Mignonne, allons voir si l’ume…

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Da quando sono qui, in molti mi hanno detto ‘ahh, fortunata, potrai vedere la fioritura dei ciliegi’. Beh, si :-) Però, con tutto ciò che tutti sempre parlano di sakura – aka i fiori di ciliegio che verso metà marzo esploderanno attirando a Kyoto e in un po’ tutti i parchi di ciliegi del mondo migliaia di turisti dall’animo poetico – lo sapevate che prima della fioritura dei ciliegi, c’è quella dei prugni? Anzi, pare che storicamente il prugno (ume in giapponese, viene generalmente tradotto prugno anche se in realtà è una specie imparentata con l’albicocca) era anche il preferito dei giapponesi che taaanto tempo fa le ciliege manco le consideravano (stiamo parlando dell’inizio 700). Insomma, si diceva anche che il prugno proteggeva le case dai spiriti maligni, però un secolo più avanti è arrivata – forse di nuovo dalla Cina – la moda dei ciliegi, che pare servissero anche a ‘leggere’ predizioni in materia di raccolte future (un po’ come gli auspici). Da allora in poi, sakura (che, anche se alla base designa i fiori di ciliegio viene spesso usato per designare i fiori tout court) è indissociabile dal mono no aware (‘il sentimento delle cose’, la consapevolezza leggermente melancolica della natura efimera del vivente… ) e da ogni anno luogo a feste e passeggiate, non ché a una vera e proprio meteo dei fiori.
E quindi intanto arrivato il tempo dei fiori di prugno e noio, insieme a quantità di giapponesi, siamo andati a vederli a Kitano-Tenmangu, un tempio shinto molto bello che se per caso vi doveste mai trovare a Kyoto verso il 25 di qualsiasi mese ve lo consiglio calorosamente poiché in quel giorno c’è lì anche il mercato mensile (del quale avevo fatto delle foto l’anno scorso).

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Per adesso direi che si è ancora molto all’inizio della fioritura, nel senso che ci sono piante bellissime piene di fiori e molte altre che ancora devono sbocciare, insomma, le vedute tipiche dove è tutto un mare rosa e bianco con petali sparsi ovunque sono per fra un po’… Nel mentre però i parchi iniziano a riempirsi, e ovviamente l’ume matsuri non è poi tanto diverso dal sakura matsuri, se non che i fiori di prugna hanno un profumo più forte e vanno dal bianco al rosa molto intenso passando per diverse tonalità di rosa pastello, mentre i fiori di ciliega vanno dal bianco al rosa pallido e basta. In realtà mi ero sempre un po’ chiesto cosa si fa, di preciso, in queste matsuri? Insomma, vabbe, è una passeggiata, eppoi? Poi, camminando fra i giapponesi e i rami fioriti mi è parso che forse era un po’ più di questo: non è solo la passeggiata spensierata o l’occasione sociale, è anche l’esame minuzioso degli alberi, dei fiori, come se ognuno cercasse, nel disegno sottile dei rami, nella tonalità cromatica dei fiori, nella la forma più o meno compatta dei boccioli o nell’iridescente dei petali, una qualche poetica corrispondenza con il proprio animo. Insomma, non vorrei edificare una teoria forzata ma il matsuri a me mi sembra un esercizio per lo sguardo – che in fondo ha a che vedere un po’ con la fotografia – in cui ognuno, in quei milliardi di rami e fiori, cerca di individuare ciò che per lui, è bello, ascoltando la propria sensibilità e osservando dove, su quale rosario di efimeri fiori, si va a cristalizzare. O qualcosa del genere :-)

