E senz’altro il mercato alimentare più grande e più noto di Kyoto e infatti a chiunque tu chieda, sempre qui ti mandano. Vi confesso che la visita precedente, a giugno dell’anno scorso, non mi aveva fatto entusiasmare oltremodo, chissà, magari perché ero reduce del superlativo mercato del pesce di Tokyo, magari perché a giugno Kyoto è piena di turisti mentre in questi giorni uno si guarda in giro e se vede tre facce europee al giorno è già tanto :-) Insomma, stavolta, stranamente, lo stesso mercato mi è piaciuto molto di più, e mentre ritenevo Nishiki fosse su per giù l’equivalente di campo de’ fiori devo costatare che ora che i turisti non ci sono il mercato è pieno di gente e animato lo stesso (gli indigeni! :) e i banchi ugualmente curati :-)
Il pesce
Di tutto c’è di tutto, pesce fresco a fette, pesce già cucinato da portarsi a casa, pesci vivi (non li ho visti ma su kyotofoodie ho scoperto che a Nishiki, da qualche parte, ci sono persino dei pesci palla, quelli stravelenosi :-), e poi mille cosette immediatamente comestibili, come, qui sopra, i polipetti da passeggio (mi hanno fatto molto pensare ai folpetti veneziani :-) e altri bastoncini sui quali sono infilati pezzettini di sashimi (mi vien da pensare che sia una roba per turisti ma passiamo :-), poi ancora una miriade di pescetti essicati e persino spine fritte che sono tutte cosette scrocchiarelle che da queste parti si usano spiluccare all’aperitivo, insieme a una bella birra ghiacciata :-)
Altre cose mangerecce
Tanti i fritti, tipo korokké e infinite varianti sul tema (con, insieme alle patate, del cavolo, della patate dolci, persino del curry e altro che non sono ancora del tutto riuscita a identificare), diciamo che il denominatore comune e l’impanatura al panko, ecco :-) Poi ci sono le fritelle di verdure, i panini ripieni di manzo e cotti al vapore, gli stecchini di tofu cotti al vapore, e infine, una piccola grande scoperta: i cachi essicati, che vengono privati dalla buccia prima dell’essicazione e hanno la consistenza delle albicocche secche, solo che sono più polposi e hanno un sapore, ovviamente, di cachi, in più concentrato, davvero buoni. Se l’argomento vi interessa c’è una intera pagina in merito sul sito di SlowFood. Poi, nelle foto qui sotto, c’è chi prepara i dolcetti di farina di riso glutinoso e li fa cuocere al vapore direttamente sul banco del mercato, e infine ci sono i yakiguri, cioè le caldarroste più buone che io abbia mai mangiate (questo il sito del tenutario del banco :-), che sono intanto enooormi e sopratutto: non ho capito come le fanno, rimangono molto morbide, come se fossero state bollite prima di essere arrostite (as usual, se qualcuno la sa, ci illumini… :-)
Tsukemono & co
Per come l’ho capita fin qui i tsukemono (sono quelle fettine di verdure conservate che arrivano, in genere, al ristorante giapponese in una ciotolina piccola, all’inizio del pasto) sono abbastanza una passione nazionale, insomma le botteghine piene di barili di legno e dal profumo acre e persistente sono un po ovunque, non solo al mercato di Nishiki. Anzi i negozio di tsukemono hanno un profumo davvero molto riconoscibile, acre, acido, di fermento anche, e non è che mi piaccia molto :-) (anche se in realtà ciò che più si avverte, sui mercati, come odori, sono la salsa teriyaki e i fritti che sono invece tutte cose che ti accendono una fame micidiale :-) Ci sono poi diversi modi di trattare le verdure al fin di trasformarle in tsukemono (e ci sono tantissimi tipi di verdure, anzi ho il sospetto che si facciano i tsukemono veramente con qualsiasi cosa vegetale ci sia in giro), la più semplice consiste nel far marinare le verdure con del sale e un peso sopra, poi ci sono le verdure marinate con la salsa di soia, con aceto e zucchero, con il miso, con la crusca di riso fermentato come nella foto qui sopra, e persino con l’alcol. Insomma, molteplicate le procedure per il numero di verdure utilizzabili e arrivate a un’infinita di possibili tsukemono. Spesso i venditori di tsukemono propongono degli assaggini, cfr le ciotoline della foto qui sotto (i ravanelli freschi credo servano semplicemente a rinfrescarsi il palato fra un assaggio e l’altro :-). Più sotto ancora: una venditrice di tsukemono ambulante in una via adiacente al mercato.
