Questa la domanda che mi ero posta, en passant, quando prima di andare ad Arashiyama avevo letto sul lonely planet che li, nel tempio di Tenryu-ji (patrimonio Unesco) c’è un ristorante di cucina buddista zen: a popular place to sample shojin ryori, che dicevano. Boh, e che sarà mai che mangiano, i buddisti?? Intanto non era affatto per mangiare che si andava ad Arashiyama. Non era nemmeno per respirare un po’ di aria pulita (tanto quella c’è anche in centro Kyoto: -) piuttosto, eravamo curiosi del bosco dei bambu, e delle scimmie della montagna (quelle però al momento sono in vacanza invernale :-) e poi del ponte di legno (ora solo a metà, l’altra metà è cemento, ahh, il progresso :-), della vista sulle montagne circostanti che dalla città a tratti s’intravvedono, e persino della casa dei cachi caduti (mio marito ne sta ridendo da 15 giorni, era la casa di un poeta haiku, pare che una mattina uscì, e siccome c’era stato un temporale durante la notte, trovò per terra, inutilizzabili, tutti i cachi che pensava di portare al mercato quel giorno, così poi ribattezzò la casa :-). Piccolo appunto geografico: Arashiyama è accanto a Kyoto, anzi, visto la mancanza di soluzione di continuità si potrebbe persino dire che si tratta della periferia di Kyoto, in treno da Nijo station sono 12 minuti, poco più se si parte da Kyoto centrale.
Torniamo quindi alla nostra domanda esistenziale di prima: cosa mangiano i monaci buddisti zen? Beh, dirlo nello specifico dei piatti e degli ingredienti menzionati per nome e cognome rimane difficile (pare sia normale, persino gli stessi giapponesi fanno fatica a identificare tutto ciò che gli viene servito durante un pranzo shojin-ryori, almeno cosi m’han detto :-), posso però dirvi qualche cosina dei principi della cucina buddista :-).
Intanto, shojin-ryori, che si distingue per esempio da nihon-ryori, ‘cucina giapponese’, viene generalmente tradotto come ‘cucina della devozione’ (shojin sarebbe un termine buddista che designa qualcosa come ‘la ricerca dell’illuminazione per la via dell’ascetismo’, vabbe’) . Il shojin-ryori è arrivato in Giappone nel sesto secolo, dalla Cina, proprio insieme ai buddisti. Diciamo che per i buddisti, l’attività fondamentale del mangiare è considerata importante per il buon funzionamento del corpo e dello spirito, però non è ciò per cui si vive (e qui le nostri opinioni iniziano a divergere, lol :-). Di base quindi l’idea è di offrire al monaco una dieta che fosse leggera e insieme di sostentamento, ma sopratutto che il cibo non intralciasse anzi favorisse l’esercizio spirituale, il che significa in sostanza che il monico buddista mangia giusto ciò che gli serve per vivere, e che il cibo non deve assolutamente intorbidire la sua mente (avete presente l’effetto dopo-pranzo-domenicale? – ecco, dategli torto, ai buddisti… :-). Detto così sembra abbastanza ascetico, e lo è, basta pensare che al quotidiano i monaci buddisti mangiano due ciotole di riso, zuppa e qualche verdure cotta o sottoaceto di contorno. Ebbasta. In alcune festa occasionali invece il tenzo (il cuoco del monastero, colui che è incaricato di assecondare precisamente il fabbisogno dei monaci) gli prepara qualcosa di più elaborato, ed è questo pranzo festivo che viene in generale servito ai frequentatori (mangioni) del ristorante.
