Tanto lo sapete già, quando arrivo da qualche parte, fra le prime cose che visito – e non è che me ne vanti, anzi – non sono i musei, i monumenti storici o i luogi di religione. Sono i mercati e i supermercati. Non posso farci nulla, è pura curiosità e andare a spasso per 30 minuti fra gli scaffali di qua e di là mi diverte sempre un mondo, oltre al fatto che ti insegna davvero qualcosa di chi si rifornisce li. Sul serio. Stavolta poi c’era di mezzo anche la necessità, insomma, la sera fuori fa freddino, si sta invece benissimo seduti sui tatami di casa con le gambe ficcate sotto le coperte del kotatsu, quindi, per poter fare i casalinghi, c’era da avviare la cucina… Così oggi mi sono avviata sotto la pioggia (si fa per dire, sembrava polvere d’acqua, impalpabile) a rifornirmi al supermercato più vicino, poiché qui dentro mancava persino il sale, not to mention la salsa di soia :-) E comunque, no, non mi vedrete girare mezza città pur di andare a scovare della roba italiana importata a prezzo inflazionato, né mai mi vedrete entrare all’osteria spaghetteria trovata per caso qui vicino (sono in zona Nijo, di fronte al castello) pur di alleviare una forte nostalgia ‘di casa’, ecco, l’ho detto. E visto che ormai abbiamo ben chiaro che il ridicolo non ha mai ucciso nessuno, già che c’ero a buttare le fondamente della mia dispensa nipponica, ho anche fotografato mezzo supermercato :-)
Intanto una piccola premessa che c’entra poco: in casa c’erano due fogli di letteratura su come dove e quando lasciare quali rifiuti. E un po’ come in belgio, ogni categoria ha la sua busta precisa ufficiale a pagamento, i suoi giorni di raccolta, solo che le categoria sono in sostanza diverse. Qui c’è la busta per l’indifferenziata, poi c’è la busta per la plastica (una busta per pet & co e una per gli imballi degli alimenti). E basta. In un primo momento non avevo ben capito come mai non ci fossero altre categorie poi ho capito: comprando qualsivoglia cosa comestibile (o non :-), questa è sempre, in tutto, imballata di plastica (contrasegnata da simbolico ‘riciclabile’ per i casi di dubbio). Il che significa che fin qui un buon 90 e passa % dei nostri rifiuti finiscono nella busta per la plastica che andrà al riciclo. Mentre la buste dell’indifferenziata se ne sta li semi tisica. Per dire, fin qui non credo di aver mai portato a casa qualcosa imballato nella carta, davvero una roba incredibile…
Dicevamo, il supermercato. E ovviamente uno spasso. Avete presente gli spacci di prodotti internazionali dalle nostre parti? quel scafalino di prodottini giapponesi? Beh ecco, per ognuno di quei prodotti qui ne hanno 20 tipi diversi, più milliardi di altre cose, il ché, lingua illeggibile in bonus (da noi questi prodotti hanno etichette in giaponese e in inglese, qui l’inglese nun c’è, eheh), il ché non vi facilità affatto il compitino della spesa, anzi, a momenti ti trovi davanto a un muro colorato punteggiato da simbolini esoterici, e non ci si raccapezza proprio. Qui sopra avete un piccolo campione di cosa sia la famiglia della soia e derivati, poi c’è anche la parte saké (4) (io cercavo quello per cucina, se lo vedete, fatemi un cenno :-) Me ne sono accorta con spavento faccendo un primo giro di recognizione, e per alcune cose ho risolto cercando prima i prodotti in rete, e copiando il loro nome in kanji su un pezzo di carta: la lista della spesa :-) Non è infallibile però facilità parecchio l’operazione. Quindi, una volta individuato la salsa di soia (3), il mirin vero, l’olio di sesamo e il ponzu, non resta che starsene a meditare davanti a sconfinate estese di miso (2) e tofu (un combattimento perso, le qualità e i marchi sono troppi, sono andata a casaccio e ne ho preso uno piuttosto morbido (1) che mi sembrava potesse andare bene per i cubettini della zuppa di misu, boh?), poi per il resto si naviga a vista, per fortuna i prodotti sono organizzati per famiglia, hanno a volte simpatiche illustrazioni (cosi ho individuato ieri la farina allpurpose, visto che sull’imballo c’erano disegnini di torte, fritti, pizza e pane – certo che ritrovarsi analfabeta a 30 anni è interessante… :-).
Il reparto fresco
Più facile questo, insomma di frutta e verdure si tratta, anche se rispetto ai banchi dei supermercati italiani ci sono un bel po’ di differenze. Premetto che per come l’avevo capita io, la questione dell’alimentazione giapponese si spiega anche in base a delle questioni di spazio (per esempio viaggiando in shinkansen fra tokyo e kyoto si vede che la dove non ci sono case ci hanno fatto una risaia, in ogni minimo interstizio di spazio), insomma, il giappone è un isola con un sacco di gente sopra, sta gente va (andava, okay, i tempi sono cambiati) sfamata e la base dellla loro dieta è il riso, tutto il resto è presente in quantità piccole, e costicchia, magari anche perché è più raro. Il che però in fondo non è cosa negativa, anche se noio, venendo da dove veniamo, abbiamo, specie all’inizio, un po’ la sensazione che ogni fettine di cetriolo, per dire, sia contata. E cosi le cose fresche, vale al super ma anche al negozio bio dietro casa, sono imballate singolarmente in plastica. Quindi puoi comprare una mela (5) (che costa su per giù 1 euro), una banana, mezzo ceppo o un quarto di cavolo cinese, i mazzetti di asparagi (6) sono esattamente 3 asparagi (1 euro), nella vaschetta di fragole (7) ci stanno esattamente 12 fragole (chissadaddove vengono, 4 euro), idem per li ciliege australiane, che saranno state una decina nella loro vaschetta, e via dicendo. Insomma, a livello ‘prodotti freschi’ non è esattamente il bengodi che conosciamo, ma non è poi detto che sia peggio (e chi è che si mangia 5 mele tutti i giorni comunque? :-). Poi ci sono le vaschettine di verdure, per dire, ieri ne ho preso una di pois gourmands che saranno stati 30g, una di shitake con dentro 6 funghetti piccoli (son pochi ma bastano e avanzano per due porzioni di zuppa :-), un’altra con 5 foglie di shiso, e ho intravvisto anche le vachettine con dentro 5 cavoletti di bruxelles.. :-) Però appunto, per come sono composti i piatti giapponesi queste quantità ci stanno, anzi almeno uno non spreca (e magari consuma più plastica ma tanto quella va tutta al riciclo… :) Fra le altre cose molto riconoscibili: patate dolci, daikon, zucche piccolissime (8), cetrioli sottilissimi, mazzettini di erba cipollia, cipollotti & co, melanzanine nane, bokchoi, tutti confezionati per 2. L’unica cosa in retina che abbia vista sono le cipolle :-)
pesce & carne
