Patate con vino e coriandolo

potatoesssl

Per fare una lunga storia breve, fra i buoni propositi portati dal Giappone, c’era (notare l’uso del verbo al passato) quello di rimettermi al cassettone bio. Cosa che ho fatto la scorsa settimana. Solo che nel momento in cui il famoso cassettone è arrivato nella mia cucina mi è venuto un attimo di perplessità: biete, tante, insalata, un paio di carote, due finocchi, 6 cetrioli, una busta di patate e poi arance, kiwi, limoni e pere. Hm… Ma non era primavera?? Fatto quindi un rapido giro di verifica sul sito, risulta che da Officinae bio non producono un granché di cose verdi e tenere che dovrebbero essere in stagione ora ( o magari si ma magari non li conviene metterli nel cassettone, non saprei :). In più, a parte che non amo le biete (però vabbe, fa parte del gioco), non tutto era freschissimo (i cetrioli erano molli e le carote avevano vissute giorni migliori, e anche le biete stesse non è che comunicassero tutta sta gioia di vivere), anche se le patate, i finocchi, le arance, i limoni e le pere (raccolte quando?) erano davvero molto buoni. Insomma, diciamo che il cassettone ha suscitato sentimenti misti, e qualche domanda tipo ma se compro roba bio perché cavolo poi me la danno nella cassetta di plastica??? (per le uova idem, nel classico contenitorino plasticoso, grmpf…) e anche ma che senso ha rifilarti una quantità di biete e di cetrioli che neanche una famiglia numerosa ecc…?? Insomma, inizio seriamente a pensare che la vera soluzione sensata sia di prendere il cesto di vimini e di andarmene al mercato di Testaccio, ecco :)

Ma dov’ero rimasta? Ah ecco, le patete! Quelle del cassettone erano interessanti, a buccia rossa e piccoline, sicché mi è venuto da pensare a una ricetta letto tempo fa su un libro che li per li non ricordavo. Dopo un po’ di spulciamento nervoso nella mia libreria (ma dov’è che avevo visto quella ricettaaaaa???) sono finita sul libro che a rigor di logica era anche quello più in tono con tutta la cassettone situascion: Moro East, che propone in sostane ricette sfiziose a base di roba dell’orto (per i ritardatari, ne avevo parlato qui). Detto fatto, sabato a cena c’erano le patate bio nella versione di Hassan, una ricetta perfetta per le casalinghe sull’orlo della crisi di nervi poiché il primo passaggio prevede qualcosa come prendete un oggetto pesante e date un botto forte su ogni patata in modo da spaccarla… :) Il risultato in ogni modo è buono, molto, e cambia appunto dalle solite patate, ideale direi per accompagnare qualsiasi carne, ma in fondo queste patate sono bonissime anche da sole :)

La ricetta: pendere 1kg di patate non troppo grandi e dalla buccia sottile, lavarele bene in modo che le bucce siano pulitisisme, asciugarle, prendere un oggetto mediamente pesante (se avete un batticarne è perfetto :) e date un botto su ogni patata in modo da spaccarla. Sistemare le patate in una ciotola, aggiungere 10g di sale marino, mescolare e lasciar riposare peruna decina di minuti. Scaldare poi in un tegame capiente 150ml di olio d’oliva, quando sarà caldo, aggiungere le patate in uno strato solo, e aggiungere 2 cucchiai di semi di coriandolo pestati. Mescolare, coprire, e lasciar cuocere per circa 25 minuti, girando i tanto in tanto le patate. Infine, scoperchiare, versare un bicchiere di vino rosos, alzare la fianna e lasciar evaporare. Spegnere, aggiungere un po’ di pepe nero macinato e servire.

Allez, un po’ di servizio pubblico, elenco delle casse di verdure bio disponibili a Roma (suggerimenti ben acceti! :)

Officinae Bio
Biobox
Bioexpress
Le Zolle
Fattoria solidale del Circeo

108 Commenti

  • shayma ha detto:

    as you say, these are perfect with meat- or on their own. i think i will opt for the latter. x shayma

  • san bernardo ha detto:

    Giu , mi hai fatto venire in mente , quando – cassiere in Tesoreria Comunale – pagavamo gli stipendi al personale…Un tizio , diversamente abile , quando riceveva il denaro ,lo riponeva nella scarpa. Alla domanda sul perchè , rispondeva…….Grullo..sì , cretino no !!

  • Giu ha detto:

    @strudel
    Ah beh… i bei tempi in cui si soldi si tenevano nei calzini o nelle mutande? Beh? Ne vogliamo parlare? :)))))

    @serena
    Non ti preoccupare Sere’, noi di sicuro non ti diremo nulla, se usi i guanti.

  • strudel ha detto:

    …non mi ritengo una persona schizzinosa… ma le banconote sudate e/o uscite dal reggiseno di qualche sciura mi fa schifo pure immaginarle! solidarietà alle cassiere ;-)

  • fabio ha detto:

    I migliori prodotti della terra a Roma li potete trovare da http://www.biocaramadre.it/.
    Ciao

  • Elena ha detto:

    Anche io annuso sempre il melone, per me è fondamentale per poterlo scegliere. E poi al mio super i meloni sono già prezzati uno ad uno e si mettono sul rullo della cassa così come sono, senza guanti e sacchettini annessi… tanto la buccia mica si mangia, no? Poi io sono una che il guanto lo usa sempre quando c’è, ma più per rispetto delle regole che altro… alla fine basta lavare tutto per bene ed è a posto.
    Ah, e facendo la cassiera tocco qualsiasi cosa, comprese le banconote più sudicie (sìsì, anche bagnate di sudore o uscite direttamente dal reggiseno di qualche sciura) e per ovvi motivi non posso lavarmi le mani ogni due secondi, perciò… attenzione a tutte le confezioni toccate da me, per non parlare dei vostri mazzi di carciofi!!! :P

  • patricia b. ha detto:

    Con questa ricettina così semplice, pensa… ci pranzerei tutti i giorni…
    Baci
    Patricia

  • cavoliamerenda ha detto:

    a proposito di tutta la discussione sulla plastica: a Vienna le cassette le portava a domicilio il bio-mann, si faceva il giro del quartiere, lasciava le cassette piene e si riportava indietro quelle vuote, più semplice di così…

  • Gian dei Brughi ha detto:

    @ Serena, sii serena nel nome e nell’animo; talvolta capita di essere in disaccordo su qualche cosa, non è che fa più chic, semplicemente la pensiamo in maniera diversa, ma il bello del blog di Sigrid è anche il fatto che abbia più voci, più teste, più idee… :-)

    @ Santo Bernardo
    qui il tempo è bellissimo ! la città antica è piena di gente ai tavolini che legge il giornale e si gode il sole del mattino, le mura venete sono tutte fiorite, e io se vuoi, se hai tempo, ti propongo pure un caffé :-)

  • cavoliamerenda ha detto:

    che peccato, ci avevo già fatto la bocca a questa cosa del cassettone, anche perché la bellezza di quello di Vienna era proprio la varietà: un pezzetto di zucca, mezzo sedano rapa, un cespo di insalata… la spesa a volumi a casa mia la fanno già… =(
    Quanto alle patate: dev’essere divertente spaccarle tutte, riserverò l’idea per un momento no =)

  • serena ha detto:

    Ma siete proprio dei fenomeni. Sono sicura che basterebbe venisse proibito per legge l’uso dei guantini che sareste i primi a gridare allo scandalo. Secondo me lo fate apposta ad essere bastian contrari, fa più schic.