Altre due tre cose fondamentali: sono vietati i sapori forti (aglio, cipolla, spezie ecc) e poi la cucina buddista è rigorosamente vegetariana poiché è sbagliato uccidere gli animali (anzi, mi sembra vegana a me, cioè sono esclusi anche il pesce e i grassi animali), quindi in sostanza si mangiano verdure di stagione (una volta erano ‘le verdure selvagge della montagna’), alghe, funghi, semi e frutta secca, e una quantità pazzesca di derivati del glutine e della soia (compreso molte variazioni sul tofu). C’è inoltre grande attenzione verso lo spreco: gli avanzi vengono riciclati in pasto, le bucce delle verdure usate nel brodo, e via dicendo (anzi, pare che per lavare la propria ciotola dopo il pasto il monaco la riempia di acqua che poi beve), tutto ciò per non sprecare nulla delle materie e degli sforzi che sono stati messi in opera per la preparazione del pasto, non si butta nulla, che è in fondo un sano principio di rispetto per il mondo che ci ospita.
Se non avete ancora chiuso questa pagina, annoiati da tanta sana serietà gastro-spirituale, c’è da aggiungere però che tutto ciò, venato da una sensibilità quasi artistica che si avvicina molto al concetto di godimento (artistico, spirituale o meno, sempre godimento l’è :-P), fa si che quella dello shojin-ryori non è affatto una cucina punitiva. Anzi, è l’esatto contrario, è una cucina intanto attenta alla giusta armonia fra ciò che i buddisti definiscono i sei sapori di base (amaro, acido, dolce, salato, leggero e caldo), il che si traduce in tante lieve modulazioni contrastanti, e che gioca molto anche sulle consistenze. Insomma, sarà che ho una visione distorta delle cose ma chissà perché io in tutto ciò ci intravvedo, tolto ovviamente il lato vegan, qualcosa di molto molto simile all’evoluzione contemporanea della cucina occidentale, solo che è molto più antico (in altre parole: scusate ma a questi Ferran Adrià li fanno proprio un baffo, anzi, forse dopotutto non è proprio un caso se Ferran si è cosi tanto interessato alla cucina giapponese negli ultimi anni, hmm… – chiudo la parentesi sennò va a finire che pensate io abbia la presunzione di parlare qui di ristoranti :-). In breve: tutto ciò culmina quindi in piatti di una delicatezza notevole, una successione di bocconcini e aromi incantevoli, di piccole illuminazioni di semplicità e rafinatezza. Come già detto, gli ingredienti di base sono, rigorosamente, le verdure di stagione, le alghe (non si usa pesce per aromatizzare brodo e zuppa ma solo alga, in più si usano, come spesso in Giappone, kanten – che forse conoscete meglio come ‘agar agar’ :-) e konnyaku che sono due cose – alghe, e addensanti – di cui prima o poi dovrò riparlare che sono stupende :) glutine e soja. E questi elementi combinati fra di loro quel giorno hanno dato per risultato ciò che vedete in foto.
Per le etichette con i nomi precisi non posso che sperare che ci illumini qualche dotto passante, nel mentre cerco di dirvi, velocemente e in modo molto grossolano, qualcosa delle svariate portate (che vengono servite tutte insieme, ognuno avendo davanti a sé il proprio tavolino): una zuppetta racchiusa in un cartoccio di carta (non so che tipo di carta fosse ma stava sopra a una fiamma e non è bruciata ne ha perso liquidi…) con una parte liquida che poteva essere latte di soia e dentro alla quale ribollivano un paio di pezzettini di tofu dalle consistenze diverse, qualche pezzettino di qualcosa a base di glutine (in realtà in Giappone si usa il glutine da sempre, si chiama fu, ma non è il seitan come lo conosciamo noi, comunque sul fu trovate delle preziose info qui), qualche pezzetto di fungo e delle erbette, poi, sul lato, una salsina nella quale aggiungere daikon e cipollotto giapponese e che serviva per intingerci i bocconcini della zuppa di prima; una ciotolina con broccoletti conditi da una salsina