Books for Cooks | summer 2010

BFC_summer2010

Ogni santa volta è la stessa cosa: ogni volta mi sembra ieri l’ultima volta in cui ho pubblicato un post libri, e ogni volta, a vedree le date precise, sono passati 6 mesi, anche di più. Insomma, robe da veli pietosi… E daltronde ormai non potevo più aspettare, un po’ perché fra un po’ saremo tutti troppo impegnati con creme solari e amache, un po’ perché il comodino rischiava di crollare sotto il peso di ciò di cui ancora vi dovevo parlare… Eccociqua quindi, e intanto Buone vacanze! (anche se io per un po’ starò ancora da queste parti :-)

dahl

Miss Dahl’s voluptuous delights
Sophie Dahl
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Ho ‘scoperto’ Sophie Dahl solo pochi mesi fa, inciampando casualmente in un pezzettino di video della sua trasmissione di cucina sulla BBC. ISono rimasta assolutamente sotto lo charme, nonostante il fatto che l’idea dell’ex-modella convertita in cuciniera mi faccia tanto da riciclaggio un po’ snob. Però: riprese splendide, banda sonora bella, location e props supercurati, un vocabolario molto scrumptious all’inglese e lei dopotutto deliziosa quanto il suo eton mess al rabarbaro profumato di rosa, insomma, un prodotto molto ma molto più raffinato della Nigella la quale en passant Sophie sembrava vocata a dover, un giorno, sostituire. Intanto ci siamo procurato il libro. Beh, in realtà, alla prima impressione e accanto alla superproduzione BBC-iana, il libro lascia un pochetto a desiderare: qualche idea carina c’è, il tutto ha quel quid di rustico-chic e un po’ contemporaneamente contaminato che piace a tutti, ciò detto, lato ricette ci sono davvero un po’ troppi classici e troppo poca interpretazione personale per fare di questo libro la pietra sulla quale costruire la catedrale del nuovo mito culinario del momento. Per cui in un primo momento, non sapevo troppo cosa pensarne, anzi, non ero proprio convinta. C’è poi da aggiungere che la Sophie, essendo la nipotina del celeberrimo Roald Dahl (che forse non conoscete ma con il quale sono cresciuti praticamente tutti i bambini del nord europa), si è anche sentita in obbligo di aggiungere un’aura letteraria al tutto, e infatti ognuno dei 4 capitoli/stagioni inizia con un testo lungo 10 e passa pagine (non si era mai visto cosi tanto testo in un libro di cucina). Bene, ho anche letto. La Dahl in sostanza ci racconta la sua infanzia e vita, racconta se stessa e la sua passione del cibo, con non poche disavventure dietetiche in mezzo. Certo, a noi importa tutto sommato poco di sapere che a 13 anni la nostra eroina già si depilava le gambe, ne veramente morivamo di voglia di leggere in un libro di cucina di come per la prima volta ha posato per Steven Meisel (si?) però, in realtà, quei testi sono anche la salvezza di tutto quanto il libro, perché ci veniamo a sapere che Sophie Dahl era appassionata di cibo da ben prima di diventare – per puro caso – modella, e che in sostanza quella di ora, contrariamente a quella di prima, è la sua occupazione prediletta. E questo già ce la rende davvero molto più simpatica :-) Lato foto però – le foto sono di Jan Baldwin mentre la stylist è Susie Theodorou, la quale ha fatto lavori migliori, entrambi sono rappresentati da Pearsonlyle – trovo il libro meno interessante dell’equivalente televisivo (che a immagini è semplicemente spattacolare e quindi difficile da uguagliare, certo). Anche qui le foto rendono l’ambiente cosy e british in chiave giovane e con style, però le foto di cibo sono veramente un po’ poche: ho contato, ci sono 4 capitoli con ognuno 21 ricette, per ogni capitolo di foto che rappresentino effettivamente il risultato della ricetta sono 10, mentre le foto di Sophie o di ingredienti crudi sono quasi altrettanto, insomma, traducendo dal fiammingo quello sarebbe, un mero trucchetto alla Carlo-il-pigrone (capire: è meno faticoso e costoso fotografare un cespo di insalata piuttosto che l’insalata cucinata, questa cosa può anche andar bene per l’ultimo editore sfigato ma visto che qua stavamo a lanciare il jamie oliver del 2010, beh, non so eh…). Inoltre le foto di Sophie in posa sono, sempre secondo meeeee, un po’ troppo numerose per sperare che il tutto dia nonostante tutto un’impressione naturale: not so. (Anche perché la Dahl perfettamente truccata che cammina, in stivali di plastica, su un vialetto del giardino abbracciando due piante di cavoletti appena tagliati, beh, mi spiace ma non ci crede proprio nes-su-no… :-). Giudizio complessivo: Staremo – ottimisticamente – a vede’ :-)

oh, definitely: Indian sweet potato pancakes; Lily’s stir fry with tofu; Buttermilk chicken with mashed sweet potatoes;…
c’est du déjà vu ça Madame : French onion soup; Eggplant parmigiana; Grilled figs with ricotta and thyme honey; Fava salad with pecorino and asparagus; Pea soup; Fish cakes; Ratatouille; Lemon capri torte; Flourless chocolate cake;…

harumi

Everyday Harumi
simple japanese food for family & friends

Harumi Kurihara
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Harumi mi ero promessa di reincontrarla dopo aver diverse volte acquistato la sua rivista, in Giappone, senza ovviamente capirci un’hacca, tranne meravigliarmi sullo styling elegante ed terrrribilmente essenziale che caratterizza le sue cose (semo giaponesi o non semo…). E mentre la rivista sembrava più orientata sulla ‘casalinga moderna giapponese’ con idee per insalate veloci, bento per bambini, semplici cene infrasettimanali e picnic vari (è pazzesco la quantità di informazioni che si possono dedurre solo guardando le foto, non trovate? :-), qui invece, siamo al bel ricettario basic japanese per il resto del mondo. E ha fatto bene, Harumi (che fra parentesi di libri in inglese non so quanti millioni ne ha venduti) a far vedere al mondo che la cucina giapponese di casa non ha nulla a che vedere con il sushi :-P (perché tutto sommato questa cosa mi pare che la gente continui a non capirla, anzi, in realtà una spiegazione me la sono data: penso che semplicemente la gente, mediamente in media, se ne frega proprio di sapere com’è e non è la cucina giapponese, cosi come non tutti vogliono davvero sapere cosa c’è oltre alla pizza e i cannelloni in italia, vabbe, ognuno segua le mode superficiali che vuole, anche). Quindi, comunque, niente pesci crudi ma le basi di una normalissima cucina quotidiana del Giappone, con tante verdure e prodotti freschi e l’omnipresente umami elegante. Niente esasperata creatività o effetti speciali però ci sta, tutto sommato, questa è un’opera didattica. Lato foto – di Jason Lowe – lavoro molto bello (e non al risparmio: ogni ricetta ha il suo scatto, a volte anche più di uno), e le immagini dell’autrice sono naturali, spontanee, gradevoli (mi verrebbe quasi da dire che c’è chi può e chi non può :), il tutto decorato con delle piccole illustrazioni naif ed eleganti, tutto molto japanese insomma… Un giudizio? beh, doveste avere solo un libro di cucina giapponese, direi che questo qui sarebbe perfetto.

si, tutta la vita: Harumi’s barbecue sauce; Karaage chicken; Tonkatsu; Katsudon; Tofu steack; Mackerel cooked in miso; Green beans with sesame dressing; Aubergine in a spicy sauce;…

french

Mastering the art of French cooking
Julia Child, Louisette Bertholle e Simone Beck
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Tenendo conto del fatto che il libro mi è arrivato solo una settimana fa, che è tutto sommato ancora periodo di afa e di insalate e quindi non di stufati e bei piatti burrosi alla francese, capirete facilmente che non ho nessun giudizio empirico da dare su questo libro. Ma daltronde, questo non è mica un libro di cucina, è un pezzo di storia (o per lo meno lo è diventato grazie a Julie & Julia). Ciò detto, nonostante avevo non pochi dubbi sul tema ‘si ma che senso ha prendermi un libro di cucina francese scritto per gli americani quando tutto sommato potrei andarmi a leggere tutto en français dans le texte? (anzi, togliamo pure il condizionale). Beh, me ne ero accorta con il famoso episodo del Boeuf bourguignon: qui il lavoro di raccolta, prova e scrittura delle ricette è stato fatto in un modo molto serio, molto scrupoloso, un modo insomma che ormai ce lo sogniamo proprio (anche a voi è capitato di buttare tutto perché la ricetta sulla rivista tale o untale palesemente – a posteriori – non funzionava? ecco, questa è una cosa che con la Child non succede mai, ne sono strasicuraconvinta..). In ogni caso, questo libro deliziosamente retro – commoventi le pagine dedicate agli ustensili e le illustrazioni delle techniche – dalle ricette inconfondibilmente classiche dal buon sapore di casa e dall’aria cosi intensamente affibadile me lo porterò insieme ai romanzi per l’estate, perché ho proprio l’intenzione di leggerlo.