  • barbaraT ha detto:

    ebbene si, lo confesso… sono una di quelle che armeggia, palpa, annusa la frutta al super prima di acquistarla.. anzi, confesso qualche volta di aver pure sgraffignato un chicco d’uva, una ciliegia (anzi pure 4 o 5) e di averla segretamente assaggiata per appurarne la qualità senza nemmeno averla lavata (al massimo una strofinatina)
    annuso pure le ocnfezioni di formaggio cellophanato per scorgerne qualche sentore…
    e aggiungo, scarto le foglie sciupate dell’insalata e anche dei finocchi cercando di evitare di essere intercettata dallo sguardo dell’addetto al reparto ortofrutta.. e qualche volta non uso i guanti…
    e mangio le mele con la buccia pure se non sono bio, le lavo bene bene con un pizzico di bicarbonato e le strofino con un foglio di carta da cucina, perché a me la mela piace mangiarla a morsi o niente..
    eppure sono ancora viva alla veneranda età di 38 anni suonati..

    concordo con gian sul fatto che in molti casi certi atteggiameni “igienisti” siano un tantino esagerati.. francamente mi chiedo se la gente che si preoccupa del guantino al supermercato sia la stessa che poi prende serenamente il metro nell’ora di punta (altro che guantino di plastica, la tuta dei r.i.s ci vorrebbe…)

  • Alex ha detto:

    Mhmmm, le ho cucinata e provate subito, buonissime queste patate.. Non avendo un batticarne, sono vegetariana, ho provato a dargli botte con vari oggetti ma siccome era tardi per non disturbare i vicini ho ceduto e ho “imbrogliato” con un taglietto in mezzo, venute buonissime cmq ripeto.. non vedo l’ora di provarle la seconda volta, forse usando il succo di lime e la scorza al posto di vino rosso, ho quest’idea, chissà come sarebbe, meglio approfittarsene finché ci sono queste patate novelle deliziose che mangi con la buccia.

  • san bernardo ha detto:

    Per seguitare sul ‘leit-motiv’ : ma vi siete mai posti il dilemma ” se da padre Adamo, in giù , hanno sempre usate le mani per fare tutto…e non sappiamo se sono deceduti per ciò , perchè OGGI che viviamo in un mondo consumista all’ennesima potenza , ci dobbiamo adeguare a questi barbarismi ?
    Gian dei Brughi (76) …O.T. scusami una domanda, com’è la città in questi giorni e che tempo fa ? devo venirci il 7 p.v. ….Grazie.

  • Salines ha detto:

    Siamo sicuri che tutti quelli prima di noi (contadini, raccoglitori, magazzinieri) abbiano usato i guantini?
    Occhio non vede cuore non soffre.
    Viva l’immunizzazione attiva.

  • Giu ha detto:

    @san bernardo
    Ma guarda che io non vado mai via, semmai sto’ un po’ zitto per farmi notare di piu’ quando parlo :))) Bella l’idea della “rivisitazione” del jappo-tour :)))) ma ci vorrebbe una seconda vita parallela che di questi tempi non ho :))

    @serena
    Guarda, per farti capire la cifra: io sono uno di quelli che si lava le mani anche tra un ingrediente e l’altro, fosse anche solo una sciacquatina. Ho un po’ la fissa delle mani pulite, e non riesco manco a immaginare di poter mangiare con le mani zozze. Certo, poi nella vita non sai mai come vanno le cose, e puo’ capitarti anche qualche situazione estrema dove non puoi lavartele (tipo stai nel bosco, ti avvicini al torrente per lavarti le mani, e un orso ti sbarra la strada… a quel punto ci si puo’ arrangiare anche con le mani sporche, missa’). Pero’ ecco, proprio per questa mania dell’abbastanza sterile, trovo come minimo sindacale il lavare bene frutta e verdura, quindi anche certe smanacciate. Concordo con te, che c’e’ gente che non si lava per settimane, pur di fare un certo effetto al super sotto casa, pero’ ecco, il guantino preferisco risparmiarlo. Altrimenti andare al super con la sacca di tela… ha davvero poco senso.
    “Piu’ cozza per tutti”, insomma :))))

    @acquaviva
    Concordo. Salvo che tutto questo per esempio potrebbe essere messo dentro buste di carta e non dentro l’ennesima plastichetta. Sai cosa… da quando vivo qui in paese e ho finalmente lo spazio giusto per fare la differenziata, ho scoperto che potrei tranquillamente mettere fuori il cassonetto privato da 120 litri una volta al mese (e non riempirlo praticamente mai), mentre per plastica e carta devo fare una spola almeno 2 volte al mese. Questo per dire, che attualmente il “contorno” e’ spesso maggiore della portata principale.

    @Barbara mangiapatate
    Noooooooooooo non mi dire cosi!!! Sono 12 anni che cucino patate in modo sbagliato???

    @gian dei brughi
    Pensa che quando a mio figlio gli cadeva il ciuccio, ed era piu’ lesto di me a rimetterselo in bocca, mi venivano tipo delle convulsioni tremoreggianti, e tante macchie blu sulla faccia. Poi, dopo un paio di siringhe di atropina cominciavo a tornare normale. Fino al ciuccio successivo.
    Sulla sterilita’ concordo a livello teorico, anche se ho qualche difficolta’ a livello pratico :)))
    A dire il vero penso sia proprio una questione schizofrenica la mia, perche’ ci son stati casi in cui mi sono finito pure il risotto dopo averci trovato un capello :)))
    Per la cronaca, durante il servizio civile, mangiavamo in una casa per anziani, e ovviamente ci passavano la stessa sbobba delle nonnine. Che non era manco male, salvo l’impossibilita’ fisica di masticarla, data la consistenza adatta piu’ alla cannuccia che alla forchetta. Capitava poi, ogni tanto, che la cuoca si scordasse di mettere la retina in testa, e qualche capello ti finiva nella minestra. La prima volta lasciavi tutto, la seconda ne lasciavi meta’, poi per fame e disperazione, dopo un po’ lasciavi giusto quella mezza cucchiaiata adiacente l’infame filo di cheratina.
    O vogliamo parlare del pane, olio e sale di mia nonna? Che lo versava da una brocchetta, per poi usarne il fondo per stenderlo bene sul pane? Mai vista lavata la brocchetta, ne’ tantomeno il piattino sottostante.
    Se ci ripenso mi vengono i brividi :)))) Eppure siamo sopravvissuti, no?

    @serena
    Teoria interessante… quanti scarrafoni indesiderati in meno ci sarebbero al mondo se tutti usassero meglio i guanti.

    @gian dei brughi 2
    Secondo me si riferiva alle mani di voi gente che ha studiato, sempre sporche d’inchiostro, che poi ovviamente lasciate sotto forma d’impronte segnaletiche sulle pere e sulle carote.

    @lareggiadeigatti
    vabbeh, non ve lo volevo dire, perche’ la trovo una cosa ancora insopportabile nonostante viva qui da 12 anni: in Ungheria nella maggior parte dei negozi il pane e’ accessibile direttamente all’utente.
    Questo vuole esattamente dire, che in molti posti ancora e’ possibile “toccare con mano” la pagnottella che si vuole comprare. Inutile parlare di certe nonnine che tra una pagnotta e l’altra fanno le abluzioni rituali di questa o quella religione, inutile parlare dei tanti barboni che giustamente hanno fame anche loro e prima di spendere il poco che hanno raccolto, voglio stare tranquilli sulla qualita’. E tu essere umano un po’ igienista che fai? O abbozzi e ti autoconvinci che quella che hai scelto tu e’ sicuramente l’unica pagnotta intosa, oppure non lo mangi proprio il pane.
    Certo, negli ultimi anni il succulento supporto per la fetta di pecorino puoi fartelo anche in casa, oppure comprarlo nei finalmente esistenti negozi/panifici che appaiono pian pianino in giro.
    Pero’ ecco… per me e’ stato taaaaanto tanto difficile all’inizio. Questo per dire, che l’igiene conta, certo che conta, pero’ forse la verita’ sta’ nel mezzo. Del resto se stai nel bosco e trovi le more, che fai, tiri fuori le salviette umidificate? :))))

    @Gian dei Brughi 3
    Oh… annusare il melone… un gesto senza il quale non potrei manco comprarlo :))) Pensa che ogni tanto nella foga il mio naso tocca inavvertitamente la buccia di questo frutto succulento.
    Se lo vieteranno… beh per quanto mi riguarda il prosciutto lo mangero’ senza melone.