di sesamo; un piattino con un blocchetto di tofu molto morbido con una salsa di miso e un pochino di wasabi molto poco agressivo; un piattino di verdure sotto aceto (cavolo e daikon); una ciotolina con un disco di kurumabu (è sempre una variante sul fu, in questo caso è glutine essicato poi reidratato) in un brodo leggerissimo profumato con buccia di arancia e accompagnato da un fungo, due mangepois e dei pezzettini di una cosa che potevano essere castagne d’acqua; un piattino piu sostanzioso con cose dolci (fagioli di soia dolci, pezzettini di radici, un pezzetto di buccia di arancia candito, una specie di piccolo mochi avvolto in una foglia e che non so cosa racchiudeva ma che era delizioso – sembrerebbe fosse un fu-manjuu, dolcetto a base di fu fresco -, pezzetto di daikon e un pezzetto di konnyaku); infine, ultima ciotola: una specie di polpetta fatta di non ho idea cosa fosse (ancora fu mescolato don qualcosa, della patate dolce, forse??) – è quella con i due pezzetti di zenzero a croce sopra – in un brodo un po’ denso e che conteneva anche dei microfunghetti. Per chiudere un piattino con una fragola e tre fettine di arancia, senza dimenticare la ciotolona di riso. Dopo tutto ciò, per nulla appesantiti, si finisce con un po’ di passeggiata digestiva lo stesso (bosco dei bambu, casetta dei cachi ecc… :-)
E oggi, non una bensi due videoline in bonus, la prima è del pranzo, la seconda raccoglie un po’ di vedute più o meno acquatiche di Arashiyama…
MERAVIGLIOSO…
Grazie per questo viaggio…
Veramente affascinate e “magico”…
E il “rito” del pasto è pura poesia…
Grazie ancora… di averci portato con te in questa esperienza…
dei monaci buddisti mi hanno messo un braccialetto tempo fa di seta vorrei sapere il significato e quando toglierlo grazie per la vostra risposta
dei monaci buddisti mi hanno messo un braccialetto tempo fa di seta vorrei sapere il significato e quando toglierlo grazie per la vostra risposta
oddio non avevo mai visto questo post… è meraviglioso
scusate….ma quell’utensile con la sabbia, dei sassi e un rastrello è buddhista???
il giappone è stupe…portatemi del shushi!!!
complimenti x il servizio..anche i giovani d’oggi, cm nn si sognerebbero mai di dire gli anziani, apprezzano la cultura…e nn solo il PC!!!!!!
Bravissimissimissimo!!!
:P
Sì Sigrid, hai ragione, in realtà la shojin ryori è vegana, però in Giappone vegetariano e vegano erano (e sono a volte tutt’ora) termini coincidenti: le uova non sono considerate un cibo vegetariano nelle religioni orientali (buddhismo e induismo), e i latticini in Giappone semplicemente non esistevano, i pochissimi bovini dell’arcipelago erano utilizzati esclusivamente per i lavori agricoli.
complimenti per le foto…bellissime….
da quanto tempo sei in giappo??
uau
c’è sempre qualcosa di magico in tutto quello che fai…..è per questo che sei la mia preferita…!…:P
Ce magnifique billet me rend très nostalgique :)
Décidément quel beau pays!
Great post overall, beautiful photos (for some reason, the forest of bamboos reminds me of another forest in Sardinia with tall trees ^^) and great videos too, very relaxing.
I love your dog :P I hope he makes some friends there! At least there’s no language barrier for him :))
Ma i cani si mangiavano in giappone o in cina?
e io che pensavo che in giappone i cani avessero gli occhi a mandorla….0_0
Cavoletta, guardo dai vetri i miei bambù e poi riguardo le tue foto.Senza parole.
ohhh alla parola Olive mi è apparsa una foto di te e su di una spiaggia di quanti anni fa non so…mi farei un giro in tutto il blog per ritrovarla…ma da quanto! ho già detto che non ho mai considerato il giappone una meta e invece adesso si?
@ Sigrid, grazie!
wow!….25 euro per un posto così bello e un pranzo così li spenderei V O L E N T I E R I S S I M O!
motivo in più per pianificare un viaggio in Giappone nei prossimi mesi?