ohh oui encore…: Soupe à l’ail aux pommes de terre; Sauce à l’estragon; Beurre au citron; Soufflé de crabe; Sole à la dieppoise; Homard à l’américaine; Poulet à l’estragon; Potée normande; Gigot de pré-salé roti; Navarin printanier, Petits pois à la française, Gratin dauphinois;…

marchesi

Marchesi si nasce
Questa è la mia storia

Gualtiero Marchesi
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Devo confessare che il motivo principale per cui questo libro è finito sulla mia scrivania è che la foto di copertina è mia (d’altronde per puro caso, si tratta di una foto scattata a Roma, l’anno scorso, alla festa dei 79 anni del Maestro). Anche qui, mi sono appena fermata una decina di minuti a sfogliare, però credo che anche questo libro lo porterò con me per le vacanze, insomma, lo sappiamo, Marchesi è incontestabilmente l’uomo più importante di questi ultimi 50 anni di cucina italiana, e i percorsi atipici e geniali hanno sempre molto da insegnare, specie se riepologati in modo lineare e veloce, come sembra essere il caso qui… Vi saprò dire :-)

maiale

Maiale si nasce, salami si diventa
Gabriele Cremonini & Giovanni Tamburini
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E un piccolo libro atipico questo, anzi, vi cito la quarta di copertina che secondo me rende bene l’idea: Nel corso dei secoli, il maiale è stato bandito, vituperato, accusato d’ogni sorta di maleficio, considerato reo di essere portatore di sciagure e malattie, in odore costante di demoniaco. Ma lui, impreterrito, continua a grufolare e ad allietare i palati del mondo, pur globalizzato, con i suoi tanti sapori prelibati. Questo libro, tra il serio e il faceto, ricco di curiosità, anneddoti, storie, racconti e ricette, è un atto di giustizia e di riconoscenza nei confronti del porco. Un libretto appunto che non si prende sul serio e invece pieno di spunti e piccole o grandi cose da sapere circa un ‘compagno’ di sempre, devo dire molto ben documentato e insieme piacevole da leggere, e ogni pagina regala qualche piccola sorpresa, in sostanza, un libretto perfetto per l’hamaca estiva del goloso gourmet… :-)

mela

Mela mangio io la mela, il giovedì
una scuola alla riscoperta della frutta

Scuola Elementare Italo Calvino di Fossano
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Per quelli che si chiedevano cosa ha fatto Cibele ed. dopo il libro del cavolo, eccoqua la risposta! Dutto & co hanno messo insieme, grazie ovviamente anche alla creatività e la voglia di fare di una manciata di maestre, questo delizioso libretto di ricette in cui non ci sono foto ma ricette illustrate dai bambini stessi. Ebbene, a parte che trovo meraviglioso lo sforzo, l’attenzione all’educazione alimentare che fosse nel contempo ludica (in realtà il punto di partenza del ricettario sta nel fatto che nella scuola in cui le ricette sono state raccolte, si organizzava, ogni giovedi, una giornata dedicata alla frutta bio), e mi scopro felicissima di trovare, in mezzo alle ricette – che sono quelle delle mamme dei bambini – di stampo italianisismo, anche qualche classico brasiliano o marocchino, ecco si, cose così davvero mi scaldano il cuore. Il tutto sotto forma di un quaderno infantile, con in mezzo le parole di alcuni grandi com Flavio Ghigo, Oscar Farinetti, ecc. Insomma, un libricino delizioso da sfogliare con i propri bimbi, e un’idea da fare propria e riproporre nelle vostre scuole :-)

prima o poi li provo: Polpette all’uvetta del Marocco; Riso banane e fagioli; Crostata di nocciole; Torta albanese;…

padma

Tangy tart hot & sweet
A world of recipes for every day

Padma Lakshmi
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Tanto ne avevano parlato (in realtà più per l’aspetto sexy della signorina che per la sua cucina che sembrava decisamente un optionnal :-) che alla fine sono andata a cercarmi il libro per mera curiosità. Ancora un caso di una ex-modella, ex-moglie di un signore molto famoso, ex-attrice e presentatrice (cito da wikipedia e mi astengo dal commentare: She was also hostess of Domenica In, Italy’s top-rated television show), e che è finita a scrivere di cibo, il che, nell’insieme, lascia piuttosto perplessi se non addirittura scettici. Come per Sophie Dahl – anche se in moooolto meno esteso – anche qui c’è un introduzione piuttosto ‘umana’ che racconta delle origini supermultietniche di Padma, e del suo interesse di sempre per il cibo, che diventa, nella sua cucina, anche lui qualcosa di profondamente multietnico, un crocevia, un luogo di incontro, di aggregazione. E su queste cose perfettamente condivisibili io sono daccordissima (ha!), il cibo è il luogo dove ciascuno serba e coltiva le proprie origini, e incorpora man mano incontri, scoperte, amori e esperienze, cosi come è il luogo dove far conoscere ad altri il diverso da loro… Posto questo, però, uno rimane a indugiare un attimo: ma sarà Padma quindi una cuoca dentro per davvero? Beh, in ogni caso il dubbio mi pare legittimo e non c’è, in questo libro, nulla che permetta veramente di liquidarlo. Ma guardiamo piuttosto alla sostanza, come già dicevamo, quella di Padma è una cucina molto melting pot, con degli accenti molto indiani, e poi briciole di influenze raccolte lungo le strade dei suoi (numerosissimi) viaggi e spostamenti. La sua cucina oltretutto serba una caratteristica molto asiatica e insieme molto personale, ed è quella di condire sempre tutto in modo contrastato, aggiungendo per esempio del dolce e dell’acido sul salato, e via dicendo. Del resto è esattamente ciò che annuncia il titolo del libro, ed è una cosa questa che ci piace molto :-) Ma la vera cosa interessante, oltre alle foto di Ditte Isager (che è un maledetto genio, anzi le cose più belle da lei fotografate non sono in questo libro – vedete piùttosto sul suo sito :-), lo styling è di… Susie Theodorou. Hm… Dove avevamo già sentito quel nome?? Ahh, ecco, un paio di paragrafi più su, quando si parlava di Sophie Dahl. E non è finita qui perché la Susie fa anche lo styling dei libri di Bill Granger. E poi ha lavorato per Donna Hay, per il defunto Gourmet et per Martha Stewart. Una divinità del mondo del foodstyling quindi, ma oltre all’eclatante successo professionale, e oltre ai mensili dove tutto sommato di stylist ne lavorano tanti, mi viene un po’ da chiedere che senso abbia il fatto che tre autori culinari forti del momento abbiano tutti, dietro le quinte, le stesse manine che curano il loro cibo (e che probabilmente non fanno solo quello, sempre della serie che si fa male a pensar male ma che delle volte ci si azzecca, si potrebbe anche arrivare a pensare che forse forse la stylist mette lo zampino direttamente nella scelta delle ricette e degli abbinamenti, specie in quei casi di cuochi molto mediatici e molto poco.. cuochi… hum…). Insomma, il dubbio che mi viene è questo: mettiamo che tre grandi maison della moda avessero uno stesso e unico stilista a disegnare le loro collezioni, non ci sarebbe in ciò qualcosa di bizzarro?? Vabbe, fin qui le interrogazioni esistenziali, e via con le ricette multietniche, tangy, tart, hot & sweet

Decisamente seducenti: Keralan crab cakes; Basil & blood orange salad; Persian chicken soup with omani lemon and dill; Singapore noodles with shrimp and shitake mushrooms; Tamarind, ginger and honey-glazed cod; Chicken a la nueces de la India; Lamb meatballs in creamy spinach sauce; Clouds of cardamom and cashew cookies; Lytchee granita; Rose petal and pistacchio ice cream;…

eataly

Eataly, un’altro sguardo
a cura di Lidia Urani e Mauro Villone

Questo libro nasce dall’associazione ‘un altro sguardo‘, da un’idea di Mauro Villone e Lidia Urani, che, in poche parole, hanno fornito ai bambini in visita scolastica a Eataly, delle macchine fotografiche usa e getta, chiedendoli di fotografare liberamente ciò che gli intrigava, incuriosiva o emozionava. Il risultato è una curiosa raccolta in cui Eataly, i suoi prodotti, impiegati e clienti vengono vista da circa un metro e qulcosina di altezza, altezza bimbi insomma, con degli scatti di certo non perfetti technicamente ma, appunto, non è questo l’importante, quel che è importante è lo sguardo, spontaneo, un po’ naif e sopratutto divertito, di quei piccoli visitatori circolando per i reparti di Eataly. Anzi, quel che è ancora più importante: parte del ricavato delle vendite andrà in benificio, tramite l’ONG Para Ti di Rio de Janeiro, dei bambini della Favela di Vila Canoas, permettendo loro di proseguire gli studi.

visual

A visual history of cookery
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E abbastanza un librone e ha un soggetto abbastanza dififcile da circonscrivere, anche se in fondo il titolo rende piuttosto bene l’idea: questa è una storia visiva della cucina, una stori anchorata in 5 luoghi culinariamente pertinenti (pertinenti secondo gli autori immagino: la francia, l’inghilterra e gli stati uniti, la spagna e l’italia). Probabilmente altri luoghi sarebbero stati degni di interesse, ma già cosi il libro fa 350 pagine, per cui… Insomma, abbiamo detto che era una storia visuale e infatti le illustrazioni sono ricche e interessanti. In sostanza, e per le 5 cucine di cui abbiamo detto, si ritraccia il loro sviluppo nelle più o meno grandi linee, in modo da delineare ciò che di ogni cucina fa la specificità e la grandezza, soffermandosi su cuochi storici, manuscritti e gravure rinascimentali, piatti e prodotti tipici, locandine pubblicitarie e fotogrammi da film, per andare a finire con l’alta ristorazione, l’avanguardia e la contemporaneità, con delle pagine dedicate a Adria, o Bottura tanto per rimanere in Italia. Nell’insieme un libro decisamente interessante, molto ben documentato, serio e insieme divertente. Un ottimo strumento per formarsi una visione d’insieme sulla cucina di oggi (perché si sa, per capire le cose complesse bisogna avere chiare le basi e le radici), acquisto raccommandabile per colloro che vorrebbero preparasi a uno studio serio della cosa gastronomica, e ovviamente anche per tutti gli appassionati curiosi…