Altre vaschette si trovano nella sezione pesce, di novo le qantità sono sempre piccolissime, tipo mezzo trancetto di salmone, un braccio di polpo (11), e spesso i pesci crudi sono già tagliati stile sashimi (certe volte le 5 fettine sono imballate insieme a una testa e non so se ci si fa il brodo, la zuppa, o cosa :). Non v’illudete però: tutte queste fettine vengono tagliate da serissimi ragazzi muniti di coltellazzi e che lavorano in un piccolo laboratorio a visto dietro i banchi. Idem per le carni: si parla di mezzo petto di pollo per volte, di 100g di manzo tagliato più sottile del carpaccio (10), di nuovo, quantità liliputtiane che però bastano per un pasto per più persone. Insomma, venire in Giappone per imparare l’economia domestica non è male no? A parte che poi questo basso consumo di carne e di grassi animali è anche il segreto della lungevità degli abitanti di okinawa e probabilmente quello della lungilineità dei giapponesi in generale :-) Insomma, lo dicevo, le quantità sono sempre minimal, persino la farina non si vende a kg ma a 750 o 500g, persino la pasta de cecco l’ho trovata in confezioni di 250g, e ho detto tutto. L’unica cosa che appunto fa eccezione alla regola è appunto il riso (9), che a quanto pare si vende minimo in confezioni da 2kg, mentre quelle ‘normali’ sembra siano da 5kg (teh, strana sta cosa :-)
salumi, formaggi & derivati
Spaesamento garantito: sono una magrolina serie di vaschettine industriali fra cui spuntano le fettine di salamino a forma di testa di mickey mouse (14) e i mini wurstel (aredatemi Spigaroli! :-)), tutta roba da bento immagino. E basta, insomma, i salumi sarà meglio che ce li dimentichiamo proprio, i formaggi pure (ho avvistato invece del finto parmigiano e della finta mozzarella kraft (15) – ecco, proprio una bella azienda quella, devo dire, da noi fa le sotillette, per esempio… – e del camembert made in Japan (16), non voglio nemmeno immaginare :-) Un altro buon motivo quindi per dimenticare i panini e darsi agli onigiri :-) Dimenticavo: già che parliamo di panini, il pane con la crosta qui non esiste, è tutto rigorosamente morbido, tipo pain de mie (13), e sempre presentato in fette alte 2cm (e confezionato per 3 o 6 fette, il pane del mulino bianco in confronto sembra una roba che ci debbano mangiare due famiglie per una settimana :-). Poi qualche viennoiserie ma in sostanza, nonostante ieri in un solo giorno, ho contato 4 insegne ‘boulangerie’ (sarà che fa fico perché è francese) credo che pure sul reparto pane è meglio se ci facciamo una croce sopra :-) A sorpresa invece ho trovato il burro (12) che viene dall’hokkaido (costa fra i 3/4 euro per 200g, di media, qualcuno arriva a 8).
chai & caffè
Aveva la mezza idea di portarmi, da brava italiana (buahaha, io il caffe manco lo bevo) la bialetti e qualche confezione di carmencita, solo che all’ultimo ho desistito pensando che sarebbe stato meglio per tutti abituarsi piuttosto al nuovo mondo (che poi dove la trovavamo, la lavazza in polvere? :-). Qui il caffé in generale tende a essere quello americano tipo starbucks (anzi di starbucks & infinite varianti che se ne ispirano ce n’è ovunque) e rimediare una caffé lungo americano è facilissimo, anche in casa, anche senza percolateur, poiché al super si trovano comode bustine di caffe da appendere nella tazza e che fungono da filtro, basta versarci l’acqua del bollitore (gli stessi spesso si trovano anche nelle stanze di albergo). In quanto a tè, non vedo l’ora di tornare dal serissimo signore della botteghina dei tè nella galleria accanto al mercato di Nishiki (ogni tipo di tè che ci acquisti lo mette sotto vuoto, lo imballa con cura e poi ti fornisce anche la scheda del prodotto, con origine, caratteristiche e usi, è davvero uno che ti da la sensazione che è meglio se non ti metti a scherzarci su, anzi mo’ che ci tornerò potrò finalmente prendergli quela scatoletta da tè in legno di ciliegio levigata che m’ero lasciata stupidamente scappare l’ultima vollta :-), nel mentre però, e siccome mi manca persino la teiera, una momentanea soluzione di ripiego non del tutto da sprezzare è il tè verde in bustine monodosi, non proprio bustine come le nostre ma un dosi di tè verde sfuso racchiuso in una mousseline usa e jetta. Al momento lo sto bevendo come se fosse acqua…
Passioni giapponesi
Beh non vi sto a dire dello scaffalone dei noodles da reidratare con acqua calda, dell’infinità di piatti pronti e surgelati o pronti e non surgelati (alla coopo c’è un vero e proprio reparto di cose pronte che però vengono cucinate li, cosi entri verso mezzogiorno e trovi un’infinità di maki, spiedini e cosette fritte, tutti freschi appena preparati, un mero invito a delinquere :-), né della sezione caramelle che è uno spettacolo sgargiante fatto di hello kitty, pokemon e altre figurine prese in prestito ai disegni animati. Ah e poi c’è un’altra cosa che a me piace molto: il caffelatte (o anche il tè al latte, e anche qualsiasi tipo di tè) in bottiglietta (non trovate sia una genialata??), che in genere si trova nei distributori e anche al supermercato. Una sorpresa vera invece è stata la quantità di tavolette curry (17) ci siano in giro (sono come i dadi di brodo, solo che servono a fare il curry), insomma, non lo sapevo ma sembrerebbe che il curry sia uno dei piatti giapponesi preferiti :-)
Ah, poi, curiosando fra le confezioncine mi sono venute un paio di domande, la prima: cos’è secondo voi la scatoletta nella foto (18) ?? ;-)) la seconda, più seria, era se qualcuno mi può dire che sono sti coniglietti (19) o piuttosto cosa c’è nella boccetta (se fosse sciroppo d’acero perché ne esisterebbero 2 varianti? sciroppo per pancakes?? booh? c’è qualcuno che legge giapponese nell’assistenza? :-)
O sole mio…
Infinissimo, piccola raccolta di cose italiane, e altrettanto domande esistenziali… Visto che giusto l’altro giorno qui si stava criticando gli stranieri ignari in materia di consumo di olio evo, mi stavo chiedendo: ma l’olio d’oliva Bosco (21) che cavolo è?? (per i masochisti fra di voi posso anche citare altri altisonanti nomi, l’olio di Filippo Berio, per esempio, stava lì accanto) Eppoi mi veniva da pensare che in fondo gli spaghetti con le vongole del mio ex pesciIvendolo non erano poi così male (22)… :-). E infine, voi che siete lì, salutatemi quelli di pezzullolorodinapoli e magari ditegli che vabbe che son giapponesi e che non noteranno mai la differenza però non essere manco in grado di stampare sulla propria pasta una mappa decente dell’italia (23), quando ci riescono persino i giapponesi della coop (20), beh, come dire… :-)) In tutto questo mi sta comunque un pochino venendo il dubbio che gran parte dei prodotti italiani all’estero (che noi riteniamo indegni), sono gli italiani stessi a mandarli li, voglio dire, questa cosa non vi fa riflettere?? (a me si :-P :-))
tutto ciò è meraviglioso.