:)
eh, vabbé..di certo di cose nel mondo se ne vedon tante e non volevo entrare nel merito delle tue esperienze personali, ci mancherebbe! figurati che quando io ero vegetariana incontravo persone che si stupivano che non mangiassi affettato! :)
..io mi riferivo solo al fatto che, per categorizzazione (e non sono io a dirlo!), i vegetariani non mangiano qualunque tipo di carne animale (compreso quindi il pesce) ed i vegani eliminano anche i derivati (latte, formaggio, uova, miele, …)
Come giustamente dice cobrizo un discorso a parte andrebbe fatto poi per i macrobiotici..ma non volevo impelagarci, era solo un’osservazione che mi é venuta spontanea leggendo!
Sono letteralmente innamorata del tuo modo di fotografare e filmare.
p.s. mio marito era vegano ora è vegetariano e devo dire la cosa mi ha rilassato molto, però ammetto di avere imparato un sacco di “mangiarini di tofu e seitan” che sono piaciuti anche agli “onnivori” :-)
doppio p.s.
che meraviglia la cucina dei monaci zen…
Sigrid, tutto bellissimo come sempre … i filmati con la loro colonna sonora sono davvero speciali!
reportage meraviglioso
stamattina ho letto il tuo post e guarda un po’ cosa ho trovato stasera?:)))
http://www.qinleng.com/Gallery%20Environment/xmlGallery.html
forse a confonderti sono i macrobiotici, che non sono nè vegetariani nè vegani, visto che non mangiano la carne, nè le uova, nè i latticini ma consumano il pesce! ;-)
come vorrei quel bosco di bambù vicino a casa. è meravigliosamente perfetto per passeggiate kinhin!
Grazie per aver descritto con dovizia di particolari questa esperienza. E’ una cucina bellissima. Soprattutto mi intriga il gioco delle consistenze e anche dei colori, da noi sono fattori spesso trascurati. E il fatto di offrire un pranzo raffinato e soddisfacente, senza necessariamente utilizzare materie prime costose, anche per l’ambiente, e poco sane, e’ qualcosa con cui dovremmo davvero fare i conti piu’ spesso.
Se questo blog rispecchia al 100% la persona che sei…beh complimenti sei fantastica!Hai un’idea della bellezza…semplice, luminoso, sobrio…potrei andare avanti all’infinito!e poi le musiche dei video sono bellissime! Complimenti!
ps.Conosci i Sigur Ros?
Voglio anch’io un bosco di bambù come quello in apertura! Mi sa che ti stai divertendo…
Per me queste sono le tue foto più belle.
Un bacio
Cecilia
Sigrid, DEVI provare la meditazione Zazen, già che sei in loco.
Poi mi dirai…
che meraviglia!!! mi stai facendo venire una voglia di venire a scoprire le bellezze del giappone…
e non finirò mai stupirmi davanti alla bellezza di queste foto, così evocative dell’atmosfera, dei suoni e dei profumi dei luoghi e dei gesti di un popolo lontano.
Si
Ogni giorno una meraviglia!
grazie Sigrid.
meraviglioso, Sigrid. Complimenti! Oggi giorno una scoperta.
grazie!
Ciao Sigrid!!!
i tuoi reportage sono all’altezza delle guide di Lonely Planet: questi post sono davvero strepitosi, delle “bustine di paesaggio” notevoli con appunti molto interessanti e descrittivi. Bravissima!