    Comunque in questo paese barbaro i guantini non sono ancora arrivati :))))))
    Certo, in compenso ti danno una pletora di sacchettini assolutamente eterni e assolutamente inutili, che di solito non arrivano manco a casa, tanto sono delicati. Personalmente tengo 2 bustoni di PLASTICA PETROLIFERA INTRECCIATA INDISTRUTTIBILE in macchina, e cosi’ quando vado a fare il consumista, poi non devo chiedere sportine.

    @Ilaria per l’aria
    E aggiungo: ma vogliamo parlare di tutti quei bei maschietti che vanno al bagno e poi non si lavano le mani? E chiedo venia se ho informazioni solo sui maschi, ma all’autogril mi fanno entrare solo nel bagno degli ominidi. Basta farsi 2 minuti accanto al lavandino, e contare quelli che sono entrati dopo di te, e che escono mentre tu stai ancora insaponando le piccole pieghe di pelle sopra le nocche.

    ORRORE!!! non ci avevo pensato: ma voi il carrello della spesa come lo spingete??? Ci vorranno mica i guanti pure per quello? Ci avete mai pensato che quello prima di voi magari aveva una rara malattia della pelle delle mani che si trasmette solo grazie a superfici plastiche come la barra del carrello?

    @izn
    Sara’ mica il caso di cominciare finalmente a girare in mascherina pure noi quando siamo malati? Come i giapponesi. Quello si’ che sarebe un bel gesto di rispetto per gli altri.

    Oh… sia chiaro, non sto’ facendo polemica :))) Rispetto tutti, profilassici e non. :)))

  • Tilia ha detto:

    Io faccio la spesa da agricoltori bio che spesso si scambiano prodotti con altri più lontani. Si trovano ovviamente solo prodotti stagionali.
    Ce ne sono almeno tre in zona PD – VE, se a qualcuno può interessare…
    C’è anche il mercatino settimanale del coldiretti, qui la mappa per l’Italia:
    http://farmersmarkets.swg.it/mercati/

  • .manu. ha detto:

    Ciao Sigrid e ciao tutti!

    (scusate se ripeterò qualcuno ma non ho letto tutti i commenti)

    Io mi trovo bene (anche se è un po’ impegnativo, come ho appena scritto nel mio blog) col GAS! -e ho ancora lì un po’ delle patate tondelli arrivate un paio di settimane fa e taaaanto stress da sfogare in questi giorni! ;)-
    E poi ci sono i mercati Campagna Amica (non so nella tua zona ma sul sito si può consultare la mappa).
    Ciaoo!

  • Dario Bressanini ha detto:

    Io confesso di usare quasi sempre i guanti, se non altro per rispetto di chi non apprezza che qualcun altro abbia toccato il loro cibo, lavato o meno. Non credo comunque che uno possa prendersi chissà quale malattia

  • izn ha detto:

    mi state facendo rotolare dalle risate, giuro :-D
    confesso che anch’io sono tra quelli che preferiscono toccare con mano e per fortuna che al bio dove vado sono molto tolleranti :-)

    ma quello tipo cattivik che si soffia il naso con le mani e poi sparge muchi sulle verdure non sarà magari un caso limite? io non ho mai visto niente di neanche lontanamente simile, solo innocue casalinghe che danno piccole tastatine e magari scartano il pomodoro troppo maturo :-P

  • Ora voglio dire io ma nessuno di voi dopo che ha comprato la verdura al supermercato la lava?! le pesche, le mele, i meloni ed i cocomeri gli mangiate con la buccia?
    E poi scusate se vedere uno che si da una bella ravanata la dove non batte mai il sole e poi con la stessa grinta palpa una pesca te che gli stai dietro digli qualcosa!!! Mica è detto che legga questo blog!!!

  • Gian dei Brughi ha detto:

    no, serena, per fortuna non mi è mai capitato di vedere gente che all’esselunga vicino a casa mia, davanti a me, si soffiasse il naso fragorosamente nelle mani e poi toccacciasse la frutta (magari, perché no, facendo anche dei rutti fragorosi…); scusa se te lo dico, ma magari forse dovresi cambiare supermercato :-)

  • serena ha detto:

    @ Gian dei Brughi, c’é molta differenza tra smanacciare la frutta e verdura e soccorrere una persona che sta male. Non inoltriamoci in discorsi che non hanno nulla a che vedere con l’igiene. Io ho vista gente che tocca tutto senza guanti dopo essersi soffiata il naso e avere fatto starnuti nelle mani. Ma tu la frutta che sai essere stata toccata da queste mani la acquisti ancora tranquillamente? Oppure preferisci che si usino i guanti?

  • Gian dei Brughi ha detto:

    @ gatto nel suo reame

    non credo che annusare un melone sia più “poetico” che toccarlo o guardarlo, non c’è nulla di particolarmente poetico o stravagante o fricchetone nell’usare tutti e 5 i sensi di cui siamo stati forniti (beh, il gusto in questo caso va scartato perché se no si intacca la merce…). Poi è ovvio che le cose vanno fatte con criterio, se per caso domani mi ammalassi della famosa peste bubbonica che nel Medio Evo ha ridotto l’Europa a un quinto della sua popolazione, certamente non annuserei il mio melone e non lo toccherei con le mie manacce sporche (ma probabilmente non andrei neanche al supermercato; detto questo, se una pesca l’hanno pestata malamente 50 persone, fa schifo anche se tutte e le 50 persone portavano un doppio strato di guanti plastificati)

  • Stefy ha detto:

    Grazie @enrico (33), l’avevo perso…!
    @Giuseppe (66) ho letto sul loro sito che questa settimana aprono venerdì proprio perchè sabato e domenica è chiuso…domattina andrò a dare un occhio! …però l’idea di zolle è decisamente “quasiquasi” da provare! Grazie a tutti!!!
    PS. interessantissima discussione!

  • lareggiadeigatti ha detto:

    non riesco a risolvermi del tutto, tra piega igienista filo-guantista e piega emotivista e free. penso pero’ che, tra un frutto che è stato tastato da trenta mani al supermercato (e tutti abbiamo visto alcuni sincerarsi se quella è proprio la pesca della propria vita schiacciandola per vedere se è matura) ed un frutto sempre tastato, ma con un banale guanto di materiale riciclabile, mi arrendo con più rassegnazione al secondo caso.

    poi, una cosa: prima di prendere un frutto in mano, personalmente lo guardo bene.
    anche a guardarlo con attenzione si può avere un’idea se sia in buono stato di conservazione o se sia ad un passo dal diventarci purè tra le dita. senza necessità si sfregarci sopra il naso (atto giustamente poetico, ma lo trovo più rispettoso verso il prossimo laddove fatto sui propri prodotti dopo l’acquisto).

  • Gian dei Brughi ha detto:

    ops! sigrid, scusa, stavo rispondendo e non ho visto il tuo commento :-)

  • Gian dei Brughi ha detto:

    ciao Serena, scusa, credo che il commento polemico qui sopra forse riguardi me (anche se non ho capito bene il nesso tra gli studi letterari e la frequenza con cui uno si lava le mani…). Guarda che non volevo offendere nessuno, la mia era solo un’osservazione – del tutto personale – sulla piega igienista che a mio avviso ha preso la nostra società in questi ultimi anni. Questa paura dei microbi, del contagio, dello sporco sta diventando sempre più radicata nel nostro modo di essere tanto da farci completamente stravolgere modo di vivere; ti farò un esempio pratico di un cosa che mi è successa qualche tempo fa…ero per strada, camminavo e a un certo punto ho visto sul marciapiede una ragazza accasciata per terra (forse era ubriaca o drogata, non so), mi sono avvicinata, faccio per chinarmi e una signora vicino a me dice: non toccarla! chissà cos’ ha ! Ti rendi conto ? siamo arrivati al punto di non toccare nemmeno una persona che sta male accanto a noi per paura di chissà quale contagio, di chissà quale peste…(detto questo, la poveretta era epilettica, me lo hanno detto gli infermieri dell’ambulanza, quindi per niente ammorbata e ammorbante). Io non so tu come ti regoli, ma per quanto mi riguarda, io una persona che sta male la tocco, do spesso e volentieri la mano agli altri, se mio figlio si sporca di terra o si macchia i vestiti non lo sgrido di certo, e al supermercato tocco e annuso tutto quello che mi passa sotto gli occhi. Non mi sembra che la coscienza civica e ecologica (o l’ “ordine”, come lo chiami tu. Ma ordine di che poi? l’ordine della frutta sterilizzata?) passi da qui.