movida

Movida Rustica
Spanish traditions and recipes

Frank Camorra and Richard Cornish
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Proprio come diceva Kristina Gill nel post con il quale ho scoperto questo libro: questo è probabilmente uno dei libri più belli usciti lo scorso anno… Devo dire che Movida Rustica (nome del ristorante spagnolo a Melbourne di cui l’autore è titolare), è proprio un bel lavoro. Come tipologia di libro di cucina questo è un po’ il classico road-cook-book, insomma, è un viaggio, in Spagna ovviamente, compiuto da Frank Camorra (sic), attraversando un po’ tutte le regioni, alla ricerca di memoria, atmosfere e prodotti, tutte cose che, insieme alle ricette e ai racconti, si mescolano e si confondono, per darci in finis oltre 370 pagine in cui credo non manchi proprio un piatto spagnolo tipico(anche se spesso con delle legerrime varianti) ne una veduta più o meno spagnoleggiantemente cliché (però resi con il talentuoso occhio fotografico dell’australiano Alan Benson e quindi va benissimo lo stesso), il tutto molto giustamente prodotto in collaborazione con l’ufficio spagnolo del turismo (dire che sono avanti è dire poco). I contenuti sono divisi per regioni e/o tematiche: madrid e le tapas, le tradizioni della catalogna, la cucina basca, i sapori dell’andalusia ma anche jerez, pesce, piatti rossi, piatti grigliati ecc. In mezzo poi alle sequenze di ricette, dei focus sui prodotti tipici, su incontri, persone, usi e costumi, pezzetti di vita e sapori. Proprio a voler trovare un – unico, piccolo – difetto, per me la grafica qui tende a essere un pelino troppo barocca, ecco :-) Ciò detto, nell’insieme, si ha davvero la limpida sensazione di trovarsi di fronte all’ultimate spanish cookbook, e risulta veramente difficile immaginare cosa volere di più dalla vita, o piuttosto dall’editoria gastronomica, di queste immagini leggermente ruvide, questa carta opaca, questi cibi colti in quell’attimo di toccante e voluta imperfezione, insomma, è tutto vicino, umano, commovente e baciato da quella luce dell’ora dell’aperitivo sulle piccole piazze dell’andalusia… In riassunto: un libro con una marea di piatti e sapori ispanici che non pensavate, e che vi darà irremediabilmente voglia di tornare li.

me gusta mucho: Croquetas de manos de cerdo; Tortillitas de calamarones; Alfajores; Milk soup with cinnamon bread dumplings and melon; Arroz con bogavante; Baked stuffed crab; Tortilla de ortigas y gambas;…

tamas

Mai magyar konyha
Bereznay Tamas
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Bene, non parlando io una parola di ungherese capirete che questa qui rischia di diventare una recensione davvero azzardata :-) quoique… cosi a naso a me mi sembra che il titolo di questo libro sarebbe ‘la mia cucina ungherese’… no? (che c’è un ungherese nell’assistenza?? :-). In sostanza, questo libro mi è arrivato per una specie di scambio, anzi un doppio scambio: quando l’anno scorso lavoravo sul capitolo ungherese del Libro del cavolo a un certo punto mi sono fissata che volevo includerci anche la spettacolare-per-quanto-l’-è-bona torta Esterhazy. Solo che non ne trovavo la ricetta. Sicché alla fine, commosso dalla mia disperazione, il caro Giu è andato a scucire la famosa ricetta presso un suo amico, cuoco in un ristorante dove fra l’altro ho cenato l’anno scorso durante il breve soggiorno a Budapest. Il cuoco si chiama appunto Bereznay Tamas, e la sua ricetta è citata nel mio libro, che quindi gli ho regalato quando poi è uscito. Al che mi è poi arrivato, in cambio, questo libro qui, il suo, in ungherese… E io ve lo segnalo perché questa cosa del mondo che è – sempre più – paese, mi piace proprio troppo :-) La noia semmai è che mi servirebbe l’interprete per le ricette, anche se alcune foto, come quella del vargabeles erdei gyumolcsokkel (mi mangio gli accenti, scusate :-) o il mandulas kortetorta (ma kortetorta sarebbe per caso l’equivalente di ‘shortcake’?? lol :-)) bastano a se per farci capire che gli oggetti sono interessanti – insomma sono almeno due cosette di cui gradirei la traduzione (Giu, se mi senti…. :-)))

nabe

Japanese hot pots
Comforting one-pot meals

di Tadashi Ono & Harris Salat
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Nonostante sia ormai completamente fuori stagione il tema (che sarebbe il nabe, tipica preparazione invernale giapponese, già), volevo e dovevo segnalarvi questo libro – chessò, appuntatevelo per il prossimo inverno – perché, causa oviamente la lunga permanenza dell’inizio dell’anno, sono davvero davvero fan del genere. Si, ma cos’è il nabe? Beh, il nabe sarebbe la pentola di terracotta o ceramica, bassa e larga, che serve a cuocere il nabe, la preparazione culinaria, a metà strada fra uno zuppone e una fonduta borguignona a base di brodo. In pratica, si prepara un brodo (che in genere è dashi con salsa di soia e sake, più a volte del miso) e si fanno cuocere o scottare li dentro una lunga serie di ingredienti, diversi di volta in volta e che spaziano dal tofu o altri derivati del tofu a diversi tipi di funghi, di erbe, di radici invernali, pesce e carne e via dicendo. Infine si scolano i bocconcini dal brodo, si intingono in una qualche salsina acida o salata o piccante e si mangiano… Ci sono poi due modi per preparare il nabe: o si fa cuocere tutto sul fuoco, in cucina, e si porta il pentolone a tavolo pronto per essere mangiato, o si porta a tavola il pentolone di brodo insieme agli ingredienti crudi, dopodiché ognuno ci butta dentro e fa cuocere quel che vuole (proprio come per la fonduta). Quando gli ingredienti sono finiti, ciò che rimane è un fondo di brodo decisamente aromatico (poiché dentro è stato cotto di tutto e di più) e si usa consumarlo a fine pasto faccendoci cuocere una qualche forma di pasta, o buttandoci del riso, che assordendo il brodo assomiglia un pochino, in finis, a… un risotto :-) Questo libro riepiloga davvero tutto tutto tutto ciò che c’è bisogno di sapere in materia di nabe, dai recipienti agli ingredienti, ai tagli delle verdure e delle carni passando per le salsine di accompagnamento, e propone un bel numero di ricette e di abbinamenti da sperimentare. Decisamente una delle più belle scoperte culinarie di quest’anno.

my absolute favorites: Kabocha pumpkin hotpot; Salmon hot pot; Black cod and soy milk hot pot; Kyoto mackerel-miso hot pot; Hakata chicken hot pot; Beef sukiyaki; Beef shabu-shabu;…

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116 Commenti

  • cristina ha detto:

    anche se il post non è freschissimo spero qualcuno colga il mio “grido d’aiuto”, sapreste un libro di cucina thai ? in italiano sarebbe meglio, ma anche in inglese posso farcela anche se odio la conversione pesi e volumi!!!

    grazie grazie grazie

    p.s. Nigella prrrrrrrrrrrrrrrr!!!!!!!!!!!!!

  • Roberta ha detto:

    orpo, che arrivo in una discussione su Nigella e mi imbatto in problemi di semiologia ed etica! Lo dicevo io che cucinare è una cosa seria – e non sto scherzando.

    Capisco le critiche alla sua cucina o al modello estetico, ma non sulla persona: riferimenti a fondoschiena da censura, età in avanzamento, capelli che cadono e allusioni a mariti potenti mi paiono più che politicamente scorretti. E non mi piace l’idea che una donna con dei chili in più debba per forza andare in giro castigata. Mi pare che Nigella non esca dai limiti della decenza nel vestire – mi pare, dico, perché non seguo il suo programma.
    La cosa che mi dà più fastidio è che difficilmente verrebbe in mente di criticare così duramente un uomo per gli stessi identici motivi (e meno male). Se vogliamo superare gli stereotipi consiglierei di partire dal solito “Eva contro eva”. Mi piacerebbe si riuscissero a superare, tra i bassi istinti, anche quelli tendenti all’offesa gratuita.

    Per quanto riguarda la “costruzione” dei personaggi mediatici: tutte le persone quando si propongono su un qualsivoglia medium sono “costruite”. Il che non ha niente a che vedere con la falsità, non autenticità, ecc. Vogliamo discutere del contrario proprio qui, su un blog ipercliccato? ;)
    Scusate l’intrusione, ma volevo dire la mia su questi punti. Buon proseguimento :)

  • Martina ha detto:

    Potrei consigliare Rockitchen di Paola de Angelis e Andrea Tantucci!!!
    http://www.indipendenti.net/index.php?option=com_content&task=view&id=388
    Ho degustato personalmente i piatti di Andrea al suo ristorante.:)

  • juci ha detto:

    altrimenti – il blog di Tamás potete trovare (purtroppo solo in ungherese) via http://www.bereznaytamas.blogspot.com

  • juci ha detto:

    ciao:)
    sono la redattrice di Tamas Bereznay e per caso parlo italiano:))) grazie per i complimenti!!! ma hai veramente bisogno di queste ricette? te li faro tradurre:))) un saluto da Budapest, anche da parte di Tamás!!!!

  • gloria ha detto:

    Arrivo con un anno di ritardo , ma due settimane fa mi è arrivato il libro “Mes confitures”, di Christine Ferber, (grazie Sigrid che me l’hai fatta conoscere),a parte il mio livello di INglese alla pari di Alberto Sordi in un americano a Roma, devo dire che è fantastico! Gli abbinamenti sono ineteressanti e assolutamente da provare (ho gia fatto susine e camomille e lamponi e anice da 10!!), e poi l’idea di non far bollire troppo la frutta, con questa macerazione diciamo a “crudo” è geniale !
    Quindi semplicemente grazie! Sicuramente i posto sui libri sono utili!!