Cos’altro mangiare al mercato di Nishiki?
Sempre che non vi siano bastati gli spillucamenti in giro (noio veramente ci volevamo sedere che era tutta la mattina che camminavamo :-), ci sono anche un po’ di trattorie li in giro, ne abbiamo provato una che sta in mezzo al mercato (se v’interessa ho il biglietto in giapponese, vai a capi’ come si chiama ‘sto posto :-)), dove abbiamo preso una zarusoba (degli spaghetti di grano saraceno freddi, da intingere nel brodo sul lato) che non era affatto male, e dove si è poi svolto il primo episodo di una saga promettente chiamata ‘cavoletto e il favoloso mondo del tofu’, con la yuba fritta che si vede in foto qui sopra. Dovete sapere che Kyoto sarebbe il luogo dove si fa il miglior tofu del Giappone (e quindi del mondo :-), il quale tofu da queste parti viene prodotto e cucinato in mille varianti. La yuba quindi sarebbe la pelle che affiora al momento di far bollire il latte di soia, si desidrata poi si reidrata al momento di cucinarla. Qui è fritta e condita con erba cipollina, ed era davvero molto interessante (poi sul tofu in generale appunto, che sto veramente riscoprendo, si prevedono prossime indagini approfondite :-).
E per dolce? beh, tanto per rimanere in tema, abbiamo provato da Konnamonjya (sempre in mezzo al mercato, è uno dei pochi negozi del tutto dedicati al tofu, e poi tanto si riconosce dal profumino :-)) questi minuscoli tonyu, dei doughnuts a base di latte di soia. Sono da mangiare caldi (li! subito!), la frittura è leggera, sono quindi appena croccantini fuori e morbidi dentro, hanno un sapore che è insieme pieno, ricco ed elegante (miracolo del latte di soia, che fra parentesi è pure lui più buono da ciò che si trova dalle nostre parti) e sono semplicemente molto molto buoni (e quasi sani :-P)
Ma anche io voglio essiccare i cachi!!! Notevoli le foto..e poi mi hai fatto ripensare al tofu giapponese..quello sì che mi piace! gnam!
Bellissimi foto!!
Complimenti
I cachi secchi! Ma sono anche tipici del Caucaso. Al mercato nella Mosca sovietica le bancarelle georgiane ma soprattutto azere erano piene di collane di cachi secchi infilate una sull’altra. Poi sono spariti, forse anche perché adesso il Caucaso a Mosca non è più tanto di moda!
Già avevo voglia di “fare un salto”li… ora proprio… credo di non resistere alla tentazione… prenoto!?!??!
I mobile con i bambini di pezza li avevo comprati per la mia nipotina-to-be che ora ha ben 4 mesi :D Erano simpaticissimi!!
Per chi e’ interessato da Aprile a Milano cominciano corsi base della Associazione Ochacaffè!
Io vado, che devo ripassare in vista del prossimo viaggio :D
Da grande appassionata di Giappone, cultura e tradizioni giapponesi ed – ovviamente – di cucina giapponese, posso dirti che i tuoi servizi sono veramente bellissimi! Dopo aver visto le tue foto, ho una gran voglia di andare in Giappone….ed un terribile languore!
C’è un’applicazione che si chiama Japanese per iPhone (che cosa attorno a 15 euro ma li vale tutti) che è praticamente un dizionario giapponese-inglese. La cosa intelligente è che, se attivi la tastiera in giapponese sull’iPhone, puoi “scrivere” le parole giapponesi ed averne la traduzione, ovviamente dovresti prima impararti almeno i due vocabolari hiragana e katakana (che non è una cosa mostruosa), per esempio Kakiage è scritto in hiragana, che è un alfabeto sillabico, quindi il primo carattere è Ka, il secondo Ki, ecc..