  • Sigrid ha detto:

    @serena: a parte che Gian è abbastanza grande da difendersi da sola però due cose 1) non vedo cosa c’entra la letteratura con i guanti di plastica 2) mi rifiuto anch’io di usarli, proprio perché appunta da qualche parte bisogna pure cominciare :)

    @bea: vero, me ne avevano parlato tempo fa, volevo andare a vedere poi è finita che non ci sono mai andata :// Qualcuno lo conosce??

  • serena ha detto:

    Certo che ci sono cose più importanti dei guanti messi per toccare la merce. Ma se non cominciamo mai da nessuna parte a fare un po’ di ordine come si fa a risolvere problemi più grandi. Mi dispace che gente definita “grande letterata” faccia questi discorsi.

  • bea ha detto:

    A Roma ci sarebbe, mi dicono, l’orto dei frati di S. Croce in Gerusalemme…non so quanto bio, ma intanto è un orto. Hanno uno spaccio alcuni giorni alla settimana.

    (Io ho la fortuna di avere sottto casa un fruttivendolo dove metà della verdura in vendita è produzione sua… non tutto, ma molte cose sì.)

  • Gian dei Brughi ha detto:

    per chi vive a Bergamo segnalo poi un’ iniziativa molto carina. Io personalmente non ho mai fatto parte di un GAS perché il dispendio di tempo e di energia per gestire il tutto è incompatibile con i miei ritmi di vita e di lavoro, però proprio sotto casa mia (nella parte antica della città, sotto gli spalti delle mura venete, dove c’è la porta S.Giacomo)un gruppo di persone, insieme a una cooperativa di disabili, ha chiesto al comune la possibilità di coltivare un lungo appezzamento di terreno per farne un orto. Coltivano di tutto, con metodi bio e hanno anche alberi da frutto; io quando ho bisogno di un’insalata o di un po’ di melanzane, scendo, me le prendo direttamente dalla terra, pago il giusto e ogni tanto ci porto pure mio figlio ad aiutare un po’ i ragazzi che lavorano lì.

  • Nadia ha detto:

    Ma proprio in plastica? Non si usano più quelle belle cassette in legno di una volta? Dal canto mio ho la fortuna di abitare appena fuori città e spesso trovo prodotti bio a prezzi modici e soprattutto freschi e della zona!
    Ottima ricetta!

    Nadia – ALTE FORCHETTE –

  • Gian dei Brughi ha detto:

    @ Giu

    sei un grande ! anche io mi rifiuto ostinatamente di mettermi il guanto (e in genere nessuno mi redarguisce, ma mi sa che è solo perché sono una fanciulla…); prima cosa per me il tatto ha è un fattore importantissimo nella scelta del cibo, e poi non la reggo proprio questa società della totale sterilizzazione e della completa industrializzazione plastificata della natura e dell’uomo (e ben vengano le patate e le carote sporche di terra e toccate con le mani, e insomma…)

  • Alcesti ha detto:

    Io ho da poco scoperto un bel posto vicino casa, funziona praticamente come un fruttivendolo che però vende anche carne, uova, latticini e altre cose, tutto però a Km0… e il bello è che ci posso andare in bicicletta!!! http://www.ortocorto.com E il bello è che ho scoperto che uno dei fornitori è l’azienda agrituristica dove io e il mio marituccio ci siamo sposati… troooooppo bello!!! E lo so, anche io ho una vita frenetica che a fine giornata mi sembra di impazzire, ma… quando finiti i biscotti e la voglia di fare la spesa mi son decisa a fare una torta per la colazione del giorno dopo… mi ha cambiato la giornata!!! E non è arrivata al giorno dopo, son passati mio fratello e mio cugino a spazzolarsela per merenda con un bel bicchierone di latte freddo!!! ;) Niente di meglio!!!

  • Daniela ha detto:

    Io le verdure bio preferisco sceglierle personalmente, qualcosa proviene dall’orto di mia mamma, e questo avviene soprattutto in estate.
    Che tipo di vino rosso hai usato?
    Ciao Daniela.

  • Drusilla ha detto:

    A Roma ho provato diversi produttori. su officine bio sono daccordo con Sigrid, e così l’ho abbandonata dopo circa un anno . Ora mi fornisco da zolle ogni 15 giorni. Il contenuto iniziale verdure fresche per lo più dal produttore Cara madre (che è quello che preferisco sul territorio romano) si sta via via modificando. L’altra settimana ancora arance … e mele mollicce.
    Preferisco garantirmi la bio diversità cambiando e andando alla scoperta di nuovi produttori.

  • nico ha detto:

    anch’io faccio parte di un Gas, e devo dire che una volta che ti sei abituata a certi sapori tornare indietro non è facile…. certo mi rendo conto che è una faticaccia, perchè le derrate non vengono tutte lo stesso giorno e te le devi andare a prendere….ma ho la fortuna di stare in una piccola città e soprattutto di avere un marito paziente che mi aiuta nel ritiro.
    I nostri fornitori ( ne abbiamo diversi perchè sono spesso piccoli produttori che hanno magari solo due tipi di ortaggi)ci danno la roba in cassette di legno o in sacchetti di carta che poi restituiamo la volta successiva…..lo so tutto questo è molto bello ma difficile da applicare in una grande città !
    la cosa più bella di tutte per me è che ogni settimana abbiamo il pesce fresco fornito da una cooperativa di pescatori che lo pescano con metodi rispettosi della natura. Ha un sapore assolutamente unico !

  • Buona giornata a tutti da una Roma “ensoleillée”

  • Rossella ha detto:

    Vedo che non solo a me stupisce che la borsa bio è poi una cassetta di plastica. Io la lascio al negozio e metto tutto dentro una borsa di tela.
    Io sono ora alla prima esperienza GAS, mi piace anche se con qualche riserva seppure non resisto alle uova bio.
    Però il mercato ha tutt’altro fascino: odori, rumori, gente…
    Vorrei vederti in bici col cestello al mercato di Testaccio, è un’immagine veramente bucolica.

  • Barbara ha detto:

    Ciao Sigrid, bella la ricettina spacca-patate, proverò senza fallo! Ma mi hanno sempre insegnato che le patate non vanno MAI salate prima della cottura, pena la rovina del piatto!!! Tutto falso?? Chi mi illumina?

  • giuseppe ha detto:

    @Stefy: ANDATE AL CIRCO MASSIMO!!! A via di San Teodoro fino a fine giugno, ogni sabato e domenica dalle 8 alle 20 circa la coldiretti ha organizzato un mercato diretto, ci sono un sacco di cose spettacolari, compreso il latte crudo, eccellenti formaggi, pane e verdure a tonnellate…
    altro che cassetta di plastica bio-bidone…

    E poi a due passi due c’è la nuova sede di Cristalli di Zucchero…

    PS: riapre l’8 maggio, questa settimana sono tutti in vacanza… è il primo maggio!

  • federica ha detto:

    finalmente ho trovato chi ha “testato” i prodotti di Le Zolle, ne avevo sentito parlare e avevo anche visitato il sito, ma nessuno che mi avesse mai detto “io l’ho provato”.
    E invece ora lo so grazie a Cathaljine!