Un abbraccio. Marinella
@lilli: li da Sigetu ci sono tre menu, a pranzo mi è sembrato che tutti avessero ordinato quello più piccolo a 3000 yen, il che sono 24,58 euro :-) (in rapporto al costo della vita locale? è su per giu come da noi :-)
@silviaB: son felice di farti viaggiare un po’ con me, ma comunque, mai dire mai, 12 ore di volo passano, in qualche modo, magari verrai a guardarli tu stessa, un giorno, i cormorani che sorvolano i fiumi da queste parti, te lo auguro… ;-)
@twinsmama: oggi ci han detto che Olive ci mandava un bacio (ma suppongo fosse una figura retorica :-)) – btw, ma chissà se si è accorto che no ci siamo?? :-)
@alessandra: e io che mi temevo che vi sareste stufati presto delle cronache nipponiche ;-)
@giulia: ma io non ho nulla contro i vegan, basta che non mi tocchino il pata negra :-))) (no vabbe, scherzo, daaaii :-)
@donatella: è che il post era già chilometrico di suooooo ;-))
@kitchenqb: olive sta mangiando alla romana come sempre, non potevamo portarcelo, poretto (o poi i cani giapponesi sono molto più educati, non so come sia sta cosa… :-))
@danielasenzapanna: ancora no, cioè qualche pezzetto qua e la ma al più famoso, Ryoan-ji, ancora non sono stata, c’andrò, sooner or later :-)
@fulvia: credo siano sempre delle specie di menu fissi non scorporabili (perché hanno un ‘senso’ per intero), cmq qui c’erano appunto 3 formule, altrove non saprei :-)
@pizzico: grazie della precisazione :-) Pensavo di aver menzionato che questo, almeno cosi lo spiegavano sa Sigetu, è un menu delle feste, raro per i monaci. Ma, una curiosità, ci sei stato, fra i monaci, per saperlo descrivere il loro mangiare in modo così realistico? :-)
@valentina: beh ecco, per recostituire metto a frutto rimasugli del corso di ‘encyclopedie de la philologie romane’, primo anno di università, ovvero: ricerca bibliografica e documentazione :-D (in sostanza, su base di ciò che mi ricordo ho fatto ricerche e letture in rete, cerco foto di ingredienti, leggo, cerco di capire, incrocio, ricostruisco, più o meno, faccio sicuramente anche qualche errore. Ci passa tanto tempo ma s’impara un sacco :-))
@verdecardamomo & mariaelena: beh buon viaggio a entrambe!! :-)
@sabry: la cosa buffa è che in Giappone praticamente tutti i cani (tranne quelli di stazza grande ma sono pochi, sarà perché le case sono piccole :-) portano il cappottino (anzi ho già minacciato di acquistarne uno per olive, hehe :-))
@Erika: spero ti passi presto però :-)
@globetrotter: sono fintissimi! :-)
@ily: fai bene, guarda che è molto più bello e ricco di quanto non pensiamo, il Giappone ;-)
@.manu.: euhm, si, ma io so di vegetariani che mangiano pesce… e uova… e grassi animali (non per fare la polemica ma dal momento che sei vegetariano non capisco perché gli animali no e i grassi animali si, almeno cosi è successo a me, dopo un po’ andavo in giro a leggermi tutte le etichette di tutti i prodotti, e i grassi animali stanno in agguato ovunque, vabbe, mo’, che c’entra? non so… :-)
ciao Sigrid anch’io ti seguo da secoli ma non ho mai scritto. E sto veramente amando questi post dopo il viagggio della vita in Giappone l’anno scorso con alcune amiche.
Devi assolutamente andare a Kyoto a un bellissimo caffè in una stradina abbastanza centrale, perdona ma nn riesco a trovare il nome, dove due graziosissime donnine accompagnano il tuo caffè con una scuola di cucito. il posto è meraviglioso
ti consiglio inoltre di fare un giro con le Goodwill guide, di solito sono studenti o pensionati che si offrono di accompagnare i turisti in giro gratuitamente. Non è tanto per il giro turistico quanto perchè fai degli incontri con persone estremamente interessanti
Sigrid,
scusa la domanda ma sono troppo curiosa….se non è un problema puoi darci un’idea di cosa costa un pranzo come questo per noi, e in rapporto al costo della vita locale?
grazie
lilli
…ciao…ti leggo da qualche anno,ma non ho mai scritto…ho il tuo libro ed ero a Bo…
..perdonami…ma ho le lacrime agli occhi…sarà un pò d’invidia per il viaggio che progetto di fare da 1996 e non ho mai fatto…ma dalle tue foto, dai video…dalle descrizioni…passa molto di più…sento e vivo quei luoghi…colori..profumi..rumori..
grazie,davvero
che meraviglia quei boschi di bambù…ce n’è uno, in un parco della mia città, e già mi sembrava magico quello, spelacchiato com’è…
P.S.: come sta Olive? chissà che nostalgia, no?