Se poi ne sai la pronuncia puoi anche scrivere in romaji (cioè caratteri romani).
Bellissimo reportage, le tue foto poi, oltre ad essere davvero belle, hanno il pregio di eliminare la distanza da quel che leggo!
Carissima, bellissime foto come al solito. Mi stai facendo venire una grande nostalgia di Kyoto. Purtroppo, il mercato di Nishiki è cambiato molto negli ultimi anni. Molti dei venditori storici hanno chiuso bottega e così molti dei prodotti tipici di kyoto stanno sparendo. Kyoto è comunque ricca di golosità. Posso consigliarti di provare un menù a base di yuba fresco? Cos’è? Un piccolo delizioso indovinello per te. Buon viaggio!
@giorgio & fe: per quanto ne ho letto fin qui il segreto del tofu buono è il latte di soia buono (a base di fagioli buoni, indigeni possibilmente), l’acqua di montagna pura e il nigari di buona qualità (direi che siam messi male :-)) comunque, se riesco, vado a vedere come si fa :-))
@fe: è esattamente così, il tofu è deliziosamente puro, delicato, buono (sinceramente, non l’avrei mai detto :-))
@gaia: non ho idea ma non credo proprio :-)
@frankie: l’ho visto ma ho pensato che ci sarei tornata con calma (e dopo mega prelievone visa :-))
@valeria, no, sei la prima, grazie per la precisazione! :-)
@crician: wow, grazie pure a te! :-) Allora, nel disordine, mos burger ne son curiosa ma non avevo ancora osato proporlo (mo che lo hai sdoganato tu… :-)), va bene l’okonomiyaki al mosto del monjoyaki??, i tonkotsu ramen missà che non li ho ancora provati, li cercherò, mentre il nabe con mille verdure, gamberi, tofu e risotto finale l’ho provato a… milano (acquaviva saprò dirvi dove :-)
@chiara: a dirla tutta io preferisco le guide senza foto, almeno cosi hai la sorpresa quando arrivi, altrimenti sembra tutto quasi un pallido déjà vu, no? :-)
@germana: sciroppo?? davvero?? anche se non risultavano per niente ‘appiccicosi’ fuori??
Seconda giornata a Identità Golose.
Niko Romito è stato – B R A V I S S I M O -. Semplice, umile, chiaro, dettagliatissimo nello spiegare le ricette fino a come sceglie i prodotti. Merita la trasferta. Molto bravo anche Cedroni ma si sapeva, anche Cuttaia anche se un pò criptico a momenti.
Insomma IG è un congresso che vale la pena…un pò costosetto se autofinanziato (come nel mio caso) ma lo raccomando.
Buongiorno Sigrid!!
buona giornata e mi raccomando anche oggi fai tante belle foto!
A tutta la piazzetta invece
Buonanotte!
Nella mia prossima vita, da grande, voglio fare il coltivatore di cachi da essiccare…
Sembra quasi di essere lì con te in Giappone!! Splendide le foto e il racconto dettagliato.. sembra veramente di percepire profumi, colori e suoni di questo posto meraviglioso! Grazie Sigrid per il viaggio “virtuale” ;D
davvero stupendo! condivido appieno la filosofia di vivere un posto con le persone del luogo, c’è poco da fare… si vedono proprio le cose migliori! inoltre, dato che so fare il tofu a partire dalla soia attendo con ansia gli approfondimenti su come cucinarlo…! :P
Non ho avuto il tempo di leggere tutto, lo faro’ con piu’ calma, appena posso.
Ma quei polipetti erano glassati al caramello??
buona giornata!
complimenti per il post! Mi meraviglia però non vedere fra le foto del mercato di nishiki nessuna immagine di Aritsugu, il più bello (e caro) negozio di coltelli e di attrezzi da cucina artigianali che ho visto in giappone. In cucina espongo con orgoglio il piccolo coltello da sushi con su incise le mie iniziali in giapponese! Buona permanenza e grazie.
forse l’ha già scritto qualcuno ma i fritti della foto con l’etichetta sono Kakiage, fritti di verdure o gamberi
Bellissimo racconto e bellissime foto..come sempre, cosa aggiungere di altro se non grazie!