    Per la quesione NIgella vs Sophie io sinceramente non sapevo neanche chi fossero le due ma dopo averle viste entrambe dormo lo stesso sonni tranquilli, nel senso insomma … a parte le belle location, la cucina e gli attrezzi stepitosi di Sophie, le risate che mi sono fatta a vedere Nigella che tolto il tacco 12, ancora in abito da sera, probabilmente dai morsi allo stomaco di fame chimica, si fa le brioche con il caramello… insomma ecco… diciamo che non stimolano la mia curiosità “cucinesca”, mi sembrano solo prodotti televisivi e in alcuni casi neanche più di tanto utili anzi tutt’altro, tutto qua.
    cio a tutti

  • sandro ha detto:

    mi volete dire una volta per tutte cosa vogliono dire tutti questi ))))):::-)etc.etc. Grazie e a che cosa servono oltre che a pensare di essere capitati in un asilo d’infanzia?

  • chiara&teo ha detto:

    dopo tutto questo parlare di sta cara Nigella, che beata ignoranza non conoscevo, sono andata a vedermi un video. oddddiiiio che schifezze, io muoio nel giro di un mese se mangio così. nonono voglio le ricette del cavolo, non marshamllows con burro panna montata e cioccolato che schifoooo. W l’educazione alimentare!!!!
    chiara
    spero che nessuno si offenda..

  • Giu ha detto:

    Nessun problema Sigrid, dimmi la pagina e te la traduco :DDDDDD tanto sto’ libro ce l’hai solo tu missa’ :)))
    Oh, ma ti devo far vedere quello nuovo dedicato ai dolci :9 slurp!!!

  • tommaso ha detto:

    bello che quando i libri fanno parlare…

  • MissParrish ha detto:

    …io e lei ovviamente, voi tutti immagino abbiate di meglio da fare! ;)

  • MissParrish ha detto:

    https://www.cavolettodibruxelles.it/2008/04/lasagne-con-asparagi-ricotta-e-limone

    ecco il link! trattasi di scorza di limone…le varianti proposte da sigrid però mi sembrano già molto molto slurpose (neologismo?:), devo consultare la mia co-chef (la compagna di cena del mercoledi, questa sarà la ricetta della prossima settimana…quindi abbiamo tempo per ponzarci sopra un bel pò!)

  • Sigrid ha detto:

    @miss parish: avrei detto zucchine anch’io, però volendo potresti anche farla del tutto diversa, per esempio sostituendo la ricotta con del caprino fresco ( o metà caprino stagionato e metà formaggio fresco), timo, e delle verdure grigliate (peperoni, melanzane, zucchine, tutto a fettine e tutto grigliato per benino poi messo a insaporire con olio, aglio, peperoncino e le erbette fresche che preferisci… :-)

  • vale'n'tina ha detto:

    Miss Parrish, se si tratta di buccia di limone andrei di zucchine ma non ricordo la ricetta della lasagnetta. Posteresti il link?

  • Paola P. ha detto:

    Ora verrò lapidata,cmq io il libro di Nigella “Delizie Divine” l’ho preso e pare sia stato anche molto venduto visti i magazzini in tilt della casa editrice…bel fatto e fa venire voglia di cucinare dolci.
    Certo io preferisco il libro di Sigrid un miliardo di volte,sia a livello fotografico che di cucina , personalità, storia,ma uno confronta e poi sceglie in base ai suoi gusti alla fine meglio sempre giudicare con la propria testa e poi sarà che io i libri di cucina me li comprerei a vagonate (certo dopo il costo sostenuto per acquistare dalla luxury book….devo attendere che il salvadanaio si riepmia di nuovo!)
    I luoghi comuni nelle cucine della TV ? Ce ne sono anche di ben più pericolosi di quelli creati da un personaggio come Nigella a mio parere!
    Baci a tutti

  • MissParrish ha detto:

    :) rilancio con una delle mie domande che non ci stanno a fare una mazza (ma se la posto nella ricetta in questione essendo vecchia mi sa che non mi fila nessuno): lasagnetta con asparagi e ricotta e limone (gnam)…non essendo tempo di asparagi con cosa li sostituisco? Porri? Cipollotti? o qualcosa di morbido che si sposi con il limone?

  • Gian dei Brughi ha detto:

    @ MissParrish

    sì, hai ragione, per me polemica subito finita :-)

  • MissParrish ha detto:

    a me sembra che se non se la prende sigrid non dovrebbe prendersela nessuno….. :)

  • Gian dei Brughi ha detto:

    @ miglietta

    a me è successa la stessa cosa proprio con un amico, e ti dirò che mi ha fatto una tristezza incredibile.

    E poi credo che non occorra avere letto tutto Freud per sapere che quando una persona dice una cosa “per scherzo”, per il fatto stesso di averla detta, rivela un bisogno tutt’altro che scherzoso (in linguaggio tecnico la cosa si chiama “Verneinung”, così se ti va di approfondire l’argomento…)

  • miglietta ha detto:

    @Gian dei ….. guarda che se Csaba si é permessa di dire ciò non credo sia per mancanza di eleganza o di stile, forse si conoscono. Che ne dici?

  • MissParrish ha detto:

    non c’entra niente ma in fondo c’entra: ieri sera – complice il tempaccio che come al solito mi ha sorpreso carica come un mulo e SENZA ombrello – io e la mia compagna di ricette preferita (migliore amica nonchè spacciatrice di muffin,torte&affini)ci siamo preparate la magnifica zuppa di cipolle del libro del cavolo (e qui arriva la pertinenza con il post:)… era superlativa! L’unica cosa è che ci è venuta un pò bianchina, quindi (facendo scongiuri e saltando all’indietro per la Violazione delle Sacre Istruzioni Cavolettiane) ci abbiamo aggiunto mezzo bicchiere di vino rosso…gnam!
    Grazie Sigrid per averci scaldato la serata! …(eh mò basta pioggia però eh…siamo ad agosto!)

  • Aniko ha detto:

    Che noia’sta Nigella & Co,. Piuttosto.. Sigrid, quando un tuo nuovo libro..??

  • Sigrid ha detto:

    @ Sara giardiniera: scelte molto condivisibili, tranne forse per ‘how to be a domestic goddess’, che fra parentesi è un libro del 2001 (cioè di quasi 10 anni fa… ?!!!!!), e che oltre a essere quindi vecchio costa anche, in edizione originale (inglese quindi) la bellezza di 15,55 euri su amazon.fr. Se preferite essere pigri basta pagare 30 euro in pià e prendervi la nuove edizione italiana :-) Sans rancune per l’editrice la quale giustamente fa il suo lavoro e cerca di vendere i suoi libri :-) Condivido in pieno invece il fascino per il libro sulle alghe e quello di Funiko che prenderò a breve anch’io (e di cui gli amici francesi mi parlano molto molto molto bene :-) Su Makiko ancora non so, cioè i suoi appunti di cucina giapponese mi sono serviti tantissimissimo, sono affidabili, completi, molto ben fatti, la noia è che fra me e il bento, beh, non è che ci sia chissàche storia d’amore passionale…:-)

    @gian: … honi soit qui mal y pense… :-)

  • Gian dei Brughi ha detto:

    Care Roberta e Miglietta, io francamente nel fatto che un autore si permetta di chiedere perché non “è presente” in una lista (classifica) di libri che dovrebbe essere del tutto personale non ci vedo prorpio niente di elegante, anzi…

    sarebbe come come se uno scrittore (o un editore) “chiedesse” a un critico perché un suo libro non è stato fatto entrare nei titoli di Pordenonelegge o di un’altra qualsiasi vetrina letteraria; quando questo succede, in genere il gesto viene chiamato “pressione” (e anche se con tutti gli emoticons sorridenti del caso per dire “oh cara, guarda che stavo scherzando…”, sempre di questo si tratta) e non è mai considerato una cosa particolarmente elegante

  • Twinsmama ha detto:

    io preferisco sigrid: è meno perfettina e più intrigante

  • miglietta ha detto:

    Csaba é la ragazza più elegante e competente del panorama culinario attuale.

  • roberta ha detto:

    a Csaba: complimenti che classe! passare di qui nonostante non si parli benissimo di un libro pubblicato dalla tua casa editrice. :-)

  • Enrico ha detto:

    @Csaba: mi piace molto il tuo programma su Alice!

  • csaba ha detto:

    Cara Sara, in effetti Delizie Divine non è economico e neanche dietetico, però io l’ho letto tutto (in inglese e in italiano) e trovo che sia il libro più bello di Nigella. Certo, i francesi sono francesi… anche io non so resistere dal riempirmi la valigia di testi di cucina appena metto piede in Francia. Buona estate! e se cambi idea su Nigella… fammi sapere

  • csaba ha detto:

    Ciao Sigrid, neanche un libro mio nella tua recensione? :) Domani sarò a Bruxelles – by the way…

  • Nene ha detto:

    Ho preso anche io A visual History of Cookery grazie allo sconto regalato da fiordizucca!
    Per quanto riguarda Julia Child, ho deciso di cimentarmi nell’impresa all’Italiana, con il libro di Pellegrino Artusi, se ti va mi trovi a:
    http://pellegrinidiartusi.blogspot.com
    Mi piacerebbe anche sapere che ne pensi delle mie foto, è la prima volta che fotografo food !