chiederò alla mia amica Asako di fare un giro sul tuo blog e tradurre le etichette :)
questo blog è bellissimo. io ho vissuto un anno in giappone e facevo la spesa proprio in questo supermercato, che era vicino casa. è molto divertente vedere l’approccio di qualcuno che nn parla giapponese di fronte ai colori e ai loghi strambi delle marche…ma in giappone tutto è kawaii (=carino).
nella figura 19 ci sono due boccette, una di rum scuro e una di brandy!
Interessantissimo il tuo reportage. Mi piacerebbe molto vedere il Giappone…intanto sono contenta di vederlo attraverso le tue belle foto.
Wow, bellissimo reportage!
E’ proprio vero il supermercato è uno dei modi migliori per cominciare a conoscere le abitudini di un paese straniero. Gli scaffali hanno tanto da dire.
Buonanotte Sigrid!
hehe.. Io al ritorno dal giappone avevo più alimentari che vestiti. Ed ho fatto scorta di pirottini di silicone, attrezzi vari, stampini..
Avevo pure comprato la patata dolce in polvere, e la tapioca…però…Quelle le ho perse nel trambusto.. ç_ç
Oh..tra le varie.. Io continuo a consigliare i negozi “tutto a 100 yen”..Fortunatamente non hanno nulla a che vedere con i nostri “tutto a 1 euro”, dove trovi merce scadente o poco attrattiva. In giappone questo genere di negozio è OVUNQUE è ci si può trovare sostanzialmente di tutto: arnesi da cucina, cartoleria, bevande insolite, bento boxes, pickles sottovuoto… :D
Oddio, non sono all’altezza di un supermercato per varietà e qualità, ma ci si possono trovare molte cosine interessanti!
Io ho rifornito la cucina dell’appartamento dove vivevo, e il basso costo degli oggetti permette poi di abbandonarli in loco senza troppi rimorsi :D
[potrei farmi pagare per la pubblicità….]
..eee…aspetto con curiosità i tuoi reportages e l’aggiornamento sul san valentino giapponese! :)
[..chiedendo inoltre scusa per i commenti “saccenti” che sto inserendo a raffica! gomen-ne! :) mi lascio un po’ prendere la mano quando si tratta di Giappone! ]
@gaia: sorry, dimenticavo: si, assolutamente, puoi! Comprati e assaggiati ieri, sono strepitooosiii!! :-))
@arianna: aaarghhhhh, ma io ho solo le due boccette in foto (al mio super ci sono solo quelle), qua va a finire che voglio anche gli altri colori, aiutooo :-))) (cmq grazie per la completezza :-) In quanto alla san valentino non ho idea di cosa possa succedere o meno quel giorno, in compenso confermo che un po’ ovunque sto trovando delle confezioncine per dolcetti fatti in casa (alcuni bellissimissimi, già comprati :))), tutta l’attrezzatura per confezionare cioccolatini e dolcetti in pirotitni a forma di cuore, glasse ecc, tutto sempre e rigorosamente in formato liliputiano, ça va sans dire :-) E poi in giro anche molte confezioni di cioccolato con cuoricine ecc. Insomma, mi hai preceduta, proprio ieri stavo pensando che l’avrei tenuta d’occhio questa situazione, ti farò sapere ;-)
http://products.suntory.co.jp/spirits/0000000207/index.html
..a te la lista dei vari prodotti con il coniglietto della スントリー:
BROWN: brandy
PINKISH RED: dark rhum
YELLOW: white rhum
ORANGE: orange curacao
BLUE: white curacao
PURPLE: kirsh “wassaa”
hanno una percentuale di alcool che sia ggira attorno al 40% e sono una raccolta dei liquori “occidentali” più tipici per aromatizzare le torte.
[liquori che sarebbe molto difficile reperire in giappone]
spero di aver esaurito i dubbi :)
COMUNQUE…io ho un’enorme curiosità riguardo al San Valentino festeggiato dalle orde di giapponesine..
dicono che sia un vero e proprio “evento” per i giapponesi.. Che ci sia la cioccolata per chi si ama, la cioccolata per ringraziare, la cioccolata di cortesia… Che le ragazze si mettano a fare homemade chocolate un paio di giorni prima del fatidico 14 febbraio e si piazzino in appostamento per poterla consegnare -e spesso potersi pure confessare-…
…ci saprai raccontare se esistono veramente queste orde di teenager!! :)
Ti posso suggerire i diosperi/kaki/loti che dir si voglia, disidratati?
una delizia.
;-)
@chika: I would never ever pour over my pancakes some ingredient if I don’t know what it is! :-) (but you’re right, would have been funny!! :-) Oh, saw the most lovely little kitchen store today on kawaramachi dori, Natural kitchen, do you know it?? (if not, you definitely have to come over here :-P)
òle 3 domande circa la sagoma italiana (non mi ricordo di chi erano :-), beh, euhm, no, francamente pensavo fosse ignoranza / menefreghismo / un problema di quoziente intellettuale del grafico che ha curato la confezione, non avrei mai pensato ad altro, boooh :-)
@ boschettodialuro: olive è da mia suocera, a roma :-) (però oggi ho adocchiato un regalino però oggi ho adocchiato un regalino per lui, dei biscotti per cani al tofu :-DD
ps: veramente la domanda sul baking powder era un pochino maliziosa (cfr post precedente :-), avevo capito cosa fosse dai disegnini :-)) Incompenso mi siete stati utilissimi sui coniglietti, grazie!!! :-))
@claudia: oggi andavo di corsa me prestisismo ci torno!! e ti/vi dico! :-))
@andrea: tipprego, non andarevia, rimani con noi, son certo che nelle prossime settimane il tuo contributo linguistico potrebbe essere fondamentale!! :-))
La richiesta di aiuto lanciata ad Andrea è arrivata!! spero possa aiutarti nei tuoi acquisti :D
oddio, mi ricorda il nostro scambio universitario in Giappone nel 91, in pieno boom economico, dove tutto costava tantissimo e comunque sopra il nostro budget di studenti italiani. Ci siamo salvati comprando un rice cooker e siamo tornati con la pancia piu’ piatta di quella delle modelle che andavano di moda allora, la mattina ci svegliavamo con i rumori dello stomaco che faceva rumble tumble da vuoto che era. Spero che il tuo portafoglio sia messo meglio del nostro, e sopratutto non dovresti avere lo yen cosi’ forte. Saluti da una piovosa Bruxelles (sono quella che pendola su tutte le settimane)
Sono una ritardataria cronica. Ho scritto il 105° commento sul tuo penultimo post e mi sono poi resa conto dell’ultima meraviglia che ci hai regalato. Mi permetto allora di riproportelo (anzi permettetemi tutti voi, fan del cavoletto) qui sotto. Un abbraccio.