E ti prego continua.
…ho notato solo ora il piccolo logo “Japan spring 2010” …carino!!!
@sabina @sigrid
Sigrid ha perfettamenete ragione i problemi di lingua si pongono solo se esci dalle rotte turistiche classiche altrimenti visitare alcune zone di Tokyo, i templi di Kyoto o Kamakura è alla portata linguistica di tutti…però se sei più intraprendente eh eh eh auguri
Per quanto riguarda il fattore alimentazione, generalmente in Giappone per male che capiti il cibo è comunque di livello accettabile.
I “ristoranti” turistici esistono, solo che sono strutturati per accogliere il turista giapponese o asiatico e risultano quindi da un lato meno evidenti a noi gaijin (stranieri) occidentali e dall’altro di qualità nettamente più alta di quelli italiani, ciò per venire incontro ad un pubblico esigente, che non perdona e che tendenzialmente ama parlare di cibo e gastronomia, consigliare o sconsigliare “ristoranti” ad amici o parenti.
Sul controllo qualità hanno poi una certa influenza la quantità innumerevole di recensioni di “ristoranti” e dei piatti da questi proposti (con ricette e foto dettagliate ), recensioni che abbondano pressoché in ogni tipo di rivista in commercio, pure nelle xxx si trovano le recensioni magari abbinate ad una di un love hotel nelle vicinanze. Capita quindi spesso che un locale salga alla ribalta per una piatto in particolare e non sia raro trovare codazzi di gente disposti ad aspettare ore per mangiare la hit del momento.
Scrivo “ristoranti” tra virgolette perché la tipologia di locali in Giappone va di pari passo con la parcellizzazione (termine che prendo in prestito da S. Bonilli – grazie ) dell’offerta gastroculinaria che è talmente varia, che non stupisce che Sigrid abbia mangiato solo una volta sushi…
Chiudo proponendo a Sigrid di assaggiare quanto prima uno dei Mos Burger, una scodella di tonkotsu ramen, dal brodo bianco e dolce yammy, uno o più monjayaki o di condividere con tuo marito una delle innumerevoli versioni di nabe (tofu ?!) con il suo classico riso cotto in brodo e uovo crudo sul finale tanto per ritemprarsi dal clima rigido dell’inverno.
Aspetto con di leggere i prossimi post e buona permanenza.
P.S.
Consiglio vivamente di noleggiare quanto prima una macchina (o valutare il viaggio in treno ) e dirigervi verso le montagne per godere di uno o più onsen e delle cene servite in camera e comprese nel prezzo (generalmente ab. alto ) senza dimenticare di far visita, mentre sei in città, ad uno più Sento (bagni pubblici) che sono strepitosi e differenti per tipologia di acque termali e servizi…..
Che bel post! belle le immagini specialmente i polpetti non so se per l’ora ma mi sembrano dei bellissimi leccalecca ;-P
Mi sa che in questi mesi cuineremo un po’meno, ma la bellezza delle foto sazia comunque! Sono spettacolari, complimenti davvero!
@sabina quando viaggio uso sempre le guide del routard e mi conducono in luoghi interessanti e spesso poco frequentati dai turisti il che ti fa godere al meglio l’atmosfera del posto. Unico inconveniente…neanche un’immagine! Ti consiglio comunque di darci un’occhiata!
Molto belli questi racconti live da Kyoto!
Le castagne dovrebbero essere cotto secondo il metodo tradizionale, in grandi wok con piccoli sassi che distribuiscono il calore uniformemente. Quasi sempre vengono irrorate durante la cottura con sciroppo di zucchero che le rende lucide e morbide.
Buona permanenza e grazie per i preziosi consigli: ne faccio tesoro, chissà che non capiti da quelle parti prima o poi…
ma allora esiste il latte di soia buono!! quello che trovo qui sembra sempre spremuta di fagioli!!