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Oltre quindi a passeggiare, guardare, studiare e annusare i fiori, cosa fanno i giapponesi nel matsuri? Beh, due cose in sostanza… 1) fotografano: che fosse con il cellulare, l’usa e getta venduta all’ingresso del giardino, con la macchina analogica della nonna o con l’apprecchiatura che manco il reporter della magnum (anche stavolta, sono arrivati in massa i serissimi fotoamatori locali :-). Per questi ultimi sembra una questione di vita o di morte (ho anche visto chi è rimasto per mezz’ora in apnea, col treppiede fisso davanti a un rametto di fiori), tutti gli altri sono un pochino più sciolti, c’è chi per l’occasione è venuto in kimono e si fa fotografare su sfondo di fiori rosa, chi si esibisce in pose più o meno kitch, chi si autoritrae col cellulare, insomma, va bene tutto, basta darsi l’illusione di fissare in qualche modo l’indicibile e l’efimero su supporto digitale :-)

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2) prendono il tè (col dolcetto). Devo dire che anche su questo versante il carattere organizzativo nipponico è perfettamente esemplare, fin qui non ho ancora trovato un qualsiasi evento in cui non ci fosse anche una parte ‘spuntino’ altrettanto ben organizzato. Nella fattispecie, i biglietti d’ingresso al giardino vi danno diritto, nell’apposito spazio coperto, a un vassoietto con una confezioncino nella quale sono racchiusi due biscottini superleggeri, uno rosa e uno bianco, più una bustina di una cosa che poi s’è scoperta essere del ume kombu-cha solubile. Un misto di tè, kombu (l’alga quella che serve anche per il dashi) e ume, essicati e in polvere solubile (il tè vero e proprio qui dentro spesso non ce n’è). Basta sciogliere la polverina in acqua e si ottiene una bevande che può spiazzare ma che è sopratutto deliziosa, allo stesso tempo dolce, acidina e leggermente salata. In giro ci sono vassoio con ciotoline e un recipiente con acqua bollente, prendi la ciotolina, ci svuoti la bustine e versi l’acqua. Voilà. Inoltre per chi vuole c’era un banchetto di dango e questo ci fa pensare a un detto della serie non-ci-sono-più-le-stagioni, e che sarebbe hana yori dango, a dire che ormai più che un questione di fiori e di meditazione, sakura è una questione di dango, cioè di polpette, cioè di festa e di mangiate… (ma cos’è che ci ricorda questa cosa?? :-)

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Siccome poi era giunta l’ora di pranzo (anzi, qusi che era pure già passata), ci siamo fermati per una ciotola di udon (giuro, appena smette il freddo io la smetterò con le zuppone :-)) da Tawaraya, segnalazione che dobbiamo come ormai al solito a kyoto foodie. Piuttosto carino l’ambiente da machiya, e il cibo non era male, specialmente gli udon con dei voluttuosi triangoli diaburaage dentro. Tutto sommato, indirizzo decente e onesto e comodo per chi ha appena visitato il tempio, si trova sull’ultimo pezzettino di Onmae-dori, che sbuca proprio di fronte al tempio Kitano-Tenmangu.

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Nel caso poi non dimenticare di fare anche una visitina al negozio di dolcetti giapponesi che si trova sulla sinistra dall’uscita del tempio, visto che in questo periodo si trovano anche i sakura mochi, delle polpettine di riso glutinoso ripiene di pasta di fagioli azuki e avvolti con uno o due fogli di ciliegio sotosale (vengono usate le prime foglie dell’anno, tenerissime, messe sotto sale poi accuratamente sciacquate prima dell’uso), un deliziosissimo bocconcino insieme dolce e confortante e con una punta fresca e primaverile e giusto quell’accenno di salato che serve a spingere il tutto un pochino più in là, davvero un grandissimo dolce :-)

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La stessa cosa purtroppo non si può dire del gelato sakura mochi che siamo andati a prendere a due passi da li, da Cibeta in Senbon-dori, poco più a sud dell’incrocio con imadegawa-dori, beh, come dire, ci avevano promesso lo stesso identico sapore del mochi ma in versione gelata, niente fu meno vero, un gelato si artigianale ma neanche lontanamente sconvolgente quanto il mochi originale. Detto questo, Chibeta sembra sia pur sempre una delle poche gelaterie artigianale qui in giro, tornerò a provare il gelato al matcha, per vedere. Infine, in foto ci sono anche le famose bustine di tè solubile con prugne e alghe (prese qui), e per ultimo un sakura swiss roll made in Muji, giusto per illustrare quanto il sakura in questo momento sia stra-omnipresente (persino da Starbucks ci sono al momento bevande e dolcetti in tema, cioè rosa, e ho detto tutto :-) Lato sakura non comestibile invece, fatevi due risate con questo post qui su come prepararsi per l’hanami.