  • Conosco Nigella solo di “vista” e non di “ricette” per cui mi incuriosiva molto l’edizione italiana di “How to be a Domestic Goddess” appena uscita http://www.luxurybookscollection.com/carrello/prodotto.php?id=123. Visto il prezzo e le considerazioni sul tipo di cucina che leggo in questo post e che mi sono guardata su youtube tutto sommato è stato meglio orientarmi su altre letture. Al ritorno dalle vacanze in Francia (sigh… già fatte e finite) mi sono portata 2 interessanti esempi di cucina sana ed equilibrata. “Mes petites recettes aux algues” di Laure Kiè http://www.laurekie.com/cuisine/ e “La cuisine de Fumiko” http://www.amazon.fr/cuisine-Fumiko-Gourmand-meilleur-asiatique/dp/2226187685, in attesa di ricevere (in uscita l’ 11 agosto in Giappone ma già preordinato, eh eh!)”The Just Bento Cookbook” della mitica blogger Makiko di Just Bento e Just Hungry” http://www.bentoandco.com/collections/complete/products/the-just-bento-cookbook

  • shayma ha detto:

    adore your list, Sig, harumi is top of my list. i wonder if youve read Moro- it’s a fave in my kitchen. xxx shayma

  • miglietta ha detto:

    @Lilja (51) é proprio lì che la frittata é stata girata.

  • Twinsmama ha detto:

    …cliccate giù in basso, in fondo: ci sono le foto per il calendario pirelli, elle uk, h&m, harper’s bazaar…

  • Twinsmama ha detto:

    e’ bella davvero, “fa casa” da sola, quella cucina li’. una volta, quando faceva la modella, anche sophie dahl era burrosa: guardate un po’ “the sophie dahl gallery” su http://www.sophie-dahl.com

  • Lilja ha detto:

    @ Gian, hai ragione, quella cucina è da sballo…Bellissima, che invidia!

  • Glu.fri ha detto:

    @ Gian, hai ragione la cucina della Dhal e’ una roba troppo bella..la stanza dico…
    @Sigrid, la buttavo un po’ sul ridere, dopo ‘sto pistolostto etico filosofico, mannaggia….io al nord del mondo ho sempre magianto benone, anche al sud..a dir la veritá mangio benone dappertutto. …e il mars fritto …mmmm quasi quasi, …quaggiu’ sono un po’ stufa di carne..:)).Baci.

  • Gian dei Brughi ha detto:

    si rende noto che il frigorifero di Sophie Dahl batte il frigorifero di Nigella 1 a 0… e anche la tappezzeria a fiori, mi dispiace, ma non ha proprio paragoni

  • Gian dei Brughi ha detto:

    la cucina nel senso di stanza più arnesi più finestre più piastrelle bianche più tavolo più frullatore più coltelli più tuttoquellochevolete…

  • Gian dei Brughi ha detto:

    al di là della disputa se Nigella sia o no sexy, ma avete visto invece la CUCINA che ha Sophie Dahl !!!! Ho guardato un suo video e sono rimasta folgorata !!! No, dico, io ucciderei per avere una cucina così… Adesso mi ci vorranno due mesi per riprendermi, ecco.

  • Enrico ha detto:

    CorradoT: scherzavo…Ma davvero è diventata inguardabile? io stasera ho visto la sua puntata sul Gambero Rosso ed era niente male (lei, eh, non la sua cucina…). Ma allora a quando risalgono queste registrazioni?

  • CorradoT ha detto:

    @clo_cilena: se per caso dicevi a me, guarda che ho separato il livello della cucina di Nigella dal suo aspetto, sono due cose completamente indipendenti. Anche la Sigrid la giudicava poco sexy e anzi al riguardo mi chiedeva se avevo visto i suoi ultimi video.
    Sulle ricette che vuoi che ti dica? Io stesso mi sono definito incontentabile :-)

  • Sigrid ha detto:

    @zazie:b in realtà la mia non è una forma di irritazione davanti alle grandi macchine di guerra della comunicazione (del cibo), esistono, ed è normale, ed alcune sono verie e proprie factory a conenuti di altissima qualità, per cui, per carità,… :-)) Mi da un po’ fastidio, in generale, quando invece la qualità non c’è (però, non so, prendiamo Sophie Dahl, non si può dire che non sia di qualità l’insieme, prendiamo Nigella, cioè le sue video, sono fatte molto bene, dopodiché uno ama Nigella o non la ama, è una roba personale, quasi… Ciò detto, il criterio fisico interviene perché mezzo mondo, al nome Nigella risponde ‘wooow, sexy’ :-) e trovo in primo luogo sbagliato voler vendere la cucina (o qualsiasi altra cosa) con quello (ma tanto succede tutti i giorni), in secondo luogoil lato sexy di Nigella a me sembra costruito in modo molto cliché, grossolano, e quindi mi da fastidio, e il resto del pensiero l’ho spiegato più su :-)
    ps. dimenticavo, le patatine belghe io le preferisco fritte nel grasso di bue, come ai tempi vecchi, non scherzo ;-)

    @glu.fri: mmm, non siamo più veramente ai tempi della cucina nordica super ricca e sopratutto, anche la rozza gente del nord ormai lo sa che è meglio cucinare delle verdure e una carne velocemente cotta piuttosto che non far friggere un mars, per dire… :-))

    @corrado: oddio, io delle volte ho la sensazione che Jamie faccia per lo più una cucina ispirata all’italia :-)) (okay, dipende un po’ dai libri però insomma di accenti italiani ce ne sono veramente spessisismo :-))

    In ogni caso, se posso dirlo, no, io non penso che il blog sia in qualche modo scaduto con questa conversazione, io amo discutere, in generale, ho anch’io come tutti delle opinioni mie sulle cose e non vedo perché appunto non si potrebbero o dovrebbero mettere le opinioni a confronto (ao! ma questo era il paese del bar sport, remember?? :-), anzi, mi sembra che nessuno sia stato insultato e invece ho letto una serie di osservazioni anche giuste e interessanti, insomma, quando si rappresenterà l’occasione spero proprio che ne rifaremo di discussioni così :-)

  • CorradoT ha detto:

    @Enrico: mah, sai com’e’, quando una donna, come l’attuale Nigella, deve essere CIRCUMNAVIGATA…

  • Enrico ha detto:

    @CorradoT: mi deludi…;-))

  • clo_cilena ha detto:

    Aldilà di tutto, dispiace che si sia perso il livello di questo blog dopo questo post.

  • CorradoT ha detto:

    Sigrid: sono andato, come dicevi tu, a rivedermi le ultime apparizioni della vache qui rit ed effettivamente il suo punteggio sexy e’ prossimo (secondo me) allo zero.
    Sulla sua cucina resto negativo, come prima: una bolgia senza un minimo di stile.
    La Dahl non cucina: presenta ricette. Jamie Oliver fa cucina anglo-grassa, e si vede. Donna Hay va gia’ meglio. Sono incontentabile….
    Allan Bay, quello si che e’ un mito

  • Zazie ha detto:

    Mamma mia…
    @roberta: Se io avessi un blog, troverei naturale esprimere, in relazione alle mie passioni, sia un elegio ad eventi/persone/libri che ammmiro, sia una sana critica qualora lo ritenessi opportuno.

    Per quanto riguarda la pesantezza delle ricette, una volta segnalata, ciascuno è libero di decidere per conto suo se è un deterrente.
    (da emiliana, le chiacchiere e il gnocco fritto li friggo nello strutto e non batto ciglio – li faccio una volta l’anno – e mi dispiace ma con i vari oli light non c’è neanche da mettere).

    Capisco che per chiunque faccia un mestiere con professionalità e competenza, o che sia anche soltanto un appassionato amateur, le operazioni costruite sul marketing, sul celebrity endorsment, in breve sull’immagine e non sui contenuti siano particolarmente fastidiose.
    Penso che la fisicità di Nigella non avrebbe dovuto essere un parametro di giudizio, se non nella strumentalizzazione che ne viene fatta, ma chiunque abbia visto un giornale o la TV condividerà la noia mortale di alcune di noi nel vedersi riproporre ad infinitum un modello passabilmente ridicolo, bovino/miagoloso, e decisamente poco interessante.

    Dopo tanti acquisti di libri di cucina sbagliati (ecclatante quello “agar agar” in cui non una ricetta funzionava o era commestibile), i post sui libri li trovo particolarmente utili! Quindi grazie a Sigrid per questa ricca rassegna stampa!

  • Alelunetta ha detto:

    Concordo con Sigrid, a me la cucina di Nigella non piace (ma son gusti no?) troppo di tutto..e anche quel suo cucinare per un battaglione e mangiare (ogni tanto) da sola, non invita certo a moderate abitudini alimentari. Poi ognuno è libero o meno di farne una fonte di ispirazione e di farsi fuori, come lei fa, almeno davanti alle telecamere, una teglia di pasta alla carbonara con 5-6 uova e qualche fettina di bacon bella fritta!
    In effetti, soprattutto nel mondo anglofono, noto una certa tendenza a “sponsorizzare” donne molto belle riciclate alla cucina da altri lavori decisamente più fashion: che siano talentuose o no non so dirlo, ma una donna bella e sensuale – più o meno magra- associata al cibo e non… è sempre garanzia di vendite no?!
    Jamie Oliver? Ha il merito di promuovere una cucina più sana ed equilibrata soprattutto nelle mense scolastiche. Cosa di per sé niente affatto deprecabile visto che molte volte mi è capitato di vedere bambini di due anni- italiani, non inglesi!- mangiare pringles e bere coca cola assecondati dai genitori! Infine, ho preso il suo libro di cucina italiana (in inglese) e sebbene giochi molto sui cliché, soprattutto fotografici, italiani-pizza-mandolino trovo che le sue ricette non siano male e anche giustamente tarate – ma non troppo- sul pubblico british (tipo la pasta con le sarde alla siciliana fatta con il finocchio- gulp! ehh- visto che il finocchietto selvatico fresco credo sia introvabile in Gran Bretagna);

  • Anna ha detto:

    Mi sa che avere il fondoschiena ippopotamoso aiuti ad essere meno acide sometimes…oltre che ad accalappiare il miliardario eh!