  • Alelunetta ha detto:

    Mi piace questa idea delle patate schiacciate! E con un vino rosso magari un pò particolare (di questi tempi amo il Nebbiolo) credo che il risultato possa essere davvero delizioso. So che sto per scrivere un’eresia, ma purtroppo io per comodità (viaggio spesso e mangio spesso fuori casa) la verdura bio la compro, quando ne ho bisogno, al supermercato bio! :) ciao a tutti

  • acquaviva ha detto:

    @giu: sai che trucco si usa per salvare capra e (hem…) cavoli? Infili la mano nel sacchetto, prendi la verdura e ci rivolti il sacchetto sopra, oppure usi un sacchetto come guanto per riempire altri sacchetti e poi quello lo utilizzi per ultimo. Così non sprechi guanti inutilmente e non tocchi la verdura.
    L’attenzione all’ambiente, senza grandi proclami, sta anche piccole cose quotidiane…

  • serena ha detto:

    @ Giu, hai mai guardato certe mani che “smanacciano” frutta e verdura? Forse un guantino ci sta bene. Oppure dovremmo tutti lavare le mani prima di entrare nel reparto frutta e verdura.

  • Davide ha detto:

    Provate ieri sera le patate: davvero ottime, anche se metterei i semi (ho usato il kummel in mancanza di coriandolo) non all’inizio della cottura ma a metà, perché tendono a bruciacchiarsi.

  • san bernardo ha detto:

    Ben tornato anche a te! a quando una rivisitazione a modo tuo , del fantastico viaggio di Sigrid ?

  • Giu ha detto:

    @babs
    La tocchi??? Col guantino? ;-)

    C’e’ qualcuno qui che mi sa dire che senso abbia dover usare un guanto di plastica al supermercato, per della frutta e verdura che comunque andra’ lavata prima di essere consumata?
    La trovo di un idiozia senza limiti, visto che per fare il “guantino” e’ stato usato del preziosissimo petrolio, della preziosissima energia, del preziosissimo tempo umano, per poi farlo finire nella spazzatura dopo un paio di smanacciate alle patate.
    L’ultima volta che sono stato in Italia, ho fatto il furbo e non l’ho messo: mi hanno redarguito in modo talmente brutale, che per poco non mi facevano le analisi del sangue al reparto macelleria, per vedere quali malattie contagiose potevo trasmettere con la sola imposizione delle mani.
    Poi, un po’ depresso per tanta aggressivita’, sono uscito fuori e ho preso una bella boccata d’aria sulla SS 80 Teramo-Giulianova. Tutta salute…

    Dario Bressanini, se ci sei batti un colpo e illuminaci col tuo sapere…
    Grazie.

    @sigrid
    Ma se al posto del coriandolo ci mettessi del timo selvatico siciliano?

  • Stef ha detto:

    Beh, sono di parte in questo discorso “bio” e non vorrei intromettermi troppo ;-)
    Ma ho avuto la fortuna di crescere “in bio veritas” grazie alla passione di mio padre, a cui ora si è aggiunto il fratellone… e credo che più di ogni cosa sia importante cercare di avere un contatto diretto con i produttori, quando possibile e sostenibile. Meglio poi se produttori bio o biodinamici. Perché l’incontro ed il conoscersi riduce l’incertezza sui metodi di produzione, chiarisce il come ed il perché della distribuzione, fa scoprire tante cose nuove – insomma, si costruisce una cosa diversa dal semplice fare la spesa.
    Ma so bene quanto sia complicato nelle nostre vite, schiacciate come le patate di Sigrid (a proposito: irresistibile ricetta!!) fra lavoro famiglia impegni passioni. Inutile dirlo in questo blog, ma forse solo la passione per la cucina ci può spingere a ridare al cibo (e a tutto ciò che implica, dalla produzione al consumo) l’importanza che merita e che ha, quotidianamente, nelle nostre vite!
    E dopo questa preghiera laica e silenziosa, me ne vo a letto (sperando di non svegliarmi per gli insulti ;-)
    Tschüß

  • nitte ha detto:

    Scusa forse avrò sbagliato a digitare qualcosa,che figurella!

  • clo_cilena ha detto:

    Se riesci, ascolta “Mercado Testaccio” dei cileni “Inti Illimani”…bella come poche…sono sicura che ti piacerà….:-)

    http://www.youtube.com/watch?v=xdYffTvjuvo

  • paola ha detto:

    Ciao Sigrid,posso darti del tu?Leggendo il tuo post per intero e tutti i commenti scritti credo di potermi ritenere una persona molto fortunata e forse fino a poco tempo fa di questo non ero neanche tanto consapevole.Io consumo prodotti naturali sempre,abito in un’isola del golfo campano,si chiama Procida e qui molte persone hanno un bell’orticello,anche il mio papà ne coltiva uno e fa nascere delle verdure davvero tenere,in questo periodo abbondiamo con fave, piselli,tenere insalatine ,tutto coltivato con acqua e sole e tanto tanto amore.Il mio papà coltiva l’orticello con passione e le piante lo ricambiano.Ho voluto scrivere un commento,perchè è grazie a persone come te che ho capito quanto è importante quello che il mio papà fa per noi.Scusami se ti ho in qualche modo annoiata.Grazie per avermi letta.Ciao.

  • giulia ha detto:

    a parte che sei già la mia cuocografa preferita..ma le patate con la botta sono da provare..visto che il fidanzato convivente di cassette verdi non ne vuole sapere e le patate son pur sempre un ortaggio.. ;)
    p.s. ci sarebbe un miniguida weekend di roma?

  • lareggiadeigatti ha detto:

    lette-fatte!
    fatte, per così dire, per sottrazione… nel senso che zero vino rosso in casa mentre il coriandolo è risultato mancato all’affetto dei propri cari. bhò…
    morale: fatte con aglio e rosmarino. non fate quella faaaaccia………..
    l’operazione-batticarne richiede cautela in quanto col primo fendente mi sono mezzo slogata un polso e mi s’è slacciato il cinturino metallico dell’orologio. never mind, è solo questione di farci l’abitudine. il resto è filato liscio: anche così snaturate infatti le patate sono venute gloriose. perciò recupererò vino e desaparecida spezia e le rifarò anche nella tua ben più raffinata declinazione.
    grazie mille di aver condiviso la ricetta:))

  • Certo è che hai ragione sul Biobox quando dici che mettendoci dentro degli ortaggi non proprio graditi all’utente quest’ultimo viene sicuramente stimolato nell’utilizzo…caso mai cercando modi diversi per consumarlo ;-)

  • Aniko ha detto:

    Non compro tante verdure insieme, mi piacciono freschissime, poi finisce che marciscono nel frigo o devo mangiarle per forza.
    Forte la ricetta, mi piace molto la parte: ‘prendere un oggetto mediamente pesante e date un botto su ogni patata in modo da spaccarla’
    Potrebbe essere un buon antistress!
    Buona serata a tutti,

  • virginia di falco ha detto:

    testaccio per testaccio, si può dare un’occhiata alle patate dei mercatini bio di http://www.cittadellaltraeconomia.org e quelle cucinate al loro bio-ristorante: http://www.lucianopignataro.it/a/roma-bioristorante-nella-citta-dellaltra-economia/9966/

  • monica vannucchi ha detto:

    @sigrid, ci ho provato con i due cassettoni!!! ma preferisco in effetti comprare qualcosa che nel cassettone manca… tipo, sarà strano, ma non ci ho trovato mai carciofi questa primavera. Dunque sulla gelatiera ti chiedevo consiglio sul tipo e se per caso KitchenAid la produce, ma piccolina, nel senso di non ingombrante! Salutami tua suocera, dille che ha tutta la mia comprensione, se si è pulita tutta quella bieta mooolto animata!! ciao,monica

  • ma non si coltiva nulla a Malta? in effetti quando ci andai mi sembrava parecchio brulla…

  • Maria Grazia da Malta ha detto:

    Oh come rimpiango i fruttivendoli italiani! Purtroppo qui le materie prime non sono un granchè, poiche tutto arriva praticamente dall’estero e quindi non è mai freschissimo. Devo dire che insieme al pane è una di quelle cose che mi mancano dell’italia.