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49 Commenti

  • mony ha detto:

    ciao ciao..leggo con un pò di giorni di ritardo..comunque che meraviglia..che bei colori..mi viene voglia di sole..riposo..vacanza!!!

  • vaniglia ha detto:

    *sigrid: 300 tipi diversi, sono senza fiato, credo non basti un viaggione intero solo per farsi un’idea….
    ;-)

  • francine ha detto:

    Foto meravigliose come sempre :-)
    Ma com’è che lì tutto fiorisce nonostante il freddo e qui prugni o ciliegi fioriranno non prima di aprile?

  • Vincenzo Pagano ha detto:

    @Gian grazie per il fuoriclasse, ma sono un manovale :-)

  • Vincenzo Pagano ha detto:

    @Sigrid mi ero soffermato sulle persone e non avevo notato la “macchina” a pallette.

    Vedo di mandarti un contatto (indiretto) sulla tua mail cavolettiana :-)

  • Giu ha detto:

    ume kombu-cha… praticamente il nescafe’ dei giapponesi?
    Chiedo venia pure io (pare faccia tendenza).

    @annalena
    sara’, ma mochi (pron. moci) per me ha un’assonanza spaventosa con mocsing (pron. mocing), che in ungherese significa gommoso, difficile da masticare. Ecco, il mochi poi e’ addirittura proprio gommoso. E’ buono, per carita’, e provero’ pure a farlo, tanto non me ne frega niente di non essere giapponese e quindi di non essere in grado di riprodurre il moccho del secolo, pero’ ecco… potendo scegliere forse sceglierei… si’ ma potendo scegliere cosa??? Io di giappodolce ho provato solo quello :(((((( Dannazione!
    Colpa tua ovviamente. :))))

  • Gian dei Brughi ha detto:

    va bene, va bene, chiedetemi pure tutti venia, lo so, la mia profonda conoscenza degli alberi da frutto vi ha sbalorditi eh … ;-)

  • Sigrid ha detto:

    @gian: chiedo venia per i pruni (eppure mi era venuto il dubbio che qualcosa non quadrava :-))) benem cercherò di ricordarmelo ;-))

    @alelunetta: eh no, i kitkat versione sakura proprio mi mancavano (avevo già notato che c’erano versioni matcha & co però non mi ci ero soffermata), andrò a cercarli, anche se ho come il dubbio che come tutte le altra skura-cose-industriali questo molto probabilmente si limita a essere rosa e a non sapere di un granché (un po’ coe lo swiss roll rosa :-))

    @vincenzo: se vedi qui, alla fine del post, ci sono i takoyaki ;-)
    https://www.cavolettodibruxelles.it/2010/02/setsubun
    (ps. dovessi ancora essere in contatto con il signor sakè, qua ci sarebbe una che nel tempo spero fa foto e che sarebbe dannatamente interessata a visitare un posto dove si produce sakè sul serio ;-)))

    @vaniglia: si infatti credo fossero un po’ tutti imparentati, che poi già solo di ciliegi (che però non portano frutti), qua pare ce ne siano qualcosa come 300 tipi diversi :-) Per l’ume invece, ciò che intendevo è che il frutto è proprio più simile a una piccola albicocca che non a una prugna come la conosciamo noi :-)

    @monica: uso una canon eos 5d II :-)

    @fulvia: hai ragionisismo, il rotolo rosa come ho detto è industriale, però…. mi piaceva il colore (e rende bene la sakura-follia imperante :-))