Ma questo è un reportage con i fiocchi! Fai davvero venir voglia di partire.
Sigrid, I love the little moscardini lollipops! evidently youre having a gorgeous time. x shayma
…ma che bello…e che voglia di partire….
Allora, Sigrid una richiesta speciale: se riesci a carpire il segreto per fare un.. non dico buono.. ma discreto tofu, fatto in casa, per me sarebbe un dono! I miei tentativi sono miseramente falliti, lasciandomi con il desiderio inappagato di questo cibo bianco. Nella scena iniziale del film ‘Simpathy for lady vengeance’ di Park Chan-wook (è un regista coreano, non so se lo conosci) c’è un immagine che mi colpì moltissimo quando la vidi: il giorno in cui i carcerati escono dalla prigione i loro cari si presentano con un panetto di candido tofu. Secondo la tradizione il primo boccone che deve ingerire chi ha espiato una colpa è questo, essenza di purezza ed inconcontaminazione. I miei motivi sono naturalmente più prosaici!
Bellissimo post! I polipetti infilzati mi piacciono da morire, non li ho mai visti cosi.Seguo con grande curiosità il tuo reportage, ho un’amica giapponese chi sa mai che non le chiedo di portarmi i cachi secchi…
Ciao!Bravissima!!!
Che bel reportage! I polipetti “lecca lecca” sono fantastici (ok anche un pò piccoli, poveri!) e attraverso di te il giappone sembra un pò meno distante e un pò più accessibile;)!
Ho comprato la guida lonelyplanet del Giappone proprio venerdì e…sto pregustando tutto e programmando un po’ anche leggendo te!! Le tappe saranno le classiche Tokyo-Kyoto che come hai giustamente detto sono decisamente imperdibili se è la prima volta che ci vai…per cui mercato del pesce e Nishiki market…aspettateci!!!
Grazie a te Sigrid, questo viaggio si prospetta ancora più bello di quanto non lo immaginassi!
Che belle foto e che belle descrizioni! Buon viaggio Sigrid!
meraviglioso questo post!! bellissime le fotografie e le tue descrizioni.
L’unico problema è che ora mi è venuta fame, vorrei un polpetto, di quelli infilzati!!!
Grazie per questi resoconti, interessantisismi e appetitosi :-)
i polipetti sullo stecchino mi ricordano quelli mangiati ad un matrimonio a napoli..anche li cotti e mangiati sullo spiedino…buona permanenza!
Un reportage bello bello, foto da assaporare come fossero polipetti da passeggio… e quasi quasi mi evito un viaggio in Giappone, se tu continui cosi! Mi è sembrato di esserci… grazie.
Sabrine
@sigrid: grazie mille!! le lonelyplanet sono sempre utili allora! :) mi hai fatto una panoramica veramente invitante… continuo a seguire il tuo reportage, grazie ancora
Ma che bello… Buon Giappone, Sigrid!
Che meraviglia, viene voglia di imparare il giapponese!
Ho una grande curiosità visto che sono un’appassionata di prime colazioni. Cosa mangiano i Giapponesi appena svegli?
Magnifique, comme toujours !
Buongiorno Sigrid! Questo reportage Nipponico è fantastico, lascia senza parole! Volevo farti sapere che sul mio blog (ho iniziato da qualche mese, sono ancora agli inizi!)ho riprodotto alcune delle tue ricette (la crostata ricotta e pere e i Vanillakipferl)… se ti va passa a dare un’occhiata: un consiglio, parere, o quello che vuoi sarebbe molto apprezzato!
Complimentissimi! E buon inizio settimana! (o meglio… buona serata!)
Ma che cariniiiii i polipetti sullo stecchinoooo!!!
Sigrid … il tuo è uno di quei viaggi che rientrano nei miei sogni nel cassetto … più che altro è che sei veramente catapultato davvero in un altro mondo … non uno dei soliti viaggi insomma!!!
che meraviglia!
a casa non posso sollevare l’argomento giappone. mio marito voleva andarci in viaggio di nozze, ma poi abbiamo optato per un’altra meta (lui dice per colpa mia….) e adesso ogni volta alludo al giappone mi devo sorbire la ramanzina…
gli ho promesso che andremo, un giorno, con prole al seguito, ma lui non è convinto…
quindi per ora mi godo i tuoi racconti!
grazie!