  • Nadia ha detto:

    @kreta Nigella in forma ? Ma l’avete vista bene ? Ha un fondo schiena ippopotamoso ! Io di anni ne ho 54 sono alta 1.60 peso 64 chili e non mi ci cambierei neanche il dito mignolo se parliamo di estetica, poi se parliamo di soldi e mondo dorato forse mi ci potrei scambiare qualcosa. Non dimentichiamo che ha sposato un miliardario ! Per il resto cucina schifezze !!

  • Lilja ha detto:

    La verità non esiste? Anche queste affermazioni un po’ sofistiche però…

  • kreta ha detto:

    … Nigella probabilmente avrà il pancreas spappolato a furia di trigliceridi e sarà prossima all’arresto cardiaco con tutti i grassi che ingurgita, ma io sarei felice di arrivare a 50 anni in forma come lei ^-^ (mi sa che lei quella roba se la mangia solo davanti alle telecamere :-) …

  • roberta ha detto:

    però anche te gloria a tirare in ballo gesù… :-)

  • Glu.fri ha detto:

    @Sigrid, l’etica e’ una categoria filosofica che nulla a che vedere con l’ascetismo o le scelte anticonsumistiche ecc. ovviamente si deve adattare ai tempi. Non a caso cito Kant, la ragion pratica, si tratta forse di rimprendere quell’imperativo categorico per cui ci sono cose che non sono ipotetiche,ma hanno un valore universale perche’ sono validi per tutti e non relativi agli interessi particolari o casuali..tutto qui…
    Poi non sai come mi piace scofanarmi degli indecenti cup cake burrosi…(gluten free, ovvio)…ma non e’ un comportamento che stimolerei universalmente ecco, giusto per fare un esempio..
    Ah, a proposito di relativo e assoluto, non c’e’ anche un piccolo scontro tra cucina anglosassone, ricca di grassi, e quella un po’ piu’ mediterranea, o moderna, piu’ leggera e essenziale …non so..Baci

  • gloria ha detto:

    ….vena militante…..anche meno eh….

  • gloria ha detto:

    ….oh gesù…..

  • roberta ha detto:

    che peccato vedere ancora persone che credono di poter insegnare, come se tutti fossero privi di strumenti tali da riconoscere o meno la verità (che non esiste), le cose giuste e le cose sbagliate.
    non hai mai pensato Sigrid che “svelare il barbatrucco” che c’è dietro oppure diventare militante criticando gli altri non serve a nulla? vai avanti per la tua strada, continua a proporci le tue cose e chissenefregadeglialtri!!!
    a me sei sempre piaciuta perché hai creato spesso ricette molto invitanti, regalandoci immagini molto belle e probabilmente non mi piace questa tua vena militante da professoressa…

  • vale'n'tina ha detto:

    Andrea scusami ma quello che ho scritto è quello che ho provato guardando i video di Nigella, puoi spiegarti meglio?

  • andrea ha detto:

    eh si Valentina, la tua classe nella tua esposizione del commento si evidenzia fino a sentirsene il profumo lasciando trasparire un
    discreto fascino.

  • vale'n'tina ha detto:

    Ragazze ho guardato anch’io i video di Nigella: non la tollero proprio!
    A pelle mi trasmette un senso di sporco e più che sexi mi sembra volgare, quasi da film porno!
    Poi sui cornetti, panna e caramello prima di andare a letto credo che siamo tutti d’ accordo.
    Miss Dahl mi piace molto di più, mi piace lei, adoro la sua cucina e i suoi props ma anche le sue ricette le trovo un pò eccessive: troppi ingredienti, troppi sapori e non poche calorie.

  • Giovanni Sa ha detto:

    wow! è successo un parapiglia!
    io personalmente ho un solo must rifuggire dai prodotti mediatici!

  • m@riotto ha detto:

    su Nigella e su Jamie sono daccordo con Elena e con Sigrid
    la loro e’ una cucina fatta di “impiastri” e basta
    funzionano in tele grazie all’estetica

  • Elena B ha detto:

    Io criticherei un poco anche Jamie. Ho iniziato a seguirlo mentre abitavo in Inghilterra, perché volevo imparare a cucinare con i prodotti che trovavo nei supermercati là, e a distinguere i prodotti di qualità da quelli scarsi (là). E invece nelle puntate che ho seguito io usava prodotti italiani (senza mai spiegarne la provenienza e le caratteristiche)e mescolava calorie e grassi senza pensare allo stomaco di quelli che avrebbero poi mangiato quelle cose. Che senso ha seguire uno che in Inghilterra cucina linguine con la salsiccia e beve prosecco?

  • Lilja ha detto:

    Io non vedo frittate girate, ma solo una persona (Sigrid) che ha sviluppato e reso (a me) più comprensibile un suo punto di vista.

    Non avendo mai visto/letto/sperimentato nulla di Nigella, ho creduto che quell’imbarazzante fosse riferito alla sua fisicità e non all’uso strumentale che di quella fisicità i produttori e lei stessa, a quanto mi dite, fanno.
    Ora mi è tuttooooooo molto più chiaro, sono sollevata (nessun imbarazzo per nessun corpo!) e ringrazio tutti.

    Che la speranza e la fiducia in messaggi costruttivi, contrapposti a quelli pornografici e abbruttenti che imperano, siano solo una specie di placebo per i poveri cretini che ancora ci credono è una frase vuota che riempie troppe bocche, a mio parere.

    Tra un ministro dell’agricolutura italiano, e sottolineo ITALIANO, che sponsorizza il Mc Italy (c’è da piangere anche solo per il nome) e Petrini (e tanti con lui e come lui) che da anni lavora per ri-creare una cultura del cibo e ri-dare dignità a prodotti, produttori e “producenti” (le mucche, le galline!) secondo me c’è una differenza abissale.
    La stessa che c’è tra sviluppo e progresso, tanto per dirne una…

  • Sigrid ha detto:

    @miglietta: lol, ma cosa vorresti leggere? Una feroce autocritica di me stessa? Ma non sono io a doverla fare :-))

    @glu.fri: daccordissimo (l’etica non e una spa e stupenda, me la segno :-)) anche se, comunque, contrariamenti a quel che succedeva ai tempi di kant, penso che oggi la ‘visione della vita’ si debba obbligatoriamente accompagnare anche di scelte in termini di consumo… :-) ( cioe detto il sentirsi buoni e giusti amme’ mi manca, mi sembra tanto simile al sentirsi tranquilli e sereni di colloro che si informono solo tramite alcuni media di proprieta di… )

    Ps. Mi sono persa il pezzo in cui si tirava in ballo l’odio per le donne?

  • miglietta ha detto:

    Diciamo che ancora una volta Sigrid é riuscita a girare la frittata. Non a caso é un’esperta di cucina.

  • Glu.fri ha detto:

    @roberta, non bisogna essere esperti in semiologia per sapere che tutti noi consapevolmente o no mandiamo segnali e “messaggi”.
    I media li usano in maniera precisa e programmatica per ottenere determinati obiettivi, sta a noi decifrarli e non lasciarsi sedurre (o si), non e’ una questione etica, e’ semplicemente una commerciale (o di consenso, in politica).
    Nigella e’ un prodotto mediatico che usa segni e simboli che lanciano messaggi, puo’ piacere o no, ma a volte il non piacere passa dalle chiavi semantiche che uno ha per decostruire quel senso e capire fino a dove arriva la manipolazione, l’ammiccamento.
    E poi ripeto non capisco tanta tensione per qualcosa di cosí effimero, tirare addirittura in ballo la solidaretá femminil o l’importanza dell’etica, che per inciso e’ un po’ bistrattata ulimamente, ma io sono assoltamente Kantiana, credo nell’etica (non nei messaggi) e non per sentirmi bene, non e’ una spa, ne’ una consolazione religiosa, e’ una visione delle cose e della vita.

  • Valeria ha detto:

    Concordo con Sigrid, Nigella propone un modello sbagliato ed è tutto il contrario di quello che serve all’occidente iper-nutrito e malato di troppo cattivo cibo. Sul fatto che sia sexy o no non metto bocca, ognuno la penserà a modo suo, certo è che se le telecamere inquadrano solo il tuo bel volto e omettono il resto hai già parecchi vantaggi e puoi mascherare meglio i tuoi peccati da iperbole zuccherina. L’odio verso le donne qui centra poco: centra forse di più la nausea verso un modello trito e ritrito di sensualità da supermercato (o, visti gli ingredienti, da fast food) a completare il connubio donna-cibo-sesso. A me piace veder parlare di cibo in modo diverso, ma sul de gustibus ancora – credo- siamo tutti d’accordo :)

  • Sigrid ha detto:

    @roberta: beh, magari qualcuno alle cose positive ci vuole credere, o vuole trovarle importanti, poca roba, per la propria esistenza, il propri senso da dare alle cose, mi sembra che possa essere tollerato, no?

  • roberta ha detto:

    ah i “messaggi” che bella cosa… ne abbiamo così tanto bisogno… e poi fanno sentire così buoni e giusti.