    @sabry: non lo so di preciso, da muji lo chiamano appunto swiss roll, è il solito impasto da torta giapponese molto inconsistente, spumoso quasi, un po’ come quello dello chiffon cake (nel cavolo-libro) o, anche se quello veniva un po’ più consistente, come il rotolo al matcha di qualche tempo fa, anzi, voleno potresti povare a farne una versione senza matcha e con colorante rosa, il ripieno qui era un semplice e sottile strato di una cosa simile alla panna montata :-)
    https://www.cavolettodibruxelles.it/2010/01/in-the-mood-for-matcha

  • Gian dei Brughi ha detto:

    @vincenzo
    oh mica devi chiedere venia, qui ognuno scambia quel che sa con gli altri e così si impara sempre qualcosa di nuovo, anzi se hai tenuto una conferenza a Osaka sul design mi sa che devi essere un vero fuoriclasse :-)

  • Alelunetta ha detto:

    Ciao, hai mai assaggiato questi? http://bit.ly/c9XAiK io no, ma sarei curiosa di sapere che gusto hanno, credo di aver capito che piacciano molto in Giappone (anzi sono espressamente fatti per il mercato locale, se non erro).

  • Vincenzo Pagano ha detto:

    Chiedo venia, innanzitutto per l’italiano (non si dovrebbe mai scrivere con un piede fuori dall’uscio…).
    Ricordo un po’ di cose perchè ero già gastrofanatico (quello, ahimè per il mio peso, lo sono da quando ne avevo 10 di anni e azzeravo una “bacinella” di sanguinaccio fatto in casa con un po’ di savoiardi vincenzovo). Però non ho appunti nè foto (mania gastrofanatica-fotografica). Come detto, non ero lì per motivi di cibo, ma il mio ospite giapponese comprese la passione e mi fece conoscere anche il “Signor Saké” (così lo ribattezzai), importante produttore. Ho assaggiato un bel po’ di cucine, ho ancora nostalgia per una certa anguilla assaggiata a un sushi bar (oltre al loro cubo-sushi) e devo confessare che mi piacque anche la balena che assomigliava a un capocollo marino. Mi fermai solo davanti al pesce palla per paura del veleno e per l’esecuzione in diretta brrrrrr).

    Comunque ho fatto un po’ di ricerca e non so perchè ricordavo la festa del pruno. Quella cui ho partecipato su una barca si chiama Tenjin Matsuri. Ecco un link con qualche foto. Scusatemi, ma l’età avanza…

    http://www.osaka-info.jp/th/photo/charge09.html

    Sul sito c’è una pagina sulle delizie di Osaka (e il nome giusto delle bolle di polpo è con il trattino Tako-yaki)

  • Gian dei Brughi ha detto:

    oh, oggi faccio un po’ la maestrina di italo-botanica. Dunque, la prugna-frutto si dice prugna (femminile col gn), il pruno albero si dice pruno (maschile senza gn). Quindi le prugne-i pruni e non “i prugni”(poi ci sono anche “i pugni”, ma quelli sono un’altra roba…)
    :-)))

  • CorradoT ha detto:

    SIGRID, e a chi interessase: ho pubblicato il cucinamento degli amici del Cavoletto, completo di grembiule stampato per l’occasione…..

  • vaniglia ha detto:

    bellissimi sigrid, che poi il prunus è il ciliegio no? cioè, sono cugini i pruni-prugni, con i pruni-ciliegi…
    (ecco, per un ramo fiorito così, io lo prenderei proprio, quell’aereo…)
    grazie

  • annie ha detto:

    grazie donzella

    ma quando ci parlerai del tè ? io adoro il tea e da sempre sogno di gustare questa bevanda in un giardino in giappone fra alberi di ciliegio in fiore…… luv

  • acquaviva ha detto:

    @vincenzo: quelli che hai visto ad Osaka lungo il fiume credo fossero in realtà ciliegi, sempore che si tratti dello stesso tratto di fiume che ho visto io… Lungo la riva c’erano bancarelle con ogni tipo di cibo, con anche padiglioni di panche sospese dove potersi accovacciare per mangiare e banchetti molto nìbassi che esponevano dolcetti e giocattoli destinati ad ingolosire i bambini.
    Sì, le palline a base di polpo sono i takoyaki… beh, per essere all’epoca poco gastrofanatico ti ricordi un sacco di cose…

  • kosenrufu mama ha detto:

    tu non sai quanto mi piacciono questi tuoi reportage, e non sai quanto io desideri andare in giappone!!!!