“Cara Sigrid…..e OLIVE???? Dov’è?????
Mandaci sempre sempre le tue foto. Però potresti anche fare un bel diario: ogni tanto (anche ogni poco va bene) ci racconti 5 belle situazioni, 5 strane sensazioni e 5 ricette che vorresti fare/imparare.
Un Abbraccio! Sono un po’ invidiosa per questa tua esperienza. Però tu sei molto generosa e saprai farcela vivere anche a noi.
Grazie”
Come hai fatto a resistere a non comprare tutto!! Io morirei per avere quelle scatoline… che magari come abbiamo scoperto sono solo lievito per dolci!!!!
Se c’erano già ieri dormivo :-P ma che belli il logo Jappo e gli orologi con i fusi orari Roma e Kyoto ;-)
beh buon pranzo e io me ne vado a letto…carina sta cosa dei 2 orologi
Ciao Sigrid! Le baccette sono liquore per fare dolci. La sinistra e’ “Rum Dark ” e la destra e’ “Brandy ” in Giapponese. Anche io lo uso sempre. I nostri dolci sono sempre piccolissimi quindi se compro una botteglia non finisce mai….quindi compriamo la baccetta piccola. Buon viaggio e scopro sempre le cose nuove giapponesi dai tuoi occhi !!
Scusa, Sencha il te, ho sbagliato consonante…
Sigrid,
ci sono stata anch’io al negozietto vicino al Nishiki market…sto ancora finendo il fantastico Bencha (sotto vuoto l’avevo messo in freezer…)
Ho purtroppo perso il foglietto con nome e indirizzo, ma mi aveva detto il proprietario che inviano anche all’estero…se riesci potresti procurarti il loro email?
Grazie!!!
BUON GIORNO…….Sigirid … una buona giornata e….buona caccia,aspettiamo i tuoi resoconti. Grazie di questo collegamento Giappone – Italia che ci mostra dei lati meno turistici ma molto,molto interessanti per noi cavoletto dipendenti .Oggi a Firenze è stato freddissimo ,da te ?
Tic tac tic tac..ei sono quasi le 7,30, ma a che ora hai messo la sveglia???
Buongiorno dormigliona!!!
SVEGLIA CAVOLETTO!!abbiamo fame di novità!:)
multum post scriptum:
io mi auguro che Romì stia scherzando sulle 3 domande che ha posto..il sito della Pezzullo mostra una cartina della nostra bella Italia
(selezionando: azienda-il gruppo), il che fuga l’ignoranza crassa. nelle confezioni originali l’italia non è rappresentata..fiducia nell’ignoranza crassa altrui,direi che non è!
bè per il razzismo voluto no comment..la Campania non ha bisogno di una romanaccia come me per essere difesa ;)
Molto interessante, Sigrid! Ho chiamato anche le mie bimbe a vedere il tuo post! Però preferisco i colori, la freschezza, i sapori italici, devo dire! Mi viene una gran tristezza a vedere tutta quella precisione nel confezionamento dei cibi, pensa che io non riesco ad andare volentieri neppure nei supermercati italiani, preferisco il pane strusciato col pomodoro a tanti prodotti confezionati, anche se certo col pane e pomodoro non si ampliano di molto i propri orizzonti culinari…baci e non vedo l’ora di leggere i prossimi post!
che dire vista l’ora…BUONGIORNO!!!
le foto sono come sempre splendide e sebbene sia una persona titubante per i viaggi mi fai venire una gran voglia di partire..
Ciao Sigrid,
sono Andrea Maniscalco, laureato in Giapponese ed appassionato di Giappone.
Ti ho conosciuta (o meglio ho conosciuto il blog) tramite mio fratello Luigi Maniscalco che mi ha anche regalato il “Libro del Cavolo”.
Visto che qui viene preso in considerazione il supermercato giapponese comincio rispondendo a delle domande:
foto 18:
la scatola rosa è “baking powder” (c’è proprio scritto così), alias “polvere lievitante”, la scatola gialla è “dry yeast”, alias “lievito secco”
foto 19:
la bottiglia arancione a sinistra è “Rhum Dark”, rum scuro, quella rossa a destra è “Brandy”, il br… be’ questo è proprio uguale :D
Se dovessi avere altri dubbi chiedi ;)
Io, attualmente laureato nullafacente ( :( ), sto smaniando per andare in Giappone a vivere…
Non è che ti servirebbe un interprete?
Coso poco, posso anche lavorare alla pari, anzi visto che sono pure appassionato di cucina e fotografia se vuoi ti faccio anche da cuoco ed assistente :D
Comunque, davvero, qualunque cosa possa servirti/interessarti del Giappone, chiedila che spero proprio di poterti aiutare ;)
Molto interessante il post (come sempre, quale che sia il tema). Ancora più interessante questa sbirciatina in una cultura che fa delle porzioni piccole un vero e proprio sistema alimentare.
Questo ci può far riflettere sui nostri sistemi, sulle nostre abitudini, sulla nostra alimentazione che spesso, diciamolo, non ha confini (quantitativi!).
Sono convinto che una riflessione sul cibo, a partire dalle quantità, ci aiuterebbe molto a creare un rapporto più sano con le cose che ci permettono di vivere (e che ci divertono un sacco, vero!).
Al prossimo post ;-)
bellissime le foto e tanto interesante tutto,a maggio dovremmo andareanhe noi in Giappone per un tour non manchero di visitare un super e poi se ci darai altre informazioni le seguirmo
noooo che figo il loghino sulla testata!!!!