  • acquaviva ha detto:

    esatto: se il controllo non è corretto sia in produzione che in utilizzo che in smaltimento, parlare di biologico/naturale (o, più correttamente, di eco-compatibile) per i contenitori credo sia solo aria fritta.
    Non conosco il tuo fornitore, ma lo giudicherei eco-incompatibile non perchè utilizza la plastica quanto proprio dal fatto che, a quel che dici, non sembra preoccuparsi della sua sorte…

  • Sigrid ha detto:

    @monica: beh, euh, potresti prendere… due cassettoni :))) (ma sai che i pidocchi neri sulle biete non li ho manco visti?! sarà perché ho sbrigativamente schiaffato tutto in un bustone a destinazione suocera :) Sulla questione dei prezzi dei mercati, beh, non so, vero che testaccio costa un filino di più ma di nuovo, preferisco prendere la roba della signora di Mentana che le insalate di origine ignota e battezzate italiane alla Mof del mercato della circonvallazione ostiense, per dire… :)) Gelatiera? Cos’è che mi chiedevi in merito?? (sorry, mi sarò distratta :)

  • kosenrufu mama ha detto:

    le provo stasera, ho il vino, le patate e il coriandolo!!!! dev’essere speciale!!!!!!!!

  • Anna ha detto:

    Cara Sigrid, sono sempre stata tentata di acquistare frutta, verdure ed altri prodotti come uova miele etc. direttamente dal “contadino” con questi servizi settimanali, tipo quello che sopra ci racconti. Non ho mai acquistato perchè, essendo solo in due in casa ho sempre pensato “e se mi mandano 3 Kg di cipolle… o 2 di rape…”
    Certo la verdura che elencavi era un pò poco di stagione, ma come sempre Tu saprai trovare il miglior impiego! ;-) Ho aperto il primo Link che metti ed i prezzi sono davvero molto interessanti, da noi è davvero molto + caro..
    L’idea del cestino di vimini, secondo me, è la migliore, compri quel che vuoi quando ti va… se poi ci mandi le foto dei tuoi giri al mercato…
    Ciao e buona serata!

  • Sigrid ha detto:

    @acquaviva: son daccordo sulla questione delle apparenze, cioè non è detto che la busta di carta fighetta abbia fatto meno danni. Però, con tutto ciò che immagino che le cassette di plastica di Officinae Bio sia di recupero (ci mancherebbe solo che ce la dessero nuova) però, e correggetemi se sbaglio, all’interno di una cooperativa bio o minimamente interessata dal produrre in modo pulito ecc, e ammesso che le cassette di plastica servano davvero per raccolta & trasporto, non dovrebbero piuttosto pensare a rimetterle in ciclo piuttosto che mandarle ai clienti?? Nel senso che è comunque assurdo di comprare bio per poi buttare, a crano e ogni settimana, un buon kg di plastica…. :///

  • monica vannucchi ha detto:

    Ciao a tutti! io devo appartenere a una specie rara su questo blog, quella di chi tiene famiglia con figli adolescenti, sportivi e affamati! quindi compro il cassettone officine bio ( e porto indietro la cassetta di plastica ogni due o tre volte per comodità), consumo tutto quello che c’è ( compresa l’ultima volta bieta in quantità in preda a un’invasione da ultracorpi pidocchiosi neri, che l’ho lavata ottanta volte!) e poi al mercoledì faccio la spesa una seconda volta e qualche volta di nuovo nel fine settimana. Non so perchè ma il cassettone da dieci kili, quando gli hai tolto le patate e la frutta, non resta niente. Ed è vero che in questo periodo nel biologico non ci sono le primizie che trovi al mercato.Però secondo me la qualità è buonissima, niente a che vedere con la massificazione delle proposte da grandi coltivazioni. sono proprio cultivar diverse, che vengono bene anche senza pesticidi o concimi chimici , o peggio, ormoni.
    Sui mercati romani, concordo con chi dice Trionfale, ma per me è scomodo. Farmer market a San Teodoro è carino ma radical scic e costosetto, Testaccio è carissimo se uno tiene famiglia e piazza Vittorio vende solo quasi verdure per cucine etniche. Insomma, per dire , nella città di roma, risolvere il problema non è semplice, specie se uno poi lavora! baci, sigrid, ma che devo fare per la gelatiera, do you remember? monica

  • lulu ha detto:

    che meraviglia….sono contenta che sei tornata.
    trovo sempre un minuto di tempo da didicarti e mi aiuti ad arrivare al termine di una dura giornata in ufficio……quando arrivo a casa mi metto a cucinare
    grazie

  • Christel ha detto:

    Ciao Sigrid,

    Io le bietole le preparo con aglio, cipolla, cicoria, e un po’ di sedano, il tutto tagliato sottile va condito con sale e olio e saltato in padella.Ottimo servito cosi,con formaggio fresco, o come ripieno per una torta salata, oppure come letto per le uova occhio di bue.

    Scusa l’italiano pessimo, sono da poco in Italia!

    Comunque grazie per le tue ricette, sei una grande !

    Una francesina in Veneto

  • acquaviva ha detto:

    So che stai raccogliendo referenti per Roma, ma qui tra le brumose campagne lombarde c’è un ragazzo di buona volontà che consegna entro 20 km su ordinazione ed in più si fa anche i mercati… Posso fargli un po’ di pubblicità poco occulta, vero?! http://bioramanatura.com/
    Non so se usi cassette di plastica o di legno, sinceramente non ho un’opinione in merito perchè prima mi piacerebbe capire meglio, al di là della “sensazione di naturale” che danno cartoni e legno, cosa sia davvero tra le varie soluzioni più rispettoso della natura anche a lungo termine, in termine sia di produzione che di utilizzo che di smaltimento…
    (PS: pestare le patate… ed io che ritenevo sufficiente a sfogarmi il pestaggio dell’aglio… mi apri nuovi mondi!)

  • Emanuela ha detto:

    Ciao a tutti,
    qualche giorno fa proprio attraverso un post de Il pasto nudo, ho scoperto grazie a Izn la fattoria solidale del Circeo, che consegna anche a roma.
    I prezzi mi sembrano buoni, non so cosa inseriscano nella sportina, ma pensavo di provarla e magari di fare anche un salto in loco, appena ne avrò modo. Tengo molto a provarla perchè danno la possibilità di lavorare a ragazzi con disabilità e attraverso questo formarli nelle piccole e grandi responsabilità.
    Dal listino non mi risultano uova o pollame, mi faro’ spiegare bene, rispondono subito e molto gentilmente alle mail.
    Grazie per i vostri spunti e le favolose ricette!
    Emanuela

    PS Zolle era stato nominato da Izn nei commenti, ma mi pare fosse stato definito caro…

  • Sigrid ha detto:

    @Cathalijne (mm, hai un nome che mi suona familiare :)) in realtà io vado a tastoni e le Zolle non le avevo mai sentite (ma del resto io non è che faccia testo), tranne che qualcuno più su l’aveva menzionato. Sono andata a vedere il sito, sembra bello, l’unica cosa è che io forse avrei preferito solo verdure però, boh, quasiquasi che provo :) E poi c’è un’altra cosa che mi piace molto e che Officinae bio non fa, è la segnalazione dell’origine precisa esatta dei prodotti (fosse per me vorrei anche sapere il nome di battesimo dell’agricoltore :)

  • laranapensatrice ha detto:

    io per la prima volta qualche giorno fa ho provato a contattare via mail un referente gas vicino a casa mia ma non mi ha ancora risposto….aspetto fiduciosa (?) nel frattempo il sabato vado al mercato, non sarà bio ma in confronto al super, per varietà, qualità e prezzo non c’è paragone. la biocassettina non mi ispira tanto, poi non ci sono mai a casa, la consegna diventerebbe un problema.