Posti davvero incantevoli e foto bellissime! MI è piaciuto molto il video del pranzo, tutto trasmette una bella sensazione di pace…
Concordo con Letizia: ormai siamo cavoletto-dipendenti…credo di non poter più fare a meno della quotidiana lettura del diario cavolesco-gastronomico-culturale messo in piedi da Sigrid.
Complimenti, carissima amica!!
Che meraviglia questo articolo, Sigrid!! Bellissimi anche i precedenti, ovviamente, ma questo non so perché mi ha colpita di più. Forse perché ho un debole per i monaci buddhisti e perché sono vegan in questo periodo… A proposito, cos’hai contro i vegan?? Sarai mica come Anthony Bourdain :-)
Scherzi a parte, ti leggo sempre con molto piacere, soprattutto ora che sei in Giappone!!!!
Baci
Interessantissimo reportage! bellissime foto, quella con la bambina è deliziosa :)
Ti leggo silenziosamente da un po’ ma queste foto mi hanno davvero incantata, c’è l’anima del Giappone, reportage con dovizia di particolari e un pizzico di humor, bravissima…
Sigrid, i buddisti non mangiano carne non solo perché è sbagliato uccidere animali, ma per una questione di commistione delle anime: non è giusto mangiare qualcosa che avesse un’anima perché qualcosa di questa potrebbe anch’essa venire assunta, e perché gli animali fanno parte della catena della reincarnazione.
Le foto come sempre fantastiche, il tuo racconto ci porta in questi luoghi…la foto con il cagnolino è bellissima, ma mi viene da pensare e il tuo Olive come se la cava con il cibo giapponese?
Che meraviglia, che pace e serenità mi infondono queste foto!
Ma un giardino zen? li hai visti? mi piacerebbe averne uno da rastrellare, credo che scarichi le energie negative e convogli quelle positive.
Che belle foto!!! Tolgono il fiato!!!
Mi chiedevo, esiste una sorta di menu in questi posti?
buona giornata a tutti!
Carissima, le tue foto del Tenryu-ji sono bellissime e a tratti toccanti. Vorrei solo tentare di dissipare un piccolo fraintendimento che può esersi creato: il cibo che hai mangiato non appare nella mensa dei monaci Rinzai (la setta buddista cui appartiene il tempio). Quella ritratta è una cucina ispirata alla cucina monastica ma chiaramente molto ricca per soddisfare l’occhio e il palato degli avventori. Credimi, nei mnasteri e in molti templi non si mangia così bene. I monaci hanno in dotazione 5 ciotole e un paio di bacchette. I cibi serviti e consumati con la velocità e la legegrezza di un soffio di vento sono: riso, zuppa, verdure, verdure conservate e umeboshi (prugna ume sotto sale). Qualche volta può esserci della frutta. Anche il riso attaccato e bruciato viene consumato e le ciotole vengono lavate sul posto con acqua calda. Le briciole raccolte vengono offerti agli spiriti affamati.
Scusa la prolissità.
Un mondo incantato, senza tempo. Grazie.
Sigrid, come sempre foto MERAVIGLIOSE… e leggendo il tuo racconto mi pare davvero di essere lì con te!