  • Glu.fri ha detto:

    Sigrid condivido..ho voluto sdrammattizare un po’, ma sono d’accordo con te sui prodotti mediatici e il relativo messaggio…

  • Sigrid ha detto:

    @fiorentina: non ho ben capito cosa ci sia di scomposto :-) Anzi, io questa discussione la trovo interessante… :-)) Dunque, cerco di spiegare (a parte la questione della mediterraneità che mi sembrava una mero questione di buon senso ma passiamo :-)… Semplicemente, Nigella è esattamente tutto quello in cui non credo, come ho cercato di spiegare sopra, Nigella, nella mia lettura, funziona perché richiama degli istinti primari, sessuali da un lato, e di esagerazione alimentare dall’altro, nel senso che cucina cose che tutti quanti noi sappiamo che non sono per niente sane, ed in qualche modo, immagino, c’è in tutto questo qualcosa di catartico o addirittura Nigella aiuta a sentirsi meno in colpo colloro che in effetti mangiano molto male, può essere). Insomma, Nigella non parla alla testa delle persone, parla alla pancia (se volete posso darvi anche un esempio di un politico italiano, anzi persino due, che fanno su per giù la stessa cosa, ed è un modo di fare che sinceramente detesto, il richiamo all’animalità invece che al buon senso e l’intelligenza, che sarebbe ciò che ci rende diversi dagli animali, ma passiamo).
    Siccome poi dall’altra parte faccio un lavoro che è una passione e che ci sono delle cose in cui credo fermamente, discutere di Nigella mi fa tirare fuori quelle: il fatto per esempio che penso che gli eroi, anche se alimentari, debbano essere positivi, il fatto che se oggi parli di cucina, hai delle responsabilità, anch per il bene degli altri, devi parlare di qualità, contribuire minimamente a una certa forma di consapevolezza di quel che si mangia, come e perché, perché sono cose importanti, per noi, per i nostri figli, per il posto che abitiamo, non è una questione di mode, è una questione di valori. In quel senso, Nigella è assolutamente negativa. Jamie Oliver invece, per quanto sia anche lui un prodotto editoriale costruito – ma non è di per se un male – è un personaggio positivo, incita a pensare, a iniziare a comportarsi leggermente diversi, a migliorare la propria vita. E per me l’importante sta – anche – qui.

  • Glu.fri ha detto:

    Mamma mia..qui si formano i partiti, si disfano amicizie e stime..
    .io piu’ che altro non mangerei le sue cose, di Nigella I mean, per paura dei capelli…dico, e se le cadono nella pappa?
    Stiamo parlando di cose effimere non della soluzione ai problemi della fame nel mondo…un po’ di ironia non ce la mettiamo ?
    ah nella pampa Nigella non arriva, Jamie si…saranno mica maschisti?..Oh scherzavo eh..

  • Sigrid ha detto:

    @lilja: ma io non dico che è scema perché ha il seno abbondante, e nemmeno dico che è scema, dico solo che fisicamente è una specie di cliché che a me non piace. Cosa c’è di imbarazzante semmai te lo potranno dire i suoi produttori che a quanto pare non fanno più vedere nessuna parte di Nigella situata sotto la vite… (conseguenza solo naturale del modello tutto tranne equilibrato che propone – cioè Nigella nelle sue trasmissioni frigge pezzi di grasso e prepara delle cene single a base di caramello panna e cornetti che poi mangia al letto, insomma è l’incarnazione di tutto ciò che non bisognerebbe mai fare, non è qualcuno che incita alla consapevolezza o all’equilibrio, tutt’altro). E comunque la verità è che Nigella all’anagrafe quest’anno fa 50 anni (altro che fiorente ragazza appetitosa… :-) (e no, non ce l’ho con le cinquantenni, nient’affatto, ce l’ho con la gente che cerca di venderci e farci credere a ciò che non c’è :-)

  • lisso ha detto:

    non credo sia una questione di odio verso le donne.
    a me Nigella non piace perchè recita male la parte della cuoca casalinga. la trovo poco credibile…che di voi frigge le uova in vestaglia di seta??io no!!!
    Sigrid se metti Jamie sullo stesso piano della Nigella mi distruggi un mito!!io adoro Jamie, il suo entusiasmo e la sua passione mi sembrano proprio reali. dici che è solo un bravissimo attore?

  • fiorentina ha detto:

    Cara Sigrid, resto dell’idea – legittima credo e non offensiva – che Nigella abbia uno sguardo mediterraneo, pur essendo una bella e simpatica signora inglese: se la cosa ti urta mi dispiace.
    Non immaginavo che le mie considerazioni su costei avrebbero scatenato una tale scomposta reazione da parte tua. Della quale sono ancora stupita. Buonanotte

  • Lilja ha detto:

    Non ho mai visto un suo video, letto una sua ricetta o seguito il suo lavoro in qualche modo(quindi magari oca lo è davvero, anche se spero non si stia cadendo nell’equazione, parecchio opinabile, seni grossi=oca), ma perché “di un grasso imbarazzante”?

    Eh no, dai, eh…cos’avrebbe di imbarazzante un corpo così?

  • roberta ha detto:

    “sexy in un modo veramente analfabeta?”…
    che tristezza Sigrid
    è proprio vero che certe donne odiano “le donne”

  • Sigrid ha detto:

    @gian: niente, ma come la pubblicità insegna, òe tette fanno sempre vendere :-)

    @miglietta: beh di me si potranno pure dire molte cose ma non che io sia una brutta copia di Nigella (mi mancano 3 o 4 misure di reggiseno :-)))

    @fiorentina: ma basta che una sia mora per essere ‘mediterranea’?? (eddai, ma se è inglese scusa, ma mediterranea decché???)

    @corrado: trovo in effetti che la vache qui rit sia un paragone estremamente azzeccato :-))
    sul resto, sinceramente, non so quali episodi hai visto recentemente ma ormai ha il capello praticamente diradato ed è di un grasso imbarazzante, per me sexy è davvero n’altra cosa, sorry :-)

  • miglietta ha detto:

    E tu Sigrid, come sei?

  • Gian dei Brughi ha detto:

    sori, ma qualcuno poi mi potrebbe spiegare cosa c’entrano le tette con la cucina? sarò un po’ calvinista, ma a me sembra che l’essere sexy non sia un tratto molto pertinente con il fare una buona o cattiva ricetta col pollo, che so, o con i broccoli… questo per dire la mia su nigella…

  • Sigrid ha detto:

    @antonio: guarda che gli spaghetti napoletana sono un vero e proprio piatto… Giapponese, e un po’ come la pasta alla bolognese che si trova nel resto del mondo, si e annidato in giappone in quella versione li, e molto popolare e sopratutto, e un’altra cosa, insomma, non e neanche detto che i giapponesi la identifichino come cucina italiana.. :-))

  • CorradoT ha detto:

    Le ricette di Nigella non mi sono mai piaciute. Una bolgia senza un minimo di stile. Punto.
    La Nigella? E’ troppa, nel senso: troppo impostata, troppo sorrisosa, troppo ammiccosa (la vache qui rit?)
    Certo che… (mi stava scappando un commento maschilista >>> attivata autocensura!!)
    :-)

  • Sigrid, per me non c’è alcun problema: io mi accontenterei abbondantemente del suo essere “analfabeticamente” sexy ;-)))))

  • fiorentina ha detto:

    Ma secondo me l’essere sexy è un insieme di cose che si fondono in un unicum, non dipende solo dal fatto di avere grandi seni. Trasposto al maschile, anche Richard Gere, se lo scomponi negli elementi principali, ha occhi piccoli, mani orrende, denti storti, è basso, nonostante questo ha fatto impazzire intere generazioni di donne, tra cui la sottoscritta. Nigella ha bei colori, splendidi capelli, bellissima bocca e sguardo mediterraneo. A me sembra bellissima, anche se sicuramente Saatchi ha saputo valorizzarla al meglio!

  • Sigrid ha detto:

    Appunto si :-) A parte che sono daccordissima sul fatto che ognuna ha le proprie preferenze, ci mancherebbe, trovo che Nigella sia sexy in un modo veramente ‘analfabeta’ (un paio di seni giganti + sguardo ammiccante + battutine e voce lasciva = icona sexy, è talmente prevedibile e grossolano e cliché che lo trovo insopportabile). Ma la vera cosa che di Nigella non mi piace è che le sue ricette sono molto grasse e squilibrate, di nuovo, facile piacere cosi. In ogni caso, non bisogna illudersi, tutte le ‘star cucinesche’ sono studiatissime a tavolino, Nigella e Jamie compresi (e non scordare che il marito di Nigella di cognome fa Saatchi, e non è un caso… :-)

  • fiorentina ha detto:

    Appunto!!!!

  • E poi NIgella è mooolto sexy ;-)))

  • fiorentina ha detto:

    Cara Sigrid, in quello che dici c’è molta verità, anche perchè l’ho provato di persona: quelle poche volte che ho fatto qualche ricetta di Nigella mi è venuto fuori una tale schifezza!
    Però Nigella per me è molto più bella, e ha inventato uno stile tutto suo, quel sorridere in maniera un po’ ammiccante la rende unica nel suo genere, la Sophie mi sembra che la voglia imitare di brutto senza avere altettanto carisma. Ma si sa, i gusti sono gusti, diceva quello che si ciucciava il calzino! A me piace più Nigella, a te più Sophie, va benissimo così!

  • Antonio ha detto:

    Mi attira tantissimo il libro della signora Harumi Kurihara nonostante anche lei “racconti” delle boiate pazzesche della cucina italiana come spesso capita oltre oceano ( http://www.nhk.or.jp/nhkworld/english/tv/kitchen/archives201013.html ).

    Mi fa venire nostalgia del giappone “da giapponesi” al solo leggerne il sommario su amazon.

    Grazie.

  • Sigrid ha detto:

    @fiorentina: a me non sembra per niente la brutta copia di nigella, anche perche nigella il piu delle volte cucina delle schifezze tremende…

  • fiorentina ha detto:

    Grazie vale’n’tina! Ho visto, mi sembra la brutta copia di Nigella, e ho detto tutto!
    Enrico, che piacere! Sì, fra poco vado in vacanza, anzi, ci ritorno, ma con la fida pennina per stare sempre connessa!
    Un caro saluto anche al mitico Giu!