@sabina: è una buona domanda :-) In realtà, per la parte ‘come e dove andare’, siccome in genere il primo viaggio è piuttosto breve (anche 10-12 giorni, alla fine, sono pochi), finisce generalmente che si faccia Tokyo-Kyoto, e fin qui, e anche per qualche escursione fuori, basta in fondo il Lonely Planet che è ben fatto, piuttosto completo e ricco di informazioni e suggerimenti, quindi basta capire cosa più ti attira (più il metropolismo da togliere il fiato di tokyo o più il lato meditativo di Kyoto, e regolarsi di conseguenza i tempi, ma la prima volta c’è poco da fa, entrambi vanno visti :-) Poi è facile che via via si trovino persone giapponesi e magari di chiedere lumi anche li. Una volta qui, nelle grandi città (più a Tokyo che a Kyoto comunque) uno se ne esce con un po’ d’inglese, e semmai con il vocabolario della guida, con un po’ di mappe ecc. Insomma, fin qui, anche se appunto non leggo il giapponese, non mi sono mai trovata in situazioni particolarmente frustranti. E per quanto riguarda il cibo, udite udite, non mi è semplicemente mai capitato di trovare un equivalente della trattoria acchiappa turisti così diffusa, per dire, a Roma. Insomma non ho mai visto scritto da nesuna parte ‘Real japanese food’ o similia, e fin qui spessissimo siamo andati a casaccio o seguendo in qualche caso il lonely planet e ci siamo sempre trovati bene (va aggiunto che non sono ancora mai andata a cercare un qualche cosa che avesse a che vedere con l’alta ristorazione, fin qui ho semplicemente cercato di capire qualcosina dei basics, che sono davvero tanti, altro che sushi, anzi credo che in tutto il giappone ho mangiato sushi solo una volta :-), il che mi fa pensare che la ristorazione media è in media di qualità medio alta, mai trovato qualcosa che mi facesse, qualitativamente, schifo :-) Insomma, davvero, fin qui il Giappone, anche senza giapponese, è molto più facile di quanto si potrebbe temere :-) Se poi riesci a trovare un qualche amico di amici che ti dia qualche dritta e ti porti un po’ in giro, ancora meglio, cioè, come sempre, le cose migliori le vedi gironzolando con la gente del posto, c’è poco da ‘fa :))
che bello Sigrid, mi hai fatto voglia di andare a vedere i voli per organizzare un viaggetto!
:) ma è difficile per un europeo trovarsi in giappone? farsi capire, trovare i posti giusti da vedere, mangiare veramente giapponese e non in qualche posto ultraturistico?
mi ricordo il mio primissimo viaggio a barcellona, avevo 16 anni, dove ho mangiato la paella in uno di quei bar/ristoranti per turisti :((
Maledetti turisti!!! Ma quei polipetti preparati sullo stecco sono favolosi. Certo che sanno vendere…
PS – Mai fumato in pubblico? Ti hanno detto niente?
eh…..la nostalgia del Giappone…e dei sui piatti prelibati…
Bellissime foto, come sempre! What an incredible experience you’re having!
Thank you for these beautiful updates of your Japan trip. I can dream of going there one day.
here is another interesting piece on ramen in Tokyo
http://travel.nytimes.com/2010/01/31/travel/31ramen.html?em
Carissima Sigrid grazie per il NOSTRO viaggio giapponese .I mercatini sono sempre una tappa obbligatoria in qualsiasi città io vada,anche in italia ,per questograzie di nuovo per il tuo reportage ,le tue foto danno sempre forti emozioni.Aspettando nuove emozioni visive e piacevolissimi commenti ti auguro una buona giornata
loooooooove those roasted chestnuts there!!!! once my friend and i shared a pack, and went back for more later. (oh soy milk donuts are good, too :))
complimenti per il reportage come sempre foto eccellenti brava!