  • Vincenzo Pagano ha detto:

    Non so se stiamo parlando dello stesso prugno, ma quando sono andato ad Osaka in giugno per tenere una conferenza sul tema del design, ho partecipato ad una festa dedicata all’albero in fiore. Sono stato un pomeriggio e buona parte della serata a fare su e giù sul fiume in una barca in cui giovani vogavano e si incrociavano con altre barche girando intorno a fuochi accesi sull’acqua. Un rituale magico e armonico al suono dei tamburi che a noi stranieri (cinque tra europei e australiani) suonò molto bello insieme al cibo che consumammo tutto a base di pesce. C’era anche un tè che odorava di frutta, ma il ricordo è troppo lontano per poter essere preciso. Purtroppo non avevo ancora la mania gastrofanatica-fotografica e il cellulare era out, per cui niente foto e solo un manifesto con il mio nome in una selva di ideogrammi :-)
    Non so se ti sei imbattuta tra i vari cibi da strada (Osaka ha un mercato sottosuolo di dimensioni importanti) anche in quel polpo e uova tipo frittata (dovrebbe essere il Takoyaki ma non ci metto la mano sul fuoco) che abbonda nelle feste. La palla che esce dall’utensile è rovente e bisogna fare attenzione a non fare la fine di Fantozzi con il pomodoro.

  • Francesca ha detto:

    interessante il tè con prugne e alghe…una nuova scoperta per me :). Resto un pò incerta sul risultato(solubile…?!). Magari potessi ricevere tue maggiori impressioni…

  • dada ha detto:

    Ti sei data alla botanica? ;-) Dire stupendo è dire poco, ho gli occhi pieni di fiori e di gesti gentili, grazie per questo giro virtuale e talentuoso
    Buona settimana a tutti!

  • Monica ha detto:

    Bellissimi colori!!!Adoro tutto quel fucsia!!!!
    Splendide foto…sei davvero brava, magari avessi un minimo di capacita’ come la tua!!!
    Ma te che macchina fotografica usi?

  • arabafelice ha detto:

    Grazie Sigrid, che poesia.

  • acquaviva ha detto:

    Concordo con te che il sapore dolce/salato del tè con l’ume (e tra qualche giorno ne troverai uno equivalente con i fiori di ciliegio dentro) è spiazzante ed affascinante insieme…
    La zuppa di udon che hai scelto questa volta si chiama kitzune udon, “gli udon della volpe”, perchè a quanto pare, secondo un’antica credenza, le volpi sono particolarmente golose di abura-age…
    I sakuramochi sono credo il mio dolcetto giapponese preferito. Ho pure la ricetta, anche se non credo oserò mai provarla… Qui si trovano in qualche ristorante, ma purtroppo non hanno proprio niente a che fare con quelli sconvolgenti che si gustano in Giappone. Fattene una bella scorta, mi raccomando…

  • CAIA ha detto:

    ma che meraviglia… :)

  • Maninas ha detto:

    Stunning photos. The first one in particular is breathtaking!

  • Aniko ha detto:

    Mamma mia, un reportage stupendo!!
    Grazie Sigrid!

  • Gloria ha detto:

    Le tue foto sono sempre bellissime! Sono incuriosita da queste tè con alga e prugna, ne vorrei assaggiare un pò…. ;)

  • salamander_75 ha detto:

    che foto meravigliose! grazie sigrid…..un tocco di colore in questa giornata grigia (e domani sarà lo stesso……qui il sole è diventato un lusso)

  • Nina ha detto:

    avevo voglia io di tutti questi fiori, grazie..(stupenda la foto della foto in bianco e nero dello “spago”)…

  • Sabry ha detto:

    …CIAO Sigrid … sono sempre di più senza parole nel vedere queste immagini così affascinanti che quasi ci fanno essere lì con te!!! Quel rotolo rosa che sembra pandispagna è delizioso (che cos’è ce lo puoi dire??)

    buona giornata….