…sei troooppo forte, sigrid! :)
my gosh, Sigrid, what a beautiful, beautiful post. i enjoyed going through all the photos and reading their descriptions. everything there is so beautifully packed. any chance you’ll be going to the island of Naoshima to see the Benesse Art Site? have a lovely trip, Sigrid. x shayma
Questo post è interessantissimo Sigrid e soprattutto divertente, nelle ultime righe – a maggior ragione da quando ho scoperto che per la Pezzullo non sono italiana (boh, forse il Trentino A.A. è considerato Germania, hahaha!)
Comunque di sciroppo d’acero ne esistono effettivamente due varianti, tralasciando che le boccetine con i conigli fossero aromi per dolci – ti immagino se li avessi comperati e versati sui pancakes…che faccia avresti fatto nello scoprire l’aroma di rum o brandy, anzichè d’acero!
Imparerai a cucinare il Ramen?
le immagini sono bellissime
Il kotatsu mi ha ricordato molto il tipico brasero spagnolo: http://en.wikipedia.org/wiki/Brasero_(heater)
belle le mortadelle a forma di Topolino
Ma che bel viaggio Sigrid!!! sono felicissima per te:))
Divertiti, baci
Patricia
Che meraviglia! Sei il mio idolo!!!!
Sembra tu abbia fatto una ricerca di marketing quasi…
e comunque mi piace questo punto di vista “alternativo” sul Giappone, che tutti raccontano nei loro giardini, look street stravaganti, grattacieli e vita frenetica.
Bellissimo il Banner del Cavoletto di Bruxelles in Japan!
Ciao Sigrid, chiederò ad un mio amico, che parla il giapponese e a cui piace cucinare (sopratutto giapponese) di darti una mano ;)
Buona cucina,
Francesco
Bellissimo post e bellissime foto. Anche io ho la passione dei supermercati all’estero. Sarei impazzita in un supermercato giapponese.
Chi sa che spettacolo sono i mercati.
Fai cose buone.
Ciao
Giada
lo so che l’invidia è una brutta cosa ma io sto diventando tutta verde guardando questo blog.. :( sono stata in giappone quest’estate ed è dal giorno in cui sono ripartita che non vedo l’ora di poterci tornare !!!!
Conosco questo blog da pochi giorni, ma ne sono rimasta subito affascinata!!
E questo post è fantastico ;-) Anch’io adoro infilarmi in tutti i mercati e supermercati esteri sparando mille fotografie da tenere nel mio album personale.
Oltre che portarmi a casa mille prodotti del posto per provare a replicare la cucina estera!!
Complimenti Sigrid!
E piacere di conscerti :-))
Barbara
Bellissimo questo tuo post e splendide le foto…non sapevo che i giapponesi fossero così “parsimoniosi” nelle loro porzioni…davvero interessante!
A me piace parecchio quando siamo in vacanza all’estero andare a far la spesa nei supermercati…mi piace osservare cosa c’è sugli scaffali e magari cosa compra la gente!:-)
Ho avuto un amarcord a vedere quelle mele così, ognuna con la sua copertina: ma siete mai stati in un supermercato norvegese? I pomodori belli lucidi, tutti in fila e prezzati uno per uno!
@Chiara (39): non è che discount vuol dire solo roba straniera, a volte nei discount si trovano marche a distribuzione locale, che i grandi supermercati se le sognano. E comunque anche l’olio dei supermercati non è poi tanto italiano il piu’ delle volte.
@Sigrid, non è che ti capita di capire da dove vengono le olive di quegli oli lì della foto? Tanto per curiosità :P !!
@medo: per il taglio tattico dell’Italia, allora non ho pensato male solo io …
@Aniko: ecco le monoporzioni le voglio pure io, che ho un misero congelatorino, tanto che oramai mi ritengo pronta per le olimpiadi di tetris.
Barbara M ( e senza T)
Abbi fede, i mercatini rionali li troverai anche lì… Sono morta di risate, anche a leggere i commenti. Son curiosa di veder anche il reparto detersivi… a proposito, ce l’hai una jap-colf?
Sei un puro godimento per occhi e neuroni sparsi. Mi sono letteralmente accomodata davanti al tuo post e me lo sono goduta fino in fondo, spero e incrocio le dita che ti acchiappi lo sghiribizzo di qualche corso di cucina very made in japan ed anche, perché no, che con qualche amico sparpagliato per il mondo, studiate un eventuale metodo per far arrivare (scopo commercializzazione diffusa) qualche prodotto meritevole che trovi lì. Se penso che in effetti Italia siamo costretti ad accontentarci di quelle 4 cose, che magari non sono manco tra le migliori (penso allo scaffalatone della soia, ma non solo) e le paghiamo pure salatissime, mi viene già il nervoso. Uffa, quasi ti raggiungo
@sabry:le foto in bianco e nero sono bellissime, d’atronde pare che qualunque cavolata fotografata in giappone sia bellissima per me:)))le foto dl mercato del pesce aimè sono venute tutte mosse, che per cercare di non intralciare, e la giornata piovosa complice con assenza di luce non mi hanno favorito moltissimo:/
Per Sigrid: mi sono ricordata di questo sito stamani, e visto che sei lì a sperimentare per tre mesi, perchè non provare????;)
http://www.annathered.com/
enjoy!
Sigrid penso che qusto sia uno tra i tuoi post migliori….non ho smesso un attimo di sghignazzare :) spero di visitare presto il Giappone….
Mi e` venuta in mente una curiosita` recente, a proposito della plastica. In Giappone i sacchetti sono gratuiti, al supermercato. Ultimamente , per via della crisi, in alcune catene fanno uno sconto di 1 o 2 yen sul totale della spesa se si rifiuta il sacchetto, oppure si ricevono dei bonus punti sulla tessera. Anch`io, da brava casalinga ho imparato a fare la spesa con le borse di tela leggere e comode.
Di estero, i Giapponesi, oltre al curry , amano molto anche il Kimchi (in giapp. dicono kimuchi), l`hai mai provato? Con la carne ai ferri e` buonissimo.
personally, i thought it would have been hilarious if you soaked up your breakfast pancakes with either brandy or dark rum… nah, just kidding :p love browsing around supermarkets in my travels, too, and i’ve had my share of getting mystery products to both good and not so good results… that’s part of fun, isn’t it.
Sigrid, splendido questo post. E non ho potuto fare a meno di commentare per l’effetto telepatia. Ieri, qui a Londra da Whole Foods (purtroppo non è il Giappone:-)) ma anche noi ci rimaniamo per un paio di mesi, ho avuto la tentazione di fare la stessa cosa. Mi hanno frenata due cose: di essere in maniera molto british spedita fuori e la pupa, interessata quanto me a ogni cosa a portata di mano. Ci sono tornata ieri sera, sola, soletta e mi sono fatta un giro completo di un’ora e un pezzo in contemplazione e supergasata dalla conquista a prezzo umano di ben quattro rabarbari:-)
un abbraccio da Miralda, Alice e il Cucchiaino!