  • Ciao Fiorentina, come stai? quando vai in vacanza?
    io tra qualche giorno. Un saluto!
    Enrico

  • Giovanni Sa ha detto:

    Ciao Sigrid al solito tanti suggerimenti di lettura interessanti grazie!
    ricambio con uno mio: Yotam Ottolenghi – Plenty
    a presto Gio

  • Twinsmama ha detto:

    E’ sempre un piacere…

  • fiorentina ha detto:

    Ciao Sigrid, come stai? E’ un pezzetto che non ci vediamo, eh? Ho cercato di vedere qualche video di quella Sophie Dahl, cliccando su BBC, ma non sono riuscita. Volevo proprio vedere come camminava nel viottil dell’orto con i cavoli sapientemente abbandonati sul braccio a mo’ di stola!

  • Lilja ha detto:

    Aspettavo questo post da tanto tempo, che bello!

    Il libro di Sophie Dahl a me piace molto, sia per le ambientazioni e gli scatti, che per gli aneddoti che accompagnano il ricettario (ecco, in questo mi ricorda un filo il tuo). Ti avevo chiesto se lo conoscevi nel vecchio Books for Cooks!

    Io l’avevo scovato proprio perchè adoro il suo geniale e visionario nonno, che ha varato la mia esistenza di piccola lettrice. Quando avevo sei anni, per Santa Lucia, le mie maestre di scuola mi hanno ragalato il GGG, dopodichè sono venuti Le Streghe, Matilda, La Fabbrica di Cioccolato, Gli Sporcelli… Ah, tornerei piccola solo per quello!
    (Però anche I Racconti dell’Imprevisto sono bellissimi!).

    Grazie Sigrid, che bella scorpacciata di ricordi!

    PS: da buona semi-vegetariana invece spendo una lacrima per i maiali e i maialini: quel titolo è orribile, secondo me!

  • luk75 ha detto:

    ottima idea, leggere in questo periodo fa bene…

  • vale'n'tina ha detto:

    Immaginavo che “Mastering the art of French cooking” fosse un librone grosso e pesante tanto che ne avevo quasi paura…e invece è ilpiù piccolino di tutti!

  • Glu.fri ha detto:

    Belle recensioni.
    Fanno fare alcune considerazioni, forse banali ma sono quelle immediate..
    La cucina e’ fashion e ci si buttano tutti, e vabbeh non e’ un gran male, anzi. Peró mi scoccia un po’ che gli editori investano tanto in prodotti mediatici “approssimativi” e “costruiti”.
    Voglio dire: cuoche o specialiste di gastronomia vere belle, sapienti e con curruculum ce ne sono, manco dovrebbero scrivere 10 pagine di presentazione ad ogni capitolo a aggrapparsi ai cavoli per essere credibili.
    Voglio dire dalla mitica e precisa Julia Child ad alla signorina Dhal (che sará anche bravissima) i trampolini di lancio sono diversi.
    La soluzione e’ non comprare il libro, ma la mia vecchia formazione di economista vede un gran sbilanciamento di investimenti per creare e sostenere il personaggio mediatico a scapito di autori che potenzialmente possono dire molto.
    Pubblicare un libro, di qualsiasi genere, da quasi sconosciuti e’ un’impresa ciclopica e anche quando si é conosciuti ci sono tantissime difficoltá (marketing, distribuzione, ecc.).
    Sigrid che ne pensi?
    Comunque ci sono tanti titoli intriganti in questa bella recensione..!
    ah..anche i bambini di oggi leggono Dhal, Roal Dhal..

  • Andrea ha detto:

    Cara Sigrid,

    per le traduzioni dall’ungherese anch’io sono a tua completa disposizione. Il titolo del libro è: Cucina ungherese odierna. Dello stesso autore peraltro è uscito un secondo libro che parla interamente di dolci…
    http://www.libri.hu/konyv/sutemenyeskonyv-4.html

    Io non conosco nessuno dei due, ma essendo i dolci un pezzo forte della cucina ungherese, potrebbe valer la pena!

    Grazie per le recensioni, sempre utili ed interessantissime!

  • fulviaeffe ha detto:

    @Chiara il libro di Mercotte è STU-PEN-DO!! L’ho comprato quest’inverno e ogni tanto mi metto all’opera (anche se il risultato, perlomeno quello visivo, non è all’altezza di quello di Mercotte….). Ora vorrei fare quelli alla violetta, ma non riesco a trovarla, qualcuno sa aiutarmi?

  • Chiara ha detto:

    Ed ecco che la mia wish list di libri si allunga ancora… (ma prima mi devo procurare quello di Mercotte con foto tue, sono in fissa per i macarons!!!). Grazie per aver risposto alla stessa domanda che mi ero posta io sul libro della Child, mi sa che di sto passo sarà più grande la borsa dei libri che la valigia… Buonissime vacanze!!!

  • mominthecity ha detto:

    brava! julia child mi ha fatto molta compagnia quest’inverno … romanzo+film+ricette. Ho amato moltissimo lo stile retro, la cura di ogni minimo particolare… le variazioni suggerite per ogni ricetta. (mancano però ricette sulle zucchine!!! non si usano in fancia???)
    Nell’ultimo mese anche io ho fatto grandi acquisti con amazon … li ho ovunque e il comodino decisamente non basta più!

  • Data la mia passione per la Francia, devo comprarmi assolutamente il libro di Julia Child
    :-)

  • Aniko ha detto:

    Se ti serve un interprete ungherese eccomi qui..!!

    Mi intriga molto il libro Movida Rustica, diffido delle modelle diventate all’improvviso grande cuoche, e sì,leggerei volentieri il libro di Bereznay Tamàs, anche perchè ho l’imperssione che la cucina ungherese si è evvoluta parecchio in questi vent’anni ( da quando sono lontana da
    casa…)
    P.s. Kortetorta è : cake alle pere …
    Ciao!

  • Sara77 ha detto:

    Quanta voglia di imparare, carpire segreti, sperimentare e divertirmi!!! Sono una novellina ma spero tanto di migliorare e i tuoi consigli culinari e letterari saranno preziosissimi! Sono affascinata dal libro “A visual history of cookery”! Grazie da una “assetata” di sapere culinario! :-)

  • Kafcia ha detto:

    Qualcosa mi dice che sia un periodo perfetto per le nuove scoperte dei libri di cucina… Stamattina passando di qui mi aspettavo un piattino gustoso invece questa volta qualcosa per lo spirito…. E pensa che appena ieri ho esaurito il mio budget passando da Amazon :), una vera droga per gli amanti di libri di cucina, e non solo. Mi sa che qui il tempismo è perfetto per scambiarsi le idee sui libi conosciuti e quelli meno. Buona settimana a tutti.

  • Ulimengo ha detto:

    Che libri fantastici! Si, per favore i prossimi consigli per “books for cooks” già per l’autunno, anche se adesso c’è tanto da leggere… Preziosissimi i tuoi commenti e riflessioni sui testi. Ti augura Buon Estate una nordeuropea (austriaca) a Roma, cresciuta con Roald Dahl.

  • Valeria ha detto:

    questa cosa che due ex-modelle condividano la passione per il cibo, senza voler fare i prevenuti, puzza già di per sé, se poi hanno anche la stessa super-guru-foodstylist che decide per loro tre quarti delle cose, beh beh :) invece mi ispira moltissimo quello su Giappone e Spagna, oltre a quello sulla Visual Art che comprerò sicuramente (grazie della dritta)!
    p.s: complimenti per la copertina! ;)

  • vaniglia ha detto:

    ecco, ti confesso una cosa subito-subito: e loggiuro. quel libro con gualtiero marchesi in copertina, la prima volta che l’ho preso in mano alla feltrinelli, ho pensato: “questa foto è di sigrid”. ora, non so perchè, magari l’avevo vista nel tuo portfolio? è possibile? oppure da qualche altra parte sotto tuo nome, dimmi di sì… ma comunque fatto sta che quando ho visto confermato il presentimento in quarta (o nel risvolto, non ricordo), mi sono un po’ tutta gasata, un po’ perchè è bella, un po’ per il presunto “senso di Vaniglia per la Sigrid”…
    poi cos’alto dire: mi ispira un sacco quello dei bambini + eataly, e quello dei bambini + la mela (chissà com’è? ;-P), e adesso che Mastering the art of French cooking ce lo hai anche tu, mi sa che mi tocca finalmente vedermelo (=D) per benino…
    (p.s. sìììì, Roald Dahl: mai sorellina aveva un libro che si chiamava “le streghe”!!!!)
    baci, buone vacanze anche a te!

  • Carolina ha detto:

    Anch’io (nonostante le mie origine non nord-europee, ma decisamente mediterranee) sono cresciuta con Roald Dahl! Avevo scoperto il libro di Sophie da Anthropologie negli Stati Uniti ed ero tentata di comprarlo, poi ho cambiato idea… La tua recensione mi consola, perché tornando a casa mi ero maledetta!

    Mentre “Mastering the art of French cooking” è stato il tormentone dell’anno, ma non ce l’ho ancora… Magari a questo punto aspetto i tempi degli stufati e dei piatti burrosi alla francese… ;)

    Detto questo, è sempre un piacere leggere il tuo “books for cooks”!
    Buonanotte!

  • feo ha detto:

    Posso, umilmente, chiedere di metterci meno di sei mesi, la prossima volta? L’arcobaleno di sensazioni visive, tattili (chiedo scusa) e aromatiche (di nuovo scusa) che arrivano dal mondo cartaceo che ci hai messo a disposizione è così profondo! E poi non vorrei ci rubassero Sigrid quelli dell’editoria, ma dovesse succedere che dono della sintesi! Grazie

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