Grazie per condividere con noi queste tue esperienze…mi fai venire nostalgia del Giappone!
un bacio
Marti xx
che meraviglia il bosco di bambù!!!
che sorpresa il ristorante buddista :)
una domanda per te: ma la descrizione dei piatti e degli ingredienti la fai sulla base di quello che capisci guardando e assaggiando oppure la trovi scritta da qualche parte?
tanta tanta invidia (positiva!) per questa esperienza che stai vivendo!
CHE SPETTACOLO!!!!!!!!!!!
Sigrid le foto sono bellissime e tutti questi bambù e i paesaggi mi danno un senso di pace e serenità.Sto annotando su un taccuino molte cose perchè sto programmando un viaggio in Giappone ma solo per 10 giorni ..non basteranno ma mi accontento
..hai capito i moniaci buddisti!! a prima vista sembrano leccornie..ora torno su a leggere!!
Che bello , addormentarsi in Italia e svegliarsi in Giappone :-) Grazie ! chiara
… Sigrid … notare il cappottino del cagnolino … e poi mi fanno impazzire quelle minuterie giapponesi … il vassoio i piccoli cestini e mi piace molto anche il bambù che bella foto!!!
Complimenti!
quello svettare infinito di fusti è davvero da brivido, li sentiresti frusciare se ti concentri..
Ciao Sigrid,
mi hai fatto sorridere, un poco sembravi me: quando andiamo in giro la prima cosa che noto sono i ristoranti e i cibi e mio marito dice che penso sempre a mangiare !
Bellissimo le foto e i filmini.
Mi piace che apparentemente mangi poco nei ristoranti giapponesi (almeno cosi mi sembra) ma
tra tutte le scodelline che ti portano alla fine esci sazio..
Grazie per questi bellissimi post!
Molto carino il video del pranzo, mi ha impressionato la signora che si inchina e poi la delicatezza nel servire quella miriade di ciotoline :)
Costretta a letto da una noiosissima influenza non ho potuto fare a meno di sognare un po’ guardando le foto e i video di questa tua meravigliosa esperienza.. sarà la febbre, ma mi sembrava veramente di essere lì ;) Sublime!!
Assoluta meraviglia, sia per le foto, sia per il pranzo e….per il bosco dei bambu!!!!
che spettacolo! e che reportage dettagliato! sembra quasi di essere li … anche se sta solo iniziando l’ennesima giornata di lavoro nell’ancora una volta grigia, pianura padana… sigh :(
ciao Sigrid e buona serata, non vedo l’ora di leggere il prossimo capitolo!
Mi sa che devo mandarmi mio marito da quelle parti, avrebbe bisogno di un po’ cucina giapposana.
Ciao ciao :)
Sigrid..se non ci sono derivati animali la cucina é sì vegana ma nella dieta vegetariana il pesce NON si mangia!
Inizio a rimpiangere un sacco di post di fritti..menomale che le tue foto son sempre strepitose!
che impressione vedere tutti quegli inchini per servirti il pranzo. sono proprio così. a volte si pensa che sia una caricatura dei giapponesi…
chissà come deve essere stato bello attraversare quel sentiero in mezzo ai bambù!
che meraviglia, sigrid!!
……mi ero dimenticata ma com’è tenero quel cagnolino!!!
buonpomeriggio sigrid come al solito dei reportage e delle foto straordinarie ti svelo un segreto ma non dirlo a nessuno…….mi stai facendo innamorare di un Paese che non ho mai sognato troppo.
Brava
Buoni i cachi!Invidia feroce per questa tua immersione giapponese…
Bellissimo reportage e bellissime foto, come sempre!!! Ma i cachi della foto sono veri o soprammobili? Non riesco a capire…
Caspita, Sigrid, stai pubblicando un post più bello dell’altro!
Sto prendendo appunti per il viaggio in Giappone che intendo fare a giugno…
GRAZIE Sigrid è sempre un bellissimo risveglio quà a Firenze con te là in Giappone . Quando tornerai in Italia dovrai farci dei reportage con video anche da Roma , ormai siamo cavoletto dipendenti . Un abbraccio e un bacione ovviamente da Firenze