Ciao Sigrid! Benvenuta in Giappone, sbaglio o sei a Kyoto? Ti dico subito che le scatoline della foto 18 sono i lieviti, per pane e per dolci. Le boccette con i coniglietti sono le essenze per i dolci, al rhum e al brandy. Sopra i lieviti ci sono i cibi liofilizzati per i bambini.
Non ho ancora letto i commenti magari te l`avevano gia` detto.
Ne approfitto anche per ringraziarti della dedica sul ricettario, mia sorella te l`ha chiesta per me l`anno scorso a Milano, se non sbaglio. Io abito vicino a Tokyo. Buona permanenza in Giappone. Probabilmente ti dico una cosa che sai gia` ma non lo so….sei mai stata in un onsen? Adesso che fa freddo e` la stagione migliore per andarci, secondo me.
Ciao da Ilaria
sulla questione dei supermercati esteri sono d’accordo con tutti quelli che hanno commentato, sono un divertentissimo ed utile modo per entrare nella mentalità di un popolo(il wurstel snack in confezione mono che si trova in Austria la dice lunga) ma…avete mai notato che è uguale anche in Italia se cambi regione? o almeno se la cambi moltissimo come ho fatto io…dalle alpi ai nuraghi…i primi mesi impazzivo nei supermercati a cercare cose per me banalissime e qui introvabili…o a stupirmi e inorridirmi davanti a cose mai viste a casa mia (confezioni perfettamente imballate nel reparto carne di teste d’agnello per dirne una), tanto che inviavo le foto a mia sorella tramite mms per vedere se lei capiva e se ero io imbranata o se veramente erano strane…Comunque dopo cinque anni che mi sono trasferita ho ancora l’imprinting del supermercato sotto casa dove sono andata per trentanni e cerco disperata cose che qui non si vendono…e ho imparato a comprarne altre mai viste ( ma l’acqua in brick come quello del latte proprio non ce l’ho mai fatta…)
Ma quelli della pasta Pezzullo hanno tagliato l’Italia sopra al Po??! E Bossi e Zaia che dicono di questa roba?
Scandalo.
Speriamo non lo leggano mai Cavoletto. O forse si? Scateniamo la secessione.
Comunque i giapponesi sono tra i maggiori consumatori di petrolio e derivati pro-capite, il paese più colpito al mondo dalla crisi che stiamo passando dopo aver passato il picco produttivo da alcuni mesi ormai, quindi il futuro dei loro supermercati e della loro “filiera” plastificata, anche se i film si possono fare con materia organica, beh come dire: è un futuro che semplicemente non c’è già più. Ma basta non dirglielo che loro son contenti.
Viva toccare il cibo con le mani!
Ciao Sigrid, anche quest’anno è arrivato il momento della Sachertorte, già sperimentata in varie occasioni felici, quest’anno volevo cimentarmi nella preparazione della glassa con il glucosio come da te sugerito ma non sperimentato, mi domandavo se dal quel lontano 22 novembre 2005 tu hai provato a farla e con quali esiti.
Ciao e grazie per tutti i tuoi suggerimenti culinari e no, Monica.
:D grande Sigrid!!!mi é venuto un attimo di terrore misto a ridarola pensandomi (forse…e spero) nei supermercati indiani tra un annetto…non so…ma ho come l’impressione che le scritte siano similmente incomprensibili…:D
divertitevi!!! :)
Ciao Sigrid!
Dev’essere un’esperienza meravigliosa!!!
Ma ora ti voglio vedere alle prese con i “bento”! ^_^
Caspita che post lungo e dettagliato!
Magari ci fossero le confezioni cosi risparmiose
nei supermercati italiani.Butto via un sacco di roba, magari mi servono 2 cucchiai di una cosa e devo comprare un barattolo da mezzo chilo perchè c e solo la misura da ‘famiglia italiana’.
Guardando le foto sembra essere precipitati dentro in un cartone di quelli che guarda mio figlio…
Ciao ,
Aniko
p.s. non trovi che il mio nome sa di giapponese ?? :-)
che bello, Sigrid. quella distesa di scatoline della n.4 te la riciclerei io tutta volentieri! ;-)
fantastici i tentacolini single! hai ragione, lì non fanno l’uso massiccio di proteine animali che facciamo noi. meditiamo, meditiamo…
ti invidio poi per quel certo negozietto di tè e le teiere in ghisa e in gres che vedrai e che costeranno sicuramente molto meno che qui.
p.s.: chissà, forse neppure Olive riuscirebbe a mangiare quel salamino-mickey mouse?!
Grazie,Sigrid,grazie!Una guida su quello che dovrò aspettarmi a breve in Giappone mi serviva proprio.Un po’ intimorita di fronte alla miriade di confezioni e prodotti, ma il bello del viaggio è o non è anche l’avventura? Ed io con un carrello del supermercato fra le mani,modestamente, me la cavo abbastanza…
ciao Sigrid, come ti invidio per questo viaggio in Giappone…. Grazie delle tue descrizioni che ci rendono un pò partecipi alla tua esperienza nipponica. Ti ho mandato una mail privata. Abbracci, Tina
@Ilaria ma pensa hai anche tu una rolleiflex … una rarità…ne ho una anche io ma non sono stata in giappone sigh … chissà che belel foto bianco e nero e colori??
Sabry
Sigrid stupendo ‘sto post !!!!!
adesso non ho tempo di leggerlo tutto che sono a Firenze per lavoro (e poi Roma, sigh ma tu nun ce sei…), ma quando torno a casa voglio scompisciarmi per bene dalle risate immaginandoti con la lista della spesa davanti a infiniti scaffali incomprensibili ;-)
Pensa che sto scansionando adesso i negativi del mese in giappone di agosto, il fotografo mi aveva perso metà dei rullini che avevo portato a sviluppare, roba tipo 10 rullini di rolleiflex (circa un centinaio di foto insomma!)comunque tra il tuo reportage e e le mie foto ho una nostalgia incredibile addosso:)))la visita di ispezione al supermercato me la sono fatta anch’io più volte in quel mese, e in effetti è vero:) capisci a volte molto di più della loro cultura dal supermercato che da una moltitudine di templi bruciati e ricostruiti;)
le foglie di shiso non le conoscevo, anzi beh le avevo viste ma credevo che erano foglie di ciliegio per fare i sakuramochi!http://en.wikipedia.org/wiki/Sakuramochi
e se vuoi veramente capire quanto i giappani siano fissati col curry rice, fai un salto alla catena di COCOCurry House, è una catena dove fanno solo il curry rice ma in tutte le varianti possibili e hai la possibilità di customizzare il tuo piatto al 100%!Non è malvagissimo come fast food giapponese, ovviamente la quantità di carne presente nel curry di maiale è presochè minima, ma comunque molto gustoso, da provare almeno una volta;)http://www.ichibanya.co.jp/english/info/multilingual.html
in ogni caso, buona permanenza!
ma come ti sorprendi del burro e dei preparati per curry jap casalingo? Eh, brutto affare la memoria corta…
Uhuhuhuh…. allora non erano favole. Hanno *davvero* i packaging più assurdi. Io vidi in foto anche mele con la cover colorata, tipo coppetta disegnata, roba che a mangiare la mela e buttare la cover ti senti in colpa. Bellissimo Sigrid :D
Invidia Invidia Invidia!!!!