  • Cathalijne ha detto:

    Da quasi un anno mi viene consegnata, una volta a settimana, una box di cartone da parte di Le Zolle: vedi http://www.zolle.it. Ci sono varie opzioni e l’offerta include oltre a frutta e verdura biologica, carne, formaggi e uova, sempre biologici. C’è inoltre un “menu” a parte che comprende una varietà di prodotti bio extra, pasta, marmellate, salumi etc. I prodotti sono di stagione e non hai scelta ma il servizio è molto customer-friendly e si cerca di rispettare le varie preferenze. Ne sono molto entusiasta e ordino generalmente la zolla vegetariana, i.e. frutta, verdura, formaggio e uova. A Pasqua, per esempio, sono riuscita ad avere fuori zolla delle uova d’oca biologiche. La scatola prevede poi delle ricette in base ai prodotti inclusi.
    Da quando ordino questa zolla sono diventata molto più creativa e mangio in modo sanissimo.
    Su Roma credevo che Le Zolle fossero il punto di riferimento per quanto concerne frutta/verdura biologica, ma non ne ho visto parlare nessuno su questo thread.

  • @Stefy (32): vai a vedere sul mio blog ne parlo io lì.
    http://lefrancbuveur.blogspot.com/2010/04/una-domenica-al-farmers-market.html
    ciao
    Enrico

  • Stefy ha detto:

    …dopo una serie di delusioni passerò anch’io al mercato questo fine settimana, ma visto che ho un po’ di tempo venerdì mattina, volevo provare ad andare al circo massimo, via san teodoro…ne sapete qualcosa?

  • catobleppa ha detto:

    Io a Milano mi rifornisco grazie al GAS della mia zona da un’azienda agricola biologica che si trova in provincia di Bergamo. Mi trovo bene, certo che anche io in questo periodo noto che la roba primaverile scarseggia… così che ho ripreso ad andare al mercato quando posso. Ma non sostituirei mai il GAS, avere una consegna settimanale vicino a casa, in un colpo solo, non ha prezzo! (il tempo è denaro eh! :) )

  • Sigrid ha detto:

    ah, sempre in tema mercati per i romani della zona Gregorio VII, segnalo che li al mercato c’è un signore di Maccarese che vende delle erbette di produzione propria, e le sue cicorie, misticanza & co sono davvero superlative :)

  • Sigrid ha detto:

    E interessante questa conversazione :)
    No perché solitamente io sono quella che scrive procedimenti lunghetti e voi rispondete che non avete tempo di fare cose del genere, che lavorate ecc :) Beh ecco, io non ho tempo per andare al mercato, lavoro! :) Cioè, non sono mai andata ‘sistematicamente’ al mercato, per cui spesso e volentieri finisce con ‘faccio un salto al fruttivendolo a prendere due zucchine’ esiccome fra fruttivendolo e supermercato siamo li li sulla qualità, beh, il cassettone mi sembrava una buona soluzione per procurarsi in un colpo solo le verdure per una settimana. E sinceramente mi piace l’idea che mi vengano fornite anche verdure che di mio non comprerei (allargare i propri orrizzonti, cose cosi.. :) e infine, fra scegliere al supermercato o dal fruttivendolo e non scegliere dal produttore bio, preferisco fidarmi del secondo. Sempre che ne trovi uno decente :) Intanto, appunto, niente, mi organizzerò il raid settimanale al testaccio :)

  • Glu.fri ha detto:

    Adesso ti do’ un consiglio proprio proprio proprio 0 km: las papinas andinas…che non sono pappette delle ande ma delle patatite piccole que sono deliziose cotte al forno velocemente.
    Con questa ricetta sarebbero p e r f e t t e..!
    Qui ci sono altre informazioni: http://www.papasandinas.org/home.html
    La riscoperta delle specie fa parte di un progetto di recupero della biodiversita’: tra Bolivia, Peru’ e Nord argentino ci sono circa 5.000 tipi di patate di sapori, colori e consistenze diverse…ma se non c’e’ domanda non si coltivano e allora? Sono sempre piu’ confusa. E se per realizzare un politica 0 km ci perdiamo le varie specie ? …Accidenti e ieri mi sono persa pure la presentazione del libro di Bressanini…

  • Gloria ha detto:

    Frutta e verdure preferisco sceglierle di persona se posso, anche se a dire il vero sarei curiosa di provare la “cassetta bio” almeno un paio di volte, proprio per l’esatto opposto, ovvero imparare a mangiare almeno un paio di volte qualcosa che altrimenti non comprerei…
    Certo che la cassetta bio consegnata in contenitori di plastica è deplorevole! Al prossimo attacco di nervosismo prendo a botte le patate, poi le cucino, così io mi sfogo e la pancia si riempie!

  • Pamirilla ha detto:

    eh sì, mi associo a chi preferisce toccare con mano e sentire con il naso. Il cassettone mi sembra un triste compromesso tra “vorrei mangiar sano e politically correct” e “non posso, non c’ho tempo”. Cassetta di plastica?!!!! Davvero è questa l’etica bio?!?!?! Chi vive in città non può scegliere il meglio TUTTI i giorni ma esiste scegliere il mercato e scegliere i banchi e poi quando si fa la gita, la domenica,approfittare dei tantissimi contadini dei dintorni, . E basta co’ ste buste di plastica, io non le uso più da un secolo ma pare che sia così difficile farne a meno!

  • chiara&teo ha detto:

    Ciao a tutti, e bentornata Sigrid!
    Mi hanno regalato una bellissima wok da barbeque, ma non ho idea di come usarla, qualcuno mi suggerisce le ricette please? Sigrid, tu grigli?
    Grazie,
    Chiara

  • chiara&teo ha detto:

    @laurel (11) se vivi a Milano puoi rivolgerti ad uno dei tanti GAS che ci sono seminati per la città! io vivo a Pavia e a volte capita che facciamo ordini anche insieme ad intergas, è una bella filosofia di vita, a chi mi chiede info a riguardo dico quello che è stato spiegato a me tempo addietro: guarda, di base il gasista si sbatte un sacco.. ordini direttamente al produttore, salti a pie’ pari la filiera della distribuzione ed i ricarichi conseguenti sui prezzi, hai contatto diretto con chi ti prepara il cassettone e se non è bella la verdura generalmente partono scuse, resi e sconti, un altro pianeta!! provare per credere, e anche per sbattersi un pò..

  • Enila ha detto:

    Miam, une recette en toute simplicité qui en jette. ça doit être très goûtu :

  • izn ha detto:

    Sono d’accordo con te, assolutamente.

    Noi da un po’ stavamo prendendo il cassettone di Biobox, ma nonostante siano molto gentili e disponibili (e rispondano ai numeri di telefono quando c’è qualcosa da chiedere, cosa affatto trascurabile) non riesco proprio ad abituarmi a ricevere verdura che normalmente non comprerei (ad esempio chilate di bieta che anch’io non amo, e reiterate quantità di carote che neanche un cavallo riuscirebbe a mangiare).

    È vero che puoi controllare quello che ti arriva la settimana prima sul sito, chiamare e chiedere di non mettere questo o quello, ma in quanto madre lavoratrice entrata negli anta rivendico il diritto di dimenticare sistematicamente di fare quest’operazione.
    Inoltre ho il sospetto che nel cassettone vengano infilati molti ortaggi pesanti e poco costosi (come per l’appunto patate e carote) per convenienza.

    Sono altresì una di quelle che ama toccare con mano e scegliere la frutta e la verdura che compro, e questo complica le cose.
    Mi sono ripromessa di andare al mercato (dove posso trovare banchi bio certificati ovviamente) più vicino (che non è vicino) e andare a comprare lì, ed ho appena disdetto il mio arrivo settimanale.

    Per quanto riguarda la plastica per le uova e la cassetta sfondi una porta aperta: non capisco come si possa fare una cosa del genere se si fa questo lavoro con passione (devo dire però che biobox usa delle bella scatole di cartone che vanno riconsegnate) . Non credo che materiali riciclabili come cartone o legno siano così più costosi, suvvia.