  • Laura.lau ha detto:

    Grazie Sigrid per questo splendore!

  • Come al solito bontà e poesia!

  • Alelunetta ha detto:

    Che belle foto! i rami fioriti sono di una poeticità indescrivibile legata, oltre che all’oggettività, anche alla sensibilità personale, come ben hai scritto… e a me fanno venire in mente molte cose..
    ..il lato food del momento è affascinante, mi intriga molto l’aspetto meno tradizionale con il sakura a 360° che invade Starbucks & Co. !

  • fulvia ha detto:

    mmm …quanta bellezza e quanta bontà!…ho giusto qualche dubbio circa il rotolo rosa, mi fa pensare ai marsh mallows ecco!
    Grazie per le splendide foto!!
    ps questo week end ho preparato i bicchierini con le mele…temop di non aver ben capito il giusto punto di amalgama de latte e uova sul fuoco…comunque il risultato è stato più che soddisfacente! thanks a lot again!!!

  • ilaria ha detto:

    Buongiorno, bellissimo post per cominciare la mattinata di lavoro stamani!:D
    Adesso mi rimetto carica al lavoro, ma permettimi di consigliarti se non ci sei ancora andata, un giro di shopping da Tokyu hands!DEVIDEVIDEVI andarci!!!oltre al reparto di cartoleria dove ho dilapidato un patrimonio, il reparto cucina, bento e accessori mi ha definitivamente ma felicemente rovinato!:P

  • ma. ha detto:

    Ooo..che bello…
    bellissimo!In tema di prugne: ma come sono le prugne umeboshi?
    Mi è piaciuto anche il post: quando vedo tutte quelle cosette assolutamente inutili, piene di disegnini io impazzisco, come sono Kawai!

  • Alessandra ha detto:

    BELLISSIMO! ..quella polpetta di riso tra due foglie è favolosa..sembra una creaturina vivente.. Ma allora anche in giappone esiste il cielo azzurro azzurro! Perfetto perchè faccia contrasto coi fiori chiari! :-) ogni volta sono capitata in estremo oriente (ma in giappone mai) ho sempre incontrato cieli piatti e bianchi..

  • valentin@ ha detto:

    che bello…
    tra poco anch’io godrò della fioritura dei pruni nel mio giardino (la prima da quando io abito qui!), e penserò al giappone!

    P.S. ti dico un segreto: tutti i pruni sono imparentati con gli albicocchi!!! ;)

  • maia ha detto:

    Che spendida fioritura!

  • Marina ha detto:

    Ciao Sigrid,
    foto bellissime e poetiche, come sempre ;-)

  • Enrico ha detto:

    Buon inizio settimana a tutti!
    E.

  • lucia ha detto:

    Mi sembra di vederli tutti quei giapponesi alla ricerca del rampo perfetto! Che bello, e che voglia di colore e luce ora che siamo tornati nel grigio umidiccio… (non più di due giorni di tempo bello nella pianura padana, potrebbe far male…)

  • Kafcia ha detto:

    “Un misto di tè, […] una bevanda […] allo stesso tempo dolce, acidina e leggermente salata.” Anche io … anche io la vorrei assaggiare :P. Ogni giorno una scoperta. Grazie!

    Buona giornata a tutti!

  • federica ha detto:

    e non ci credo,sono la prima della lista!!!!!!!!!!!!!! ho deciso che semmai un giorno andrò in giappone, usero i tuoi post come guida, come ho fatto già per la sicilia mai più puntuale di una qualsiasi L.P.(lo scrivo puntato per non fare pubblicità).
    complimenti come sempre!

  • letizia ha detto:

    Ancora grazie ……

    piacevole vedere i fiorellini rosa mentre quì a Firenze è una mattinata umida e grigia. Buona giornata a te e al tuo compagno di viaggio

  • fenice ha detto:

    Meraviglioso reportage Sigrid!! Come sempre del resto!!…e per quanto riguarda il gelato…qualche delusione può esserci ogni tanto! :-)

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