Che meravigliaaaaaa!!!!!Io amo il giappone!!!
A me più che lievito mi sembra preparato per dolci tipo i muffin che ci stanno stampati sopra…per quanto riguarda i conigli,io per sicurezza non oserei!!!
Comunque,ho già detto quanto ti invidio e quanto io ami il giappone???Mmmm,guarda che se ci fai un ottima guida io e il mio fidanzato finalmente ci decidiamo a partire!!
p.s. per quanto riguarda l’olio,a me somiglia ad una di quelle sottomarche che si trovano nei discount o hard!
credo sia insito nel DNA di ogni foodblogger l’istinto a visitare i supermercati :D! io già vado in estasi quando trovo un piccolo supermercato asiatico…pensa averne a disposizione uno così! Però ci vuole l’interprete mi sa :)
Troppo forte Sigrid. Intanto già immagino la loro faccia quando ti hanno visto fotografare mezzo supermercato e poi è vero si impara tantissimo. Grazie per questi pezzi di vita vissuta. No comment sulla pasta ;-)
Wow….allora non sono l’unica a passare ore nei supermercati esteri con il rischio di essere presa per scema dalla compagnia di turno.
Concordo pienamente: ma quante cose si possono imparare sulllo stile di vita e i gli abitanti locali solo frequentando un supermercato??
Grazie
Paola
A proposito di tutti gli strani prodotti con nomi italiani venduti all’estero, ho sentito dire in una trasmissione televisiva che in realtà di italiano hanno ben poco…
sto morendo d’invidia……. :-(
Grazie di tutto questo. Una meraviglia!
Sigrid questo post mi è utilissimo , un mio amico domani perte per il giappone e io gli sto preparando la lista della spesa :)
Che invidia!!!! Io quando sono in viaggio spendo tantissimo tempo e “denaro” in mercati e supermercati la cosa più affascinante è proprio cercare di capire cosa sono questi pacchettini a prima vista indecifrabili, che bello ti prego aggiornaci il più spesso possibile e buon divertimento :-)))))
Quando anni fa tornando dall’estero raccontavo che la visita al supermercato rappresentava per me un momento fondamentale per capire il Paese in cui mi trovavo venivo guardata come una dalla cultura deficitaria .Mi fa iacere notare che questa antropologia da supermercato si stia difoondendo. E’ veramente segno di una cultura vera , meno provinciale, desiderosa di capire gli altri e poi ben vengano i musei e quantaltro fa intellettuale. E guarda caso sono le donne per eviedbti motivi a dare questi segnali. Bene ! Josè
No dico … ho i lucciconi agli occhi!
Potete tranquillamente immaginarmi stile manga con stelline al posto delle pupille.
E mi pare di aver capito che la conoscenza dei supermercati è reputata dai piu’ un passo naturale della visita in terra straniera. Sarà per questo che una delle cose che ricordo con piu’ affetto di Praga era un super aperto h24 proprio sotto l’albergo? (E anche qui, dico io, possibile che a Roma non ne esistano di h24 ? Anzi ‘sti fetenti mo stanno pure chiusi la domenica … fine elecubrazione).
Bello bello il servizio fotografico.
Continua così che vedere il giappone attraverso i tuoi occhi me lo fa capire meglio.
Barbara M (ovvero senza T)
Beh, è davvero più interessante di un museo !!!
Te lo ritroverai bello cicciotto (il cane, intendo): i nonni (a casa mia, almeno) viziano cani e nipoti allo stesso modo, non sanno dire NO a niente. I cani si beccano biscotti e polpette di nascosto, sotto il tavolo e i nipoti…beh, questa è un’altra storia…
un mio amico che c’è stato a luglio dice che non c’è nessun odore in giappone. dice che il mercato del pesce pure è tutto asettico!
Sigrid…comprati il gyokuro il più raffinato tra i tè verdi giapponesi e il più costoso sarei curioso di sapere quanto costa lì perchè qui mi sembra 36€ l’etto!
@twinsmama: è vero, l’avete chiesto un sacco di volte e io mi dimentico sempre di rispondere!!! :)
Dunque: olive è rimasto a rome, da mia suocera, dove sta come un pascia (anzi, secondo me non se n’è neanche accorto che noi non ci siamo più), farlo viaggiare con noi era pressoche impossibile, già che non ce lo vedevo per 12 ore in una gabbia in stiva, poi in giappone c’è la quarantena, e portarselo appresso ovunque sarebbe stato difficile, quindi, diciamo che si è risparmiato una serie di traumi :-)
Fantastico Sigrid…di nuovo nel Sol Levante quanto mi piacerebbe andare anche a me.Anche io sono come te la prima cosa che visito in un posto è il supermercato è come una malattia (diciamo così) che mio marito non riesce a capire…..leggero tutti i tuoi posti appena ho tempo…buon divertimento
Concordo con Vale per l’identificazione dei prodotti – quello ancora sconosciuto dovrebbe essere “Dark Rum”
A me viene da pensare che se già in un supermercato italiano normale/particolare mi perdo a girare per ore…chissà che fine farei in un supermercato internazionale dove non ci capisco nulla con l’etichette e mi affido totalmente a colori e illustrazioni O_o …a questo punto, seguendo la teoria cromatica, ti suggerirei di “affidarti” ai toni dell’azzurro e simili che, si sa, sono quei colori che trasmettono tranquillità -_- A parte gli scherzi, una gita interessante e simpatica ^_^
Bellissimo post. Anch’io mi perdo sempre molto volenieri nei supermercati stranieri, ed e’ la prima tappa di tutti i miei viaggi!
Sei così carina, diventerai un cartone animato anche tu ;o)
P.S.: che fine ha fatto il cane?
l’oggetto 19 è un liquore per dolci…tipo grappina. e a ogni colore corrisponde un gusto. io a suo tempo comprai la rosa-fuxia che corrispondeva alla ciliegia…divertiti! ma…io impazzirei…dalla gioia!