    Ho sentito parlare molto bene di Zolle, ma so che sono costosi. Però puntuali, affidabili e precisi. Se avessi tanti soldi probabilmente un pensierino ce lo farei.

    Perdonami la logorrea, ma l’argomento come puoi immaginare mi trascina :-)

  • Monica ha detto:

    Io come altri preferisco il bio del mio orto, raramente compro frutta dal fruttivendolo, solo arance, mandarini e cose che qui fatico a far crescere. Se ti puo’ interessare io volevo provare questo sito: http://www.arance.it/inizio_frame.htm, ma mi blocca i chilometri che devono fare per portarmele, perche’ ok sono bio ma quanto inquinamento creo?

  • barbara ha detto:

    Prendere a martellate le patate potrebbe aiutarmi a scaricare lo stress, magari con un po’ di musica metal arrabbiata in sottofondo :P

  • marianna ha detto:

    Io ho risolto il problema quantità eccessive (siamo solo in due..) comprando la cassetta insieme a mia sorella, e così spesso ci risolviamo anche il problema che se qualcosa non piace a una se la piglia l’altra. E leggendo mi rendo conto di essere molto fortunata; abito in una zona prevalentemente agricola e i clienti del mio compagno sono quasi tutti agricoltori così spesso quando vanno in ufficio da lui gli lasciano dei gentili omaggi. Questa settimana ho ricevuto una cassa di fragole, una cassa di insalate miste (compreso un mazzo di crescione magnifico, una cassettina di zucchine tonde e pomodorini cherry talmente buoni che li abbiamo mangiati al posto della frutta. E tutto ha un sapore che finchè ho vissuto al nord e in città non sapevo nemmeno che le verdure avessero.

  • Chiara ha detto:

    Sono appena tornata dal mercato…atmosfera, odori e prodotti eccezionali! e adesso la ricetta con le fave di qualche post fa! buon pranzo a tutti!

  • Saruk ha detto:

    Bella ricetta, quando prevede le patate non può essere altrimenti!!!
    Qua il cassettone bio abbiamo provato una volta a prenderlo in ufficio… non è stato un gran successo, però almeno la cassetta era di legno e non di plastica.

  • vale'n'tina ha detto:

    Anch’io voglio picchiare le patate!
    Sigrid vai al mercato, le verdure te le scegli e puoi vuoi mettere le signore del mercato di Testaccio!

  • barbaraT ha detto:

    @clove: so’ddaccordo…..

    @sigrid: già provato il mercato di via di san teodoro? non sono sicurissima sul fatto che sia bio-bio ma sicuramente è dal produttore al consumatore (che già non mi sembra poco) e con un sacco di bella verdura, anche di quella difficilmente reperibile (c’ho trovato i bruscandoli e la borragine per esempio) aperto il sab e la dom mattina

  • Davide ha detto:

    Io la verdura bio la compro da un GAS (gruppo di acquisto solidale), e di solito mi trovo benissimo (per la cronaca: GAS La Filanda, Casalecchio di Reno, BO).
    Poche volte mi è capitato di trovare cose “passatelle” (capita), e me le hanno sempre rimborsate la volta successiva.
    Ma anche nella mia cassetta ora c’è poco: è vero che è primavera, ma la roba bio sta spuntando proprio ora (per lo meno da queste parti), nelle prossime settimane sarà tutto a regime.

  • Cuochella ha detto:

    ciao Sigrid, io ho sentito parlare bene di questo fornitore
    http://www.ortaggionline.it/
    è un signore che da quel che ho capito coltiva gli ortaggi, le verdure ela frutta nel suo orto e poi li vende per corrispondenza..io non ho mai provato, però ci si potrebbe dare un’occhiata.

    per quanto riguarda le tue patate “antistress” devono essere secondo me squisite con la selvaggina, che dici?

  • Lisa ha detto:

    Ciao Sigrid, penso anche io che sia la soluzione migliore. Sono combattuta quanto te.

    Lisa

  • Laurel ha detto:

    Anch’io ho provato con BioExpress.. ma non mi sono trovata benissimo, la verdura era poca e’ troppo costosa. Officinae Bio mi sembra molto meglio ma purtroppo non c’e’ a Milano! Qualcuno sa di altri servizi del genere?

  • emily ha detto:

    ho da poco provato il mercato di trionfale, ci sono tanti piccoli produttori locali di frutta e verdura (ho comprato fave e piselli tenerissimi, pagando veramente la metà rispetto al solito), caseifici della provincia di salerno che vendono ricotta e mozzarella di bufala davvero freschissime, l’azienda agricola che vende solo uova biologiche, uova da bere, uova di quaglia e uova di papera..sono uscita con un trolley della spesa trabboccante di roba spendendo meno di 20 euro…nn posso essere sicura al 100% che si tratta di frutta e verdura bio, ma sicuramente la scelta è grandissima, la qualità molto molto + alta della media e i prezzi la metà. fatta questa pubblicità proverò la tua ricetta con le patate di viterbo che ho comprato proprio lì..grazie e a presto:)

  • fulvia ha detto:

    mmm, adoro le patate…concordo sul bio , certo , come dice Babs, preferisco scegliere io la qualità.
    ciao
    ps magari puoi destinare la cassetta di plastica ad altro uso…oppure andare al mercato di testaccio e riempirla di verdure! :-P

  • federica ha detto:

    anche a me il cassettone di plastica bio ha dato qualche delusione!!! infatti non lo prendo più. Se ho tempo vado direttamente alla coperativa di spinaceto o di castel di guido e cmq un occhio indagatore ci vuole lo stesso xkè non sempre gli ortaggi hanno un aspetto “appena colto” diciamo!
    Vabbè, quindi considerando che amo coriandolo (quello fresco di più), che questa ricetta è proprio invitante ed ho appena comprato una confezione di patate novelle bio…….
    :)))

  • valentin@ ha detto:

    sembrano buone queste patate! :)

    per il cassettone bio: ovvio che ci sono tanti modi di comprare bio-solidale-stagionale-km0. se non sei soddisfatta di questo cassettone, rivolgiti a uno dei tanti altri gruppi di acquisto che ci sono a roma. toverai sicuramente qualcosa di più soddisfacente!

    io col mio GAS mi trovo benissimo. è sicuramente più laborioso di una semplice spesa al mercato (ed è stato faticoso mangiare per tutto l’inverno taaaaanti cavoli) ma sono molto soddisfatta.

    la cassetta di plastica, se ti sembra uno spreco, non puoi restituirla?

  • babs ha detto:

    ecco perchè l’appello di ieri in fb….
    personalmente, frutta e verdura mi piace andare a sceglierla, la guardo, la tocco, la compro.
    bio ok, ma la scelta?
    voglio farla io.
    ciao sig
    un bacione!

  • Silvia e Marcella ha detto:

    Ma che bella ricettina semplice e saporita (ed anche bio!) e poi, cosa fondamentale per noi universitarie con cucina semi-inesistente, non ha bisogno del forno! (e solo tu Sigrid dopo tre mesi in Giappone puoi capirci!)

  • lunadeiboschi ha detto:

    Ottimo piatto da preparare quando si è un po’ nervosi XD
    Schiacciare le patate a martellate è terapeutico contro lo stresssssss…
    Devo provarle , approfittando della mia mammina che ha il tempo di gironzolare per mercati al mattino a caccia di ortaggi non svenuti ;)
    Buona giornata!

  • clove ha detto:

    io credo solo nel bio che coltiva mio padre nel suo orticello… e cmq anche su quello piove roba brutta :p

  • Apest ha detto:

    Io prendo la BioExpress e mi trovo abbastanza bene, un sacco di roba verde e saporita. Ho visto che consegnano anche a Roma, prova a buttargli un occhio.

  • laura ha detto:

    da quando sei tornata mancano sicuramente le magiche atmosfere cui ci avevi abituato, però ho ricominciato a cucinare!

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