto comme il faut, e mi ricordo di paté ottimi anche se mangiati molti anni fa. Si aggiunga che le castagne mi piacciono molto… mi sa che farò un’altra eccezione alla regola. Poi, se verrai a Palermo come spero, ti dirò il risultato.
Ma che delizia!!! E che splendido coltello! Non vedo l’ora che sia il 16, alla fine mi son decisa per firenze!
Le scaloppine col marsala….bleha:( terribili e mai più sopportate, neanche l’odore! bella sta ricettina proverò, proverò, magari senza castagne.
nessun trauma effettivo da raccontare ma ..i wursterl…..che devo ffà mi fanno un certo effetto……
ciao G.
I crauti, al momento è l’unica che mi viene in mente. Da bambina mi piacevano un sacco soprattutto quelli cucinati dallo zio, una volta ne ho mangiati decisamente troppi… vi risparmio il resto. Da allora non li posso proprio vedere!
@giu: la giungla gastronomica della mia infanzia l’avevo già esposta quando tutti dovevano mandare a Sigrid un poetico racconto sulla propria ricetta dell’infanzia… ed a me è inevitabilmente uscito un pezzo comico!
L’intero triste elenco se te lo vuoi rivedere è riportato nel post 62 del 24 ottobre 2008 ma da quello selezionare un solo traumatizzante orrore è davvero difficile.
Per riassumere direi che sono combattuta tra la pasta condita con il concentrato di pomodoro in tubetto diluito nel latte e la nutella tenuta in frigo perchè indurisce e così se ne spalma di meno…
Notte fonda.
Io bambina(circa 7-8 anni). Una stomacata incredibile sul letto: IL BUDINO AL CIOCCOLATO. Non sono più riuscita a mangiarlo.
Antonella
Ciao! Come già ha chiesto CorradoT, porto o grappa? Mmh… non sono un’esperta di pâté, in casa mia è visto come una “schifezza francese”. Ma un trauma culinario infantile ce l’ho: all’asilo, un giorno in cui stavo male, mi hanno fatto mangiare il parmigiano e da allora solo a sentire l’odore di tutti i formaggi stagionati mi viene la nausea!
Appena i miei spariscono mi cimento nel pasticcio…
A me questo patè non dispiace affatto!
Anche la mia cagnolina è ghiotta di castagne, appena riesce ad entrarne in possesso le sbuccia e se le mangia.. stessa scena anche con le noci!
@GIU: per me l’olio di fegato di merluzzo. Me lo davano per “farmi crescere meglio”. Mi vedessero adesso….
Sbagliato, sbagliato, alla porta del FRIGO (sara’ l’ora..)
Mi piace, specie perche’ non e’ setacciato. Mmmm… porto o grappa? Meglio la grappa.
Non ti facevo frattagliofila. Certo, qui in Toscana ne vedresti diversi col cucchiaino in mano alla porta del forno :-)
@ilaira
Io per colpa di un piatto di fegatini toscani ho iniziato a bere vino a 30 anni :DDD
@sigrid
Bbbboooonoooooo!!! Quasi quasi da provare col fuagra’…
@TUTTI
Mentre dite la vostra sul pate’, facciamo un gioco? Scrivete qui un vostro trauma infantile, che vi ha segnato per sempre culinariamente.
Per tutti gli psicopatici del fornello: solo uno, e il piu’ grande, perfavore :)))
@Ilaria, che bello il tuo sito cartoon!!! E’ vero concordo con te Firenze e la Toscana in genere offre questo crostino di fegatini sempreeeee…!!!
In effetti con le castagne deve essere bello pesantuccio ma voglio provareci !
io sono cresciuta a pane e fegatini:)))qui in toscana praticamente te lo rifilano sempresempresempreeeeeee accompagnato ai salumi come antipasto:) c’è anche chi frigge leggermente il pane o della polenta tagliata a quadrotti prima di adagiarci su na’ cucchiaiata di patè di fegatini.
bella però l’aggiunta delle castagne :DDD
@salamander: capisci che se non imparavo a farmi il patè da sola mi era difficile sopravvivere…
Mitico Olive :)) La mia Emma (sì, lo so che non è un nome da cane…ma mi piaceva un sacco!!!)si magna i bagigi, sbucciandoli in punta di canino. Un fenomeno!!
ottimi patè, terrine & company, poi se fatti in casa……mmhhhhh che bontà!
da provare con le castagne.
@ acquaviva: ma povera sei veramente rimasta traumatizata dai piatti della tua infanzia!!!! che ridere! però vedo che, come reazione, ti sai ben difendere ai fornelli!
a presto cara!
Io sono mezza francese, quindi inutile dire che io il pâté lo adoro! Mia madre (italiana) è stata “contagiata” durante il nostro anno di soggiorno francese, e ogni tanto lo fa ancora in casa. Io invece non ci ho ancora provato (preferisco comprarne quintali quando vado in Francia!), ma ora che leggo questo tuo post quasi quasi mi butto!
ha un aspetto strepitoso, vorrei essere il coltello della foto!
Questa è una autentica meraviglia….
adoro terrine, patè e simili!
Grazie :D
Mi sembra perfetto per questa stagione, ho solo qualche dubbio, chissà se dovuto a qualche trauma infantile, sui fegatini… anche se immagino che senza fegatini non sia patè, o forse si????
Io questo giro passoooo!
Fegato, frattaglie naaaa!!!
Antonella
Io il patè lo faccio di prosciutto cotto da spalmare su focaccia calda…
comunque una volta a cena ho assaggiato il patè di fagiano fatto in casa…una delizia!
anche a me ricorda l’infanzia!!!!mia nonna me lo preparava spesso, però lei ci metteva anche i prosciutto crudo…..
Nooooooooooooooooooo!!!!!!!!11111 pensavo fossi la prima
Sono la prima!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ciao Sigrid la proverò sicuramente, come ben sai noi a palermo amiamo le frattaglie. Anche se adesso sto a malta ihiihihi sempre palermitana sono!
Che bello, mi piacciono un sacco le terrine!! Grazie, anche qesta sarà fatta al più presto!!
sì, da me il patè era di casa, anche se a volte la mia mamma chiamava così una inquetante “crema di carne spalmabile” che spremeva fuori da un tubetto del supermercato svizzero… Che vuoi: i miei traumi infantili sono infiniti.
Bella la versione con le castagne!