Ti leggo da un po’, e ora mi è veuta voglia di scriverti. E’ normale fare un giro nei mercati e supermercati…io mi sono alzato anche all’alba per andare a vedere mercati del pesce.. e non ti dico quanto mi piace dormire!! E’ il viaggio dei miei sognoil giappone prima poi ci andrò!
Non ricordo molto giapponese, non lo parlo da almeno 6 anni, però la 18 dice per la scatola rosa “baking powder” e per la gialla “dry yeast” quindi sì sono lieviti.
I coniglietti invece sono della Santori e si chiamano Cake magic. Quello più rosso è al brandy, l’altro non ho proprio capito… in basso si legge uno “supiritsu”, ma non voglio credere che sia una bagna allo spritz ;) più facilmente sarà “spirits” nel senso di alcolici.
Cmq la gran parte dei prodotti ha il nome -o almeno parte dell’etichetta- scritta in katakana. E’ un alfabeto abbastanza facile da imparare e sapendo un pò di inglese poi si riesce a capire almeno cosa si sta comprando :D
Goditi il Giappone!!!
Mannaggia, sono totalmente sous le charme.
A caso, tra le varie cose scritte, posso dirti che ho l’impressione – dal packaging – che Monini imperversi anche li’ con un nome diverso.
Nella foto 18 mi sono venuti in mente degli impasti freschi pronti per muffin o croissant, ma chissa’ :)
Ti incollo se non lo conosci il link di una blogger filonipponica che forse potrebbe aiutarti con le interpretazioni delle etichette, ed una ricettina elementare per una zuppa di patate dolci deliziosa
30 min?? Ma io ci sarei stata ORE là dentro a curiosare… Anche io adoro visitare i supermercati quando sono all’estero. Trovo che sia una forma di antropologia moderna :D
giorno sig-jap! stavolta ho letto ogni singolo rigo del tuo post e son qui con le lacrime agli occhi, un pò per le risate, ti immagino a girare fra scaffali tutti rigorosamente scritti in jap, a fare foto, più o meno quello che fanno loro da noi :-)
un pò perchè nonostante tutto sei laggiù in terra straniera e nonostante tu sia splendida e adattabile, mi sa che non è facilissimo fare anche le più comuni faccende
un abbraccio grande. aspetto le foto della prima cenetta all made in jap!
Diventertissimo e molto interessante leggere tutte queste notizie; è veramente un altro mondo :)
Tienici informati su tutte le tue esperienze, è come essere anche noi li con te ! Da buona “emigrata” immagino cosa tu possa provare nei primi giorni, anche se il mio compito è stato più facile, sono andata solo oltralpe :)
Complimenti !
Scusa Sigrid, ma quando torni che ne dici di organizzare una mostra fotografica?? Chissà che belle foto!!!
Anche da noi c’è una raccolta differenziata pazzesca (in sacchetti a pagamento dopo un certo n° stabilito). Il problema è che gli imballi “dubbi” non indicano se e dove sono reciclabili! Ri-ciao
Sigrid, che bello: 1 altra “malata” come me. Anche io adoro andar per super in terra straniera!!!!
E’ stato davvero mooolto carino il tuo post oggi! Adoro le etichette dei prodotti, sono come dei cartoon!
Allora BUON DIVERTIMENTO! Un abbraccio A
Wow! Che meraviglia!
Andare a fare la spesa in Giappone deve essere tipo fare un viaggio in acido.
Comunque, io tuttora non ho ancora ben capito cosa ci va nel sacco blu della raccolta differenziata qui a Bruxelles!
E per quanto riguarda le considerazioni sui prodotti italiani all’estero, mi sto facendo una cultura in proposito. Per ora posso dire che la pasta DeCecco è fedele a se stessa. La Barilla, invece ci manda gli scarti qua in Belgio secondo me: formati orrendi e pasta che tiene male la cottura. E vogliamo parlare del Panettone Le 3 Marie che confeziona un formato da 750 g da mandare fuori mentre in Italia viene contemplata solo la misura di 1 Kg (ah, bhe giustamente il prezzo fuori aumenta, eh?).
Basta chiudo lo sproloquio, ma ce ne avrei da dire…
Ma secondo te, la cartina dell’Italia è 1)ignoranza crassa, 2)fiducia nell’ignoranza crassa altrui, 3)razzismo voluto?
Divertiti cara e ancora foto e reportages!!!
ciao Sigrid … ganze le foto del supermercato … certo un tentacolino solo a casa mia ci fa il solletico …eheheh ecco perchè la maggioranza è magra se si accontenta di poco e cmq mi sembra di capire che il cibo è caro 3 asparagi 1€ … è una follia!!!
Buon giro di perlustrazione …
Cavoli Sigrid che bellissimo resoconto di cosa si trova nei super giapponesi. Ne sono uscita un po’ stordita da tutte quelle confezioni così colorate e praticamente identiche ;), però è davvero tutto molto interessante e affascinante…proprio un altro mondo, che mi cattura sempre di più! Rimango in attesa dei prossimi racconti jap
Un abbraccio
fra
Questa cosa (tristissima!!) della pasta Pezzullo mi aveva un po’ lasciato di stucco (insomma dimenticare mezza Emilia Romagna-Lombardia-Piemonte etc etc non è carino!!!)..sono andata sul sito della suddetta pasta e ho scoperto che più di 20 anni fa la Pezzullo è stata acquisita dalla Nestlè…ora è tutto chiaro! Bellissimo reportage, complimenti!
Adesso come prima cosa la mattina leggerò i tuoi post! :)
La cosa che mi fa morire del giappone (a guardarlo da qui) è che sembra tutto come dentro un cartone animato! E questo supermercato in effetti spiega bene perchè in vita mia non abbia mai visto giapponesi obesi!
Bye
WOWWWWW credo che sarei stata in quel super tutta la giornata a cercare di capire cosa contenesse ogni confezione ;-)
hi hi hi è vero, l’Italia dei pezzullo sembra uno scarponcino tipo moonboot ;-). Sigrid, complimenti per le foto da una altrettanto appassionata di supermercati esteri!. Io credo che nella foto 18 siano tipo i preparati per frittelle , oppure lievito vanigliato il rosa e normale il giallo, visto che c’è la foto dello stesso pane in cassetta uno con fruttini e uno senza. Facci sapere e mandaci altre foto! :-)
Un sogno :)
@ sigrid il 18 è il lievito per i dolci… almeno credo me lo ha portato mio marito dal giappon… ma non ho ancora trovato il coraggio di usarlo…provalo prima tu poi mi fai sapere!! divertiti….